Stephanoaetus coronatus

specie di uccello

L'aquila coronata (Stephanoaetus coronatus (Linnaeus, 1766)), conosciuta anche come aquila coronata africana, è un grande uccello rapace originario dell'Africa sub-sahariana; in Sudafrica il suo areale è limitato alle zone a est.[2] Il suo habitat è costituito principalmente da boscaglie e foreste.[2] L'aquila coronata è l'unico membro esistente del genere Stephanoaetus. Una seconda specie, l'aquila coronata malgascia (Stephanoaetus mahery) si estinse a seguito dell'arrivo di coloni umani in Madagascar.[3]

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Aquila coronata
Stephanoaetus coronatus
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdineAccipitriformes
FamigliaAccipitridae
SottofamigliaAquilinae
GenereStephanoaetus
SpecieS. coronatus
Nomenclatura binomiale
Stephanoaetus coronatus
(Linnaeus, 1766)
Sinonimi

Falco coronatus Linnaeus, 1766

Areale
Areale dell'aquila coronata

Almeno il 90% della dieta di questo uccello è costituita da mammiferi;[4][5] le sue prede variano di popolazione in popolazione che mostrano delle marcate differenze regionali. In tutto il suo areale si nutre principali di piccoli ungulati (come cefalofi, traguli), iraci delle rocce e piccoli primati.[6] Uccelli e lucertole di grandi dimensioni vengono predati raramente.[6]

Sebbene la lunga coda dell'aquila coronata le conferisca una lunghezza complessiva fino a 90 centimetri (35 pollici), l'aquila coronata risulta meno massiccia e con un'apertura alare notevolmente inferiore rispetto all'aquila africana più grande, l'aquila marziale (Polemaetus bellicosus). Tuttavia è considerata l'aquila africana più potente, se si considera il peso delle sue prede abituali.[6] Difatti, questi uccelli sono in grado di predare grossi mammiferi come il tragelafo striato (Tragelaphus scriptus), che possono raggiungere anche i 30 kg (66 libbre) di peso.[6][7] L'aquila coronata possiede artigli insolitamente grandi e zampe molto forti, con cui è in grado di schiacciare il cranio delle proprie prede. È anche un uccello molto aggressivo; sotto il nido di uno di questi uccelli furono ritrovati i resti di un grande maschio di cercocebo moro, del peso di 11 kg (24 libbre).[8]

A causa delle loro somiglianze ecologiche, l'aquila coronata è il miglior analogo africano dell'arpia (Harpia harpyja). Grazie al suo comportamento aggressivo e adattabile, quest'aquila è ben equipaggiata per vivere e cacciare nelle foreste. Proprio per la sua alta adattabilità a diversi habitat, fino a poco tempo fa si riteneva che la specie non fosse affetta da particolari pericoli per la sopravvivenza e che per gli standard dei grandi rapaci delle foreste fosse una specie relativamente stabile.[9] Tuttavia, oggi si pensa che il loro numero stia diminuendo molto di più di quanto precedentemente percepito a causa della distruzione quasi epidemica della foresta tropicale africana nativa.[1] È elencata dall'IUCN come prossimo alla minaccia.

Descrizione

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Fotografata in volo a Budongo, in Uganda occidentale

La sua lunghezza varia da 65 a 85 cm, le piume gli coprono gran parte del corpo, lasciando scoperto gli artigli, il becco grigio-bluastro e le zampe gialle oltre alla tipica cresta da cui prende il nome.

Distribuzione e habitat

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Diffusa nei paesi dell'Africa sub-sahariana, dal Ghana al Sudan, l'habitat naturale di questa specie varia dalle foreste con forti precipitazioni alle aperte savane.

Alimentazione

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Si cibano di mammiferi, come le scimmie, quali i colobi e i cercopitechi, ma a volte riescono a catturare anche antilopi, uccelli e rettili.

Riproduzione

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Durante la stagione degli amori volano insieme (anche ad altezze che possono arrivare quasi a 1 500 metri).
Caratteristica dei nidi dell'aquila coronata è che vengono utilizzati per più di una stagione e ogni volta gli uccelli aggiungono altro materiale, raccolto dall'esemplare maschio, creando nidi molto grandi.
La cova delle due uova dura da 6 a 7 settimane, anche se è stato osservato come solo un esemplare sopravviva alla fine, il ciclo di riproduzione dura 17-18 mesi. Se lasciati vuoti i nidi vengono depredati dai babbuini.

  1. ^ a b (EN) BirdLife International 2016, Stephanoaetus coronatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 21 marzo 2018.
  2. ^ a b Sinclair & Ryan (2003). Birds of Africa south of the Sahara. ISBN 1-86872-857-9
  3. ^ Goodman, Steven M. (1994). Proceedings of the Biological Society of Washington 107(3): 421–428 ISSN 0006-324X Description of a new species of subfossil eagle from Madagascar: Stephanoaetus (Aves: Falconiformes) From The Deposits Of Ampasambazimba. Pdf
  4. ^ J.C. Mitani, W.J. Sanders, J.S. Lwanga e T.L. Windfelder, Predatory behavior of crowned hawk-eagles (Stephanoaetus coronatus) in Kibale National Park, Uganda (PDF), in Behavioral Ecology and Sociobiology, vol. 49, 2–3, 2001, pp. 187–195, DOI:10.1007/s002650000283.
  5. ^ African Crowned Eagle Archiviato il 29 giugno 2012 in Internet Archive.. Sfzoo.org. Retrieved on 2012-08-22.
  6. ^ a b c d Kemp, A. C. (1994). Crowned Hawk-eagle (Stephanoaetus coronatus). Pp. 205 in: del Hoyo, Elliott & Sargatal. eds. (1994). Handbook of the Birds of the World, vol. 2. ISBN 84-87334-15-6
  7. ^ Ferguson-Lees & Christie (2001). Raptors of the World. ISBN 0-7136-8026-1
  8. ^ W. S. McGraw, C. Cooke e S. Shultz, Primate remains from African crowned eagle (Stephanoaetus coronatus) nests in Ivory Coast's Tai Forest: implications for primate predation and early hominid taphonomy in South Africa, in American Journal of Physical Anthropology, vol. 131, n. 2, 2006, pp. 151–165, DOI:10.1002/ajpa.20420, PMID 16596589.
  9. ^ Dowsett-Lemaire, F. & Dowsett, R.J. The Birds of Malawi: An Atlas and Handbook. 2006, Tauraco Press and Aves, Liège, Belgium. 556 pages

Bibliografia

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  • Gibbon, Guy; Maclean, Gordon & van der Merve, Steven (1997): Roberts' Multimedia Birds of Southern Africa 2.1 (CD-ROM). Southern African Birding cc.
  • The Hawk Conservancy Trust (2006): Crowned Eagle - Stephanoaetus coronatus. Retrieved 2006-OCT-7.
  • Goodman, Steven M. (1994). Description of a new species of subfossil eagle from Madagascar: Stephanoaetus (Aves: Falconiformes) from the deposits of Ampasambazimba. Proceedings of the Biological Society of Washington, 107: 421-428.
  • Goodman S. M., Rasoloarison R. M. and Ganzhorn J. U. (2004). On the specific identification of subfossil Cryptoprocta (Mammalia, Carnivora) from Madagascar. Zoosystema 26 (1): 129-143.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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