Lo storicismo (o "istorismo"[1][2], termini entrambi derivati dal tedesco Historismus[3]) è un indirizzo filosofico che nasce nella cultura romantica tedesca (il primo autore ad aver impiegato il termine è Novalis), per sottolineare la natura storica e progressiva della manifestazione della verità o Ragione, frutto di una lenta maturazione che procede secondo una precisa logica di sviluppo. Il primo autore che presenti un simile modello teorico è Johann Gottfried Herder nel mondo tedesco, Giambattista Vico in quello latino.

Descrizione Modifica

Una comune insistenza sul tema della storia avvicina infatti le filosofie di Vico, Georg Wilhelm Friedrich Hegel e, secondo alcune interpretazioni, Karl Marx (spesso definite appunto "storicismi"). Le differenze sono riconducibili in primo luogo al senso della verità che si manifesta nella storia: mentre secondo l'interpretazione classica dello storicismo idealistico (Vico, Hegel, Croce) la storia è il luogo in cui si sviluppa e si manifesta dialetticamente la verità dello spirito nella realtà, secondo la teoria storicista di Marx la storia è considerata da un punto di vista immanente come autoliberazione dell'uomo attraverso la razionalizzazione progressiva e dialettica del proprio rapporto con la natura (in quanto Marx sarà influenzato nello sviluppo della sua concezione dello storicismo dal positivismo e dall'evoluzionismo oltre che dall'idealismo). Insomma, la differenza sta nel punto di partenza delle due concezioni: mentre per l'idealismo classico il punto di partenza è lo spirito (senza il quale nulla esiste, nemmeno la realtà), nello storicismo marxista il punto di partenza è la storia stessa in quanto ente fenomenologico a sé stante, esistente al di fuori e indipendentemente dallo spirito (materialismo storico).[senza fonte]

La logica con cui questa verità si rivela nella storia è per lo più vista come compresenza e funzionalità reciproca di progresso e rovina, in polemica con l'Illuminismo. Così il metodo generale di questa tendenza storicistica manifesta una concentrazione dialettica, in cui grande peso hanno il ruolo del negativo (in Hegel e Marx) o delle barbarie (in Vico) che assolvono a un'essenziale funzione di trasformazione e rigenerazione del processo storico.[senza fonte]

Nella tradizione culturale italiana una stagione storicistica molto influente coincide con l'opera di Benedetto Croce e della sua scuola. Secondo Croce la tendenza profonda e antimetafisica del moderno atteggiamento filosofico consiste nell'integrale risoluzione della filosofia in attività di ricerca storico-culturale, che abbandona ogni speculazione trascendente affrancandosi altresì dal modello concettuale delle scienze della natura. Croce definì lo "storicismo" anche come "mitologismo".[2][4]

Note Modifica

  1. ^ Karl R. Popper (2002).
  2. ^ a b Fulvio Tessitore (2000), p. 15.
  3. ^ Eugenio Garin, Storicismo, in Enciclopedia del Novecento, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1984. URL consultato il 23 ottobre 2014.
  4. ^ Piero Di Giovanni (a cura di), Le avanguardie della filosofia italiana nel XX secolo, Milano, FrancoAngeli, 2002, p. 344, ISBN 88-464-3693-8.

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