The Strokes

gruppo musicale statunitense
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The Strokes sono un gruppo musicale rock alternativo/indie rock formatosi a New York nel 1998.

The Strokes
The Strokes in concerto nel 2006
Paese d'origineBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereRock alternativo[1]
Periodo di attività musicale1998 – in attività
EtichettaCult Records, RCA
Album pubblicati7
Studio6
Raccolte1
Sito ufficiale

Guidato dal frontman Julian Casablancas, è il gruppo di punta del cosiddetto indie rock revival dell'inizio del XXI secolo.[2] L'album d'esordio del 2001, Is This It, intriso di sonorità garage rock, ottenne l'acclamazione di pubblico e di critica, proiettando la band verso il successo internazionale. In seguito il gruppo ha pubblicato Room on Fire (2003) e First Impressions of Earth (2005), che hanno ottenuto buone vendite, pur non raggiungendo i risultati del primo disco, mentre nel secondo decennio del XXI secolo gli Strokes sono apparsi sempre meno sulle scene, con i membri che si sono dedicati per lo più ai progetti solistici, pur pubblicando insieme i dischi Angles (2011), Comedown Machine (2013) e l'EP Future Present Past (2016).

Nel 2020 la band è tornata con il disco The New Abnormal, che ha riscosso consensi di critica e pubblico, vincendo il Grammy Award come migliore album rock.[3]

Storia modifica

Primi anni e Is This It (1998-2001) modifica

La band si forma a New York alla fine del 1998, inizialmente composta di soli tre membri: il cantante e frontman Julian Casablancas, il chitarrista Nick Valensi e il batterista Fabrizio Moretti. Più tardi al gruppo si aggiungono Nikolai Fraiture al basso e Albert Hammond Jr. alla chitarra. Hammond, figlio d'arte, è invitato nella band dallo stesso Julian: i due, infatti, si erano conosciuti anni prima in una prestigiosa scuola svizzera. A proposito del nome Strokes, letteralmente "i colpi" o "i movimenti", la band ha affermato:[4]

«Il nome che ci siamo scelti può essere inteso sia come carezza sia come pugno. Perciò riflette perfettamente l'impatto della nostra musica: a volte duri e aggressivi, a volte delicati e melodici.»

La band ormai al completo debutta allo Spiral di New York, ottenendo un discreto successo di pubblico e stampa specializzata. Dopo questo concerto le esibizioni dal vivo degli Strokes continuano in tutta la Grande Mela fino al gennaio 2001, quando esce l'EP The Modern Age per la catena britannica di negozi Rough Trade. Nel corso del 2001 supportano il tour statunitense dei Doves e suonano coi Traildead in Inghilterra. Proprio nel Regno Unito gli Strokes lasciano estasiata la stampa:

«Siamo franchi nell'affermare che gli Strokes sono i più grandi "bastardi" che ci siano in giro al momento... Ci hanno mandato al tappeto con la passione e la purezza romantica del punk rock di New York, gli Strokes avanzano spavaldi con l'aria di poeti della strada che hanno mandato in pezzi la canzone pop, per sostituirla con la rabbia, l'incomprensione, l'odio, la libidine. Hanno illustrato in Technicolor e su schermo gigante tutte le frustrazioni dei giovani adulti...Ecco svelata l'essenza, a volte tanto profonda quanto casuale, dello stile di questi bardi fotogenici della Bowery.»

 
Gli Strokes nel 2002

Nel settembre dello stesso anno esce in Europa l'album di esordio, Is This It, i cui suoni ricordano i primi anni settanta e lo stile dei Velvet Underground e dei Ramones. Negli Stati Uniti, invece, la pubblicazione dell'album è posticipata di un mese, a causa degli attentati dell'11 settembre, con una cover diversa e senza la canzone New York City Cops, sostituita da When It Started. In poco tempo l'album, da cui sono estratti i singoli Last Nite, Hard to Explain e Someday, ottiene un successo travolgente e un tour mondiale porta in giro gli Strokes a diffondere la loro musica per tutto il 2002, mentre Casablancas, tra un'esibizione e un'altra, continua a scrivere altre canzoni per il successivo album.

Nel 2002 gli Strokes vincono due NME Awards, per il miglior album con Is This It e come Best Act,[5] oltre all'ASCAP College Vanguard Award;[6] il 10 dicembre 2002 gli Strokes sono risultati il gruppo dell'anno secondo la rivista Spin.[7]

Room on Fire (2003) modifica

In seguito al successo riscontrato da Is This It, nell'estate del 2003 gli Strokes entrano in studio per registrare il loro secondo album insieme al produttore Nigel Godrich, il quale aveva lavorato in precedenza con Radiohead, Beck e Air. Tuttavia, questa collaborazione è durata poco: infatti dopo poche settimane la band licenzia Godrich per ritornare a lavorare con Gordon Raphael, già responsabile del sound dell'album di debutto, Is This It. Le cause della "rottura" sono state in seguito spiegate da Albert Hammond al magazine inglese NME:

«Andavamo molto d'accordo, ma avevamo modi diversi di lavorare. Noi volevamo trovare subito il sound perfetto, anche se magari ci volevano giorni, lui ci diceva che avremmo sistemato tutto nel mix finale. Ma a noi non andava.»

Il 20 ottobre 2003 viene pubblicato il secondo album in studio, intitolato Room on Fire. L'album, nonostante mantenga praticamente inalterato lo stile lanciato dagli Strokes con il loro precedente lavoro, ottiene un'accoglienza parecchio inferiore.

First Impressions of Earth (2006) modifica

Il 2 gennaio 2006 esce il terzo album First Impressions of Earth, anticipato dal singolo Juicebox. L'album, portando avanti lo stile musicale degli Strokes presenta alcune novità (come la ritmicità discordante di alcuni brani e soprattutto la voce di Casablancas che non appare mai alterata da sounds o effetti particolari) che lo caratterizzano e lo diversificano dai precedenti album.

In seguito il gruppo si disarticola e alcuni dei suoi componenti (Casablancas, Hammond Jr. e Fraiture, quest'ultimo con lo pseudonimo Nickel Eye) intraprendono la strada del lavoro solista.

Il ritorno: Angles (2008-2012) modifica

Dopo la sopracitata pausa volontaria, decisa alla fine dell'ultimo tour del 2006 e la separazione dal loro manager Ryan Gentles, nel 2009 iniziano a lavorare per il nuovo album, prodotto in collaborazione con il nuovo produttore Joe Chiccarelli. Il 9 giugno 2010 si esibiscono con lo pseudonimo Venison in un concerto esclusivo a Londra di fronte a 500 persone. Il ritorno ufficiale in tour risale al 12 giugno 2010 a Newport, al Festival dell'Isola di Wight, dove la band suona i pezzi dei tre precedenti lavori, senza eseguire dal vivo materiale inedito.

Dopo ben cinque anni dall'ultimo album, il 21 marzo 2011 esce il nuovo lavoro dal nome Angles, frutto dell'esperienza da solisti maturata dai diversi componenti. L'album è anticipato dal singolo Under Cover of Darkness, pubblicato il 9 febbraio 2011.

Comedown Machine e Future Present Past (2012-2016) modifica

Il 25 gennaio 2013 esce il singolo One Way Trigger, disponibile per un periodo limitato per il download gratuito. Il 19 febbraio 2013 è pubblicato il secondo singolo, All the Time, cui fa seguito la pubblicazione dell'album, Comedown Machine, il 26 marzo 2013 negli Stati Uniti e il 25 marzo 2013 nel Regno Unito.

Il 26 maggio 2016 è annunciata l'uscita dell'EP Future Present Past, pubblicato il 3 giugno e costituito da tre brani inediti: OBLIVIUS, Drag Queen e Threat of Joy, oltre a un remix di OBLIVIUS. Il disco è il primo pubblicato attraverso la Cult Records, etichetta discografica indipendente fondata da Julian Casablancas.

The New Abnormal (2018-2022) modifica

Il 10 febbraio 2020, in occasione di un concerto svolto per supportare la candidatura di Bernie Sanders alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2020, il gruppo rivela il nome del sesto album in studio, The New Abnormal, e la sua data di pubblicazione, fissata al 10 aprile dello stesso anno.[8] Il 14 marzo 2021 la band vince il Grammy Award al miglior album rock.

Nell'estate del 2022 il gruppo si esibisce a supporto dei Red Hot Chili Peppers nell'ambito del Global Stadium Tour.[9]

Stile musicale e influenze modifica

L'album di debutto Is This It ha fatto guadagnare agli Strokes la stima di vari artisti della scena musicale alternativa, al punto che James Murphy degli LCD Soundsystem lo ha definito il suo disco del decennio,[10] mentre Brandon Flowers dei Killers ha rivelato di essersi sentito «depresso» dopo aver ascoltato Is This It in quanto «suonava proprio perfetto. Abbiamo buttato via tutto [quello a cui stavamo lavorando] e l'unica canzone che si è salvata è stata Mr. Brightside».[11]

Gli Strokes sono influenzati soprattutto da Velvet Underground e Television.[12] Lizzy Goodman nel suo libro sulla scena musicale di New York ha affermato che il gruppo è stato «tanto influente per la loro epoca quanto i Velvet Underground o i Ramones per la loro», affermando che «quasi tutti gli artisti che ho intervistato per questo libro – da tutto il mondo – hanno detto che sono stati gli Strokes a far loro da apripista».[13] Il gruppo ha fortemente influenzato lo stile di altri artisti come i summenzionati Killers, gli Arctic Monkeys e i Franz Ferdinand. Il frontman degli Arctic Monkeys Alex Turner, nel brano Star Treatment, canta «volevo solo essere uno degli Strokes».[10][14]

Formazione modifica

Discografia modifica

Album in studio modifica

Raccolte modifica

  • 2011 – The Strokes: The Collection

EP modifica

Singoli modifica

Riconoscimenti modifica

  • ASCAP Pop Awards
    • 2002 – Premio College Vanguard
  • BRIT Awards
    • 2002 – Migliore Band Internazionale
  • Grammy Award
  • Meteor Ireland Music Awards
    • 2002 – Migliore Album Internazionale (Is This It)
  • MTV Europe Music Awards
    • 2006 – Candidatura come migliore band rock
  • MTV Video Music Awards
    • 2002 – Candidatura al MTV2 Award (Last Nite)
    • 2002 – Candidatura al MTV2 Award (Sam Mason Bell)
    • 2002 – Candidatura come miglior nuovo gruppo
  • NME
    • 2009 – Migliore album della decade 2000-2009 (Is This It)
  • NME Awards
    • 2002 – Migliore album (Is This It)
    • 2002 – Band dell'anno
    • 2002 – Miglior nuovo gruppo
    • 2003 – Candidatura come migliore band internazionale
    • 2006 – Migliore band internazionale
  • Q Awards
    • 2002 – Candidatura come miglior esibizione live

Note modifica

  1. ^ (EN) The Strokes, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 2 settembre 2013.
  2. ^ (EN) 'Is This It' At 20: How The Strokes Redefined Rock, su Grammy Award, 30 luglio 2021. URL consultato l'8 maggio 2023.
  3. ^ (EN) Madison Bloom, The Strokes Win Best Rock Album at 2021 Grammys, su Pitchfork, 14 marzo 2021. URL consultato il 7 maggio 2023.
  4. ^ The Strokes, nuovo fenomeno rock sulle orme dei Velvet Underground, su Corriere della Sera, 7 ottobre 2001. URL consultato il 7 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2015).
  5. ^ (EN) The Strokes – their career in NME covers, su NME, 16 febbraio 2011. URL consultato l'8 maggio 2023.
  6. ^ (EN) ASCAP Vanguard Award, su American Society of Composers, Authors and Publishers. URL consultato l'8 maggio 2023.
  7. ^ (EN) Mark Spitz, The Strokes: Our 2003 Cover Story, 'The Rebirth of Cool', su Spin, 14 luglio 2019. URL consultato l'8 maggio 2023.
  8. ^ The Strokes, il nuovo album esce ad aprile, su Rolling Stone Italia, 11 febbraio 2020. URL consultato il 7 maggio 2023.
  9. ^ (EN) Allison Hussey, Red Hot Chili Peppers Reveal 2022 Tour Dates With the Strokes, Haim, St. Vincent, More, su Pitchfork, 7 ottobre 2021. URL consultato l'8 maggio 2023.
  10. ^ a b (EN) Lizzy Goodman, How the Strokes – and the Early-Aughts New York Rock Boom – Went Bust, su Vulture, 15 maggio 2017. URL consultato il 7 maggio 2023.
  11. ^ (EN) Luke Morgan Britton, The Strokes talk about their rivalry with The Killers, su NME, 15 maggio 2017. URL consultato il 7 maggio 2023.
  12. ^ Riccardo Bertoncelli, Chris Thellung, 24000 dischi: guida a tutti i dischi degli artisti e gruppi più importanti, Zelig editore, 2006, pp. 23.
  13. ^ (EN) Lizzy Goodman, Meet Me in the Bathroom: Rebirth and Rock and Roll in New York City 2001-2011, HarperCollins, 23 maggio 2017, ISBN 9780062233127. URL consultato il 7 maggio 2023.
    «I left and got a GED and went to Five Towns, which is a vocational music school that anyone can go to.»
  14. ^ (EN) Garry Mulholland, Albums of the decade No 4: The Strokes – Is This It, su The Guardian, 26 novembre 2009. URL consultato il 7 maggio 2023.

Voci correlate modifica

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Collegamenti esterni modifica

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