Teti (astronomia)
Teti (dal greco Τηθύς), anche chiamato Saturno III[1], è un satellite naturale di Saturno scoperto da Giovanni Domenico Cassini il 21 marzo 1684[1].
Teti (Saturno III) | |
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Satellite di | Saturno |
Scoperta | 21 marzo 1684 |
Scopritore | Giovanni Cassini |
Parametri orbitali | |
Semiasse maggiore | 294619 km |
Periodo orbitale | 1,887802 giorni |
Inclinazione rispetto all'equat. di Saturno | 1,21 |
Eccentricità | 0,0001 |
Dati fisici | |
Dimensioni | 1080,8 × 1062,2 × 1055 km |
Diametro medio | 1066 km[1] |
Massa | 6,173 ± 0,001 × 1020 kg
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Densità media | 0,973 g/cm³ |
Acceleraz. di gravità in superficie | 0,145 m/s² |
Periodo di rotazione | Rotazione sincrona |
Temperatura superficiale | |
Albedo | 0,8 |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 10,2 |
Nome
modificaIl nome Teti deriva dalla dea greca Teti (Τηθύς), una titanessa (non va confusa con la ninfa nereide Teti – Θέτις –, la madre di Achille).
Cassini chiamò i quattro satelliti da lui scoperti (Teti, Dione, Rea e Giapeto) Sidera Lodoicea ("le stelle di Luigi") in onore al re Luigi XIV[2].
I nomi dei sette satelliti di Saturno allora conosciuti derivano dalla pubblicazione Results of Astronomical Observations made at the Cape of Good Hope[3] di John Herschel nel 1847 (figlio di William Herschel, scopritore di Mimas ed Encelado), dove suggeriva l'uso dei nomi dei Titani, fratelli e sorelle di Crono (il nome greco del dio Saturno).
Caratteristiche fisiche
modificaTeti è un corpo ghiacciato di composizione simile a Dione e Rea. La sua densità di 0,97 g/cm³ indica che è composto quasi interamente di ghiaccio d'acqua[1]. La superficie di Teti è fortemente craterizzata e contiene numerose crepe causate dalle fratture nel ghiaccio.
Su Teti sono presenti due tipi di terreni, uno composto da regioni con molti crateri e l'altro di colore scuro e contenente una cintura leggermente craterizzata che si estende attorno alla luna. Questa seconda regione indica che Teti fu internamente attiva nel passato[1].
L'emisfero occidentale di Teti è dominato da un enorme cratere da impatto chiamato Odisseo, il cui diametro di 400 km è circa 2/5 di Teti stessa. Questo cratere è quasi piatto (o, più precisamente, conforme alla forma sferica del satellite), come i crateri su Callisto e senza le alte montagne ad anello o picchi centrali che sono presenti sulla Luna e su Mercurio. Questa caratteristica è probabilmente causata dal cedimento della debole crosta ghiacciata di Teti poco dopo la sua formazione[4].
La seconda struttura principale del satellite è un'enorme valle chiamata Ithaca Chasma. La temperatura superficiale è di circa −187 °C[1].
Nei punti di Lagrange L4 e L5 di Teti sono presenti le lune co-orbitali Telesto e Calipso[5].
Esplorazione
modificaLa prima sonda che si avvicinò a Teti fu il Pioneer 11, che passò a 329197 km dalla luna il 1º settembre 1979[6], mentre un anno più tardi, il Voyager I il 12 novembre 1980 si avvicinò a Teti fino a 415 670 km[7], ma molto più vicino passò la sonda gemella, il Voyager 2, che alla distanza di 93 000 km riprese le migliori foto delle missioni Voyager, rilevando particolari con una risoluzione di 2 km[8].
La sonda Cassini effettuò vari flyby di Teti, il più vicino dei quali avvenne il 23 settembre 2005 quando si avvicinò alla luna fino a 1503 km. Successivi incontri ravvicinati avvennero in seguito, tra cui uno nel 2012 alla distanza di 9100 km[9]. Durante la sua missione Cassini ha mappato la superficie di Teti con una risoluzione di 0,29 km[10].
Note
modifica- ^ a b c d e f g Tethys: Overview, su solarsystem.nasa.gov, NASA. URL consultato il 4 novembre 2013.
- ^ Sidera Lodoicea, su practicalspace.com.
- ^ Observations of satellites of Saturn Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, 1848
- ^ (EN) Tethys: Saturn's Icy Moon, su space.com.
- ^ (EN) The Satellites (Moons) of Saturn: Telesto and Calypso, su cseligman.com.
- ^ Pioneer 11 Full Mission Timeline, su dmuller.net. URL consultato il 4 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2012).
- ^ (EN) E. C. Stone e E. D. Miner, Voyager 1 Encounter with the Saturnian System, in Science, 1981.
- ^ (EN) Jeffrey M. Moore et al., Large impact features on middle-sized icy satellites, 2004, DOI:10.1016/j.icarus.2004.05.009.
- ^ Cassini incontra Teti, su aliveuniverseimages.blogspot.com, aliveuniverseimages (archiviato dall'url originale il 6 novembre 2013).
- ^ (EN) Cartographic Mapping of the Icy Satellites Using ISS and VIMS Data, su link.springer.com.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Teti
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Rotating Tethys movie (Voyager), su solarviews.com.
- (EN) The Planetary Society: Tethys, su planetary.org. URL consultato il 23 settembre 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2006).
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