Trinità (Multscher)

scultura in alabastro di Hans Multscher, databile al 1430 circa e conservata al Liebieghaus di Francoforte sul Meno

La Trinità è una scultura in alabastro (28,5×16,3 cm) di Hans Multscher, databile al 1430 circa e conservata al Liebieghaus di Francoforte sul Meno. È una delle opere più note dell'artista tedesco che, fortemente ispirato dal realismo fiammingo, concentra in un piccolo spazio uno straordinario virtuosismo plastico, carico di significato teologico.

Trinità
AutoreHans Multscher
Data1430 circa
Materialealabastro
Dimensioni28,5×16,3 cm
UbicazioneLiebieghaus, Francoforte sul Meno

Storia modifica

 
Dettaglio del Cristo mortente.

Non si conoscono i dettagli sull'origine del piccolo rilievo. Stando alle dimensioni, è probabile che fosse destinato alla devozione privata. Il rilievo è privo di cornice, ma si presume fosse una teca traforata che evidenziasse nello spazio il contenuto plastico dell'opera[1].

Descrizione modifica

Un angelo appoggiato alla parete di fondo sorregge la figura del Cristo ormai morente, inerte e inarcato su sé stesso, sostenendolo da dietro il torace. Alla destra dell'angelo si trova il Dio Padre, vestito con un'ampia tunica bianca e con la mano destra alzata in gesto benedicente, mentre la colomba dello Spirito Santo fuoriesce dalla base della sua testa verso il capo chinato di Cristo[1].

Il gruppo scultoreo è ben conservato ed è ancora ricoperto dalla policromia originale.

Stile modifica

Tra i numerosi dettagli osservabili nel rilievo, colpisce in particolare la dovizia di dettagli naturalistici con cui è resa l'anatomia del Cristo morente, tra i quali spiccano il reticolo di vene e la doppia grinza della pelle sopra l'ombelico. Essi sono ulteriormente accentuati dalla policromia, che tende all'azzurrognolo nelle zone d'ombra, mette in evidenza ogni vena e macchia di rosso le ferite. Le stesse considerazioni valgono per i volti dell'angelo e del Padre. In queste due figure, l'artista sfrutta sapientemente le tonalità naturali dell'alabastro che è lasciato al naturale per rendere il candore delle vesti, candore anzi valorizzato profilando i bordi con l'oro e sfruttato come sfondo mistico alla presentazione del corpo del Cristo[2].

Il tema prevalente della scultura è la morte di Gesù quale atto sacrificale per la Redenzione, coniugato con la presenza dell'angelo reggente come in una Pietà. La presenza del Padre e della colomba porta sulla scena anche la Trinità, colta nell'atto di accettare la vittima del sacrificio attraverso la quale la Redenzione può compiersi[3].

L'opera è databile al 1430 e certamente attribuibile a Hans Multscher, artista tedesco che seppe introdurre in patria le migliori lezioni del realismo fiammingo, gettando precocemente le basi per il superamento del weicher Stil, lo "stile morbido", astratto e idealizzato, tipico dell'arte tardo gotica locale[3].

Note modifica

  1. ^ a b Geese, p. 356.
  2. ^ Geese, pp. 356-357.
  3. ^ a b Geese, p. 357.

Bibliografia modifica

  • Uwe Geese, Scultura gotica in Francia, Italia, Germania e Inghilterra, in Rolf Toman (a cura di), L'arte gotica, Milano, Gribaudo & Könemann, 2006.

Voci correlate modifica

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