Trisitors è stato un programma televisivo italiano trasmesso da Italia 1 nell'estate 1989, dal 4 giugno al 3 settembre, la domenica in prima serata per dodici puntate. Era condotto dal gruppo comico dei Trettré[1].

Trisitors
PaeseItalia
Anno1989
Generecommedia
Edizioni1
Puntate12
Durata90 min
Lingua originaleitaliano
Realizzazione
ConduttoreTrettré
IdeatoreMirko Setaro
RegiaAntonio Gerotto
AutoriPiero Ameli, Adriano Bonfanti, Antonio Gerotto e Mirko Setaro
MusicheBeppe Vessicchio
ScenografiaSergio Giacon
CostumiPamela Aicardi
FotografiaAldo Di Marcantonio
ProduttoreFranco Ascanio
Produttore esecutivoBruno Cavagna
Casa di produzioneRTI
Rete televisivaItalia 1

Il programma

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Trisitors è stato condotto dai Trettré (Mirko Setaro, Edoardo Romano e Gino Cogliandro), nato da un'idea del membro Setaro. Il trio interpretava tre alieni (il titolo è una parodia di V - Visitors, telefilm di grande successo trasmesso in Italia da Canale 5) provenienti dal pianeta Sanmarziano, che aveva bandito la tv in quanto superata, e scesi sulla terra per carpire i segreti della televisione italiana per reintrodurla[1]. In seguito ad un accordo con Silvio Berlusconi, che garantiva loro questo "apprendistato" in cambio dell'esclusiva pubblicitaria sul loro pianeta, gli alieni sono dunque sbarcati a Cologno Monzese venendo accolti da una delegazione nominata dallo stesso Berlusconi e composta da Tinì Cansino[2] e tre "hostess": Sabrina Cadini, che rappresentava Canale 5, Annamaria Dell'Atte, attribuita a Italia 1, e Michelle Klippstein per Rete 4[1].

I tre conduttori/alieni venivano così ospitati in un appartamento da un maggiordomo, Ambrogio (Luigi Uzzo) e la Cansino, dove vengono loro mostrati filmati di repertorio provenienti dagli archivi delle tre reti Fininvest di trasmissioni di diverso genere, anteprime e contenuti inediti ("dietro le quinte") di trasmissioni in produzione in quel periodo e incontri con i protagonisti della televisione commerciale[3]. Si trattava di uno dei primi show metatelevisivi[1], volti alla valorizzazione degli archivi e del repertorio dei canali Fininvest attraverso dei filmati introdotti dalle gag dei conduttori.

Al termine delle dodici puntate[4], i tre alieni si trasformarono in esseri umani dopo aver assimilato così tante nozioni riguardanti la televisione "terrestre"[1].

La sigla del programma, I Marziani, era interpretata dagli stessi Trettré, mentre quella finale era intitolata Dynamite e cantata da Angela Cavagna[4], showgirl emergente e poco tempo dopo "infermiera" di Striscia la notizia, inclusa nel suo disco Io vi curo ma uscita anche come 45 giri[5].

Accoglienza e critica

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La trasmissione è andata in onda nell'estate successiva alla sitcom dei Trettré I-taliani, trasmessa con successo da Italia 1 nella stagione appena conclusa[4], e data anche la collocazione (sulla seconda rete del gruppo Fininvest) era prevalentemente dedicata ad un pubblico giovane[6]. Il programma ottenne un ottimo successo di pubblico soprattutto nel pubblico dei giovanissimi pur essendo stato prodotto a basso budget[7]. Negli anni successivi il programma è stato riproposto in replica prima dal canale satellitare Happy Channel e successivamente da Mediaset Extra nel periodo delle feste natalizie del 2016[8].

  1. ^ a b c d e Baroni, pp. 507-508.
  2. ^ Extraterrestri del Mezzogiorno, in La Stampa, 3 giugno 1989, p. 28. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  3. ^ Con i "Trisitors" dietro le quinte della Fininvest, in la Repubblica, 4 giugno 1989. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  4. ^ a b c Mauro Giorcelli, I tre "Trisitors" sono di Napoli, in La Stampa, 1º giugno 1989. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  5. ^ Alessandra Pieracci, Prendo di petto Baudo, in La Stampa, 27 settembre 1989, p. 10. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  6. ^ Ornella Rota, Gli extraterrestri da Berlusconi, in La Stampa, 3 giugno 1989, p. 16. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  7. ^ Trisitors superstar, in La Stampa, 17 giugno 1989, p. 16. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  8. ^ Ornella Rota, Buon compleanno, Happy Channel, in TGCom, 7 marzo 2005. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).

Bibliografia

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