Tumen (fiume)

fiume tra la Cina, la Corea del Nord e la Russia

Il Tumen (in coreano: 두만강?, 豆滿江?, DumangangLR, Tuman'gangMR, in cinese 圖們江T, 图们江S, Túmen JiāngP, T'u-man-chiangW, in russo Туманная река?, Tumannaja Reka), noto anche come Tuman o Duman e, all'inizio del 1900, come Mi Kiang[3], è un fiume lungo 549 km che funge da confine tra la Cina, la Corea del Nord e la Russia. Esso nasce sull'altopiano Changbai Shan, vicino al vulcano Paektu, e sfocia nel Mar del Giappone.[2]

Tumen
Ponte sul fiume Tumen
StatiCorea del Nord (bandiera) Corea del Nord
Russia (bandiera) Russia
Cina (bandiera) Cina
Lunghezza549 km[1]
Portata media180,7 m³/s
Bacino idrografico41 200 km²[2]
NasceChangbai Shan
41°58′10″N 128°10′56″E
SfociaMar del Giappone
42°17′39″N 130°41′47″E
Mappa del fiume
Mappa del fiume

Il fiume scorre nel nord-est asiatico, al confine tra Cina e Corea del Nord nel suo corso superiore e tra Corea del Nord e Russia nei suoi ultimi 17 km.[2] Sfocia nel Mar del Giappone a capo Sesura (мыс Сесура).

Il fiume gela da novembre, sino a marzo - aprile. L'acqua alta si verifica in primavera, quando la neve si scioglie nei tratti superiori e Il livello del fiume aumenta di 5-7 metri. Allora, nel corso inferiore, a 100 km dalla foce, il fiume è accessibile alle navi di piccolo cabotaggio.

Le città più grandi nel bacino del fiume sono le cinesi Yanji e Hunchun. Sul fiume ci sono le città Hoeryong e il villaggio operaio di Tumangan (Corea); l'insediamento di tipo urbano Khasan, nel Territorio del Litorale della Russia.

Il "Ponte dell'Amicizia" sul fiume Tumen a sud-ovest della stazione di Khasan al confine tra Russia e Corea del Nord è stato costruito nel 1951 (in legno) e nel 1959 (in metallo) per garantire il movimento dei treni attraverso il confine.

  1. ^ (RU) Река Тумыньцзян (Тюмень-Ула, Туманган), su textual.ru. URL consultato il 25 novembre 2020.
  2. ^ a b c (RU) Е.С. Повалишникова, Туманная, su water-rf.ru. URL consultato il 25 novembre 2020.
  3. ^ Hugh Alexander Webster, Corea, in Thomas Spencer Baynes (a cura di), Encyclopædia Britannica, VI, 9th, New York, Charles Scribner's Sons, 1878, pp. 390–394.

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