Utente:Alessandra Lucianer/Sandbox

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ATTIVITA' 2022 modifica

Udalrico Fantelli (Dimaro, 14 marzo 1706Dimaro, 27 febbraio 1784) è stato un sacerdote, allevatore di api italiano.[1]

Udalrico Fantelli modifica

Biografia modifica

Nato da una famiglia cristiana, figlio di Maria Antonia Tadei e di Giuseppe Domenico, è stato indirizzato fin da piccolo alla vita ecclesiastica, tantoché ne ha fatto la sua vocazione. Diventò parroco all’età di 23 anni [2] e venne assegnato alla chiesa di San Lorenzo di Dimaro. Per tre anni fece il promissario in Val di Rabbi[3] mentre per diciotto anni fu ancora curato della valle di Rumo. Lasciò Dimaro nel 1773 e si recò a Trento per alcuni anni. Durante la sua permanenza incontrò due Principi Vescovi: Cristoforo Sizzo de Noris e Pietro Virgilio Thun. Durante la sua permanenza diventò economo del Castello del Buonconsiglio. All’età di 72 anni tornò a Dimaro, rispondendo positivamente alle sollecitazioni dei suoi compaesani che gli chiesero di far ritorno alla curazia di san Lorenzo. Qui rimase 5 anni durante i quali svolse il ruolo di parroco e si dedicò alle sue passioni. Lasciò Dimaro solo un'altra volta Dimaro per recarsi a Trento per il passaggio del sommo pontefice Pio VI.


«Il Soffocar col Zolfo ò altro fumo le povere Api che tanto si sono affaticate in tutta la staggione, per levargli la cera, e’l miele, che con maggior profitto si può loro successivamente levàre, lasciandole in vita, … , che si priva per sempre delle Api cotanto utili ed industriose»


Morì il 27 febbraio 1784 all’età di 78 anni, [4] mentre assisteva “eroicamente” [5] i malati di peste, durante la grande pestilenza che aveva nuovamente colpito la valle dopo i devastanti episodi del 1750, anno nel quale erano morti due curati di Dimaro in pochi mesi. [6][7]

«Qui per Val di Non e Val di Sole serpeggiano in diversi luoghi delle febbri maligne specialmente in Dimar ove fin ad ora sono morti due curati…»

Il Trattato sulle api modifica

Udalrico Fantelli è ricordato come esperto apicoltore e autore di un trattato sulle api e sull’apicoltura che ha scritto nel corso della sua vita, rimasto inedito. [8] Il testo è frutto sia di osservazioni dirette sulla biologia delle api e sulla tecnica costruttiva delle arnie, sia delle letture di importanti studiosi e apicoltori del suo tempo, dai quali riporta solamente le tesi da lui ritenute corrette. In particolare analizzò le teorie di Thomas Wildmann, Adam Gottlob Schirach, Anton Janša. Questi autori, tedeschi i primi due e sloveno il terzo, sono stati apicoltori innovatori che fecero scoperte che posero le fondamenta dell’apicoltura moderna. [9] Adam Schirach scoprì che le api regine depongono solo due tipi di uova e mise a punto la tecnica degli sciami artificiali [10], mentre Anton Jǎnsa descrisse la fecondazione in volo delle api regine [11] Alle informazioni acquisite dai testi degli studiosi citati, Fantelli ne aggiunse altre frutto delle sue osservazioni, come quelle relative al canto delle api regine e la descrizione delle api della sua zona, la Val di Sole, appartenenti alla sottospecie Apis mellifera ligustica [12]

L'invenzione di Anton Janša, il "Krainer Bauernstock"

Per quanto riguarda la costruzione delle arnie, Fantelli sviluppò due modelli di arnie che riteneva più funzionali di quelli in uso al suo tempo, diversi tra loro per dimensioni e materiali. Per il primo sviluppò le conoscenze di Jǎnsa proponendo un'arnia in legno denominata Kranjic (lunghezza 70cm, larghezza 17,5 e altezza 17,5cm)[13] La seconda tipologia, invece, era costruita in paglia ed era organizzata a moduli sovrapponibili, identica a quella ideata da Thomas Widmann. [14] Il trattato comprendeva inizialmente 31 capitoli; successivamente Fantelli aggiunse un capitolo conclusivo contenente alcune correzioni. [15]

L'arnia di Anton Janša (Breznica, Slovenia)

I primi sei capitoli sono dedicati alla biologia delle api, i tre capitoli che seguono parlano dettagliatamente della casa d’api, che chiama baito o casotto, e delle arnie che lui trovava più adatte e di facile uso. [16]

«Avendo, ò pensando havere molte arnie, si richiede un Casotto, Baito, Arnajio ò Alveario proporzionato per riporle agiate, comod, quite e sicure»

I tre capitoli successivi illustrano gli aspetti dell’apicoltura razionale, riguardanti le innovative tecniche di smielatura, che consentivano all’apicoltore di ottenere il prodotto senza ricorrere alla soppressione delle api come era in uso al tempo. [17]

Note modifica

  1. ^ Paolo Fontana, Udalrico Fantelli (1706-1784), il padre nobile mancato dell'apicoltura italiana (PDF), in Atti della Accademia Roveretana degli Agiati, serie X, vol.II, B, 2000, p. 150. URL consultato il 20 aprile 2022.
  2. ^ Paolo Fontana, Don Udalrico Fantelli da Dimaro, in Trattato sulle api (1789) con saggio critico di Paolo Fontana, Rovereto (TN), Litografia Effe e Erre, 2021, pp. 27-64.
  3. ^ Udalrico Fantelli, Ai piedi del Sasso Rosso: il cammino di una comunità, Comune di Dimaro, 2002, pp. 232-233.
  4. ^ Fontana, Trattato sulle api,  p. 21
  5. ^ Paolo Fontana, Il piacere delle api, Verona, WBA project, 2021, p. 456.
  6. ^ Angelo Maria Zatelli, Diario delle cose occorse (1747 - 1779), Trento, UCT, 1988, p. 123.
  7. ^ Udalrico Fantelli, Ai piedi del Sasso Rosso, Dimaro, Comune di Dimaro, 2002, p. 232.
  8. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 152
  9. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 153-154
  10. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 154
  11. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 161-162
  12. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 164-165
  13. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 166-167
  14. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 179
  15. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 167-169
  16. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 169
  17. ^ Fontana, Udalrico Fantelli,  p. 171

Bibliografia modifica

  • Udalrico Fantelli, Trattato sulle api (1780), Trento, Tipografia Effe e Erre, 2021.


ALTRE VOCI modifica

Carta di San Michele modifica

..... nel corso del Congresso Internazionale di entomologia tenutosi in Florida nel 2016 che aveva reso evidenti le gravi minacce esistenti alla conservazione delle api e, in particolare, il grave impoverimento del patrimonio genetico della specie [1] comprese l'importanza di .....


....scopo di informare le amministrazioni politiche sui comportamenti da tenere per far fronte al calo di esemplari di ape mellifica, con conseguenti effetti negativi sulle produzioni agricole, considerato che oltre il 75% delle principali colture agrarie dipende dalla loro impollinazione.[2]

...In seguito è stata promossa la sottoscrizione della Carta di San Michele sui siti della Fondazione Edmund Mach e sul sito Word Biodiversity Association; su quest'ultimo è possibile trovare il documento [3] anche nella versione in inglese "San Michele all'Adige declaration"[4], ripresa poi nel Bulletin of insectology [5]

... Nel documento sono esposti gli argomenti scientifici che supportano la visione del gruppo, composto da 28 studiosi [6], tra cui 10 rappresentanti delle università italiane, del CREA e Fondazione Edmund Mach, che hanno stilato e firmato il testo.

... Nella Carta si citano delle normative europee a questo appello dell'Unione Europea, datato 1° marzo 2018 [7], con il compito di limitare il depauperamento del patrimonio genetico dell'Apis mellifera, ovvero:


.. la legge nazionale sull'apicoltura [8]


IN provincia di Trento la normativa di riferimento è la L.P. 2/2018 [9]

Apis mellifera ligustica su Melilotus albus
Apis mellifera carnica operaia all'ingresso dell'arnia
Apis mellifera carnica operaia su un favo

Note modifica

  1. ^ Matteo Giusti, Apicoltura, parla uno degli autori della Carta di San Michele all'Adige, in AgroNotizie, 20 giugno 2018. URL consultato il 30 maggio 2022.
  2. ^ ISPRA, Il declino delle api e degli impollinatori. Le risposte alle domande più frequenti, Roma, ISPRA, 2020, p. 9.
  3. ^ biodiversityassociation.org, https://biodiversityassociation.org/it/2018/06/carta-di-san-michele-alladige/carta-di-san-michele/. URL consultato il 2 giugno 2022.
  4. ^ biodiversityassociation.org, https://biodiversityassociation.org/it/2018/06/carta-di-san-michele-alladige/san-michele-alladige-declaration/. URL consultato il 2 giugno 2022.
  5. ^ Paolo Fontana (et al.), Appeal for biodiversity protection of native honey bee subspecies of Apis mellifera in Italy (San Michele all'Adige declaratio (PDF), in Bulletin of Insectology, vol. 71, n. 2, 2018, pp. 257-271. URL consultato il 2 giugno 2022.
  6. ^ [https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/content/download/136178/2461707/file/ estensori.pdf ESTENSORI DELLA CARTA DI SAN MICHELE ALL'ADIGE] (PDF), su ufficiostampa.provincia.tn.it. URL consultato il 1° giugno 2022.
  7. ^ Risoluzione del Parlamento europeo del 1° marzo 2018 sulle prospettive e le sfide per il settore dell'apicoltura dell'UE (2017/2115(INI), su europarl.europa.eu, 1º marzo 2018. URL consultato il 3 giugno 2022.
  8. ^ L. 313/2004, Disciplina dell'apicoltura, su web.camera.it, 24 dicembre 2004. URL consultato il 3 giugno 2022.
  9. ^ L.P. 2/2008 Norme per la tutela e per la promozione dell'apicoltura, su consiglio.provincia.tn.it, 11 marzo 2008. URL consultato il 3 giugno 2022.


Bibliografia modifica


Collegamenti esterni modifica

Voci correlate modifica


Francesco Gerloni modifica

Esecuzione dell'imperatore Massimiliano I del Messico (19 giugno 1867) di Edouard Manet ((1832-1883))

LA FRASE Contemporaneamente svolgeva l'impiego di docente di bachicoltura, apicoltura, frutticoltura (e altre materie), dove scrisse molti trattati sull'apicoltura.

PUO' ESSERE SOSTITUITA DALLA SEGUENTE:

dal 1880 nominato docente straordinario per bachi e apicoltura presso l’Istituto agrario, incarico che svolse con “instancabile attività” [1] All'insegnamento scolastico affiancò un'intensa attività di divulgazione e formazione degli apicoltori in tutto il Trentino, sia attraverso incontri e conferenze della Cattedra ambulante di agricoltura, sia attraverso numerosi scritti pubblicati non solo sull' "Almanacco agrario" ma anche sul "Bollettino della Sezione di Trento del Consiglio provinciale d'agricoltura pel Tirolo, dei Consorzi agrari distrettuali e dell'Istituto agrario provinciale di S. Michele"; inoltre, nel 1890 diede alle stampe il "Trattato di apicoltura razionale", mentre è del 1900 il "Trattato di apicoltura", cui seguirono l'edizione in tedesco nel 1902 e una seconda edizione nel 1912.


Dal 1868 al 1894, Gerloni continuò a dedicarsi all'insegnamento e allo studio dell'apicoltura [2], sempre coltivando la sua passiona per il ciclismo, come testimoniano il suo contributo di illustratore della partitura dell'Inno dei ciclisti della Federazione trentina e un articolo sulla rivista Radfahrer (1880?)


Nel 1900 fu tra i soci fondatori dell'associazione "Pro cultura" di Trento, società per la promozione dell'istruzione e dell'educazione popolare attraverso conferenze, corsi di lezioni private, concerti, serate di recitazione e altre forme di intrattenimento [3]

Note modifica

  1. ^ Relazione sull’attività spiegata dall’Istituto agrario provinciale e Stazione sperimentale in S. Michele a-A. Tirolo nei primi 25 anni: 1874-1899, San Michele all'Adige, Istituto agrario provinciale e Stazione sperimentale, 1899, p. 19.
  2. ^ Francesco Gerloni, Apicoltura, in Almanacco Agrario per l'anno ..., 1895, pp. 312-317.
  3. ^ san.beniculturali.it, http://san.beniculturali.it/web/san/avanzata-scheda-complesso-documentario?step=dettaglio&SAN_ID=san.cat.complArch.93022&id=93022&codiSanCompl=san.cat.complArch.93022/. URL consultato il 2 giugno 2022.


Bibliografia modifica

  • Francesco Gerloni, Inno ciclisti federazione trentina: partitura, 1905?.
  • Francesco Gerloni (illustratore), È sano l’esercizio del velocipede?, Trento, Scotoni e Vitti, 1880?.
  • Francesco Gerloni, Trattato di apicoltura razionale, Trento, Scotoni e Vitti, 1890.
  • Francesco Gerloni, Apicoltura, Trento, Scotoni e Vitti, 1900.
  • Francesco Gerloni, Die Bienenzucht, Berlin, Parey, 1902.
  • Francesco Gerloni, Apicoltura, 2ª ed., Trento, Tipografia artistica tridentina, 1912.
  • Relazione sull’attività spiegata dall’Istituto agrario provinciale e Stazione sperimentale in S. Michele a-A. Tirolo nei primi 25 anni : 1874-1899, San Michele all'Adige TN, Istituto agrario provinciale e Stazione sperimentale, 1899.
  • Relazione sull'attività spiegata dall'Istituto agrario provinciale e Stazione sperimentale in S. Michele a. A.-Tirolo nel periodo 1900-1904, San Michele all'Adige TN, Istituto agrario provinciale e Stazione sperimentale, 1905.

ATTIVITA' 2021 modifica

L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano I del Messico di Édouard Manet

Convenzione dell'Aia del 1907

Citazione modifica

«22 aprile. I prigionieri russi ieri nel condurre un carretto di pelli di vacche macellate, vi tagliarono le orecchie e le labbra boccali e le mangiarono crude: visitano presso le case i versamenti dei secchiai per cercarvi qualche rifiuto di cucina; un dì che furono presenti allo sventramento di un ronzino, se ne pigliarono il sacco del ventricolo, se lo divisero e lo mangiarono senza nemmeno nettarlo nell'acqua, sebbene lì vicina»

  • Girotto Luca, La lunga trincea, 1915-1918: cronache della grande guerra dalla Valsugana alla Val di Fiemme : Cima di Vezzena, Panarotta, Catena Lagorai, Cima d'Asta, Cauriol, Novale di Valdagno (VI), Rossato, 1995, ISBN 9788881300426.

Carex fusca

Collegamenti esterni modifica

NOTE modifica

Nota1 [1]

Nota2 [2]

Nota3 [3]

Nota4 [4]

Nota5 e Nota6: come la Nota4

Nota7 [5]

Nota8 [6]

Nota9 [7]


Nota10 OK

inserisci foto modifica

esempi

File:Ferrovia della Val Gardena - Pri* gionieri di guerra russi utilizzati per la costruzione della ferrovia 2.jpg
Val Gardena - Prigionieri di guerra russi
Val Gardena - Prigionieri di guerra russi

PROGETTO GLI ULTIMI DELLA MEMORIA modifica

PROVA LINK A VOCE IDENTICA O DIVERSA

voce identica prima guerra mondiale voce diversa musica (che punta a esposizione)

Il Doss dei morti è a m 2138,[8]

Il valore della memoria modifica

Oggi la Via dei Serbi è inclusa nel percorso del Sentiero della Pace,[9], un percorso di 604 km che collega i luoghi della Prima guerra mondiale lungo il tracciato del fronte meridionale, dallo Stelvio alla Marmolada. [10] Nato per iniziativa della Provincia Autonoma di Trento nella seconda metà degli anni Ottanta, il progetto vuole mantenere la memoria storica dei tragici eventi della guerra ripercorrendo la linea del fronte e le testimonianze materiali costituite dalle trincee, dai forti, dalle strade, dai tanti manufatti realizzati e dallo stesso territorio montano dove la guerra fu combattuta[11]

La zona della Via del Serbi è inclusa nel secondo tratto del Sentiero della Pace, nel percorso che dal Rifugio Trivena raggiunge Lardaro [12] [13]

Note modifica

Roncone. [14]



Bibliografia modifica

[15]

  • Alberto Mognaschi, Bondo e Breguzzo nella Grande guerra: 1914-1918 : due paesi, una storia, 3ª ed., Bondo (TN), Cassa rurale di Bondo-Breguzzo-Roncone, 1993.




  • Claudio Fabbro, La Grande Guerra e il Sentiero della Pace, Trento, Reverdito, 2016, ISBN 978-88-342-0023-0.
  • Adelino Amistadi, Una comunità di montagna, Athesia, 2020.

Adelino Amistadi, Una comunità di montagna, Bolzano, Athesia, 2000.

nome cognome, titolo, città, editore, anno.

  • Corinna Zangerl, Prigionieri russi e serbi nel Tirolo meridionale, in  Laboratorio di Storia di Rovereto e Diego Leoni (a cura di), Cosa videro quegli occhi! : uomini e donne in guerra : 1913-1920, Rovereto (TN), Laboratorio di storia di Rovereto, 1987, pp. 123-137, ISBN 9788897402558.
  • Claudio Fabbro, La Grande Guerra e il Sentiero della pace, Trento, Reverdito, 2016, ISBN 978-88-342-0023-0.

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FOTO - da wiki commons

 
Roncone (Trento)


 
Veduta di Roncone (Trento)

Attività 2019 modifica

Premesse modifica

La Biblioteca della Fondazione Edmund Mach svolge le funzioni di Biblioteca scolastica per docenti, studenti e studentesse dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige.

Tra le attività di formazione della competenza digitale e informativa, da alcuni anni propone il progetto GLAM/Biblioteche ai docenti interessati.

Finora abbiamo realizzato due progetti di scrittura su Wikipedia negli a.s. 2013/14 e 2016/17, entrambi coordinati dalla Biblioteca e di cui è possibile leggere un breve resoconto pubblicato sulla rivista Bricks (4, 2017). La prima attività ha portato alla redazione della voce sulla storia dell'Istituto agrario di San Michele all'Adige, la seconda alla scrittura/aggiornamento di alcune voci legate al progetto WikiEHL.

Il progetto modifica

Nel 2019 l'Istituto agrario di S. Michele all'Adige celebra 145 anni dalla fondazione avvenuta nel 1874.

Per valorizzare la ricorrenza abbiamo proposto ai docenti il progetto Protagonisti della nostra storia con l’obiettivo di arricchire la voce sulla storia dell’Istituto, inserendo o completando le biografie di alcuni personaggi significativi.

Ha aderito all'iniziativa la prof.ssa Milena Maines, docente di lettere e storia, con la classe 3 VE.

Nel rispetto dei criteri di redazione delle voci, abbiamo scelto i seguenti personaggi:

  1. Osvaldo Orsi (docente, direttore 1919-1927)
  1. Giulio Catoni (presidente 1946-1949)
  1. Rebo Rigotti (sperimentatore 1936-1959)

A questi vorremmo aggiungere la biografia di Emma Schwarz, una delle poche donne trentine che abbiano avuto un ruolo pubblico nel settore dell’agricoltura, essendo stata la fondatrice delle Donne rurali (ora Donne Impresa, settore femminile del sindacato agricolo Coldiretti), al fianco dello storico presidente Paolo Bonomi. Abbiamo trovato alcuni documenti sia in SBN, sia presso Coldiretti; tutte le voci rispetteranno le indicazioni presenti sul portale Biografie e saranno documentate con fonti autorevoli che gli studenti cercheranno nel corso di laboratori in Biblioteca.

Le fotografie modifica

Partecipanti modifica

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  1. ...

Collegamenti esterni modifica


prova Note modifica

Il trattato per l'istituzione della CED[22]

viene sottoscritto nel maggio del 1952 e De Gasperi si illude che l'obbiettivo sia stato raggiunto[23]. 


Infatti scrive: "Finalmente all'alba il bambino è nato. Esso è vitale e di costituzione robusta. È l'unità europea - la vedremo crescere, svilupparsi. Noi anziani, purtroppo, non vedremo forse la piena maturità. Ma i giovani sì. I nostri figli ci benediranno per gli sforzi compiuti" [24](25.07.1952). Fino in punto di morte De Gasperi fu contrariato per non aver raggiunto questo risultato politico che rimane tra i progetti da realizzare.

[25].

[26]


[27].

[28]


PROVA 1 di citazione[29]


PROVA2 di citazione[30]

  • Tullio Buffa, Ricordo di Osvaldo Orsi nel 50° della scomparsa, in Bollettino SAT, vol. 57, n. 2, Trento, Società degli alpinisti tridentini, 1994, pp. 17-18.
  • Tullio Buffa, Ricordo di Osvaldo Orsi nel 50° della scomparsa, in Bollettino, vol. 57, n. 2, Trento, Società degli alpinisti tridentini, 1994, pp. 17-18.

PER CAPITOLO DI LIBRO



  • Tullio Buffa, Bollettino SAT, 29 maggio 2006, pp. 48-9.

Castello di hambach foreste[31]

parco unesco[32]


viticoltura[33]

riesling[34]

Note modifica

<references/ref

==Bibliografia== RIVEDERE


Nome Cognome, Titolo, Città, Editore, Anno.





 
Roveredo-XIXsiècle-35

La biblioteca storica dell'Istituto Agrario di S.Michele all'Adige modifica

testo testo testo

Le riviste storiche modifica

  • Almanacco agrario
  • Bollettino del CPA...
  • modifica maria grazia


Storia modifica

 
Roveredo-XIXsiècle-35

Pergine è stata invasa (elenco numerato)

  1. Romani
  2. Unni
  3. Austro-Ungarici


Il luogo modifica

Il castello di Hambach (in tedesco Hambacher Schloss) è una fortezza situata nella città di Neustadt an der Weinstraße, nello stato federale della Renania-Palatinato, nel sud-ovest della Germania. E' considerato la culla della democrazia tedesca a motivo del Festival di Hambach, che vi ebbe luogo nel 1832.

Il castello di Hambach si trova al limite orientale della foresta del Palatinato, la più grande foresta contigua della Germania (nota-fonte1), situata al confine con la regione francese dell’Alsazia e sede di una Riserva della biosfera UNESCO, la riserva Vosges du Nord/Pfälzerwald (nota-fonte2). Il castello è stato costruito in epoca romana (nota-fonte3), sulla sommità di un colle boschivo. Oggi si trova nei pressi della Weinstrasse, in una delle più estese regioni viticole della Germania (nota-fonte5), nota soprattutto per la produzione del Riesling renano (nota-fonte6). Nel Medioevo la funzione principale di questo castello era quella di proteggere le vicine vie commerciali dall'azione dei briganti che imperversavano nella zona (nota-fonte7). Dalla sua particolare posizione, infatti, sovrasta l'omonima cittadina ai piedi del rilievo. Hambach è un piccolo borgo popolato da 5500 persone circa (nota-fonte8). Possiede un pittoresco centro storico caratterizzato da rovine di strutture risalenti al XVII e al XVIII secolo, tra cui la Gasthaus zum Engel, un complesso di strutture ed ex-abitazioni costruite in stile seguendo la corrente rinascimentale. Nella piazza principale, la Marktplatz, si trova la chiesa di San Giacomo; la struttura originale è stata oggetto di rifacimenti e ristrutturazioni nei secoli, come testimonia il succedersi di stili architettonici ed arredi di epoche diverse, dai dipinti del periodo tardo gotico agli altari in stile rococò (nota-fonte9)

omonima provincia

padre fondatore d'Europa

Europa unita

Metternich

Confederazione


Proprio un articolo di Alcide De Gasperi che del giornale fu direttore, in data 17 marzo 1906,[35] spiegava le ragioni del cambiamento di nome da La Voce cattolica a Il Trentino, richiamando un'esigenza di laicizzazione nelle forme di presenza pubblica dei cattolici.

Note modifica

  1. ^ Provincia autonoma di Trento, Lago delle Buse, su areeprotette.provincia.tn.it. URL consultato il 1º marzo 2021.
  2. ^ Museo storico italiano della guerra, Forcella Ziolera e Monte Valpiana, su trentinograndeguerra.it. URL consultato l'8 marzo 2021.
  3. ^ Provincia autonoma di Trento, Lago delle Buse, su areeprotette.provincia.tn.it. URL consultato il 1º marzo 2021.
  4. ^ Provincia autonoma di Trento, Lago delle Buse, su areeprotette.provincia.tn.it. URL consultato il 3 marzo 2021.
  5. ^ Giampaolo Dalmeri e Michele Lanzinger, Il mesolitico del Lagorai nell'area del Lago delle Buse, prospezioni e sondaggi (PDF), in Preistoria alpina, vol. 25, 1991, pp. 219-222. URL consultato il 1º marzo 2021.
  6. ^ Museo storico italiano della guerra, Forcella Ziolera e Monte Valpiana, su trentinograndeguerra.it. URL consultato l'8 marzo 2021.
  7. ^ Girotto Luca e Gioppi Franco, Itinerari della Grande Guerra in Valsugana Orientale e Tesino, Scurelle (TN), Tipografia Litodelta, 2007, pp. 11-14.
  8. ^ Comunità delle Giudicarie. Percorsi, su comunitadellegiudicarie.it. URL consultato il 6 maggio 2021..
  9. ^ Trentino Grande guerra. Il Sentiero della pace, su trentinograndeguerra.it. URL consultato il 6 maggio 2021..
  10. ^ Claudio Fabbro, La Grande Guerra e il Sentiero della pace, Reverdito, 2016, p. 13..
  11. ^ Claudio Fabbro, La Grande Guerra e il Sentiero della pace, Reverdito, 2016, pp. 14-15..
  12. ^ Claudio Fabbro, La Grande Guerra e il Sentiero della pace, Reverdito, 2016, pp. 47; 125-129..
  13. ^ trentinograndeguerra.it, http://www.trentinograndeguerra.it/context.jsp?area=101&ID_LINK=250&id_context=665. URL consultato il 6 maggio 2021..
  14. ^ Comune di Sella Giudicarie, su comune.roncone.tn.it. URL consultato il 3 marzo 2021.
  15. ^ Alberto Mognaschi, Bondo e Breguzzo nella Grande guerra: 1914-1918 : due paesi, una storia, 3ª ed., Cassa rurale di Bondo-Breguzzo-Roncone, 1993, p. 60.
  16. ^ Diego Leoni, La guerra verticale : uomini, animali e macchine sul fronte di montagna : 1915 - 1918, Torino, Einaudi, 2015, pp. 337-338, ISBN 9788858420928..
  17. ^ Trentino, su encyclopedia.1914-1918-online.net. URL consultato il 6 maggio 2021..
  18. ^ Claudio Fabbro, La Grande Guerra e il Sentiero della pace, Reverdito, 2016, p. 13..
  19. ^ Diego Leoni, La guerra verticale : uomini, animali e macchine sul fronte di montagna : 1915 - 1918, Torino, Einaudi, 2015, pp. 337-338, ISBN 9788858420928..
  20. ^ Pasquale Pizzini, Roncone un paese in prima linea: 1914-1918, Roncone (TN), Comune di Roncone, 1987, p. 70.
  21. ^ {{cita libro| autore1=Diego Leoni| titolo=La guerra verticale : uomini, animali e macchine sul fronte di montagna : 1915 - 1918 |anno=2015 | editore=Einaudi| città=Torino |pp.=337-338}.
  22. ^ William Ruddiman, L'aratro, la peste, il petrolio: l'impatto umano sul clima, Milano, Università Bocconi, 2007, pp147-152, ISBN 9788883501043.
  23. ^ The 180th anniversary of the Hambach Festival, su europarl.europa.eu. URL consultato il 12 aprile 2017.
  24. ^ / ; coordinamento scientifico di Paolo Pombeni. Bologna: Il mulino. V. 3 (2008). ISBN 9788815126405
  25. ^ Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Museo Casa De Gasperi dal Trentino all'Europa: Luoghi, simboli, suggestioni, 2009, pp.5.
  26. ^ degasperitn.it, URL consultato il 12 aprile 2017 http://www.degasperitn.it/it/museo-de-gasperi/43. URL consultato il 12 aprile 2017.
  27. ^ Alcide De Gasperi, Scritti e discorsi politici: edizione critica, coord. scient. di Paolo Pombeni. Bologna: Il Mulino. V. 3,, 2008, pp.xx, ISBN 9788815126405.
  28. ^ William Ruddiman, L'aratro, la peste, il petrolio: l'impatto umano sul clima, Milano, Università Bocconi, 2007, pp.147-152, ISBN 9788883501043.
  29. ^ Enrico De Angelis, L'Ottocento letterario tedesco (PDF), 2ª ed., Pisa, 2002, p. 159. URL consultato il 12 aprile 2017.
  30. ^ Enrico De Angelis, L'Ottocento letterario tedesco (PDF), 2ª ed., Pisa, 2002, p. 86. URL consultato il 12 aprile 2017.
  31. ^ Verein Naturpark Pfälzerwald (a cura di), Pflege- und Entwicklungsplan Naturpark Pfälzerwald: Textteil ohne Tabellen, Karten und Graphiken. Stand: 1993 (mit Überarbeitungen Stand 2002) (PDF), 2002, p. 10. URL consultato il 12 aprile 2017.
  32. ^ Vosges du Nord/Pfälzerwald, su unesco.org. URL consultato il 12 aprile 2017.
  33. ^ Dieter Braaz (et al.), Wine atlas of Germany, Berkeley, Calif., University of California press, 2014, pp. 133-151, ISBN 9780520260672.
  34. ^ Deutsches Weinbau-Jahrbuch 2015, Ulmer, 2017, pp. 172-173.
  35. ^ L'attività giornalistica, su degasperi.net, Alcide De Gasperi nella storia d'Europa. URL consultato il 5/6/2008.

Collegamenti esterni modifica




MUSEO modifica

Museo Casa De Gasperi
 
L'ingresso del Museo
Ubicazione
Stato  Italia
Caratteristiche
Museo archeologico nazionale di Nizza
(FR) Musée archéologique national du Nice
 
 
Sala dei consoli romani
Ubicazione
Stato  Francia
LocalitàNizza
Indirizzoplace du Musée 19
Coordinate40°51′12.16″N 14°15′01.75″E / 40.853377°N 14.250485°E40.853377; 14.250485
Caratteristiche
Tipoarcheologia
Collezionistatue e mosaici
Periodo storico collezionietà romana
Superficie espositiva12 650 
Istituzione1943
FondatoriGuglielmo Mazzo e Friedrich Le Penn
Apertura1944
Chiusura2006
ProprietàMinistero della Cultura di Francia
GestioneComune di Nizza
DirettorePaolo Giulierini
Visitatori364 297 (2015)[1]
Sito web
  1. ^ Dati visitatori 2015 (PDF), su beniculturali.it. URL consultato il 15 gennaio 2016.