Utente:Ancient Secret/Sandbox6

Giacomo Albo (Grimaldi, 29 marzo 1872Modica, 15 agosto 1969) è stato un botanico italiano.


Biografia modifica

Nato a Grimaldi. Figlio di Anna Mauro e di Francesco, costruttore edile a cui si devono diverse strade in Calabria, era il secondogenito di cinque figli. Da giovane fu costretto a interrompere gli studi, in seguito alla morte del padre, avvenuta in Brasile, dove si era trasferito in seguito a un periodo di crisi. Per alcuni anni lavorò presso la ditta Falcone come manovale e muratore. Nel 1890 si iscrisse all'università di Palermo, alla facoltà di Scienze naturali. Dopo quattro anni conseguì la sua prima laurea e dopo altri due anni dopo la seconda, in Chimica. La sua carriera universitaria ebbe inizio nel 1896, quando divenne assistente del professor Antonino Borzì. Tre anni più tardi, pubblicò il suo primo studio, Sulla funzione fisiologica della Solanina, in Contribuzioni alla biologia vegetale, Palermo 1899[1]. Nel 1901, conseguì la libera docenza in Botanica, dedicandosi a studi di fisiologia vegetale. L'anno dopo si trasferì a Modica, per insegnare scienze al Real Liceo locale. Divenne, altresì, curatore presso il locale Museo del Regio Istituto Tecnico[2]. Lì conobbe la sua futura moglie, Giovanna Ottaviano Tantillo, figlia del noto avvocato Gaetano. Dal loro matrimonio, che ebbe luogo un anno più tardi, nacquero tre figli, Alberto, che vide la luce ad Arpino, nel frusinate, dove lo aveva portato il suo incarico di membro di una commissione di esami, Anna Clara e Gaetano. Senza mai perdere i contatti con l'ambito accademico, e senza interrompere la collaborazione con Università, Istituti di ricerca e riviste di settore, che pubblicarono diversi suoi articoli scientifici, per l'anno scolastico 1904-1905, fu a Foggia in qualità di docente di Scienze naturali presso l’Istituto Tecnico. Nel 1905 fu trasferito alla Scuola Normale maschile di Messina, come professore pareggiato di Botanica. La cattedra, a cui aveva diritto in quanto vincitore di concorso, gli fu negata dal direttore della scuola, e riuscì ad ottenerla solo in seguito ad un processo. Evitò il terremoto che devastò Messina nel dicembre del 1908 perché si trovava a Modica, in attesa della nascita di sua figlia. E fu a Modica che decise di restare, quando divenne docente di Scienze naturali e Chimica analitica presso l’Istituto tecnico “Archimede”, senza tuttavia rinunciare all’incarico all’Università di Messina. Nel 1919, a seguito di un soggiorno estivo in alto Molise, dove ebbe modo di studiare la vegetazione locale, pubblicò un libello dal titolo Una escursione in montagna. Pescopennataro Capracotta. Fu tra i fondatori della Scuola magistrale (1912-1914) e presidente dell’Ente Liceo Convitto (1920-1921). Nel 1924 divenne preside presso il Liceo Classico di Rossano, ove rimase fino all’anno scolastico 1938-39. Raggiunta l'età della pensione, fece ritorno a Modica, dove divenne titolare del Laboratorio di Biochimica Vegetale. Qui si dedicò a studi di botanica e di genetica, focalizzandosi, in particolar modo, sul grano ramoso ibleo[3] e sulla flora della Sicilia sudorientale. Si spense a Modica il 15 agosto 1969, a 97 anni di età. In occasione della sua dipartita, il presidente Giuseppe Saragat così diceva in un telegramma di cordoglio alla famiglia: “Nel commosso ricordo della sua figura di democratico e di studioso, limpido esempio di dirittura morale e umana, desidero far giungere ai familiari tutti l’espressione delle più sentite condoglianze” [2].

Impegno politico modifica

Uomo di idee positiviste e socialiste, fin dal 1904, anno del suo soggiorno ad Arpino, fu in contatto con esponenti del Partito Socialista Italiano, quali Enrico Ferri e Filippo Turati. Politicamente vicino a Leonida Bissolati, fi legato da rapporti di amicizia con Claudio Treves, Giuseppe Emanuele Modigliani, Arturo Labriola e Giacomo Matteotti. Nel 1921, a Modica, era membro del direttivo della sezione socialista, presidente del Consiglio di amministrazione della Cassa Agraria Cooperativa e Presidente dell’Ente Liceo Convitto. Il fascismo ragusano e le autorità non gli risparmiarono abusi ed atti persecutori. Le Guardie Regie irruppero nella sua casa e, sotto minaccia di morte, gli intimarono di consegnare una bandiera rossa che non possedeva. I fascisti esercitarono pressione affinché lasciasse la città e ogni attività politica, arrivando a destituirlo dall'insegnamento quando il fascismo arrivò al potere. Fu costretto, dunque, ad allontanarsi dalla Sicilia nel 1923, e andò a Rossano Calabro, dove insegnò presso il Ginnasio superiore comunale. Di nuovo in Sicilia nel 1924, fu candidato socialista alle elezioni politiche in provincia di Siracusa. Queste elezioni si svolsero in un clima di pesante intimidazione, come denunciato alla Camera da Giacomo Matteotti nella famosa seduta del 30 maggio. In questa occasione, Benito Mussolini, tramite una lettera, lo “invitò” a rinunciare alla candidatura e a cambiare «idea e partito, così come aveva fatto lui, perché restare socialisti significava restare vecchi in un’Italia giovane sulla via del cambiamento». metti nota Il suo rifiuto lo portò all’emarginazione, ma la stampa dell’epoca diede ampia risonanza all'episodio, contribuendo ad accrescere la sua immagine di uomo integerrimo, non uso a piegarsi, anche a rischio di subire persecuzioni. Nel 1943, con l’arrivo degli Alleati in Sicilia, fu nominato commissario della città di Modica, per guidarla nel periodo di transizione verso la democrazia.




Impegno scientifico modifica

Scienziato positivista e socialista di stampo turatiano, nella sua ottica di studioso e di politico che coniugava i propri ideali politici e la propria professionalità, l’obiettivo della scienza era quello di sviluppare le potenzialità del settore agricolo, incrementando la produttività, mediante una politica di riforme attuata da tecnici, agronomi e botanici, Questo avrebbe beneficiato l'economia nazionale e migliorato le condizioni dei contadini [2]. Nel 1923 divenne socio della Reale Accademia di Scienze, Lettere e Belle Arti di Palermo.

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Clausen, Reber e Priulla, Contribuzioni alla biologia vegetale, 3 voll., Torino-Palermo, 1894-1905.


Collegamenti esterni modifica


Link per Giacomo Albo

https://books.google.it/books?id=e-wO0-gLMBYC&pg=PA194&lpg=PA194&dq=giacomo+albo+botanico+italiano&source=bl&ots=2h7e7Le00x&sig=ACfU3U00bvxaKxOMq2nMHd4ucsLBHN1jwg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiJiIrx5o7tAhUJ3qQKHePVAC84ChDoATAGegQICRAC#v=onepage&q=giacomo%20albo%20botanico%20italiano&f=false

Corrispondenza con il botanico italiano Stefano Sommier https://www.sba.unifi.it/upload/scienze/inventaripdf/Corrispondenza_Sommier.pdf

7 – Albo, Giacomo 3 lett., 3 c. postali, Messina, Modica (Rg.), 29 apr. 1907 – 22 apr. 1919 intestazione presente su alcune carte: “Dr. Giacomo Albo – Stazione d’Agricoltura e d’Acclimazione – Modica (Sicilia)



https://www.researchgate.net/publication/271754404_Evoluzione_Biochimica_Delle_Sostanze_Nutritive_di_Riserva_dei_Semi_di_Triticum_Ramosum_Albo_Riassunto


Isola di Capo Passero



https://www.inpressufficiostampa.com/2012/03/modica-rg-domani-un-convegno-palazzo.html#more


https://www.radiortmarchivio.it/2012/04/04/modica-ricorda-lillustre-concittadino-giacomo-albo/


https://www.ragusaoggi.it/convegno-su-giacomo-albo/


https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.1080/11263506509430816?journalCode=tplb19


https://www.tandfonline.com/author/Albo%2C+Giacomo


https://www.informazionecomunicazione.it/il-ricordo-di-un-grande-preside-del-liceo-classico-di-rossano-giacomo-albo-racconto-di-martino-a-rizzo/


https://www.letteraturacapracottese.com/escursione-montagna


https://www.ipni.org/?q=author%20std%3AAlbo


http://www.icsaicstoria.it/albo-giacomo/

http://www.floracampana.unina.it/storia_b.html http://www.floracampana.unina.it/collezione%20Albo.html Collezione Albo La collezione di Giacomo Albo conserva gli exsiccata da lui raccolti durante le indagini sulla flora vascolare della Sicilia meridionale-orientale e delle Madonie. Essa venne a far parte dell'Erbario di Napoli grazie all'interessamento di Valerio Giacomini (1913 - 1981) e risulta divisa in 956 fascicoli sui quali sono indicati i generi in essi contenuti.