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Stemma d'esempio, poi lo tolgo

L'araldica (pronunciata [aˈraldika], chiamata a volte per sineddoche come blasone,[1][2][3] chiamata più raramente aspilogia o aspidologia) è una disciplina umanistica che si specializza nello studio degli stemmi, esaminandone la storia, stabilendo le regole e gli elementi fondamentali, come la blasonatura, i colori e gli altri componenti grafici. La disciplina araldica si suddivide in vari rami, tra cui l'araldica civica per gli stemmi di enti amministrativi, l'araldica nobiliare o gentilizia per la nobiltà individuale o famigliare, l'araldica ecclesiastica per tutti quegli enti o individui legati alla chiesa, e l'araldica militare per le entità belliche come corpi d'armata e accademie militari.[4][5]

Coloro che studiano l'araldica sono chiamati araldisti,[6][7] e coloro che disciplinano l'araldica, concedendo gli stemmi e per estensione i titoli nobiliari, sono chiamati araldi, giudici d'arme[3] o ufficiali araldici. In alcune nazioni, ad esempio la Scozia con la corte del Lord Lyon, re d'arme, gli araldi svolgono un ruolo ufficiale.[2]

L'araldica occupa un ruolo significativo nella storia, essendo considerata una scienza ausiliaria di questa disciplina. Attraverso lo studio degli stemmi e dei blasoni, l'araldica offre strumenti utili per l'analisi delle genealogie nobiliari e dinastiche, nonché per la ricostruzione delle linee di discendenza e delle relazioni di parentela.[8][9]

Gli stemmi, e più in generale l'araldica, sono alla base di molti loghi e design moderni, utilizzati da aziende di diversi settori, dalle case automobilistiche alle squadre di calcio.[10] Nel corso dei secoli, l'araldica si è intrecciata con altre discipline come la genealogia e l'architettura, ed è strettamente connessa alla vessillologia, l'arte di studiare le bandiere.

Etimologia

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La parola italiana "araldica" deriva da araldo, termine che ha origine dal francese héraut, il quale a sua volta deriva dal francone hariward, che significa "capo dell'esercito".[2][11] Tuttavia, la parola araldo potrebbe derivare anche dal nordico herold, parola che si è poi tramutata nel latino barbarico heraldus, per poi trasformarsi ulteriormente nel precedente francese héraut o herault.[3]

Invece il termine alternativo per definire l'araldica, cioè il blasone (termine che si riferisce a molteplici elementi araldici, tra cui proprio la disciplina araldica, la blasonatura e lo stemma proprio) deriva dal tedesco blazen, che significa letteralmente "suonare il corno", infatti il suono di tale strumento era adoperato prima degli esami araldici e delle concessioni dei titoli nobiliari.[3]

 
Raffigurazione moderna di un torneo cavalleresco medievale, si possono notare gli scudi con i particolari disegni.

È definita araldica incipiente quella fase dell'araldica prima dell'invenzione dell'araldica stessa, esempio di questo sono i mon giapponesi (per l'appunto il Giappone aveva una società con un sistema feudale simile a quello europeo), i simboli delle dodici tribù d'Israele e i disegni utilizzati dai principi Rajput in India. L'araldica incipiente è diversa dall'araldica come è intesa oggi dato che le complesse convenzioni dell'araldica odierna nell'araldica incipiente non erano presenti.[12][13]

L'araldica trova le sue radici nel contesto militare e molti studiosi ritengono che abbia avuto origine durante i tornei cavallereschi del Medioevo. In queste competizioni, i cavalieri, completamente coperti dalle loro armature, inclusi i volti, risultavano difficilmente riconoscibili per gli spettatori. Per superare questa difficoltà e distinguersi, adottarono l'uso di emblemi unici e distintivi sui loro scudi. Questi simboli non solo facilitavano l'identificazione dei cavalieri in battaglia, ma divennero anche un modo per rappresentare la loro identità. La forma degli scudi utilizzati in araldica deriva direttamente dalla pratica di dipingere questi emblemi sugli scudi dei combattenti, motivo per cui i contorni araldici mantengono le forme e il nome di uno scudo.[12][13][14]

Alcuni collocano la fondazione dell'araldica alle crociate, periodo in cui i cavalieri cristiani avrebbero adottato l'usanza islamica di utilizzare emblemi, colori e disegni simbolici per distinguere i combattenti. Questa pratica, applicata sugli abiti, sulle bardature dei cavalli, sugli scudi e sugli stendardi, aveva lo scopo di riconoscere facilmente alleati e avversari sul campo di battaglia.[15]

  1. ^ V. (Vicenzo) Boston Public Library, Il blasone in Sicilia : ossia, Raccolta araldica, Palermo : Visconti & Huber, 1875. URL consultato il 13 giugno 2024.
  2. ^ a b c Stemmario Italiano: Araldica, definizione, etimologia, origine e sinonimi, su www.stemmario.it. URL consultato il 13 giugno 2024.
  3. ^ a b c d Luigi Ignazio Getty Research Institute, Cenni storici sulle famiglie di Padova, e sui monumenti dell' universitá : premesso un breve trattato sull' arte araldica : con tavole, Padova: Coi tipi della Minerva, 1842. URL consultato il 13 giugno 2024.
  4. ^ Araldica - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato l'11 giugno 2024.
  5. ^ Araldica - Enciclopedia, su Treccani. URL consultato l'11 giugno 2024.
  6. ^ Araldista - Significato ed etimologia - Vocabolario, su Treccani. URL consultato l'11 giugno 2024.
  7. ^ Araldista > significato - Dizionario italiano De Mauro, su Internazionale. URL consultato l'11 giugno 2024.
  8. ^ Giovanni Francesco Del Bue, Dell'origine dell'araldica nobiltà, titoli, predicati d'onore, dignità e cariche di corte istituite nel regno Lombardo-veneto, Dalla tipografia di Claudio Wilmant e Figli, 1846. URL consultato il 15 giugno 2024.
  9. ^ Storia dell'araldica, su Registro Araldico Italiano. URL consultato il 15 giugno 2024.
  10. ^ Carta Canta, 22/10/2016_Massimo Ghirardi_Le Marche sugli scudi_Parte 1/4, 4 novembre 2016. URL consultato il 15 giugno 2024.
  11. ^ Araldo, etimologia e significato, su Una parola al giorno. URL consultato il 13 giugno 2024.
  12. ^ a b (EN) Heraldry | Meaning, Rules, Arm, & Symbols | Britannica, su www.britannica.com, 13 giugno 2024. URL consultato il 15 giugno 2024.
  13. ^ a b VideoEScuola VideoEScuola, Alessandro Barbero , La storia dell'araldica, stemmi e marchi, 23 agosto 2020. URL consultato il 15 giugno 2024.
  14. ^ Ginanni, p. 8.
  15. ^ Laura Cocciolo e Davide Sala, Storia illustrata della moda e del costume, Firenze, Giunti Editore, 2001, pp. 76 e 77. URL consultato il 17 marzo 2010.