Utente:Etrusko25/Sandbox 9

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Gadus morhua

Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Actinopterygii
Ordine Gadiformes
Famiglia Gadidae
Genere Gadus
Specie G. morhua
Nomenclatura binomiale
Gadus morhua
Linnaeus, 1758
Areale

Particolare della testa, notare il barbiglio sotto il mento

Gadus morhua (Linnaeus, 1758), noto in italiano come merluzzo nordico[2] o merluzzo bianco è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Gadidae. Si tratta di uno dei pesci più importanti a livello globale per la pesca commerciale[3].

Distribuzione e habitat modifica

È una specie endemica dell'Oceano Atlantico settentrionale. Nella parte occidentale di questo oceano si incontra dalla Penisola di Ungava in Canada a Capo Hatteras in Carolina del Nord oltre che lungo le coste della Groenlandia; nell'Atlantico orientale dal Mare di Barents e l'Islanda a sud fino al Golfo di Guascogna[4] comprendendo anche il mar Baltico. Nel Mediterraneo è stato catturato un solo esemplare nel 2009 a Mallorca, nelle isole Baleari[5].

Il merluzzo ha abitudini demersali ma può assumere uno stile di vita semipelagico in certe situazioni o fasi vitali[3]. È piuttosto adattabile riguardo all'ambiente e si può trovare da 0 a 600 metri di profondità anche se generalmente si incontra sui 150-200 metri, sulla piattaforma continentale. I giovanili sono più costieri degli adulti, si trovano di solito in 10-30 metri d'acqua in zone algose, rocciose o ciottolose ricche di rifugi. Gli adulti popolano acque profonde e a temperatura più bassa[4]. Può tollerare salinità da 0 a quella oceanica e temperature dal punto di congelamento a 20°C. Tipicamente gli esemplari più grandi si trovano in acque più fredde[3].

Descrizione modifica

Ha corpo abbastanza slanciato, con testa piuttosto grande ed allungata. Ha tre pinne dorsali e due anali, tutte separate da solo un breve spazio; le pinne ventrali sono in posizione giugulare e la pinna caudale ha margine posteriore dritto. La mascella superiore è leggermente sporgente rispetto all'inferiore, sotto quest'ultima è presente un vistoso barbiglio chiaro. La linea laterale, molto evidente, ha una curva verso il basso dopo le pinne pettorali[6][7].

La livrea è variabile dal brunastro al verdastro sul dorso, che è cosparso di macchie grigiastre, verdastre o brune, talvolta biancastre, mentre diventa più sfumato sui fianchi. La colorazione può avere riflessi dorati o rossicci negli esemplari che vivono fra le rocce o nei letti di alghe. Il ventre è biancastro. La testa è spesso coperta di macchiette più scure dall'apparenza di "lentiggini". La linea laterale è chiara e ben visibile. Gli esemplari sotto i 10 cm hanno spesso un disegno a quadretti su dorso e fianchi[5][6].

Può raggiungere i due metri di lunghezza (normalmente si attesta su un metro) e i 96 kg di peso[4].

Biologia modifica

Può vivere fino a 25 anni[4]. Generalmente forma banchi durante il giorno che stazionano a qualche decina di metri dal fondale per sparpagliarsi e raggiungere il fondo di notte per alimentarsi. Alcune popolazioni possono compiere migrazioni lunghe ed impegnative (fino a 1000 km) per raggiungere le aree riproduttive, le zone di caccia o i quartieri di svernamento mentre altre sono relativamente stanziali[3].

Alimentazione modifica

Il merluzzo è un pesce onnivoro molto vorace. I giovanili si nutrono all'inizio di zooplancton, quindi con la crescita predano crostacei ed altri invertebrati bentonici e l'adulto caccia soprattutto altri pesci. Raramente anche alghe e altre sostanze vegetali entrano nella dieta[3]. Si nutre prevalentemente all'alba e al tramonto[4].

Riproduzione modifica

La riproduzione avviene generalmente in inverno o all'inizio della primavera, in zone che variano tra le popolazioni, situate tra 50 e 200 metri di profondità, in acque fredde e ricche d'ossigeno. La deposizione delle uova avviene nei pressi del fondale, anche se ci sono evidenze che alcune popolazioni si riproducano in acque libere. G. morhua è una specie estremamente prolifica, una femmina di 5 kg può produrre circa 2,5 milioni di uova, cifra che sale a 7,5 milioni per una femmina di 15 kg. Il massimo numero di uova noto prodotto da una femmina è di circa 9 milioni per un animale di 34 kg. Le larve mantengono uno stile di vita pelagico per circa due mesi e mezzo per poi portarsi sul fondale. L'accrescimento dei giovanili è piuttosto rapido[3].

Pesca modifica

Il merluzzo è una delle specie ittiche più importanti per la pesca commerciale mondiale. Viene catturato soprattutto con le reti a strascico, sia di fondo che pelagiche, altre tecniche di pesca che vengono usate in maniera più occasionale sono i palamiti, le reti da posta e le reti da circuizione. Viene catturato, in quantità irrisorie, anche dai pescatori sportivi[3].

Assume il nome commerciale di baccalà se conservato sotto sale, o stoccafisso se essiccato.

Talvolta viene chiamato merluzzo il nasello mediterraneo (Merluccius merluccius), altre specie del genere Merlucccius o altre specie della famiglia Gadidae come il merluzzo dell'Alaska (Theragra chalcogramma) o i Pollachius e questo può generare confusioni.

Conservazione modifica

G. morhua è classificato come "vulnerabile" dalla IUCN[1]. La particolarità di potersi riprodurre solo dopo molti anni di vita, e la forte sovrapesca a cui è sottoposto sta portando all'esaurimento gli stock. Nel 1992 la pesca dei merluzzi in Canada si è esaurita, e quarantamila pescatori del posto sono rimasti senza lavoro. Anche gli stock di merluzzo nel mar Baltico e nel mare del Nord, in costante declino, sono ormai vicini al collasso.

Altri usi modifica

Dal fegato di questa specie si ricava poi il famoso olio di fegato di merluzzo. Dalle altre interiora si ricavano enzimi usati nell'industria farmaceutica.

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Etrusko25/Sandbox 9, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Denominazione obbligatoria in Italia ai sensi del DM 31 gennaio 2008
  3. ^ a b c d e f g Species Fact Sheets - Gadus morhua, su fao.org. URL consultato il 5 settembre 2017.
  4. ^ a b c d e Scheda su Fishbase.org, su fishbase.org. URL consultato il 6 settembre 2017.
  5. ^ a b Scheda dall'Atlante CIESM sui pesci esotici nel Mediterraneo, su ciesm.org. URL consultato il 6 settembre 2017.
  6. ^ a b J. e G Lythgoe, Il libro completo dei pesci dei mari europei, Mursia, 1971.
  7. ^ Patrick Louisy, Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo, a cura di Trainito, Egidio, Milano, Il Castello, 2006, ISBN 888039472X.

Bibliografia modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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