Utente:Hasmik-roma/Eliot Coleman

Eliot Coleman (nato nel 1938) è un agricoltore americano, ricercatore agricolo, autore e divulgatore, ed è fautore dell'agricoltura biologica. Il suo libro The New Organic Grower[1][2][3] è una lettura importante per gli agricoltori impegnati nel biologico, in particolare per gli orticoltori.[4] Coleman ha ricoperto per due anni il ruolo di direttore esecutivo della Federazione internazionale dei movimenti di agricoltura biologica (IFOAM) ed è stato consulente del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti durante lo studio condotto tra il 1979 e il 1980, e che ha culminato con il Rapporto e raccomandazioni sull'agricoltura biologica, un documento che costituisce la base dell'odierno programma nazionale per l'agricoltura biologica (2002) degli Stati Uniti.[5]

Nella sua fattoria Four Seasons (quattro stagioni) a Harborside, Brooksville, nel Maine, produce colture orticole tutto l'anno, anche d'inverno, quando le condizioni sono molto rigide (utilizza serre e tunnel non riscaldati o minimamente riscaldati). Riesce persino a coltivare carciofi, affermando che "li coltivo solo per irritare i californiani".[4]

Coleman è sposato con l'autrice di orticoltura Barbara Damrosch.[4] Per diversi anni, dal 1993, si sono affiancati nella conduzione del programma televisivo Gardening Naturally su The Learning Channel. Coleman e sua moglie continuano attualmente a svolgere attività agricola, coltivando e commercializzando prodotti freschi sul mercato locale.

Carriera

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Coleman si è laureato al Williams College nel 1961.[6] Nel 1968, investiti dal movimento di ritorno alla terra, Coleman e la sua prima moglie, Sue Coleman, si trasferirono in una fattoria nel Maine, situata su un terreno acquistato da Helen e Scott Nearing. La loro prima figlia, Melissa Coleman, nacque l'anno successivo nella fattoria. Coleman imparò da autodidatta a coltivare l'orto biologico nel rigido clima del Maine e sviluppò molte delle tecniche di coltivazione in climi freddi, per le quali è noto. Come prima di loro avevano fatto i Nearing, anche i Coleman hanno trasformato la loro fattoria in un centro di formazione per tutti coloro che sono interessati a pratiche agricole naturali e sostenibili.[7]

Nel 1974, Coleman iniziò a visitare periodicamente fattorie in Europa[8][9] per studiare tecniche che potessero essere adattate agli Stati Uniti nord-orientali. Da allora si sono susseguiti molti tour investigativi.[7][10] Ha tratto grande ispirazione dalle fattorie orticole dei Paesi Bassi, della Francia e della Germania.

Durante questi anni (dall'inizio alla metà degli anni '70), Coleman è stato affetto da ipertiroidismo.[7] Era riluttante ad accettare che fosse necessaria la rimozione o la distruzione del tessuto tiroideo(tiroidectomia o terapia con radioiodio), poiché era convinto che le scelte dietetiche sarebbero state sufficienti a curarlo. Con sorpresa dei suoi medici, il problema si attenuò senza chirurgia o radioiodio. È plausibile che il trasferirsi sulla costa e nutrirsi di verdure sane coltivate localmente, in particolare con l'uso di un compost di alghe, fosse correlato all'insorgenza dell'ipertiroidismo nel suo caso, poichél'associazione tra aumento dell'assunzione di iodio e insorgenza di ipertiroidismo è oggi ben nota, anche se non comune.[11] Ciò spiegherebbe come Coleman possa essere guarito senza ricorrere a chirurgia o terapia con radioiodio. Infatti, sebbene sarebbe improbabile che l'ipertiroidismo causato dalla malattia di Graves o dal cancro alla tiroide rispondesse alla sola terapia dietetica, l'ipertiroidismo causato da una dieta scorretta può presumibilmente rientrare grazie a una variazione della dieta.

Coleman viene pubblicato per la prima volta nel 1989 con la prima edizione di The New Organic Grower. Nel 1995 l'aspetto della sua agricoltura che ha a che fare con il raccolto invernale viene elaborato in una forma nuova e più completa, proprio mentre è in preparazione la seconda edizione del libro. Già da qualche decennio prima, la raccolta invernale aveva ispirato la creazione del Manuale del raccolto invernale ed è diventata una delle sue aree preferite di ricerca applicata.

Jean-Martin Fortier, un altro orticoltore e autore che ha pubblicato sull'argomento, cita il primo libro di Coleman come una delle sue fonti formative.[12]

Principi sostenuti

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Nel suo scritto, Coleman promuove pratiche di agricoltura biologica su piccola scala e agricoltura sostenibile. Uno dei principi chiave del suo pensiero è che "piccolo è meglio", sostenendo che la crescita economica dipende da una più efficiente produzione e commercializzazione, piuttosto che dall'espansione del territorio coltivato.[13] Sottolinea inoltre quanto siano importanti i rapporti diretti con i clienti; tali relazioni possono assumere molte forme, ma egli le considera più rilevanti per la società rispetto alla stessa certificazione biologica.[14]

Coleman favorisce l'approccio biologico rispetto al tecnologico, e l'azione preventiva rispetto a quella correttiva nel cercare soluzioni alle sfide agricole.[2][15] Promuove prontamente la tecnologia laddove appropriato (lui stesso inventa nuovi utensili manuali e macchinari agricoli), ma preferisce comunque fare in modo che la vita stessa sia resiliente per prevenire problemi, rispetto ad utilizzare la tecnologia per risolverli una volta che si sono sviluppati. Favorisce in tal modo la salute del suolo (attraverso la rotazione delle colture e gli emendamenti del suolo) e tempi ottimizzati di semina e raccolta come cardini per la salute delle piante, che rendono superflui la maggior parte degli altri interventi di controllo dei parassiti e delle malattie delle piante. Sostiene la necessità di accettare forze esterne (come fenomeni biologici e termici) e di usarle a proprio vantaggio invece di combatterle con sostanze chimiche (come contro le carenze del suolo, malattie delle piante, insetti nocivi ed erbe infestanti) o con consumo di carburante (ad esempio, contro il freddo).[16] È questo principio che lo porta a preferire la parola biologico piuttosto che organico come migliore descrizione dei suoi metodi.[17]

Come molti agricoltori biologici, Coleman sostiene l'approccio di prevenzione e non cura al controllo delle infestanti.[18] Favorisce quindi una lavorazione del terreno rapida, leggera e frequente con tipi di zappa appositamente costruiti, scremando le erbacce dalla superficie del suolo con un'azione che è più simile alla rasatura che al taglio (usando le zappe "come rasoi piuttosto che asce"). A tal fine, lui stesso sviluppa la zappa collineare.[19][20]

Si deve a Coleman lo sviluppo e la diffusione del concetto secondo cui nell'estensione della stagione si può fare una distinzione tra l'estensione della stagione di crescita e l'estensione della stagione del raccolto.[15]

Coleman si è spesso avvalso degli studi agricoli pubblicati nel sua continua ricerca di migliorare i propri metodi di coltivazione.[21] Egli fa notare che l'agronomia ha spesso mostrato una propensione per la ricerca teorica, quando invece la ricerca applicata è molto più preziosa per gli agricoltori biologici. Ad esempio, sebbene sia interessante studiare la chimica avanzata, eseguire prove su quale ricetta di compost sarebbe maggiormente utile ad una particolare cultivar di Brassica, così come molti altri argomenti pratici, rappresenta un'applicazione scientifica importante e preziosa. Come Coleman ha sottolineato, una tale utilissima ricerca pratica veniva spesso svolta negli Stati Uniti soltanto fino al 1940, e da allora non è più una priorità. Ha osservato inoltre che oggi gli agricoltori biologici olandesi fanno molte innovazioni e prove pratiche e condividono le informazioni tra loro sebbene gran parte delle loro ricerche non vengano mai pubblicate formalmente. Per avviare le sue conoscenze, Coleman ha dovuto fare affidamento soprattutto sull'autoformazione, passando molto tempo in biblioteca, ed incoraggia anche i suoi lettori a farlo.

Lo sviluppo delle grandi imprese nell'era dell'alimentazione proveniente da agricoltura biologica ha portato Coleman, così come altri, a cercare modi in cui i piccoli coltivatori locali possono avere vantaggi competitivi per mantenere forti le loro attività. Un tempo era sufficiente essere biologici, ma ora è necessario qualcosa di più per competere con le grandi aziende.[22] Secondo Coleman i punti di forza di una piccola azienda agricola sono che il cibo dovrebbe essere locale e fresco di giornata o raccolto il giorno precedente, e la possibilità che i clienti abbiano rapporti personali con i coltivatori. Su questi punti, le grandi società con lunga catena di distribuzione non possono facilmente battere la concorrenza delle piccole imprese.

Al di là della semplice questione della competizione sul prezzo, Coleman esplora anche la differenza tra un approccio superficiale o più profondo al biologico, che arriva fino alla ridiscussione dei sistemi economici e stili di vita.[14] Mette in discussione le stesse idee delle persone che acquistano un sacco di cose (comprese le soluzioni rapide per ovviare ai problemi, anche se sono bio), coloro che acquistano in generale alimenti trasformati (seppur con etichetta biologica) e che si avvalgono di prodotti di filiere lunghe piene di intermediari; ritiene che tali idee non formano un percorso che garantisca la salute umana (che non può prescindere dalla salute del suolo) e che sono di discutibile sostenibilità economica in quanto promuovono la visione della natura come una raccolta di problemi da risolvere con palliativi acquistati anziché una forza positiva da amplificare a proprio vantaggio e con cui allineare i propri sforzi. Coleman è un forte sostenitore del "cibo reale" (biologico/organico, non trasformato, locale, fresco, prodotto da piccole imprese).

Riferimenti

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  1. ^ Coleman, 1989
  2. ^ a b Coleman, 1995
  3. ^ Coleman, 2018
  4. ^ a b c Mark Bittman, New Farmers Find Their Footing, in The New York Times, August 17, 2011, p. 23.
  5. ^ DeVault, George, The New USDA: A New Hope for Organic Farming?, su motherearthnews.com, Mother Earth News (Ogden Publications, Inc.), August–September 2009. URL consultato il 16 September 2014.
  6. ^ Convocation to focus on climate change, su Williams Magazine.
  7. ^ a b c Coleman, 2011
  8. ^ Coleman, 1995
  9. ^ Coleman, 2009
  10. ^ Richard Nilsen, European organic agriculture: the state of the art, in Whole Earth Review, vol. 68, 1990, p. 38.
  11. ^ vol. 127, DOI:10.1157/13090717, PMID 16834963, http://www.elsevier.es/es-revista-medicina-clinica-2-articulo-ingestion-habitual-algas-e-hipertiroidismo-13090717.
  12. ^ Fortier, 2013
  13. ^ Coleman, 1995
  14. ^ a b Coleman, 2009
  15. ^ a b Coleman, 2009
  16. ^ Coleman, 2009
  17. ^ Coleman, 1995
  18. ^ Coleman, 2009
  19. ^ Byczynski, 2008
  20. ^ Coleman, 2009
  21. ^ Coleman, 1995
  22. ^ Coleman, 2009

Bibliografia

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Libri di Eliot Coleman

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Libri di Melissa Coleman

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Libri di altri

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Collegamenti esterni

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[[Categoria:Persone viventi]] [[Categoria:Nati nel 1938]]