Esempio
AutoreAkira Toriyama

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Storia dell'Esempio modifica

Nell'anno 1.000.000.000 a.C. l'esempio non esisteva. Nell'anno 40.000 a.C., durante l'era glaciale, si creò un ponte di ghiaccio con il quale la gente poté raggiungere l'Esempio.[1]

Note modifica

 
Una Katana. È in grado di tagliare esempi.

Collegamenti esterni modifica

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Bibliografia modifica

T.C. Sempronio, Vita, Morte e Miracoli dell'Esempio, Edizioni Editoriali, 2000.

Prova Articolo modifica

L'epoca Sengoku (戦国時代?, Sengoku jidai) o periodo degli stati belligeranti è un periodo di vasta crisi politica che il Giappone dovette fronteggiare dalla seconda metà del 15° secolo e che si protrasse fino all'inizio del 17° secolo. Fu un'epoca in cui il Giappone era diviso in tanti piccoli feudi costantemente in guerra tra loro in una maniera non dissimile dal Periodo dei regni combattenti dell'antica Cina dal quale prende il nome. La Guerra di Onin (1467-1477) viene generalmente considerata come l'inizio del periodo, anche se la causa della guerra è da ricercarsi nella generale instabilità politica e nei continui conflitti locali antecedenti ad essa. Con la battaglia di Sekigahara e la conseguente vittoria delle forze della famiglia Tokugawa sulla coalizione guidata da Ishida Mitsunari, Tokugawa Ieyasu assunse il titolo di shogun nel 1603 e spostò la sede del Bakufu da Kyoto a Edo (nota in tempi moderni col nome di Tokyo), inaugurando così lo shogunato Tokugawa e l'inizio del periodo Edo. L'assedio di Osaka fu l'ultima battaglia di rilevante importanza dell'epoca, e si concluse con la sconfitta e lo scioglimento del clan Toyotomi nel 1615, eliminando così le ultime forze ostili al clan Tokugawa e inaugurando un'epoca di pace che si protrasse per due secoli.

Antefatti modifica

Ancor prima che le vere ostilità iniziassero in Giappone, la situazione politica era molto tesa. Ashikaga Takauji ereditò lo shogunato dal clan Hojo dello shogunato Kamakura, e trasferì la capitale da Kamakura a Kyoto a causa del conflitto tra le due corti imperiali che minacciava di dividere il Giappone. Nonostante la vittoria dell'alleanza tra la corte imperiale di Kyoto e gli Ashikaga, questi ultimi non riuscirono mai a tenere sotto controllo l'intero arcipelago giapponese. La struttura amministrativa dello shogunato Ashikaga era basata su quella di Kamakura, e il ruolo centrale nell'amministrazione dell'epoca era stato affidato agli Shugo, una carica introdotta da Minamoto Yoritomo e con ruolo di supporto ai Kokushi nella gestione delle province. Tuttavia tra la fine del Bakufu di Kamakura e l'insorgere di quello Ashikaga avevano assunto un potere sempre crescente in virtù dell'assenza di un reale controllo dell'amministrazione centrale sulle provincie a causa della generale debolezza dello shogunato Ashikaga. Le cause di questa debolezza sono da ricercarsi in due fattori, il primo fu il fatto che i vari shogun erano perlopiù disinteressati nel tenere sotto controllo gli Shugo. In secondo luogo, avendo meno possedimenti rispetto ai loro predecessori, gli shogun Ashikaga dovevano affidarsi al proprio prestigio personale se volevano mantenere il controllo dei diversi Shugo. In teoria, uno dei compiti principali dello Shogun era quello di risolvere le controversie terriere tra nobili, ma l'amministrazione dello shogunato Ashikaga fu caratterizzata soprattutto da un generale disinteresse verso i nobili e le province, se non addirittura tirannico e arbitrario. Questo rese lo shogunato inviso a molti nobli nelle province lasciati al loro destino.

Quando lo Shogun Ashikaga Yoshimasa acconsentì all'eliminazione dei Kokushi, questi ottennero un controllo pressochè totale sulle Provincie imperiali, trasformandole in dei possedimenti personali. Né lo shogunato, né il potere Imperiale aveva più alcun potere effettivo su di loro.

L'inizio dell'Era Sengoku si ebbe con lo scoppio della Guerra di Onin (1467-1477) durante la quale le continue rivolte dei Daimyo assestarono duri colpi alle fondamenta del potere amministrativo del Giappone, fino allora detenuto dallo Shogunato Ashikaga. Da quel momento ebbe inizio il periodo Sengoku e nella prima fase del medesimo si assistette allo scontro tra i vari Shugo. Molti di essi finirono in rovina a causa degli ingenti costi che comportava lo sforzo bellico.

Dalla Guerra di Onin al Golpe di Meiou modifica

Lo shogun Ashikaga Yoshimasa non aveva eredi maschi, quindi convinse suo fratello minore Yoshimi ad abbandonare la vita da monaco per assumere il ruolo di erede dello shogunato nel 1464, ma due anni dopo nacque un figlio maschio chiamato Ashikaga Yoshihisa che venne immediatamente dichiarato erede legittimo del Bakufu. Questo causò frizioni tra l'erede allo shogunato Yoshimi e Hino Tomiko, moglie dello Shogun Yoshimasa e madre di Yoshihisa. All'epoca, le famiglie nobili più importanti nella scena politica di Kyoto erano il clan Hosokawa, guidato da Hosokawa Katsumoto, che all'epoca era il Kanrei di Yoshimasa; e il clan Yamana, con a capo Yamana Sōzen, suocero di Katsumoto. Hosokawa ha sempre lavorato a stretto contatto con il fratello dello Shogun Ashikaga Yoshimi, e sostenuto il suo diritto di successione allo shogunato, mentre la moglie dello Shogun Tomiko, che desiderava sostegno politico e militare, decise di rivolgersi a Yamana per ottenere sostegno politico e militare per suo figlio, e il capoclan Sōzen colse l'opportunità per ridurre l'influenza del suo genero e della sua famiglia nel Bakufu.

La tensione politica tra le due famiglie sfociò in scontro militare quando entrambe decisero di mobilitare i loro eserciti nelle vicinanze di Kyōto. Nel marzo del 1467 un'abitazione di proprietà degli Hosokawa fu messa a fuoco e questi ultimi decisero di contraccambiare attaccando la villa di uno dei generali degli Yamana. Da quel momento in poi, per tutta Kyoto gli scontri tra le due fazioni sfociarono in vere e proprie battaglie, dove entrambi i clan cercavano di distruggere edifici strategici con incendi dolosi che inevitabilmente si estesero per tutta la città. Già a partire da questi primi mesi di guerra la città di Kyōto era ormai una città fantasma, messa a ferro e fuoco dai due clan rivali, e nelle cronache dell'epoca veniva rappresentata come un cumulo di macerie e miseria. Nel mese di novembre, Yamana Sōzen riuscì a catturare il tempio zen di Shōkokuji corrompendo un monaco, ma l'incendio provocato ridusse l'intero edificio in cenere.

Da questo momento in poi, nessuno dei due clan riuscì a guadagnare terreno nei confronti dell'altro, e nella ormai distesa desolata che un tempo era Kyōto i due eserciti erano bloccati in una guerra di posizione che durò ancora per molti anni. Nemmeno con la morte dei rispettivi capi clan Hosokawa Katsumoto e Yamana Sōzen nel 1473 si arrivò alla fine del conflitto.

Nessuno dei due clan in conflitto, gli Yamana e gli Hosokawa avevano ottenuto nulla da questa guerra sanguinaria e feroce se non uccidere qualche sparuto rappresentante del clan rivale.

Il golpe di Meiou modifica

Dopo la guerra Onin restavano ancora le poche forze allo shogunato, lo Shugo di Omi Takayori Rokkaku Trombone ostile ai generali del 1487 (assedio di Kagi) e seguire i signori feudali nelle vicinanze di Kyoto, quali paesi Owari e Wakasa 1492 Ashikaga Yoshitane di Kawachi anche attaccato molte esercito è canoni prominenza di. Il vero potere è riuscito nel colpo di stato che mirava al Kanrei Hosokawa Masamoto i generali Hairitsu nel 1493 aprile, durante questa offensiva a Kawachi è stato trasferito al clan Hosokawa (golpe di Meiou). Hosokawa anche Seimoto dopo la morte, approfondire la confusione e la divisione in due fazioni di Kiyoshimoto-HareHajime suo figlio e il paese alto. Shogun sarà la presenza di rifugio in vari luoghi dei signori feudali, questa seconda l'autorità del governo centrale dello shogunato decisamente perduta, l'influenza di shogunato l'amministrazione in genere rimarrà solo nella provincia di Yamashiro, potenti famiglie locali se stesso entrata nell'era di rifugio ad alcuni oa forza memorizzazione presenza forza. Non pochi che è diventato un signore della guerra indipendente conservato la propria forza.

Il 16° secolo modifica

Dopo il golpe di Meiou la debolezza dello shogunato e la sua incapacità nel governare il Giappone divennero chiare a tutti gli Shugo. Questi iniziarono a governare i loro territori senza alcuna interferenza da parte del governo centrale, e ad attaccare altri Shugo per poter acquisire risorse o luoghi strategici e iniziarono ad essere chiamati Daimyo. Ogni Daimyo fondò un proprio Stato, in guerra con tutti gli altri, armato con un proprio esercito, formato da migliaia di uomini, spesso contadini reclutati nei propri appezzamenti. Le guerre sempre più cruente e devastatrici aumentavano nel corso degli anni e alla fine del 1550, si arrivò ad avere un numero largamente ridotto dei Daimyo ancora al potere, che passò da 300 a meno di 20.

Impatto culturale e tecnologico modifica

Nonostante la forte instabilità che caratterizzò il periodo Muromachi in generale e quello Sengoku in particolare, sul piano sociale ed economico si registrarono sviluppi rilevanti. Nelle campagne, la diffusione dell'uso dei fertilizzanti e il miglioramento della loro qualità contribuirono all'incremento della produzione agricola, che beneficiò pure dal miglioramento delle tecniche d'irrigazione e dal crescente impiego degli animali nel lavoro dei campi. In zone sempre più estese si affermò la possibilità di effettuare un doppio raccolto annuo del riso e di altri cereali, mentre nei mercati si vendevano prodotti agricoli commerciali, come frutta e verdure, canapa e cotone, olio di semi di sesamo e tè. Numerosi progressi furono compiuti anche nell'ambito del commercio e dei trasporti e nello sviluppo dei centri urbani. Infatti, se l'antica nobiltà e la nuova classe militare residente a Kyoto resero la capitale un centro di consumo delle risorse prodotte altrove, la creazione di vari centri di potere locale determinarono una richiesta di merci e di rifornimenti alimentari che stimolò l'attività economica, così come la diversificazione sociale. Il commercio con la Cina immise in Giappone merci pregiate (sete, porcellane, libri, dipinti) e nuove tecniche per la lavorazione della seta, mentre dalla Corea si apprese la tecnica per produrre cotone e cotonate. Dalla Cina giunsero pure forti quantità di monete di rame, usate con crescente frequenza negli scambi commerciali, mentre in alcune zone del Paese si sfruttavano miniere che fornivano oro, argento e rame, in parte usato per coniare nuove monete. Nei loro domini, i daimyo costruirono i propri castelli, circondati di numerosi edifici che richiesero nuovi materiali e manodopera, e incoraggiarono lo sviluppo di centri di produzione e di mercati locali, attorno ai quali si forgiarono nuovi gruppi di attivi commercianti le cui merci si spingevano anche all'interno dei villaggi. Artigiani e mercanti accrebbero il livello di specializzazione, si cimentarono nella pratica del prestito e dell'usura, e si costituirono in attive corporazioni, note come za (?, Za), molte delle quali erano concentrate nel Kinai e nel Kanto, e lavoravano il materiale grezzo proveniente da altre regioni. Consolidatesi sotto la protezione di un tempio o di un santuario, di un ricco nobile o di un capo locale, queste corporazioni assunsero il monopolio sulla vendita e la lavorazione di specifici prodotti e crearono una rete di distribuzione sempre più estesa. Alcune provincie si specializzarono nella produzione della carta, delle ceramiche e del sake, mentre si creavano spade, lance, ventagli pieghevoli e paraventi, assai richiesti nel mercato del continente.

La cultura degli inizi dell'epoca Sengoku è stata influenzata dalla dottrina Zen, che privilegiava un'estetica fondata sui principi di austerità e semplicità, nota come Wabi-sabi. Gran parte di quello che viene comunemente inteso come arti tradizionali giapponesi ha origine proprio nella mentalità Zen agli albori del periodo Sengoku, tra cui la Cerimonia del tè, codificata dal monaco zen Sen no Rikyū durante la sua permanenza alla corte di Oda Nobunaga, l'ikebana, il Noh e lo stile Sumi-e. Questo stile si sviluppò dalle colline ad est di Kyoto durante il ritiro dello shogun Ashikaga Yoshimasa nel padiglione Ginkaku-ji, pertanto questo stile assunse il nome di Cultura Higashiyama (東山文化?, Higashiyama Bunka). Nonostante la sua forte influenza sulla classe guerriera nascente dei bushi, si sviluppò in parallelo un nuovo concetto di estetica basato sulla sfarzosità grazie all'arrivo di nuove élite sulla scena politica nazionale e alla crescente importanza economica della classe mercantile

Lo sbarco delle navi portoghesi sull'isola di Tanegashima nel 1543 fu di fondamentale importanza per lo sviluppo culturale e tecnologico del Giappone. Oltre a rappresentare il primo incontro dei giapponesi col mondo europeo, i portoghesi diedero inizio al periodo del commercio Nanban durante il quale vennero importati prodotti sconosciuti nel Giappone medievale, tra cui gli archibugi (chiamati per l'appunto Tanegashima), il tabacco ed il sapone. L'introduzione di questi prodotti nella vita comune giapponese creò nuovi prestiti linguistici noti come Gairaigo che vengono ancora usati ai giorni nostri. Molte parole di origine portoghese e olandese tuttora in uso, come pan (pane), tabako (tabacco, sigaretta) o biiru (birra) furono adottate in questo periodo. Occorre comunque ricordare che l'attività dei portoghesi non si limitò al commercio, ma interessò anche l'ambito religioso. L'opera di evangelizzazione fu svolta in primo luogo dai missionari della Compagnia di Gesù, la quale fin dall'inizio fu caratterizzata da un'organizzazione quasi militare e da un forte interesse per la conoscenza umanistica e scientifica. L'attività di questi uomini di grande cultura, pertanto, fu essenziale sia nella divulgazione di nuove conoscenze nel Paese, sia nella trasmissione in Europa di varie e dettagliate notizie sul Giappone grazie ai numerosi resoconti che essi redassero.

Il periodo Sengoku nell'arte e nei media modifica

Bibliografia modifica

  • (IT) Francesco Gatti, Rosa Caroli, Storia del Giappone, Editori Laterza, 2006, ISBN 8842081647.
  • (EN) Kenneth J.Henshall, A History of Japan: From the Stone Age to Statehood, Palgrave Macmillan UK, 2012, ISBN 9780230346611.
  • (EN) George Samson, A History of Japan 1334-1615, Stanford University Press, 1965, ISBN 9780804705257.