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«Sola non cura il mio tristo languire,
e sola il può curar; ché solo a lei
il mio viver è in mano e il mio morire.»

Matteo Maria Boiardo

Matteo Maria Boiardo (Scandiano, 1441Reggio nell'Emilia, 19 dicembre 1494) è stato un poeta e letterato italiano.


Cenni biografici modifica

Matteo Maria Boiardo apparteneva alla famiglia dei conti di Scandiano, collegati al ducato di Ferrara. Quando, a dieci anni, rimase orfano, fu accolto ed educato alla corte di Ercole I. A vent'anni assunse il governo del feudo di Scandiano, e in seguito ricevette numerosi incarichi di notevole responsabilità, come il governatorato di Modena (1480-1483) e quello di Reggio Emilia (dal 1487 fino alla morte avvenuta nel 1494).

Formazione e opere giovanili modifica

L'ambiente ferrarese era nel Quattrocento uno dei principali centri della cultura umanistica. Boiardo (nipote del poeta e umanista Tito Vespasiano Strozzi), assimilò l'amore per la letteratura classica e, oltre a tradurre opere latine (di Cornelio Nepote e Apuleio) e greche (Erodoto, Senofonte), si dedicò alla composizione di testi poetici sia in latino sia in volgare.
Tra le opere latine sono da notare i Carmina de laudibus Estensium (1463) di chiaro intento encomiastico, e Pastoralia, egloghe ispirate alle Bucoliche di Virgilio.
Sviluppò temi bucolici anche in volgare nella raccolta Pastorale; scrisse inoltre la tragedia Timone, derivata da un dialogo di Luciano di Samosata.

Opere modifica

Le opere più importanti sono la raccolta di liriche (prevalentemente sonetti e canzoni) Amorum libri tres, ispirata dall'amore per la nobildonna reggiana Antonia Caprara, e il poema cavalleresco Orlando innamorato.

Amorum libri tres modifica

La raccolta si compone di 180 testi, scritti fra il 1469 e il 1471, ordinati secondo uno schema preciso. Nel primo libro è espressa la gioia dell'amore corrisposto; nel secondo il dolore per il tradimento della donna amata; nel terzo l'aspirazione ad un'elevazione spirituale.
Il modello è il Canzoniere di Francesco Petrarca, ma vi sono differenze evidenti, sia nella vitalità della rappresentazione della natura (ricca di luci, colori, sensazioni), sia nel linguaggio, che conserva una forte impronta emiliana.

Orlando innamorato modifica

Il poema riprende con grande fantasia e gusto narrativo i temi e i personaggi dei romanzi cortesi ancora molto diffusi e apprezzati a Ferrara e nell'Italia centro-settentrionale, tanto presso il pubblico colto quanto presso il popolo. Introduce l'innovazione di fondere i due principali filoni narrativi preesistenti, ossia la "materia di Francia" (carlo Magno e i suoi paladini) e la "materia di Bretagna" (i cavalieri della Tavola rotonda).
Il poema, in ottave, molto ampio, rimase incompiuto pochi mesi prima della morte del poeta, avvenuta in un periodo assai grave per l'Italia, con la discesa dei Francesi di Carlo VIII, cui fanno esplicito riferimento gli ultimi versi.
Il poema ebbe grande successo, poiché interpretava con sensibilità umanistica i valori cortesi dell'epoca feudale ormai al tramonto.

Edizione delle opere modifica

Il Centro Studi Matteo Maria Boiardo di Scandiano nel 2009 si è fatto promotore di un’edizione completa delle opere di Boiardo, attesa per lungo tempo da studiosi, biblioteche, scuole, università e dal mondo della cultura italiana ed europea. Oltre alle opere maggiori, la collana edita da Interlinea comprende anche quelle mai pubblicate o apparse in stampe oggi di difficile reperimento. Tutti i testi sono previsti in edizione critica e commentata (con traduzione a fronte se latini), curati da alcuni dei più importanti studiosi di Boiardo. Piano dell'opera

Voci correlate modifica

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