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Sabato De Vita
NascitaPellezzano, 2 novembre 1901
MorteBarmash, 28 dicembre 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaCarabinieri
RepartoLegione CC. Valona (Albania).
Anni di servizio1921-1942
GradoAppuntato
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Sabato De Vita (Pellezzano, 2 novembre 1901Barmash, 28 dicembre 1942) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia

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Nacque a Pellezzano, provincia di Salerno, il 2 novembre 1901, figlio di Nicola e Regina Napoli.[2] Arruolatosi volontario nell'arma dei carabinieri con ferma di tre anni nella Legione allievi guardie di finanza, veniva nominato guardia di terra il 1º aprile 1921, assegnato alla Legione CC. di Trieste.[2] Posto in congedo nel novembre 1923, venne riammesso in servizio, come carabiniere a piedi, nella Legione CC. di Salerno nell'aprile 1926.[2] Prestò poi successivamente servizio presso la Legione CC. di Catanzaro e presso quella di Milano per ritornare infine a Catanzaro nel settembre 1939.[2] Il 29 luglio 1940 partì per l’Albania destinato alla compagnia di Argirocastro. Dopo avere partecipato alle operazioni di guerra sul fronte greco-albanese, fu assegnato alla stazione di Fieri con la promozione ad appuntato nell'aprile 1942 e dal settembre 1942 a quella di Kovaciste.[2] Cadde in combattimento a Barmash il 28 dicembre 1942, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze

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«Unico graduato presente in una stazione rurale, attaccata di notte da forze ribelli venti volte superiori, respingeva sdegnosamente l'offerta di resa, dichiarando di preferire la morte per sé e per i sette suoi dipendenti, ed apriva per primo il fuoco, incitando con la parola e l'esempio i suoi carabinieri alla più strenua resistenza. Dopo varie ore di impari lotta, esaurite le munizioni, e nell'impossibilità di difendersi nella caserma, ormai in preda a violento incendio, gettato nelle fiamme il moschetto, si lanciava all'aperto, seguito da un carabiniere, che volontariamente divideva con lui il supremo sacrificio, e, senza speranza di salvezza, attaccava risolutamente con bombe a mano un gruppo di ribelli, cadendo fulminato da una raffica di mitraglia. Fulgido esempio di eroismo e del più puro amor di Patria. Barmash (Albania), 28 dicembre 1942.[3]»
— Decreto Luogotenenziale 12 ottobre 1944.[4]

Annotazioni

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  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.152.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ De Vita, Sabato, su quirinale.it, Presidenza della Repubblica Italiana. URL consultato il 19 luglio 2020.
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti il 12 novembre 1944, registro 8 guerra, foglio 7.

Bibliografia

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  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 152.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Antonio Dimitri
NascitaCastellammare di Stabia, 7 aprile 1967
MorteFrancavilla Fontana, 14 luglio 2000
Dati militari
Paese servito  Italia
Forza armataArma dei Carabinieri
GradoMaresciallo ordinario
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare alla memoria
Fonte [1]
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Antonio Dimitri (Castellammare di Stabia, 7 aprile 1967Francavilla Fontana, 14 luglio 2000) è stato un militare italiano, Maresciallo Ordinario dell'Arma dei Carabinieri, insignito di medaglia d'oro al valor militare.

Riconoscimenti

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Alla sua memoria è intitolata, dal 7 novembre 2005, la Caserma sede del Comando Compagnia Carabinieri di Manduria (TA).

Onorificenze

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«Con ferma determinazione ed insigne coraggio, affrontava due malviventi in flagrante rapina in un istituto di credito che tentavano, armi in pugno, di guadagnare la fuga facendosi scudo di due ostaggi. Rinunciava all'uso dell'arma in dotazione per non mettere a repentaglio la vita degli ostaggi e intimava la resa ai malfattori, ma veniva raggiunto mortalmente dai colpi proditoriamente esplosi da un terzo rapinatore appostato all'esterno dell'istituto. Chiaro esempio di ardimento ed elette virtù militari, spinti fino all'estremo sacrificio. La decorazione è stata concessa alla memoria .»
— D.P.R. 2014 del 19 maggio 2003.

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