Battaglia di Mariupol'
parte dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022 e dell'offensiva russa del Donbass
Miliziano del Donbass in combattimento dentro la città
Data24 febbraio - 20 maggio 2022
LuogoMariupol'
Esito
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
4.300 morti
4.168 prigionieri[3]
2.000-2.500 morti
4.000 feriti[3]
non disponibili dati documentati sulle perdite civili[4][5]
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La battaglia di Mariupol' è stata uno scontro militare tra Russia e Ucraina iniziato il 24 febbraio 2022 e terminato il 20 maggio con la resa delle ultime truppe ucraine ancora presenti all'interno dell'acciaieria Azovstal, durante la fase iniziale dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022.[6]

Le forze dell'esercito russo e le milizie filorusse del Donbass assediarono completamente la città a partire dal 2 marzo 2022, quindi acquisirono gradualmente il controllo della città.[7], dopo lunghi e sanguinosi combattimenti urbani nell'area edificata dove si erano asserragliate le truppe dell'esercito ucraino, tra cui i reparti del reggimento Azov. Gli scontri nell'area urbana tra i reparti russi e filo-russi della Repubblica Popolare di Doneck da una parte, e le truppe ucraine dall'altra, sono continuati violentissimi fino al 19 aprile 2022, quando i difensori, dopo aver dovuto abbandonare le periferie, l'area urbana centrale, il porto e alcuni grandi fabbriche, sono ripiegati nella vasta area industriale Azovstal.

Da quel momento i russi hanno preferito non attaccare direttamente l'area industriale passando ad una guerra di assedio che si è conclusa il 16-20 maggio 2022 con la resa di tutti i soldati ucraini ancora rimasti ad Azovstal, compresi i militanti del reggimento Azov. I prigionieri di guerra, tra cui tutti i comandanti, sono stati trasferiti nel territorio della Repubblica Popolare di Doneck.

Gli accaniti e prolungati combattimenti con armi pesanti all'interno dell'area urbana dove si erano barricati i soldati ucraini, e l'impiego sistematico da parte russa dell'artiglieria e delle forze aeree all'interno delle zone abitate, hanno provocato enormi distruzioni e gravi perdite tra i civili che solo in parte hanno potuto abbandonare la città attraverso precari corridoi umanitari.

Storia modifica

Mariupol nella guerra del Donbass modifica

Il campo di battaglia modifica

La città di Mariupol' era un grande centro industriale, la seconda città per polazione dell'oblast di Donec'k e il porto più importante sul mar d'Azov; la città si estendeva a est e a ovest del fiume Kal'mius che scorreva da nord-est verso sud-ovest; il quartiere di Primors’kij, il primo che si incontrava proveniendo lungo la strada costiera da ovest, ospitava il porto industriale e commerciale sulla riva destra del fiume. Sempre a ovest del Kal'mius, dopo il quartiere portuale di Primors'kij, si trovava, delimitata dalla via Ševčenko a nord e dalla strada dei metallurgici a ovest, la parte pià antica della città, costruita in epoca zarista e costituita da edifici prevalentemente singoli ad un solo piano, separati da piccoli appezzamenti con giardini o campi privati. Piu a nord iniziava il quartiere Central’nij, sempre sulla riva destra, dove erano presenti i principali edifici amministrativi e commerciali della città, compreso il municipio, l'università, la biblioteca pubblica, la sede dell'SBU; in questa zona iniziavano anche le costruzioni moderne di epoca sovietica con grandi edifici moderni a più piani, idonei per organizzare una difesa prolungata e utili anche come centri di osservazione in profondità; grandi vie solcavano questa aerea con direzioni principali da nord-ovest e nord verso sud e sud-est, che potevano costiture gli assi principali di avanzata di un nemico proveniente da nord e da ovest.

Piu a nord-est iniziava la grande area industriale a ovest del Kal'mius, nel quartiere Kal’mìus’kij, dove si trovavano le due fabbriche giganti, la Azovmaš e il Kombinat metallurgico "Illič". Si trattava di enormi impianti che davano lavoro ognuna a oltre 10.000 operai, estese su grandi spazi e caratterizzati da officine meccaniche, tubazioni, macchinari pesanti, altoforni, fornaci, vie stradali e ferroviarie interne. Questi giganteschi impianti si prestavano alla difesa, potendo dare protezione ai soldati e consentivano movimenti alle truppe al riparo dalla vista del nemico. A est del Kal'mius si trovava il quartiere moderno Lìvoberežnij caratterizzato da grandi edifici moderni e attraversato da grandi vie di accesso da est verso ovest; infine a est della foce del fiume e adagiata sulle rive del mar d'Azov si trovava la seconda grande area industriale di Mariupol', l'acciaieria gigante Azovstal, estesa su 12 km quadrati di terreno con enormi strutture industriali e una immensa area sotterranea di epoca sovietica idonea anche come rifugio antiatomico e capace di ospitare fino a 40.000 persone. Era possibile una difesa prolungata grazie a munizioni e vettovaglie che avrebbero potuto essere immagazzinate negli ampi depositi industriali dello stabilimento. Infine esisteva alla periferia nord-occidentale della città una vasta area aeroporturale che avrebbe potuto costituire un utile zona difensiva per arrestare la progressione del nemico attraverso la strada proveniente dal sobborgo di Staryj Krym.

Le forze in campo modifica

 
Miliziani del Battaglione Somalia in una pausa dei combattimenti.

L'attacco alla regione di Mariupol venne sferrato da tre diverse direzioni; a ovest della città avanzarono le truppe russe sotto il comando della 58ª Armata combinata guidata dal generale Mihail Stepanovič Zus’ko; le forze principali di questa armata erano costituite da una parte della 19ª Divisione fucilieri motorizzata "Voronež-Šumen", che nella fase iniziale impegnò due gruppi tattici di battaglione, e soprattutto dalla 810ª Brigata fanteria di marina delle guardie "60º Anniversario dell'URSS" della Flotta del Mar Nero con base a Sebastopoli, che era il reparto più forte dell'armata, disponendo di due battaglioni di fanteria di marina, un battaglione d'assalto aeroportato e numerosi reparti di rinforzo di artiglieria, genio e logistica. Nel corso della battaglia, nel mese di marzo, i reparti della 19ª Divisione fucilieri motorizzata sarebbero stati ritirati dai combattimenti, mentre la 810ª Brigata fanteria di marina sarebbe entrata dentro la città rimanendo in combattimento fino alla fine degli scontri.

 
Il generale Andrej Mordvičev, comandante dell'8ª Armata delle guardie.

Nelle direttrici d'attacco a est e nord-est di Mariupol' invece l'avanzata venne diretta dal comando della 8ª Armata delle guardie, guidata dal generale Andrej Nikolaevič Mordvičev; questa armata schierava la 150ª Divisione fucilieri motorizzata "Idrica-Berlino", una delle unità più prestigiose dell'esercito russo, erede delle tradizioni della famosa divisione che aveva sferrato l'assalto finale al Reichstag durante la battaglia di Berlino. La divisione, comandata dal generale Oleg Mitjaev, disponeva, oltre ai reparti di artiglieria, genio, logistica, di due reggimenti di fucilieri motorizzati e due reggimenti di carri armati. E' possibile che la dirigenza russa avesse deciso di impiegare a Mariupol' questa divisione, protagonista della lotta anti-nazista nella seconda guerra mondiale, per enfatizzare propagandisticamente il carattere di "guerra contro il nuovo nazismo", rappresentato dal Reggimento Azov, schierato proprio a difesa della città portuale di Mariupol'. L'8ª Armata delle guardie impegnava in azione anche alcuni reparti di miliazini del Donbass; in particolare parteciparono alle operazioni di accerchiamento e poi ai combattimenti dentro la città, il Battaglione di ricognizione autonomo delle guardie "Sparta", il Battaglione "Somalia" e l'11 Reggimento fucilieri motorizzato "Vostok". Infine, a partire dalla fase di scontri all'interno dell'abitato, a marzo 2022, entrarono in azione ad est della citta, lungo la costa del mar d'Azov, i soldati ceceni del 141° Reggimento motorizzato speciale "Achmat Kadyrov", appartenenti ufficialmente alla Rosgvardija russa.

Nel complesso l'alto comando russo impegnò nella battaglia di Mariupol' dodici gruppi tattici di battaglione con circa 12.000-14.000 soldati; di conseguenza le forze russe e filorusse non ebbero mai durante gli scontri la netta superiorità numerica ritenuta necessaria in caso di combattimenti offensivi in aree urbane, anche se disponevano di superiore potenza di fuoco, di un maggior numero di mezzi corazzati, veicoli blindati e pezzi d'artiglieria, e della quasi completa superiorità aerea. Le truppe russe e soprattutto le milizie del Donbass era armate ed equipaggiate ancora con armi e materiali in maggioranza di origine dall'esercito sovietico, solo in parte modernizzati in anni recenti.

Riguardo le responsabilità di comando superiore delle forze russe a Mariupol', formalmente le due armate inizialmente impegnate nella manovra offensiva dipendevano dal Distretto militare Meridionale guidato in quel periodo dal generale Aleksandr Dvornikov, che peraltro, secondo le fonti occidentali, avrebbe assunto nell'aprile 2022 il comando supremo di tutte le truppe impegnate contro l'Ucraina. Rimane anche non del tutto chiaro il ruolo assunto dal generale Michail Mizincev che, sempre secondo le fonti occidentali, avrebbe diretto la fase più cruenta della battaglia.

Tattiche russe e ucraine modifica

L'invasione del 24 febbraio modifica

Accerchiamento di Mariupol modifica

Il 26 febbraio i russi fecero rapidi progressi in utte le direzioni, mentre i sobborghi della città vennero colpita da attacchi aerei dal fuoco dell'artiglieria russa, causando alcune vittime civili a Sartana : le milizia del Donbass arrivarono ai villaggi di Pavropil e Prikuzij, a nord.est della città, circa sei chilometri dai sobborghi di Mariupol, mentre a ovest le avanguardie della 19 Divisione fucilieri motorizzata, marciando lungo la strada M.14, occupò l'aeroporto di Berdjansk, aggirò questa città e proseguì con mezzi meccanizzati ifno a Osipenko, 50 km dai quartieri occidentali di Mariupol. Nella giornata del 27 febbraio, mentre cessava la resistenza a Berdjansk, le turppe russe proseguirono lungo la M-14 in due direzione: fino al villaggio di Chervone Pole e piu a nord fino a Chernikivka. A nord le milizie del DOnbass raggiunsero invece Rybinske, a 5 km da Volnovacha e dalla fondamentale strada H-20 che conduceva ai sobborghi settentrionali di Mariupol.

L'avanzata convergente delle forze dell'esercito russo e delle milizie filorusse metteva in pericolo tutte le truppe ucraine schierate a difesa della regione di Mariupol, la 36 Brigata di fanteria di marina, un battaglione della 56 Brigata, la 12 Brigata territoriale e il reggimento Azov; nonostante le difficoltà tattiche, l'alto comando ucraino verosimilmente avrebbe ancora potuto organizzare la ritirata generale di queste unità verso nord-ovest, evacuando la città. Dal punto di vista operativo questa manovra avrebbe evitato l'accerchiamento e la probabile distruzione di queste preziose formazioni scelte. Sembra evidente tuttavia che la dirigenza politica ucraina non prese in considerazione queste valutazioni di strategia militare e preferì lasciare sul posto le truppe ucraine che rischiavano l'accerchiamento, per difendere ad oltranza Mariupol, simbolo della iniziale ribellione del Donbass e poi della riconquista vittoriosa dei nazionalisti del reggimento Azov. La tenace difesa ad ogni costo della città avrebbe dato modo ai dirigenti ucraini di esaltare propagandisticamente, soprattutto riguardo all'opinione pubblica occidentale, la resistenza e la determinazione eroica dei suoi soldati accerchiati; questa decisione però metteva gravemente a rischio l'incolumità e la vita della popolazione civile ancora bloccata a Mariupol, oltre 400.000 persone, esposta ai terribili pericoli di una battaglia urbana combattuta senza respiro dai soldati dei due eserciti anche con armamenti pesanti.

La battaglia "casa per casa" modifica

A partire dalla seconda settimana di marzo 2022 i russi hanno dato inizio all'attacco in forze contro le truppe ucraine schierate nell'area di Mariupol. Gli ucraini hanno organizzato una tenace difesa nei quartieri residenziali perifierici barricando i grandi edifici moderni di stile sovietico, prendendo posizione all'interno delle abitazioni e negli scantinati, sfruttando le aree aperte di cortili e giardini per impiegare le armi pesanti di artiglieria e carri armati[8]. I mezzi corazzati sono stati impiegati fin dall'inizio sia dai russi che dagli ucraini per battere con il fuoco i grandi vialoni principali e, soprattutto da parte russa, anche per colpire con fuoco diretto i grandi edifici dove erano presenti postazioni nemiche, senza mostrare grande preoccupazione per la sorte di eventuali civili ancora presenti nelle aree urbane.

L'attacco russo è stato condotto sia da ovest, dove erano schierate elementi della 19 Divisione fucilieri motorizzati della 58 Armata, sia da est, dove avanzavano lungo la costa reparti di miliziani della Repubblica del Doneck, sia da nord, dove scendevano i miliziani provenienti da Volnovacha ed elementi della 8 Armata della Guardia; l'offensiva principale si è sviluppata, lentamente e con notevole difficoltà a causa della strenua resistenza ucraina, lungo la direttrice da nord-ovest verso sud-est con l'obiettivo di sfondare direttamente in direzione del centro amministrativo della città e raggiungere la costa del mar d'Azov a est del porto commerciale, dividendo in questo modo in due parti le forze nemiche. Le forze russe, costituite da elementi della 150 Divisione fucilieri motorizzata, rinforzati da reparti delle milizie del Donbass e dalla 810 Brigata di fanteria di marina, hanno dovuto aprirsi la strada avanzando casa per casa rastrellando sistematicamente tutti gli edifici dopo una lotta lunga e sanguinosa per snidare i difensori ucraini, costituti principalmente dai soldati del reggimento Azov e dalla 36 Brigata di fanteria di marina, mentre i reparti della 12 brigata territoriale erano soprattutto schierati nel settore meno importante sud-occidentale.

Dopo combattimenti prolungati e difficili all'interno degli edifici, nei cortili e nei giardini, che hanno provocato enormi distruzioni alle abitazioni e numerose vittime civili, i russi gradualmente hanno guadagnato terreno raggiungendo, dopo aver sgomberato le aree periferiche e gli edifici di stile sovietico, il centro storico e amministrativo di Mariupol. Sono stati i soldati della fanteria di marina e i miliziani del Donbass che hanno dovuto combattere gli scontri più aspri e difficili, subendo forti perdite nei combattimenti a distanza ravvicinata con armi pesanti. Nell'ultima settimana di marzo finalmente i russi hanno attaccato e conquistato alcune importanti bastioni difensivi ucraini: i miliziani guidati dal battaglione Somalia, hanno raggiunto e occupato prima il quartier generale abbandonato del reggimento Azov, quindi, il 28 marzo, la sede amministrativa del distretto del quartiere kalmiuskij di Mariupol, proprio al centro della città.

Nei giorni seguenti le truppe russe hanno completato la manovra per frazionare il perimetro difensivo ucraino: il 2 aprile i russi hanno occupato il quartier generale dell'SBU a Mariupol quindi hanno progredito verso sud-ovest, hanno sgomberato gran parte del centro storico e interrotto i collegamenti tra il reggimento Azov, in ripiegamento verso Azovstal, e la fanteria di marina respinta verso l'area industriale orientale. In questa fase si sono manifestati i primi segni di cedimento in alcuni reparti ucraini. Mentre le forze russe iniziavano ad avanzare anche da sud-ovest in direzione del porto principale di Mariupol, altri reparti dall'area centrale della città sono avanzati in direzione di Azovstal occupando il ponte di collegamento tra l'area indutriale e l'area urbana. Nelle seconda settimana di aprile la situazione tattica delle forze ucraine è peggiorata ulteriormente: i russi hanno attaccato e occupato parzialmente il porto commerciale e militare; altri reparti hanno raggiunto il porto peschereccio completando la frantumazione irreversibile delle forze nemiche in tre sacche separate: mentre i soldati del reggimento Azov completarono il ripiegamento nell'area di Azovstal, la fanteria di marina ucraina è rimasta isolata nell'area industriale dei due impianti giganti "Ilic" e Azovmas, una terza sacca di resistenza, costituita principalmente tra truppe territoriali, rimase bloccata nel quartiere Primoske a nord del porto militare.

La tragedia umanitaria modifica

Resistenza ad Azovstal modifica

La resa finale modifica

Bilancio e conclusione modifica

Dopo la battaglia modifica

Bilancio e conseguenze modifica

Mariupol nella Repubblica di Doneck modifica

Note modifica

  1. ^ S. Ferreira, La bataille de Marioupol, chapitre 1, les forces ukrainiennes.
  2. ^ Hundreds of thousands face catastrophe in Mariupol, in The Economist, 21 marzo 2022. URL consultato il 21 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2022).
    «Ukrainian forces in Mariupol are vastly outnumbered, with 3,500 soldiers facing 14,000 invaders, around a tenth of the total estimated Russian force in the country.»
  3. ^ a b S. Ferreira, La bataille de Marioupol, chapitre 4, bilan et perspectives.
  4. ^ Secondo il governo ucraino: 21.000 civili morti; (EN) Russia-Ukraine war: 21,000 civilians killed, mayor of Mariupol estimates, in The Jerusalem Post, 13 aprile 2022. URL consultato il 14 luglio 2022.
  5. ^ Еще 785 украинских военных вышли с «Азовстали» и сдались в плен
  6. ^ L'acciaieria Azovstal di Mariupol, ultima fortezza del reggimento Azov, su Agi. URL consultato il 18 aprile 2022.
  7. ^ (EN) Ukraine: Mariupol Residents Trapped by Russian Assault, in ReliefWeb, 8 marzo 2022. URL consultato il 17 aprile 2022.
  8. ^ L. Steinmann, Il fronte russo, p. 179.