Zoom Video Communications

società di servizi di teleconferenza

Zoom Video Communications Inc. (o semplicemente Zoom) è una società di telecomunicazioni con sede a San Jose in California che fornisce servizi di videochiamata e chat online attraverso una piattaforma cloud-based con software peer-to-peer.

Zoom Video Communications, Inc.
Logo
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Sede dell'azienda
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forma societariaSocietà ad azionariato diffuso
ISIN2691700168
Fondazione21 aprile 2011 a San Jose
Fondata daEric Yuan
Sede principaleSan Jose
Persone chiaveEric Yuan
SettoreTelecomunicazioni
ProdottiVideoconferenza
Fatturato2,6 miliardi USD (2021)
Utile netto672 milioni USD (2021)
Dipendenti6787 (2022)
Sito webzoom.us

È utilizzato per teleconferenze, telelavoro, formazione a distanza e relazioni sociali.[1]

I primi anni dal lancio

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Zoom è stata fondata nel 2011 dall'ingegnere Eric Yuan, responsabile in Cisco Systems dell'unità di business WebEx, precedentemente vicepresidente dell'ingegneria per lo sviluppo di software di collaborazione [2] e laureatosi nell'ambito del programma esecutivo dell'Università di Stanford. David Berman, di WebEx e Ring Central, ne è diventato presidente nel novembre 2015.[3]

Il servizio è stato lanciato a gennaio 2013, e nel maggio 2013 contava già oltre un milione di utenti.[4] Durante il primo anno di attività, Zoom ha stretto collaborazioni con i fornitori di software B2B. La collaborazione con Redbooth (all'epoca noto come Teambox) ha fornito funzionalità di videoconferenza HD agli utenti di questa piattaforma. Poco dopo questa collaborazione, Zoom ha creato un programma chiamato "Works with Zoom", che ha stabilito collaborazioni con più fornitori di hardware e software come Logitech, Vaddio, e InFocus. Verso la fine dell'anno, Zoom è riuscita a integrare il proprio software in InterviewStream, una società che consente ai datori di lavoro di fare colloqui di lavoro a distanza e che ha ampliato la propria attività utilizzando i servizi di Zoom.

L'11 dicembre 2013, Centrify Corporation ha annunciato l'integrazione di Microsoft Active Directory, il controllo degli accessi e la compatibilità SSO (single sign-on) con l'applicazione Zoom. Dal 17 marzo 2014, Zoom, grazie alla sua partnership con Voxbone, ha aggiunto la possibilità per gli utenti di partecipare alle riunioni componendo un numero pubblico gratuito di rete telefonica. Il rilascio della versione 3.5 nel corso dell'anno ha poi aggiunto la condivisione dello schermo mobile ai dispositivi mobili iOS.

Nel giugno 2014, il numero degli utilizzatori di Zoom è cresciuto a 10 milioni. A febbraio 2015, il numero di chi utilizzava il prodotto principale di Zoom Video Communication, Zoom Meetings, ha raggiunto 40 milioni di persone, con 65.000 organizzazioni iscritte. Inoltre, la società ha superato 1 miliardo di minuti di riunioni totali durante tutta la sua attività.

Il 4 febbraio 2015, Zoom Video Communications ha ricevuto 30 milioni $ in finanziamenti di serie C.[5] I partecipanti a questo round di finanziamento includono Emergence Capital, Horizons Ventures (Li Ka-Shing), Qualcomm Ventures, Jerry Yang e Dr. Patrick Soon-Shiong.

Nello stesso anno, il 15 settembre, Zoom ha stretto una partnership con Salesforce per integrare le videoconferenze nella piattaforma CRM, consentendo ai venditori di avviare tali conferenze con i loro potenziali clienti senza uscire dall'applicazione. Poco dopo questa integrazione, il 3 novembre David Berman, ex presidente di RingCentral, è stato nominato presidente di Zoom Video Communications. Peter Gassner, fondatore e CEO di Veeva Systems, è entrato a far parte del consiglio di amministrazione di Zoom lo stesso giorno.

Nel febbraio 2016, Zoom ha aperto un nuovo ufficio a Denver, in Colorado. Secondo Yuan, CEO della società, la ragione interna era quella di sfruttare la "scena tecnologica in crescita" dello stato e la sua posizione centrale negli Stati Uniti. Più tardi nello stesso anno, la società ha assunto Bask Iyer, il CIO di VMware, come consulente aziendale.

Nel gennaio 2017, Zoom è entrato ufficialmente nel club delle Aziende Unicorn (ossia, aziende che hanno una valorizzazione superiore a 1 miliardo $) e ha attirato 100 milioni di dollari in finanziamenti di serie D da Sequoia Capital con una valutazione di miliardi di dollari. L'annuncio è stato rilasciato in concomitanza con il rilascio di Zoom 4.0.[6]

Secondo l'amministratore delegato Yuan, la società avrebbe investito questi fondi dov'era necessario lo sviluppo piuttosto che attraverso la pianificazione di un progetto. La ragione era dovuta al cash flow positivo dell'ultimo trimestre di Zoom.

Il 24 aprile 2017, il fornitore di comunicazioni video ha annunciato il rilascio del primo prodotto di telemedicina a distanza, che consente ai medici di visitare i loro pazienti attraverso le video chiamate. La soluzione, denominata Zoom for Telehealth, si integra con altre applicazioni sanitarie all'interno delle infrastrutture ospedaliere e fornisce una "sala d'attesa virtuale" per i pazienti. Inoltre, consente agli accordi di associazione commerciale firmati di mantenere la conformità HIPAA per gli adottanti.

Nel maggio 2017, Zoom ha annunciato una partnership con Polycom attraverso un nuovo prodotto chiamato Zoom Connector per Polycom.

Zoom Connector per Polycom ha integrato le videoconferenze di Zoom nei sistemi di conferenza di Polycom, abilitando funzioni come riunioni multiple su schermo e dispositivi, condivisione di schermi HD e wireless e integrazione del calendario con Outlook, Google Calendar e iCalendar.

Nell'agosto 2017, Marketwired ha pubblicato un comunicato stampa in cui vengono indicati i nuovi record di crescita segnati dall'azienda. I punti salienti includevano:

  • hosting di oltre 20 miliardi di verbali delle riunioni annuali (rispetto ai 6,9 miliardi dell'anno precedente);
  • apertura di uffici all'estero a Sydney e nel Regno Unito;
  • aumento sia del fatturato annuo del 150% sia della base clienti del 100%;
  • partnership e ottimizzazione delle integrazioni con Polycom, Crestron e Cisco;
  • introduzione di nuove funzionalità e miglioramenti alla piattaforma, tra cui Zoom Rooms Scheduling Display e Zoom for Telehealth.

Zoom è stato inoltre classificato 18° nella lista Forbes Cloud 100 e ha ottenuto un voto pari a 4.8/5 su Gartner Peer Insights.[7]

A settembre 2017, Zoom ha ospitato Zoomtopia 2017, la prima conferenza annuale per gli utenti di Zoom. Qui si annunciavano una serie di nuovi prodotti e partnership, tra cui: l'accordo di Zoom con Meta per integrare Zoom con realtà aumentata, l'integrazione con Slack e Workplace da parte di Facebook e la progettazione di uno strumento in grado di convertire un discorso parlato in un testo scritto, con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

Nell'ottobre 2017, Zoom ha annunciato che Jonathan Chadwick era entrato a far parte del Consiglio di amministrazione della società come presidente del comitato di revisione contabile per supervisionare l'informativa finanziaria e l'informativa.[8]

L'8 novembre 2017, Zoom ha annunciato che Kelly Steckelberg, ex CEO di Zoosk e CFO della divisione WebEx di Cisco, era entrata a far parte di Zoom come nuovo Chief Financial Officer (CFO).[9]

Nel 2018, Zoom è stato classificato 3° nella lista Forbes Cloud 100.[10]

La Società viene quotata in Borsa

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A marzo 2019, Zoom ha presentato la richiesta per essere quotata nel NASDAQ e il 18 aprile 2019 la società ha fatto il suo debutto a Wall Street, con un incremento superiore al 72% rispetto all'offerta pubblica iniziale, pari a 36 dollari per azione. La società era valutata a poco meno di 16 miliardi di dollari alla fine della sua IPO.

All'inizio del 2020, l'uso di Zoom è aumentato in maniera esponenziale, in quanto diverse scuole e aziende hanno iniziato a utilizzare la piattaforma per compiere didattica e attività a distanza, in risposta alla chiusura di scuole e uffici per la nuova pandemia di COVID-19. Il 16 ottobre 2020 il titolo è arrivato a quotare 559 dollari partendo dai 90 dollari nel febbraio dello stesso anno.

In vari paesi la società ha offerto gratuitamente i suoi servizi alle scuole.

Descrizione dei servizi

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Inizialmente Zoom presentava la possibilità di ospitare conferenze con un massimo di 15 partecipanti video. La versione rilasciata il 25 gennaio 2013 ha migliorato il prodotto, arrivando a contenere fino a 25 partecipanti video per tutte le riunioni. La versione 2.5 del software, rilasciata ad ottobre 2015, ha ulteriormente ampliato l'offerta, arrivando al limite di 100 partecipanti video in una conferenza. Da allora la società ha migliorato il proprio sistema fino ad includere riunioni con un massimo di 1000 partecipanti video per clienti aziendali.

Zoom si basa sulla crittografia lato client utilizzando l'algoritmo Advanced Encryption Standard 256-bit (AES 256) per il contenuto della presentazione.

Tra il 2015 e la metà del 2016 Zoom Video Communications ha annunciato il supporto nativo per Skype for Business e l'integrazione con Slack.

Sicurezza

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Nel novembre 2018 è stata scoperta una vulnerabilità nella sicurezza della piattaforma (CVE-2018-15715) per via della quale un utente malintenzionato e non autenticato poteva falsificare i messaggi UDP utilizzando l'account di un partecipante alla riunione, o direttamente dal server Zoom, al fine d'invocare la funzionalità nel client di destinazione. Tale falla avrebbe potuto consentire ai possibili hacker di rimuovere i partecipanti dalle riunioni, falsificare i messaggi dagli utenti o dirottare schermate condivise.

Nel luglio 2019 il ricercatore di sicurezza Jonathan Leitschuh ha rivelato una vulnerabilità zero-day, che avrebbe potuto consentire a qualsiasi sito Web di aggiungere un utente macOS a una chiamata Zoom, attivandogli la telecamera senza alcun permesso.[11] In tal caso, i tentativi di disinstallare il client Zoom su macOS avrebbero richiesto al software di reinstallare automaticamente in background, utilizzando un server Web nascosto che veniva integrato durante la prima installazione e rimaneva attivo anche dopo i tentativi di rimuovere il client.

Dopo le numerose critiche pubbliche, Zoom ha aggiornato il software per rimuovere la vulnerabilità e il server Web nascosto, garantendo finalmente la possibilità di procedere con la disinstallazione completa.[12]

Nel maggio del 2020, sono stati corretti diversi bug e falle nella vulnerabilità che mettevano a rischio privacy e sicurezza degli utenti, con l'adozione di un nuovo e più robusto sistema di crittografia dei dati basato su chiavi AES-ECB a 128 bit.[13][14]

Certificazioni e conformità[15]

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  • FedRAMP
  • HIPAA
  • PIPEDA & PHIPA
  • GDPR
  1. ^ (EN) David S. Maldow, Zoom's Full Featured UME Videoconferencing Platform Exceeds Expectations, su telepresenceoptions.com, 27 gennaio 2013. URL consultato il 3 aprile 2020 (archiviato dall'url originale l'8 settembre 2019).
  2. ^ L’incredibile storia del fondatore di Zoom, su Forbes Italia, 10 aprile 2020. URL consultato il 28 giugno 2022.
  3. ^ (EN) Forbes, su forbes.com.
  4. ^ (EN) Robbie Pleasant, Zoom Video Communications Reaches 1 Million Participants, su tmcnet.com, 23 maggio 2013. URL consultato il 3 aprile 2020.
  5. ^ Con "finanziamenti di serie C" si intendono investimenti esterni volti alla scalabilità della start-up. Si concedono solitamente a società innovative già avviate e ben salde, con l'obiettivo di allargarne la vastità di prodotti o i mercati di riferimento. [1]
  6. ^ Unicorni, tutte le startup che nel 2017 hanno superato 1 miliardo di valore, su Economyup, 27 luglio 2017. URL consultato il 17 agosto 2022.
  7. ^ (EN) Forbes Includes Zoom In First Ever Cloud 100 List, su Zoom Blog, 7 settembre 2016. URL consultato il 17 agosto 2022.
  8. ^ Blog Zoom, su blog.zoom.us.
  9. ^ (EN) Zoom Video Communications Inc, Zoom Appoints Kelly Steckelberg as Chief Financial Officer, su GlobeNewswire News Room, 8 novembre 2017. URL consultato il 28 giugno 2022.
  10. ^ (EN) Forbes, su forbes.com.
  11. ^ Grave falla nella app di videoconferenza Zoom per Mac, su Tom's Hardware. URL consultato il 17 agosto 2022.
  12. ^ (EN) Tim Anderson, Anyone for unintended ChatRoulette? Zoom installs hidden Mac web server..., su theregister.co.uk, 9 luglio 2019. URL consultato il 3 aprile 2020.
  13. ^ Nicola Bernardi, Cosa ha fatto Zoom per migliorare la privacy dei suoi utenti, su forbes.it, 1º giugno 2020. URL consultato il 4 aprile 2021.
  14. ^ SerHack, Il mito della privacy e della crittografia end-to-end in Zoom, su SerHack – Security Research, 2 aprile 2020. URL consultato il 13 settembre 2022.
  15. ^ Conformità degli aspetti legali, su Zoom. URL consultato il 17 agosto 2022.

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