È tornato carnevale

film del 1937 diretto da Raffaello Matarazzo

È tornato carnevale è un film del 1937 diretto da Raffaello Matarazzo, che, come per diverse altre pellicole dirette dal regista romano negli anni trenta, è oggi considerato perduto[2].

È tornato Carnevale
film perduto
Una scena del film in cui compaiono gli attori Armando Falconi ed Hilda Springher
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1937
Durata87 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia
RegiaRaffaello Matarazzo
Soggettodalla commedia omonima di Guido Cantini
SceneggiaturaAldo De Benedetti, Aldo Vergano[1]
Casa di produzioneTiberia Films
Distribuzione in italianoS. A. Grandi Film
FotografiaMassimo Terzano
MontaggioMarcello Caccialupi
MusicheFelice Montagnini
ScenografiaGastone Medin
Interpreti e personaggi

Trama modifica

Una vecchia fiamma del duca di Fogliaverde, soprannominato “Carnevale” per i suoi modi allegri, gli affida in punto di morte la figlia Kay, ritenendo che egli sia ancora benestante. Nella realtà invece il duca, brillante quanto imprevidente membro dell'aristocrazia napoletana, è ormai in miseria a causa di una vita dedita ai piaceri ed alle avventure galanti ed il nuovo arrivo lo mette in difficoltà.

 
Armando Falconi come apparve nel film nei panni dell'eccentrico duca di Fogliaverde

La ragazza, resasi conto della situazione non si perde però d'animo e, con fare sicuro ed energico, induce il duca a lavorare come rappresentante di una marca di automobili. Questa nuova attività permette al nobile di riavere delle sostanze che, però, torna nuovamente a dissipare in feste e corteggiamenti.

Ma ancora una volta la giovane lo salva, inducendolo con un abile stratagemma a lavorare con profitto. Nel frattempo anche lei riesce a coronare i suoi progetti sposando Fausto, un giovane ed affermato pittore che il duca, con la consueta generosità, aveva aiutato prima di cadere in povertà.

 
Una scena di È tornato Carnevale in cui recitano la soubrette austriaca Clara Tabody ed un giovane Mario Pisu, qui in uno dei suoi primi film

Produzione modifica

Il film era la trasposizione cinematografica di una commedia scritta da Guido Cantini che, in occasione dell'uscita del film illustrò la genesi del suo testo teatrale, scritto nel 1930 appositamente per le doti teatrali di Falconi, dopo che vi era stato sollecitato dello stesso attore durante un loro incontro a Viareggio.[3].

Il successo ottenuto in teatro indusse a trasferire l'opera sullo schermo ed in tale occasione si riformò quella stessa coppia che, quattro anni prima aveva dato inizio alla carriera registica di Matarazzo: al suo fianco ritornò infatti, con incarichi di produzione, quel Gastone Bosio, già suo collega dapprima nella redazione del quotidiano Il Tevere, e poi quale produttore del primo lungometraggio del regista romano, Treno popolare, lodato dalla critica, ma fischiato dal pubblico.

È tornato Carnevale riportò Matarazzo al genere commedia, dopo tre film consecutivi di genere giallo con fantasiose ambientazioni "esotiche". Protagonista centrale della pellicola - come già a teatro - fu Armando Falconi che aveva appena finito di interpretare con Matarazzo il bonario gangster di Joe il rosso. Accanto a lui lavorarono due attrici straniere di cui si sa poco: la soubrette Clara Tabody , di origine austro ungherese, sino ad allora attiva nella rivista e qui al suo primo film[4], e la tedesca Hilda Springher, che era già apparsa saltuariamente in alcune pellicole a doppia versione italiana e tedesca, come La provincialina di Ferruccio Biancini e Carl Boese del 1934. Al loro fianco un giovane (26 anni) Mario Pisu in uno dei suoi primi ruoli da protagonista.

Il film fu prodotto negli ultimi mesi del 1936 con esterni girati in Roma e nel Golfo di Napoli mentre gli interni furono realizzati negli stabilimenti romani della Cines[5]. Iniziò poi a circolare nelle sale cinematografiche a partire dal gennaio 1937[6].

Accoglienza modifica

Le critiche furono a suo tempo moderatamente positive, pur mettendo in risalto l'eccessiva dipendenza della pellicola dal testo teatrale. «Il film è grazioso - scrisse il Corriere della Sera- e Matarazzo lo ha diretto benissimo [ma) con una sceneggiatura assolutamente teatrale, priva della elasticità e dell'inventiva che il cinematografo consente, anzi esige[7]».

La Rivista del Cinematografo, che aveva pesantemente criticato i precedenti lavori gialli del regista romano, apprezzò invece questo per la «sottile vena umana, piena di dolcezza bonaria, che pervade il film in più di un punto. Matarazzo, che delinea così bene i caratteri attraverso l'impeccabile recitazione, ha vivificato la bella commedia con episodi gustosissimi[8]».

Successivamente, anche tra quanti presero in esame, in vario modo, la filmografia di Matarazzo, È tornato Carnevale non ricevette, sia per la natura dell'opera che per la sua irreperibilità, particolare attenzione. La stessa Prudenzi, nell'ampia monografia dedicata al regista, limita a poche righe il commento a questo film.

Note modifica

  1. ^ L'accreditamento di Vergano quale co-sceneggiatore non è riportato da Savio, mentre lo è da Prudenzi, nelle rispettive opere citate in bibliografia.
  2. ^ Prudenzi, cit. in bibliografia, p.25.
  3. ^ Lo schermo, n.12, dicembre 1936.
  4. ^ Informazioni sulle origini della Tabody in Marco Ramerti, Illustrazione italiana, n. 4 del 24 gennaio 1937.
  5. ^ La Stampa, 21 ottobre e 21 dicembre 1936.
  6. ^ Scenario, gennaio 1937.
  7. ^ f.s. (Filippo Sacchi), Corriere della Sera del 17 gennaio 1937.
  8. ^ Commento, non firmato, gennaio 1937.

Bibliografia modifica

  • Roberto Chiti ed Enrico Lancia, Dizionario del Cinema Italiano – volume I (1930-1944), Roma, Gremese, 1991, ISBN 88-7605-596-7
  • Angela Prudenzi, Matarazzo, Firenze, Il castoro cinema - La Nuova Italia, 1990, ISBN non esistente
  • Francesco Savio, Ma l'amore no. realismo, formalismo, propaganda e telefoni bianchi nel cinema italiano di regime (1930-1943), Milano, Sonzogno, 1975 ISBN non esistente

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema