Acquaformosa

comune italiano

Acquaformosa (Firmoza in arbëreshë[4]) è un comune italiano di 967 abitanti della provincia di Cosenza in Calabria.

Acquaformosa
comune
Acquaformosa – Stemma
Acquaformosa – Bandiera
Acquaformosa – Veduta
Acquaformosa – Veduta
Chiesa di San Giovanni Battista
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Calabria
Provincia Cosenza
Amministrazione
SindacoAnnalisa Milione (lista civica "Insieme") dal 10-06-2024
Territorio
Coordinate39°43′N 16°06′E
Altitudine756 m s.l.m.
Superficie22,71 km²
Abitanti967[1] (30-06-2024)
Densità42,58 ab./km²
Comuni confinantiAltomonte, Lungro, San Donato di Ninea
Altre informazioni
Cod. postale87010
Prefisso0981
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT078001
Cod. catastaleA033
TargaCS
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 314 GG[3]
Nome abitantiacquaformositani(IT)
firmozjotë(AAE)
Patronosan Giovanni Battista
Giorno festivo29 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Acquaformosa
Acquaformosa
Acquaformosa – Mappa
Acquaformosa – Mappa
Posizione del comune di Acquaformosa all'interno della provincia di Cosenza
Sito istituzionale

Geografia fisica

modifica

Il paese è collocato ad un'altitudine di 756 metri s.l.m. Il territorio è posto nell'alto bacino del fiume Esaro e fa parte del Parco nazionale del Pollino.

Le origini storiche di Acquaformosa risalgono al 1140, allorché il Conte Ogerio (o Ruggero) e sua moglie Basilia, Signori di Brahalla (l’odierna Altomonte) dal 1140 al 1197, donarono ai monaci cistercensi dell’abbazia di Santa Maria della Sambucina di Luzzi la chiesa di Santa Maria di San Leucio e delle vaste tenute dove avrebbero potuto edificare un monastero ed un casale nelle sue vicinanze, verso di cui esercitare la giurisdizione civile e criminale come feudatario.[5] La data della fondazione del abbazia di Santa Maria di San Leucio non è certa. Essa oscilla tra il 1195 ed il 1197, durante l’episcopato di Luca Campano, arcivescovo di Cosenza.[6]

Intorno all'abbazia nacque una piccola comunità di contadini al servizio dell'abbazia stessa. In poco tempo l'abbazia di Santa Maria di San Leucio ebbe tante donazioni che ben presto raggiunse una notevole prosperità. Nei registri di Carlo II d’Angiò del 1278 e del 1302 risulta il Casale abbandonato di Calatro (o Galatro) tra i possedimenti dell'abbazia e le sue proprietà si estesero fino ai confini con Viggianello, dalla valle del Lao a quella del Sinni fino al mare Tirreno con l'isola di Dino. Poi, dopo un periodo florido, l'abbazia di Santa Maria di San Leucio subì un lento ma inesorabile declino.[7][8]

Alla morte dell'abate Francesco di Carraria, l'abbazia di Santa Maria di San Leucio fu concessa in commenda al chierico Carlo de Cioffis, che ne fu provvisto con bolla pontificia il 3 aprile 1490.[9] Nel 1501, i rappresentanti dei coloni arrivati dai Balcani si presentano dal commendatario Carlo de Cioffis al quale chiesero di stabilirsi nel territorio o nelle vicinanze dell'abbazia.[10] Venne firmato un accordo di 26 punti tra l'abate Carlo de Cioffis e gli albanesi stabilendo l’edificazione del Casale in contrada "Arioso" dietro precise e ben determinate condizioni. Nacque così il Casale di Acquaformosa.[8] Dal censimento del 1501 si evince che la popolazione consisteva in 22 fuochi (famiglie).[11]

Successivamente Acquaformosa entrò a fare parte dei domini dei Sanseverino, Principi di Bisignano. Nel 1564, Erina Castriota, madre e tutrice del principe Nicolò Berardino Sanseverino, vendette per 150 ducati a Ottavio Papaleo di San Pietro in Galatina la giurisdizione criminale e il casalinaggio di Acquaformosa.[12]

Incidente aereo di Santa Maria del Monte

modifica

Il 25 marzo 1982 il Fiat G.91 appartenente al 32º Stormo e pilotato dal ventiquattrenne tenente Giovanni Pinto si schiantò sui monti tra Acquaformosa e Lungro, vicino al santuario di Santa Maria del Monte. Un pastore fu testimone della tragedia descrivendo una "fiammata in cielo" ma solo il giorno dopo, salendo sui monti a pascolare il gregge, trovò i resti del velivolo. Tra le ipotesi dell'incidente la più accreditata è la presenza di fitti banchi di nebbia. In suo ricordo è stato eretto un trullo nella località dello schianto.

Simboli

modifica

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 19 gennaio 1960.[13] Lo stemma si presenta d'argento, a due fasce ondate di azzurro; al capo di rosso, caricato dell'aquila bicipite di nero, sormontata dall'elmo di Scanderbeg d'oro. Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di rosso, riccamente ornato di ricami d'argento.

Monumenti e luoghi d'interesse

modifica

Architetture religiose

modifica
  • Chiesa di San Giovanni Battista, costruita dagli albanesi all'incirca nel 1500[14]. Evidenti gli elementi dell'architettura romanica. Importanti e imponenti i mosaici della chiesa[14] ad opera dell'artista locale Biagio Capparelli.
  • Santuario di Santa Maria del Monte, posto a 1426 m s.l.m., è annualmente meta di tanti pellegrini e fedeli che nell'ultima domenica di luglio, accorrono per partecipare alla festa.

Società

modifica

Evoluzione demografica

modifica

Abitanti censiti[15]

Cultura

modifica

Il comune fa parte della minoranza etno-linguistica albanese d'Italia (arbëreshë), presente in tutto il territorio dell'Italia meridionale. La popolazione ne custodisce gli usi, i costumi e le tradizioni e conserva la lingua e il rito bizantino, soggetto alla giurisdizione ecclesiale dell'eparchia di Lungro.

Tradizioni e folclore

modifica

I costumi, le tradizioni, il rito e la lingua sono una ricchezza che gli abitanti di Acquaformosa hanno mantenuto inalterati nel tempo. Di generazione in generazione i giovani del paese, si sono impegnati alla fondazione di gruppi folcloristici per salvaguardate e trasmettere le tradizioni.

Tra le più importanti manifestazioni religiose si ricordano: la festa di Santa Maria del Monte, ultima domenica di luglio; la festa di San Giovanni Battista, 29 agosto; durante il periodo di Carnevale si celebrano le "Vallje", ballo con canti inneggianti alla vittoria di Giorgio Castriota Scanderbeg sui turchi, e nel primo venerdì di marzo, i ragazzi in gruppo, suonando dei campanacci, beffeggiando la gente del paese evidenziandone pregi e difetti. La festa più importante è quella di Pasqua, nel giorno di quaresima si intonano le "Kalimere'", cantilene drammatizzate che rievocano la Passione di Cristo; e nella solenne Pasqua (Pashkët) viene annunciata dalle note del canto sacro in lingua greca "Kristos Anesti", che significa Cristo è risorto, intonato in coro per le chiese e le strade del paese. Le feste religiose quindi, con il solenne e suggestivo rito bizantino, hanno un sapore particolare. La festa della Madonna del Monte (Festa e Shën Mërisë së Malit) si svolge la prima e l'ultima domenica di luglio con pellegrinaggio della parrocchia di Acquaformosa, Lungro, Firmo e altri paesi albanesi circostanti, con canti, danze e le donne vestite nei tradizionali costumi albanesi. L'ultima domenica di maggio si festeggia la Madonna della Misericordia. È consuetudine durante l'Epifania (ujët të pagëzuam) la benedizione dell'acqua nella Fontana Vecchia (Kroj Pjak).

Costume

modifica

Acquaformosa conserva l'abito arbëreshë, nelle sue tradizionali differenze per l'uso e l'evento. Le varie tipologie dei costumi sono: costume di mezzafesta con gonna "kamizolla" e scialle intorniato da gallone dorato; costume "kandusha" della ragazza in attesa di marito; costume di lutto; costume ragazza da marito; e costume nuziale con il diadema nuziale, keza, il gallone, galuni, che circondano le spalle.

Di grande connotazione, Acquaformosa ha avuto sempre un certo impatto per quanto riguarda la musica, soprattutto nel Festival delle migrazioni che si svolge ogni anno a fine agosto. Tanti artisti di calibro Sud Sound System, Banco del Mutuo Soccorso, Roberto Vecchioni, Eugenio Finardi, Baba Sissoko, sempre restando in tema emigrazione, e tanti altri hanno arricchito un patrimonio musicale in una realtà piccola ma aperta.

Amministrazione

modifica
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
10 Giugno 2024 in carica Annalisa Milione lista civica Lista n. 1 “Insieme per Acquaformosa” Sindaco

Gemellaggi

modifica

Curiosità

modifica

Non per una credenza popolare, il 24 giugno è la festa della nascita di San Giovanni Battista, ma per gli eventi è previsto solitamente il giorno prima della decapitazione, ovvero il 28 agosto.

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 6, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Giovanni Giuseppe Capparelli, 2001, p. 43.
  6. ^ Gianfranco Castiglia, 2020, p. 40.
  7. ^ Zangari, 1941, p. 83.
  8. ^ a b Demetrio Emanuele, 1980, p. 13.
  9. ^ Archivio Storico Municipale di Napoli, Archivio della Real Casa Santa dell'Annunziata, G. B. D'Addosio, Sommario delle Pergamene, Diplomi regi, nº 124 del 1490.
  10. ^ Domenico De Marchis, Capitolazione.
  11. ^ Sarro, 2019, p. 44.
  12. ^ Zangari, 1941, p. 84.
  13. ^ Acquaformosa, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 2 luglio 2023.
  14. ^ a b Viaggio nel cuore dell’Arbëria calabrese • Meraviglie di Calabria, su www.meravigliedicalabria.it, 22 gennaio 2024. URL consultato il 23 gennaio 2024.
  15. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia

modifica
  • Giovanni Giuseppe Capparelli, Acquaformosa - origini storiche e religiose di una comunità italo-albanese, Cosenza, Orizzonti Meridionali, 2001.
  • Gianfranco Castiglia, Monaci, feudatari e popolazione della Calabria settentrionale in due fonti diplomatiche di età sveva in: Apollinea, Novembre-Dicembre 2020, Castrovillari, Il Coscile.
  • Demetrio Emanuele, Katundy Ynë - Itinerari Arbëreshë, Cosenza, C. Biondi, 1980.
  • Sandra Genoese, Gerda Homeyer, Il contributo di Rupprecht Rohr alla conoscenza della lingua albanese di Acquaformosa, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore Srl, 2002.
  • Italo Sarro, Albanesi in Italia, percorsi migratori (secc. XV-XVIII), Nardò, Besa Editrice, 2019, ISBN 884971002X.
  • Domenico Zangari, Le colonie italo albanesi di Calabria - Storia e demografia, Napoli, Caselli, 1941.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
Controllo di autoritàVIAF (EN128039723 · LCCN (ENn2003039629 · GND (DE4603756-1 · J9U (ENHE987007484864605171
  Portale Calabria: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Calabria