Rito bizantino

rito liturgico orientale

Il rito bizantino, detto talvolta rito costantinopolitano e conosciuto in Occidente più in passato con il nome di rito greco per la lingua adottata (oggi nelle diverse lingue nazionali, già uniformemente nella koinè greca fino al XVIII secolo), è il rito liturgico utilizzato dalle Chiese ortodosse e da alcune chiese sui iuris di tradizione orientale all'interno della Chiesa cattolica.

Liturgicon del 1795, esposto al Museo della Storia della Religione di Leopoli. Il libro, scritto in antico slavo ecclesiastico è aperto all'inizio della Divina Liturgia di San Basilio Magno.

Talvolta è chiamato "rito ortodosso", perché usato dalle Chiese ortodosse, ma tale denominazione non è corretta, poiché esso è rito proprio anche di numerose diocesi cattoliche (in particolare in Europa orientale e nel Medio Oriente). Tale rito ha avuto come centro di irradiazione la città di Costantinopoli (l'odierna Istanbul). Gli ortodossi, soprattutto nel passato particolarmente avversi e ostili verso i "greco-cattolici", denominarono questi "uniati", termine dispregiativo ed errato certamente per le comunità precedenti al Grande Scisma delle Chiese (1054) e altre legittimamente riunite in un'unica Chiesa col Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze (1431 – 1445).

In Italia il rito bizantino è storicamente praticato dalla Chiesa cattolica italo-albanese, organizzata nelle eparchie di Lungro, di Piana degli Albanesi e nell'Abbazia di Grottaferrata, comprendente i discendenti degli esuli albanesi (arbëreshët) che dal XV secolo si rifugiarono nel meridione d'Italia e i monaci del monastero basiliano provenienti maggiormente dalle suddette comunità.

La variante slava orientale del rito bizantino è tradizionalmente conosciuta come rito ruteno.[1]

Differenze rispetto al rito latino modifica

I sacramenti modifica

Nel rito bizantino i sacramenti principali dell'iniziazione alla vita cristiana (battesimo, comunione e cresima) vengono celebrati insieme, nel momento del battesimo. Il battesimo si fa per immersione o per aspersione (l'acqua deve scorrere prima sulla testa e poi sul resto del corpo del bambino).

Nel matrimonio bizantino è previsto il rituale dell'"incoronazione degli sposi". Il sacerdote pone davanti all'altare un tavolo; il rito segue con la coppia che bacia il Vangelo e la Santa Croce e poi gira tre volte attorno al tavolo insieme al celebrante.

L'edificio della chiesa modifica

Generalmente le chiese di rito bizantino (cattoliche o ortodosse), anche quelle recenti, presentano affreschi in stile sulle pareti, che illustrano la vita dei santi o scene della vita di Gesù.

Davanti all'altare, pienamente visibile dall'assemblea, è posto un "muro" generalmente in legno sul quale sono poste icone dei santi. Essa è l'iconostasi, che usualmente tutte le chiese bizantine posseggono. Lo spazio davanti all'iconostasi (riservato ai fedeli) è detto navata, quello dietro l'iconostasi (riservato ai celebranti) è detto santuario: l'altare è collocato all'interno di quest'ultimo. Le aperture nell'iconostasi, che mettono in comunicazione il santuario con la navata, sono in numero di tre, simmetricamente disposte, solo la centrale più grande è detta Porta Regale, dalla quale passa solo il sacerdote durante le funzioni.

La Santa Messa modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Divina Liturgia.

La celebrazione liturgica comincia sempre con una preghiera allo Spirito Santo.

La messa domenicale viene celebrata in modo solenne, con molte parti cantate, ad accompagnare, sottolineare o intervallare le diverse fasi della liturgia. Anche la liturgia della parola è cantata. La durata del rito è di circa due ore. Al termine della celebrazione, la comunità rimane in chiesa per ricevere l'unzione e la benedizione per una buona settimana.

La tradizione bizantina di entrambe le chiese, cattolica e ortodossa, conosce tre forme di divina liturgia (così è chiamata la liturgia dell'eucaristia): quella di san Basilio, quella di san Giovanni Crisostomo e quella dei Presantificati.

Per l'eucaristia il rito bizantino non usa pane azzimo, cioè senza lievito (come le ostie e le particole della tradizione latina), bensì il pane lievitato. Inoltre, il pane usato per la celebrazione (detto in greco pròsphora, cioè "offerta") viene predisposto poco prima della celebrazione eucaristica vera e propria, durante il rito della Pròthesis, cioè "Preparazione", secondo un complesso simbolismo. La comunione si fa abitualmente sotto le due specie eucaristiche, il pane e il vino. Per questo la comunione si riceve solo in bocca e non c'è la possibilità di riceverla in mano. I bambini più piccoli, che hanno ricevuto tutti i sacramenti, possono ricevere la comunione, anche con l'aiuto di un cucchiaino.

Il rito bizantino nella Chiesa ortodossa modifica

Seguono il rito bizantino le seguenti Chiese ortodosse:

Patriarcati dell'antica pentarchia
Patriarcati moderni
Chiese nazionali autocefale
Chiese autonome

Il rito bizantino nella Chiesa cattolica modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese cattoliche di rito orientale.

Esistono tredici Chiese cattoliche sui iuris di rito bizantino:

Inoltre, il rito bizantino è utilizzato anche da comunità greco-cattoliche non costituite in Chiese sui iuris, ma che fanno capo a ordinari di altri riti, definiti per ogni singolo caso dalla Santa Sede: ad esempio i cattolici di rito bizantino-slavo in Polonia, i greco-cattolici albanesi o i fedeli appartenenti all'ordinariato di Francia o all'ordinariato del Brasile.

Note modifica

  1. ^ Shipman (1912), pp. 276-277.

Bibliografia modifica

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