Agonia sui ghiacci

film del 1920 diretto da David Griffith

Agonia sui ghiacci (Way Down East) è un film muto del 1920 diretto da David Wark Griffith con Lillian Gish, versione più nota di quattro adattamenti cinematografici di un melodramma di grande successo di fine Ottocento: Way Down East, scritto da Lottie Blair Parker (con la revisione di Joseph R. Grismer) e prodotto da William A. Brady e Florenz Ziegfeld, restò in cartellone a Broadway dal febbraio al giugno 1898 con protagonista Phoebe Davies nel ruolo di Anna[1].

Agonia sui ghiacci
Titolo originaleWay Down East
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1920
Durata145 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,33:1
film muto
Generedrammatico
RegiaDavid Wark Griffith
Soggettodal lavoro teatrale Way Down East di Lottie Blair Parker
SceneggiaturaAnthony Paul Kelly
David Wark Griffith (non accreditato)
ProduttoreDavid Wark Griffith (non accreditato)
Casa di produzioneD.W. Griffith Productions
FotografiaG.W. Bitzer, Charles Downs, Hendrik Sartov (non accreditati)
MontaggioJames Smith, Rose Smith (non accreditati)
MusicheWilliam Frederick Peters, Louis Silvers (non accreditati)
ScenografiaClifford Pember, Charles O. Seessel (non accreditati)
CostumiLady Duff Gordon, Henri Bendel, O'Kane Cornwell, Otto Kahn (non accreditati)
Interpreti e personaggi

Vi erano due versioni mute precedenti (Way Down East di Sidney Olcott del 1908, Way Down East del 1914) e una sonora, Cuori incatenati del 1935, con Henry Fonda. La versione di Griffith è soprattutto ricordata per la sua emozionante scena madre in cui il personaggio di Lillian Gish viene salvato dalla morte in un fiume gelato.

Fu il film col maggiore incasso nell'anno 1920.

I ricchi, rappresentati dal bell'uomo di città Lennox, sono incredibilmente egoisti e pensano solo al piacere personale. Anna è una povera ragazza di campagna che Lennox inganna con un falso matrimonio. Quando resta incinta, lui la lascia. Così partorisce sola e chiama il bambino Trust Lennox. Quando il bambino muore, la ragazza vaga finché non trova lavoro con padron Squire Bartlett. David, il figlio di Bartlett, si invaghisce di lei, ma lei lo rifiuta memore dell'esperienza passata. In seguito appare Lennox che corteggia un'altra ragazza del luogo, Kate. Vedendo Anna, cerca di allontanarla, ma lei rifiuta di andarsene, anche se promette di non dire nulla sul passato dell'uomo. Infine, Squire Bartlett viene a sapere del passato di Anna da Martha, la pettegola della città. In collera, caccia Anna di casa mentre infuria una tempesta di neve. Prima di andarsene, la fanciulla identifica il rispettabile Lennox come il suo seduttore e il padre del bambino morto. Anna si perde nella bufera mentre David la cerca con un gruppo di persone. Nella famosa scena madre, Anna galleggia su un fiume ghiacciato verso una cascata, finché viene salvata all'ultimo momento da David che, nella scena finale, la sposa. Si narrano anche gli amori e i matrimoni di alcuni dei picareschi personaggi che abitano il villaggio.

Produzione

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Griffith acquistò i diritti della storia del film, che era originariamente un'opera teatrale di Lottie Blair Parker. L'attrice gallese Phoebe Davies veniva identificata con l'opera dal 1897, avendo recitato in essa più di 4000 volte fino al 1905, rendendola uno degli spettacoli più famosi degli Stati Uniti. La Davies morì nel 1912, ma aveva portato il dramma in giro per ben oltre dieci anni. L'opera era ritenuta datata al tempo della sua realizzazione cinematografica nel 1920. Si trattava di una storia fuori moda impregnata di ideali ottocenteschi e vittoriani.

Distribuzione

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Malgrado sia stato il film più dispendioso di Griffith, costato 175000 $ in più de La nascita di una nazione nel 1915, è stato anche uno dei più fortunati in ambito commerciale. Agonia sui ghiacci è il quarto più grande film muto nella storia del cinema, avendo incassato più di 5.000.000 di dollari al botteghino nel 1920.

Critica

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Quando il film fu proiettato a Washington DC, il critico cinematografico Mark Adamo scrisse nella sua recensione:

«Ciò che sorprende del film non è il fatto che le traballanti convenzioni del melodramma di fine ‘800 permeano ogni fotogramma. Quello che colpisce è la recitazione buffa e intuitiva della Gish, in particolare nella parte centrale del film in cui nasconde il figlio illegittimo, trascendendo tempo, spazio e tecnologia. Ugualmente sorprendente è il montaggio di Griffith, con i suoi impeccabili fondali e primi piani, che crea uno stile nuovo e prettamente cinematografico. La colonna sonora è composta da William Frederick Peters e Louis Silvers ispirandosi al ragtime, alle canzoni popolari e un po’ a Liszt. Come artefatto di anni in cui la colonna sonora aveva un ruolo non facile, a metà fra il primo piano e il sottofondo - a volte sostituendo l'azione, altre solo enfatizzandola - è assai notevole.»

Il critico Paul Brenner scrisse:

«Questo melodramma è stato il maggiore successo di Griffith, infatti è stato il maggior campione d’incassi dai tempi dell'epocale Nascita di una nazione, e fu talmente una manna per Griffith che consentì alla sua casa indipendente Mamaroneck di resistere ai diversi anni di insuccessi che seguirono Agonia sui ghiacci. Molti lavori di Griffith soffrono di sentenzioso moralismo, come una voce di Dio che parla alle masse, e di razzismo. Ma Agonia sui ghiacci testimonia la grandezza di Griffith senza richiamare il discorso sulla montagna. In Agonia sui ghiacci la pazzia di Griffith, per una volta, non ha intaccato il film.»

Dennis Schwartz apprezzò la Gish nella sua recensione, ma allo stesso tempo criticò il film, scrivendo:

«Un plauso all'interpretazione assai emotiva di Lillian Gish, la stella lucente del muto. Nondimeno, questa bucolica soap opera d’altri tempi non si colloca bene nei tempi moderni. È la quintessenza del melodramma di Griffith, un mix di forze contrastanti fra quelle a favore della moralità della Bibbia e i ricchi edonisti che offendono Dio con la loro immoralità, ma questa volta si esagera e tutto ha un sapore biblicamente moralista nella difesa della monogamia. L'intreccio rivela un lieto finale. Il furioso Padron Bartlett scopre che Anna ha un figlio senza avere un marito e caccia la supposta donna libertina nel mezzo di una bufera. Anna è in trappola in un fiume, su una lastra di ghiaccio diretta verso una cascata, per poi essere salvata da David. La scena più emozionante del film è stata girata senza effetti speciali, il che è l'unica cosa degna di nota in merito al film.»

Paul Rotha, come si può leggere nella Storia del cinema aggiornata da Richard Griffith, ha scritto :

«Il crescendo finale tipico di tutti i film di Griffith trovò sbocco e abbondante impiego in quel che oggi si chiama la formula dell' arrivano i nostri. In Agonia sui ghiacci, Griffith si valse non solo delle risorse naturali, ma seppe accrescere i brividi del salvataggio dalla cascata con mezzi squisitamente cinematografici: due serie diversi di movimenti erano messe a contrasto. La progressione degli eventi - tempesta di neve, lastra di ghiaccio, cascata -, dove ciascun elemento era più forte e imponente del precedente, formava un esatto sfondo alla crescente disperazione dei personaggi stessi.»

Versioni cinematografiche

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Bibliografia

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  • (EN) Jerry Vermilye, The Films of the Twenties, Citadel Press, 1985 - ISBN 0-8065-0960-0 Pagg. 41-44
  • Fernaldo Di Giammatteo, Dizionario del cinema americano. Da Griffith a Tarantino, tutti i film che hanno fatto la storia di Hollywood, Roma, Editori riuniti, 1996, ISBN 88-359-4109-1.
  • Paul Rotha e Richard Griffith, Storia del cinema, Saggi, n. 349, Torino, Giulio Einaudi Editore, 1964, pp. 118-119.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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