Angelo Decembrio

umanista italiano

Angelo Decembrio (1415 – dopo il 1467) è stato un umanista, scrittore e politico italiano.

Frontespizio della prima edizione del De politiæ litterariæ, Augsburg, 1540.

Iniziò la sua carriera a Ferrara, dove arrivò nel 1430. Figlio di Uberto Decembrio, primo traduttore della Repubblica di Platone, e trascurato dai suoi contemporanei per via del fratello Pier Candido, Angelo è noto soprattutto per i sette libri del dialogo De politiæ litterariæ (1540), che offre un vivido scorcio della vita letteraria presso la corte di Leonello d'Este di Ferrara.[1] Focalizzato sull'illustrazione del comportamento di un letterato presso la corte regia,[2] prende come personae il suo patrono Leonello d'Este, che funge da interrogatore; il grande maestro Guarino veronese, ex tutore di Leonello; l'architetto, teorico e umanista Leon Battista Alberti; il poeta Tito Vespasiano Strozzi. Essi comparano la poesia antica con quella moderna, le opere d'arte, esaminano l'obelisco egiziano presente nella Città del Vaticano in piazza San Pietro, e descrivono la struttura di un'ideale libreria rinascimentale.[3]

Diede anche giudizi netti, su letterati alla Corte di Leonello d'Este, in particolare fu caustico con Ugolino Pisani - autore di uno scherzo carnevalesco erudito, in latino, dal titolo De coquinaria confabulatione, ovvero Repetitio egregii Zanini coqui - asserendo che Ugolino era stultus ed insanusː gli diede il soprannome di Ceropithecus litteratus (una scimmia letterata).

Due esemplari manoscritti della Politia litteraria erano conservati nella Biblioteca vaticana; dal momento che uno fu rubato e andò perduto, venne stampata l'edizione del 1540; l'altro è rimasto in Vaticano.

Dopo la morte improvvisa di Leonello (1450), Angelo cercò patrocinio altrove, spostandosi prima a Barcellona, poi alla corte napoletana di Alfonso V d'Aragona, dove c'era anche suo fratello, e infine ritornò a Barcellona dopo la morte di Alfonso nel 1458, su richiesta di Carlo di Viana.[4] Durante il viaggio di ritorno a Ferrara, fu derubato da uomini che lavoravano per Jacques d'Armagnac, denunciando la sua perdita a Borso d'Este, fratello di Leonello e patrono della cultura umanistica[5]

Nel 1467, gli fu offerta la cattedra di Greco all'Università di Perugia, ma non si sa se l'avesse accettata, dopodiché non ci furono più sue notizie.

  1. ^ Christopher S. Celenza, "Creating Canons in Fifteenth-Century Ferrara: Angelo Decembrio's De Politia Litteraria 1.10," Renaissance Quarterly, 57 (Primavera 2004:43-98).
  2. ^ Celenza 2004:57.
  3. ^ Anthony Grafton, Princeton Archiviato il 12 febbraio 2009 in Internet Archive.
  4. ^ Michael D. Reeve, "The rediscovery of classical texts in the Renaissance" in O. Pecere, Itinerari dei testi antichi 1991, p. 125.
  5. ^ Celenza 2004:55.

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