Avellara fistulosa

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Avellara fistulosa (Brot.) Blanca e C.Diaz, 1985 è una specie di pianta angiosperma dicotiledone della famiglia delle Asteraceae. Avellara fistulosa è anche l'unica specie del genere Avellara Blanca & C.Diaz, 1985.[1][2]

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Avellara fistulosa
Immagine di Avellara fistulosa mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Sottotribù Hypochaeridinae
Genere Avellara
Blanca & C.Diaz, 1985
Specie A. fistulosa
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Tribù Cichorieae
Genere Avellara
Specie A. fistulosa
Nomenclatura binomiale
Avellara fistulosa
(Brot.) Blanca e C.Diaz, 1985

Etimologia modifica

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Felix de Avellar Brotero (1744-1828), Gabriel Blanca (1954-) e Consuelo Díaz (1952-) nella pubblicazione " Candollea; Organe du Conservatoire et du Jardin Botaniques de la Ville de Genève. Geneva" ( Candollea 40(2): 453) del 1985.[3] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Descrizione modifica

Habitus. Queste piante non molto alte con fusti in genere eretti e ascendenti e perlopiù glabre. Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice.[4][5][6][7][8][2]

Fusto. Gli scapi fiorali sono fistolosi (cavi); possono originare direttamente dal rizoma. In alcuni casi i fusti sono ramificati e frondosi. Il portamento alla base è decombente. Le radici in genere sono di tipo fittonante, striscianti e ramificate. Queste piante arrivano ad una altezza di 15 – 70 cm.

Foglie. Sono presenti sia foglie delle rosette basali che cauline con disposizione alterna. Le foglie sono fistolose (cave) e solcate. Le lamine sono intere, subulate all'apice, allargate e appiattite alla base. In maggioranza sono ricoperte da peli ispidi e irsuti. Dimensione delle foglie: larghezza 2 – 5 mm; lunghezza 10 – 30 cm.

Infiorescenza. L'infiorescenza è composta da uno o più capolini terminali. I capolini, solamente di tipo ligulifloro, sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma più o meno cilindrica ed è formato da due (o più) serie di brattee. Il ricettacolo ha delle pagliette alla base dei fiori, oppure può essere nudo. Lunghezza dell'involucro: 10 – 20 mm.

Fiori. I fiori, tutti ligulati, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.

*/x K  , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[9]

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni normalmente sono privi del becco con forme strettamente ellittiche non compresse; in alcune specie sulla superficie dell'achenio sono presenti delle striature trasversali lisce; in altri generi gli acheni sono dimorfi. Il pappo (bianco sporco) è leggermente più lungo dell'achenio. Gli acheni sono lunghi 6 mm.

Biologia modifica

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat modifica

Questa specie è relativa ai suoli meso-oligotrofici nelle paludi delle pianure costiere atlantiche della Penisola Iberica. È un endemico raro e in pericolo di estinzione.

Tassonomia modifica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[13], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[14] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[15]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]

Filogenesi modifica

Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hypochaeridinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hypochaeridinae fa parte del "quarto" clade della tribù; in questo clade è posizionata nel "core" del gruppo , vicina alle sottotribù Crepidinae e Chondrillinae.[8]

I seguenti caratteri sono distintivi per la sottotribù:[7]

  • l'indumento delle piante è formato da peli grossolani;
  • le setole del pappo hanno delle sporgenze laterali rigide costituite da un'unica cellula tubolare gigante.

Il nucleo della sottotribù Hypochaeridinae è l'alleanza Hypochaeris-Leontodon/Picris e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Rispetto a precedenti raggruppamenti delle Hypochaeridinae, diversi generi sono stati esclusi dalla circoscrizione rivista sulla base di recenti analisi filogenetiche molecolari. Il gruppo attualmente si presenta monofiletico (a parte l'enigmatica Prenanthes purpurea attualmente descritta nelle Lactucinae).[2] Il genere di questa voce, nell'ambito della sottostribù occupa una posizione abbastanza "basale". La divergenza dal gruppo delle Hypochaeridinae è stata molto precoce e presenta alcune affinità con il genere Urospermum. Si stima che la divergenza di Avellara e Urospermum sia avvenuta già nel Miocene medio-tardo, intorno ai 15,5 – 8,6 milioni di anni fa, quindi in un'epoca in cui i lignaggi dei principali cladi delle Cichorieae si stavano diversificando. La specie, precedentemente descritta nel genere Scorzonera, è stata separata in base a evidenze morfologiche, palinologiche e citologiche e per le prove filogenetiche molecolari.[2][16][17]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere sono:[7]

  • i fusti e le foglie sono cavi (fistolosi);
  • le foglie hanno delle forme cilindriche con venature parallele;
  • le setole del pappo sono morbidamente fimbriate.

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 14 (specie diploide).[2]

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d e Cichorieae Portal, su cichorieae.e-taxonomy.net. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 17 marzo 2022.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  5. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  6. ^ Judd 2007, pag.517.
  7. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, pag.194.
  8. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 352.
  9. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  11. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  12. ^ Judd 2007, pag. 523.
  13. ^ Judd 2007, pag. 520.
  14. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  15. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  16. ^ Martín-Bravo et al. 2016.
  17. ^ Enke et al. 2012.

Bibliografia modifica

Voci correlate modifica

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