Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano
La basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano è una chiesa cattolica di Bologna, ubicata nelle immediate adiacenze delle due torri. Nell'ottobre del 1924 papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore[1].
Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano | |
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Stato | ![]() |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Bologna |
Indirizzo | strada Maggiore, 4 e strada Maggiore 4 ‒ Bologna (BO) |
Coordinate | 44°29′39″N 11°20′50″E / 44.494167°N 11.347222°E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Bartolomeo apostolo Gaetano Thiene |
Arcidiocesi | Bologna |
Architetto | Andrea Marchesi, Giovanni Battista Natali, Agostino Barelli |
Stile architettonico | rinascimentale |
Inizio costruzione | 1516 |
Sito web | Sito ufficiale |
Storia modifica
La tradizione parla di una chiesa dedicata a san Bartolomeo già nel V secolo, eretta da san Petronio sulle fondazioni di una chiesa paleocristiana. Nel luogo in cui sorge la basilica odierna, esisteva nel XIII invece una chiesa di modeste dimensioni, con la facciata rivolta a Piazza di Porta Ravegnana.
Nel 1516, la famiglia Gozzadini affidò ad Andrea Marchesi, detto il Formigine, un progetto che comprendeva anche la ristrutturazione della chiesa esistente. Il progetto venne interrotto a causa dell'uccisione di Giovanni di Bernardino Gozzadini, nel 1516, con la realizzazione del solo portico ancora oggi visibile.[2]
Nel 1599 i padri Teatini subentrarono nella reggenza della chiesa, e diedero l'avvio, dal 1627, a una completa ristrutturazione del complesso. Il disegno fu affidato a Giovanni Battista Natali, detto il Falzetta, rivisto da Agostino Barelli, architetto del Senato bolognese: inglobando il portico del palazzo Gozzadini, il nuovo edificio risultava di maggiori dimensioni e con un diverso orientamento, con la facciata rivolta su Strada Maggiore.
Nel 1671 venne canonizzato San Gaetano, fondatore dell'ordine dei Teatini, e i padri ne unirono il titolo a quello dell'apostolo Bartolomeo. Le lunette del portico vennero quindi decorate con scene della vita di San Gaetano. Venne conservato, della precedente chiesa, il portale quattrocentesco posto sul lato rivolto alle Due Torri, e nel 1694 vennero completati il campanile e la cupola. La cuspide del campanile venne aggiunta mezzo secolo dopo.
Descrizione modifica
La chiesa, suddivisa all'interno da tre navate, presenta una ricca decorazione tipicamente barocca. La volta della navata centrale fu affrescata da Angelo Michele Colonna (1604 -1687), Agostino Mitelli (1609-1660) e Giacomo Alberesi (1632-1677) con quadrature e le Storie di San Gaetano (a partire dalla controfacciata: Visione di San Gaetano, Spiritualità di San Gaetano, la Lotta contro l'eresia).
Nell'abside sono raffigurate tre scene della vita di San Bartolomeo: a sinistra San Bartolomeo predica agli Armeni e distrugge l'idolo, a destra San Bartolomeo libera dal demonio la figlia del re d'Armenia e al centro il Martirio di San Bartolomeo. Autori di questi affreschi furono Marcantonio Franceschini (1648-1727) e Luigi Quaini (1643-1717).
La grande cupola fu invece decorata dai fratelli Antonio (1643-1695) e Giuseppe(1652-1727) Rolli, con la Gloria di San Gaetano al centro e nei quattro pennacchi i Quattro dottori della Chiesa.
Le cappelle laterali sono impreziosite da alcuni notevoli dipinti del Seicento bolognese fra cui il S. Carlo Borromeo al sepolcro di Varallo di Ludovico Carracci e L'Annunciazione di Francesco Albani. Degna di nota nel transetto sinistro è la Cappella del Santissimo Sacramento nel cui altare è custodita la piccola tela di forma ovale della Madonna col bambino dormiente (detta anche del Suffragio), opera di Guido Reni databile attorno al 1632.
Nella scalinata si trova un'opera a olio dell'importante incisore bolognese Ludovico Mattioli.
Sopra la porta d'ingresso è conservato l'organo costruito da Giuseppe Colonna nel 1644 e più volte modificato e restaurato; possiede una tastiera di 45 tasti (Do1-Do5) con ottava corta e pedaliera di 18 tasti (Do1-La2) costantemente unita al manuale; i registri sono azionati da manette ad incastro poste su due file parallele a destra della tastiera a scorrimento verticale con incastro. Un secondo strumento, risalente al XIX secolo e racchiuso entro cassa lignea neogotica, è situato a pavimento nell'abside.[3] sempre all'internosi trova un presepio in terracotta opera di Cesarino Vincenzi.
Il bel campanile, dalle linee barocche, è alto una cinquantina di metri e risulta uno dei più alti di Bologna, ma questa sua caratteristica è purtroppo penalizzata dalla vicina ed incombente presenza delle Due Torri.
Sul lato verso Piazza di Porta Ravegnana si trova il quadrante dell'orologio, inaugurato da Camillo Franchini nel 1857, ancora perfettamente funzionante.
Nella cella campanaria, illuminata da grandi monofore a tutto sesto chiuse dalle caratteristiche imposte "a persiana", è installato un superbo concerto di 4 campane, così caratterizzato:
1^ Campana (Grossa) Nota: Mi3; diametro: cm 113,6; fonditore: Clemente Brighenti; anno: 1857; peso: circa kg 900
2^ Campana (Mezzana) Nota: Fa#3; diametro: cm 101; fonditore: Clemente Brighenti; anno: 1857; peso: circa kg 600
3^ Campana (Mezzanella) Nota: Sol#3; diametro: cm 90,6; fonditore: Clemente Brighenti; anno: 1857; peso: circa kg 450
4^ Campana (Piccola) Nota: Si3; diametro: cm 76,8; fonditore: Clemente Brighenti; anno: 1857; peso: circa kg 300
Il concerto è annoverato tra i capolavori della fonderia Brighenti, e da sempre rivaleggia coi similari concerti della parrocchia di S.Giorgio di Piano e dell'Abbazia di Zola Predosa, sempre in Arcidiocesi di Bologna.
Durante il secondo conflitto mondiale, il pregevole concerto, come purtroppo tanti altri, era stato destinato alla requisizione bellica. Fu salvato grazie alla ferma determinazione dell'allora Parroco Mons. Giovanni Battista Trombelli, che si oppose fermamente scacciando letteralmente dalla chiesa gli incaricati recatisi sul luogo per portare via i bronzi.
Le campane, ad azionamento completamente manuale, sono installate sui caratteristici ceppi in legno "alla bolognese" ed intelaiate su di un bellissimo e funzionale castello, sempre in legno, e vengono suonate "a doppio" dai maestri campanari nelle principali solennità e nelle ricorrenze più significative della parrocchia.
La chiesa è dotata anche di un "campanile elettronico" che diffonde il suono di campane registrate per le esigenze ordinarie della parrocchia, i cui diffusori "a tromba" sono installati in cella campanaria.
Note modifica
- ^ (EN) Catholic.org Basilicas in Italy
- ^ Guida breve della Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, su www.parrocchiasantibartolomeoegaetano.it. URL consultato il 27 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2021).
- ^ O. Mischiati, p. 17.
Bibliografia modifica
- Oscar Mischiati, Gli antichi organi della Provincia e dell'Arcidiocesi di Bologna. Regesto, in L'organo. Rivista di cultura organaria e organistica, Bologna, Patron, 2008 (XL), pp. 5-365, ISSN 0474-6376 .
Altri progetti modifica
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano
Collegamenti esterni modifica
- Sito ufficiale, su parrocchiasantibartolomeoegaetano.it.
- (EN) Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, su Structurae.
- Basilica dei Santi Bartolomeo e Gaetano, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.
- Emilio Ravaglia, Il portico e la chiesa di S. Bartolomeo in Bologna (PDF), su Bollettino d'Arte, 3, 1909. URL consultato il 7 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2021).