Camerlengo (Chiesa cattolica)

cardinale della Chiesa cattolica con funzioni particolari

Camerlengo è il titolo utilizzato nell'ordinamento della Chiesa cattolica per indicare alcune eminenti figure del clero. Il termine deriva dal latino medievale camarlingus, a sua volta derivato dal germanico kamerling, che significa "addetto alla camera del sovrano". La figura sorse nel XII secolo; veniva detto camerarius ed era responsabile della cosiddetta camera thesauraria che amministrava le finanze della Curia e i beni temporali della Santa Sede.

Lo stemma del cardinale camerlengo (se arcivescovo) durante la sede vacante.

Il camerlengo per antonomasia è il cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa, che, oltre a dirigere l'amministrazione finanziaria della Santa Sede mediante la Camera apostolica, ha il principale compito di presiedere la sede vacante; dal 14 febbraio 2019 tale incarico è ricoperto dal cardinale statunitense Kevin Joseph Farrell.

Camerlengo di Santa Romana Chiesa modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Camera apostolica.
 
Illustrazione raffigurante il cardinale camerlengo nell'atto di certificare la morte del papa (1903).

Il cardinale camerlengo ricopre fondamentalmente due incarichi: in primo luogo, quando il pontefice è in viaggio o assente, amministra i beni temporali.

È coadiuvato da un vice camerlengo, generalmente non cardinale ma di rango arcivescovile. La costituzione apostolica Praedicate evangelium del 2022 ha inoltre stabilito che, nell'adempimento degli uffici assegnati, il camerlengo è aiutato dal cardinale coordinatore del Consiglio per l'economia e da due assistenti.[1]

Alla morte del pontefice (o in caso di rinuncia), come incarico speciale, presiede il periodo della cosiddetta Sede vacante.

Morte del papa e conclave modifica

In caso di morte del pontefice, il primo compito del camerlengo consiste nel verificare che il papa sia realmente morto, chiamandolo tre volte con il nome di battesimo mentre gli percuote lievemente la fronte con un martelletto d'argento. Non ricevendo risposta, ne dichiara la morte con la formula "Vere Papa mortuus est". In passato questa formula sanciva ufficialmente la morte del papa, ma presumibilmente fu utilizzata per l'ultima volta con questa funzione dal cardinal camerlengo Pecci (futuro papa Leone XIII) sulla salma di papa Pio IX nel 1878; in seguito fu richiesto l'accertamento del decesso da parte di un medico.

Per secoli il protocollo aveva previsto, inoltre, che il camerlengo picchiettasse la fronte del pontefice con un martelletto d'argento recante lo stemma papale: questo gesto ora è sostituito con il semplice stendere un velo sul viso del defunto.

Successivamente il camerlengo rimuove l'anello del pescatore dall'anulare del defunto pontefice e ordina che il sigillo papale venga infranto (da Giovanni Paolo II viene semplicemente annullato con una graffiatura). Pone infine i sigilli allo studio e alla camera da letto del papa e dà comunicazione del decesso al cardinale vicario di Roma, al quale ufficialmente spetterà renderla nota al popolo. Spetterà invece al Decano del Collegio Cardinalizio, una volta informato dal camerlengo o dal Prefetto della Casa Pontificia del decesso, darne notizia ai cardinali e convocarli a Roma per eleggere il nuovo successore di Pietro. Sarà sempre compito del decano comunicare l'avvenuto decesso al corpo diplomatico e ai capi di Stato del mondo.

Da quel momento comincia il periodo della Sede vacante: iniziano i preparativi per i funerali e i nove giorni consecutivi di lutto dello stato (novendiali); successivamente vengono avviati i lavori del conclave per eleggere il nuovo papa.

 
Stemma del Camerlengo di Santa Romana Chiesa Tarcisio Bertone durante la Sede vacante del 2013

Durante i periodi di sede vacante lo stemma del camerlengo, pur rimanendo con i trenta fiocchi rossi che spettano ai cardinali, è sormontato dal gonfalone papale (o basilicale), attraversato dalle chiavi pontificie, sopra il consueto galero (il cappello cardinalizio).

Sempre durante la Sede vacante, a lui è affidata la gestione delle questioni quotidiane della Chiesa con l'assistenza di tre cardinali; essi sono estratti a sorte tra i cardinali già convenuti a Roma ogni tre giorni, uno per ciascun Ordine (vescovo, presbitero e diacono), e formano la cosiddetta "Congregazione particolare". Le questioni più importanti invece devono essere trattate con l'assemblea generale dei cardinali, detta "Congregazione generale".

Facoltà di battere moneta modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monete euro vaticane § La questione della sede vacante.

In passato durante la Sede vacante il camerlengo aveva anche facoltà di battere moneta (prima in lire vaticane e poi in euro). Essa, pur avendo corso legale, non fu mai in circolazione, essendo destinata esclusivamente all'acquisto da parte dei collezionisti. Su di essa erano riportati lo stemma del camerlengo sormontato dalla basilica, la dicitura "Sede vacante" e l'anno di conio espresso in numeri romani.

Ciò fu tuttavia possibile solo sino al 2008, quando una raccomandazione della Commissione Europea si espresse in merito alle modifiche temporanee alle immagini sulle facce nazionali delle monete, sottolineando che "Una vacanza temporanea o l'occupazione provvisoria delle funzioni del Capo dello Stato non dovrebbe dare il diritto di cambiare le facce nazionali delle monete euro nazionali destinate alla circolazione".[2] L'ultimo camerlengo ad avere la possibilità di battere moneta con corso legale fu dunque Eduardo Martínez Somalo, in carica durante la Sede vacante del 2005.

Rimane tuttavia possibile emettere monete commemorative dell'evento, come è stato fatto in occasione della Sede vacante del 2013.

Camerlengo del Collegio cardinalizio modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Camerlenghi del Collegio cardinalizio.

Il camerlengo del Collegio cardinalizio era responsabile dell'amministrazione finanziaria del collegio e officiava in occasione dei funerali dei cardinali deceduti. Dal 1995 l'Annuario pontificio non riporta più questa carica.

Camerlengo nelle confraternite modifica

 
Gilio di Pietro, il camerlengo don Ugo, monaco di San Galgano.

Il titolo di camerlengo è frequente anche nelle confraternite, arciconfraternite e altri sodalizi religiosi formati da laici, trattandosi di istituzioni plurisecolari che usano ancora le denominazioni tradizionali.

Il camerlengo si riferisce di norma alla carica di presidente, ma nel particolare ambiente confraternale possono riscontrarsi altri termini equipollenti come priore, governatore, moderatore, ecc. Solo in rari casi l'incarico di camerlengo corrisponde letteralmente a quello originario di tesoriere.

Note modifica

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