Carlo Magnaghi
Carlo Magnaghi (Gaggiano, ... – Fogliano, 13 maggio 1944) è stato un militare e aviatore italiano, asso dell'aviazione italiana con 11 vittorie aeree nel corso della seconda guerra mondiale, decorato con due Medaglie d'argento, tre di bronzo, la Croce di guerra al valor militare e la Croce di Ferro di seconda classe tedesca.
Carlo Magnaghi | |
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Nascita | Gaggiano |
Morte | Fogliano, 13 maggio 1944 |
Cause della morte | caduto in combattimento |
Luogo di sepoltura | cimitero di Gaggiano |
Dati militari | |
Paese servito | Italia Repubblica Sociale Italiana |
Forza armata | Regia Aeronautica Aeronautica Nazionale Repubblicana |
Specialità | Caccia |
Reparto | 76ª Squadriglia, 7º Gruppo, 5º Stormo Caccia Terrestre |
Anni di servizio | 1940-1944 |
Grado | Maresciallo pilota |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Campagne | Campagna di Tunisia |
Battaglie | Battaglia di mezzo giugno |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Storie di guerra: il Carlo Magnaghi pilota nostro, pluridecorato e caduto[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Gaggiano, dove frequentò le scuole, emigrando poi a Milano con la sua famiglia.[1] Prestò servizio di leva[1] nel Regio Esercito, ma dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, si arruolò volontario nella Regia Aeronautica conseguendo il brevetto di pilota militare, e venendo assegnato come sottufficiale pilota alla specialità caccia.[1]
Assegnato alla 76ª Squadriglia, 7º Gruppo[2] del 5º Stormo Caccia Terrestre,[3] allora equipaggiato con gli Aermacchi C.200 Saetta, prestò servizio nel settore del Mediterraneo centrale, dove prese parte alla battaglia di mezzo giugno. Nell'estate del 1942 il suo gruppo fu riequipaggiato sull'aeroporto di Torino-Caselle con i caccia Aermacchi C.202 Folgore, prendendo parte, a partire dal marzo 1943, alla Campagna di Tunisia[2] in forza alla 98ª Squadriglia.[3]
Alla data dell’armistizio dell'8 settembre 1943, con all'attivo 8 vittorie aeree,[2] si trovava presso la sua casa in convalescenza per una ferita ricevuta,[1] e il 28 ottobre[1] successivo aderì alla Repubblica Sociale Italiana, passando in forza all’Aeronautica Nazionale Repubblicana[4] sul Campo della Promessa di Lonate Pozzolo.[1] Assegnato al 1º Gruppo caccia "Asso di bastoni", equipaggiato con velivoli Aermacchi C.205V Veltro.[4] Il 30 gennaio 1944 conseguì una doppietta abbattendo due caccia Republic P-47 Thunderbolt su Palmanova. Il 12 maggio 1944[4] si trovava con il suo reparto a Fogliano,[1] una frazione di Reggio Emilia, e decollò con il suo aereo per effettuare delle manovre acrobatiche che dovevano essere riprese dalle cineprese dell'Istituto Luce per la realizzazione di un film di propaganda.[1] Mentre il suo aereo si trovava in volo rovesciato apparvero alcuni caccia americani Lockheed P-38 Lightning che attaccarono il suo aereo che stava atterrando, e iniziarono a mitragliare gli altri fermi sulla pista. Atterrato in emergenza dopo essere stato raggiunto da due proiettili esplosivi che gli causarono una grave ferita ad una gamba,[1] fu ricoverato all'ospedale in gravi condizioni, e l'arto gli fu subito amputato,[N 1] ma si spense il giorno successivo.[1] I funerali si tennero a Gaggiano il 21 maggio, e il suo corpo fu sepolto nel locale cimitero. Una settimana dopo gli venne intitolala la scuola elementare.[1]
Al termine del conflitto aveva al suo attivo 8 vittorie[5] con la Regia Aeronautica e tre con l'Aeronautica Nazionale Repubblicana,[5] e risultava decorato con due Medaglie d'argento, tre di bronzo, la Croce di guerra al valor militare e la Croce di Ferro di seconda classe tedesca.[5]
Onorificenze
modificaOnorificenze italiane
modifica— Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1948[7]
Onorificenze estere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Quando alla sera Luigi Gorrini andò a trovarlo, Magnaghi rivolto all'amico gli chiese: Gigi, per piacere, slacciami la scarpa sinistra che è troppo stretta; Gorrini sollevò il lenzuolo e Magnaghi si mise a ridere nervosamente quando si accorse che della scarpa sinistra non c'era più bisogno. Sopraggiunta la gangrena Magnaghi perse la vita il giorno seguente.
Fonti
modifica- ^ a b c d e f g h i j k l Migliavacca 2014, p.3.
- ^ a b c Massimello, Apostolo 2000, p.78.
- ^ a b Dunning 1988, p.22.
- ^ a b c Massimello, Apostolo 2000, p.28.
- ^ a b c Massimello, Apostolo 2000, p.86.
- ^ Bollettino Ufficiale 1941, supplemento 13, registrato alla Corte dei Conti addì 18 gennaio 1942, registro n.15 Aeronautica, foglio n.11.
- ^ Registrato alla Corte dei Conti il 26 maggio 1948, registro n.12 Aeronautica, foglio n.344.
Bibliografia
modifica- (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1977.
- (EN) Giovanni Massimello e Giorgio Apostolo, Italian Aces of World War 2, Osprey Aircraft of the Aces No 34, Osprey Publishing, 25 novembre 2000, ISBN 1-84176-078-1.
Periodici
modifica- Paolo Migliavacca, Storie di guerra: il Carlo magnaghi pilota nostro, pluridecorato e caduto, in TuttoGaggiano, n. 5, Gaggiano, maggio 2014, p. 3.
Collegamenti esterni
modifica- Youtube, Primo gruppo caccia Asso di Bastoni - L 'ultimo volo di Carlo Magnaghi - 6, su youtube.com.