Castello Mirabello

castello, rocca - Chiusa Di Pesio - Cuneo
Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo castello in comune di Pavia, vedi Castello di Mirabello.

Il castello Mirabello (o castello della Chiusa[1]) è una struttura architettonica di origine romana situata in comune di Chiusa di Pesio[2] (CN).

Castello Mirabello
Il castello e, sullo sfondo, il centro di Chiusa Pesio
StatoImpero Romano
Marchesato di Ceva
Ducato di Savoia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
CittàChiusa di Pesio
Coordinate44°19′31.26″N 7°40′55.74″E / 44.32535°N 7.68215°E44.32535; 7.68215
Mappa di localizzazione: Italia
Castello Mirabello
Informazioni generali
Termine costruzione1583
Materialepietra, mattoni
Condizione attualeruderi
Visitabilesempre aperto
vedi sezione Note
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Storia modifica

 
I ruderi a est del cucuzzolo

Sul monte Cavanero sono state rinvenute vestigia di insediamenti di epoca protostorica, frequentati tra il l'XI e il IX secolo a.C., ovvero tra l'Età del Bronzo e il primo periodo dell'Età del Ferro.

Uno sperone della montagna che domina l'attuale centro comunale di Chiusa Pesio venne successivamente fortificato in epoca romana.[3] La struttura era presumibilmente destinata al controllo della strada che, transitando ai piedi del monte, collegava la costa ligure con la pianura padana. Il presidio era forse costituto da una piccola guarnigione di legionari; sul posto sono stati rinvenute varie monete, terrecotte e resti di sepolture.[3] La presenza di una lapide, sempre di epoca romana, era già nota nel XIX secolo.[4]

La conformazione della fortificazione romana non è più facilmente identificabile perché i materiali dei quali era costituita vennero riutilizzati prima per la costruzione di alcune modeste abitazioni e poi per realizare il castello feudale del quale si possono attualmente vedere le rovine. I lavori presumibilmente iniziarono nel 1565 e furono voluti da Agamennone III, feudatario di Chiusa Pesio. Agamennone nel 1583 cedette il proprio feudo[5] e il suo unico figlio, Alberto, prese i voti francescani, ponendo così fine alla linea dinastica.[6]

Il castello venne progressivamente abbandonato[3], e fu fortemente danneggiato da un terremoto che colpì la zona il 23 febbraio 1887, seguito da una bufera che si scatenò nel gennaio del 1888. Nel corso della seconda guerra mondiale ulteriori danni vennero causati dal cannoneggiamento dell'edificio, effettuato a scopo intimidatorio dalle truppe di occupazione naziste.[7] Nell'estate 2022 sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza e la valorizzazione del castello, grazie ad un accordo di programma tra la Regione Piemonte e il comune di Chiusa Pesio. [8]

Caratteristiche modifica

 
Vista dal centro di Chiusa Pesio

Del castello feudale, collocato su un ripiano poco al di sotto del cucuzzolo sul quale sorgeva l'originaria fortezza romana, rimangono oggi solo alcune rovine. Queste comprendono una alta torre cilindrica a nord-est e una piccola parte delle murature del torrione centrale, dove resta traccia di una tubazione in terracotta. L'edificio cinquecentesco si articolava su tre piani, a loro volta suddivisi in due camere nella parte rivolta ad occidente e un salone nella parte orientale. La porta di accesso si trovava a nord, e per salire ai piani superiori esisteva una scala a chiocciola, della quale rimane traccia dei gradini fissati nelle murature residue.[9]

Accesso modifica

Il castello può essere facilmente raggiunto a piedi per una stradina, inizialmente asfaltata e poi sterrata, che si stacca della strada di collegamento tra il centro di Chiusa e il colle del Mortè. L'escursione può essere completata dalla salita per sentiero al sovrastante Monte Cavanero.[10]

Nella letteratura e nei media modifica

Lo scrittore e senatore del Regno d'Italia Tommaso Vallauri dedicò al castello una novella dal titolo Il Castello della Chiusa.[1]

Note modifica

  1. ^ a b Tommaso Valllauri, Il castello della Chiusa - Novella VIII, in Novelle di Tommaso Vallauri, Tip. e libreria dell'Oratorio di F. di Sales, 1873, pp. 207-237, ISBN non esistente. URL consultato il 14 febbraio 2023.
  2. ^ Giacomo Bassi, Sara Cabras, Remo Carulli, Cinzia Rando e Anita Franzon, Piemonte, EDT, 2018, ISBN 9788859247623. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  3. ^ a b c Castello Mirabello - Chiusa di Pesio, Cuneo, su fondoambiente.it, FAI. URL consultato il 13 febbraio 2023.
  4. ^ Biagio Caranti, Poche notizie sulla certosa di Pesio, Giachetti, 1869, p. 12. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  5. ^ AA.VV., Mémoires de l'Académie des Sciences, Littérature et Beaux Arts pour les années X. [1802]-1812. Littérature et beaux arts. (Mémoires présentés à la Classe de littérature et beaux arts.)., Torino, Accademia delle Scienze, 1813, p. 479. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  6. ^ Vittorio Angius, Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, vol. 3, Fontana e Isnardi, 1847, p. 162. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  7. ^ Mattia Clerico, A Chiusa Pesio una “terrazza panoramica” al castello del Mirabello, in L'"Unione Monregalese", Cooperativa Editrice Monregalese, 17 maggio 2018. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  8. ^ Chiusa di Pesio preserva il suo gioiello: iniziati i lavori al Castello del Mirabello, in Provincia Granda, 18 maggio 2022. URL consultato il 14 febbraio 2022.
  9. ^ Il Castello di Mirabello, su comune.chiusadipesio.cn.it, Comune di Chiusa Pesio. URL consultato il 10 febbraio 2023.
  10. ^ Roberto Pockaj, 07.19 Chiusa di Pesio - Castello Mirabello - Monte Cavanero, su alpicuneesi.it, 2021. URL consultato l'11 febbraio 2022.

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