Chrysocorythus estherae

specie di uccelli
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Il verzellino montano (Chrysocorythus estherae (Finsch, 1902)) è un uccello passeriforme della famiglia dei Fringillidi[2]: esso rappresenta l'unica specie ascritta al genere Chrysocorythus Wolters, 1967.

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Verzellino montano
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Passerida
Superfamiglia Passeroidea
Famiglia Fringillidae
Sottofamiglia Carduelinae
Tribù Carduelini
Genere Chrysocorythus
Wolters, 1967
Specie C. estherae
Nomenclatura binomiale
Chrysocorythus estherae
(Finsch, 1902)

Etimologia modifica

Il nome scientifico del genere, Chrysocorythus, deriva dall'unione delle parole greche χρυσος (chrysos/chrusos, "oro") e corythus ("elmo corinzio", ma anche nome scientifico dato ai frosoni da Georges Cuvier), col significato di "elmo d'oro" o "frosone dorato", mentre quello della specie, estherae, venne dedicato dal suo scopritore Otto Finsch a sua figlia.

Descrizione modifica

 
Maschio impagliato.
 
Femmina impagliata.

Dimensioni modifica

Taglia media 11–12 cm di lunghezza, per un peso di 13-16 g[3].

Aspetto modifica

Si tratta di uccelletti dall'aspetto robusto, muniti di testa squadrata, becco robusto e coda squadrata. Nel complesso, questi uccelli ricordano una via di mezzo fra un canarino africano e un verdone.

Il piumaggio è bruno su testa, dorso e petto, con tendenza a mostrare sfumature grigie su faccia e dorso: i fianchi e la parte superiore del ventre sono bianchi screziati di bruno, mentre la parte centrale di quest'ultimo ed il sottocoda sono bianchi. Fronte, codione e parte centrale del petto sono di colore giallo dorato (da cui il nome scientifico di questi uccelli), e dello stesso colore sono due bande trasversali sulle ali, che invece (così come la coda) sono di colore nero. Il dimorfismo sessuale è presente ma non estremo, con le femmine che presentano colorazione più sbiadita e mancanza quasi completa del dorato cefalico e pettorale (ma non delle bande alari). In ambedue i sessi, il becco è di colore carnicino con punta nerastra, le zampe sono di colore carnicino anch'esse e gli occhi sono di colore bruno scuro.

Biologia modifica

Si tratta di uccelli dalle abitudini diurne, piuttosto elusivi, che passano la maggior parte della giornata da soli o in coppie alla ricerca di cibo, fra i cespugli o al suolo.

Alimentazione modifica

La dieta di questi uccelli è poco conosciuta, tuttavia si ritiene che essi siano prevalentemente granivori e che la integrino con bacche, frutta matura e piccoli insetti.

Riproduzione modifica

Mancano dati sulla riproduzione del verzellino montano, tuttavia si ritiene che essa non si differenzi significativamente, per modalità e tempistica, da quanto osservabile fra gli altri fringillidi.

Distribuzione e habitat modifica

Questi uccelli, con areale piuttosto frammentato, sono presenti in buona parte dell'Insulindia (Sumatra, Giava, Sulawesi e Mindanao).

Come intuibile dal nome comune, il verzellino montano occupa le aree prative submontane e montane, con presenza sparsa di cespugli.

Tassonomia modifica

Se ne riconoscono cinque sottospecie[2]:

La tassonomia della specie, dato anche l'areale così esteso e disgiunto, è ancora lungi dall'essere chiarita: assodato che la sottospecie chaseni viene spesso sinonimizzata con orientalis per via di vecchie priorità tassonomiche legate a quando questi uccelli venivano ancora ascritti a Serinus[4], mancano dati sullo status delle popolazioni della porzione centro-settentrionale di Sulawesi (tradizionalmente ascritte a renatae)[3] ed alcuni autori sarebbero infine propensi ad elevare la sottospecie mindanensis al rango di specie a sé stante col nome di C. mindanensis, in base a differenze cromatiche e nella morfologia del becco[5][6].

In passato questi uccelli venivano ascritti al genere Serinus, col nome di S. estherae: in seguito a recenti analisi del DNA mitocondriale, Serinus è risultato polifiletico, portando allo scorporo di numerosi generi, fra cui Chrysocorythus[7][8][9], che è risultato un taxon fratello di Carduelis, col quale forma un clade[10].

Note modifica

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Chrysocorythus estherae, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Fringillidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 13 maggio 2017.
  3. ^ a b (EN) Mountain Serin (Chrysocorythus estherae), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 13 maggio 2017.
  4. ^ Kinzelbach, R.; Dickinson, E.C.; Somadikarta, S., A substitute name for Serinus estherae orientalis Chasen, in Bull. Brit. Orn. Club, vol. 129, n. 1, 2009, p. 63–64.
  5. ^ (EN) Mindanao Serin (Chrysocorythus mindanensis), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato il 13 maggio 2017.
  6. ^ Ripley, S.D. & Rabor, D.S., The avifauna of Mount Katanglad, Postilla 50, 1961, p. 1–20.
  7. ^ Zuccon D, Prys-Jones R, Rasmussen PC and Ericson PGP, The phylogenetic relationships and generic limits of finches (Fringillidae) (PDF), in Mol. Phylogenet. Evol., vol. 62, 2012, pp. 581-596, DOI:10.1016/j.ympev.2011.10.002. URL consultato il 13 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2021).
  8. ^ Nguembock B, Fjeldså J, Couloux A, Pasquet E, Molecular phylogeny of Carduelinae (Aves, Passeriformes, Fringillidae) proves polyphyletic origin of the genera Serinus and Carduelis and suggests redefined generic limits, in Molecular phylogenetics and evolution, vol. 51, n. 2, 2009, pp. 169-181, DOI:10.1016/j.ympev.2008.10.022.
  9. ^ Arnaiz-Villena, A.; Guillén, J.; Ruiz-del-Valle, V.; Lowy, E.; Zamora, J.; Varela, P.; Stefani, D.; Allende, L.M., Phylogeography of crossbills, bullfinches, grosbeaks, and rosefinches, in Cellular and Molecular Life Sciences, vol. 58, n. 8, 2001, p. 1159–1166, DOI:10.1007/PL00000930, PMID 11529508.
  10. ^ (EN) Fringillidae: Finches, Euphonias, su TiF Checklist. URL consultato il 13 maggio 2017.

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