Comunità degli italiani di Lussinpiccolo

La Comunità degli italiani di Lussinpiccolo (in croato: Zajednica Talijana Mali Lošinj) è il gruppo locale appartenente all'Unione Italiana[1], che riunisce gli italiani residenti nell'isola di Lussino, in Croazia. Ha sede a Lussinpiccolo, principale località dell'isola di Lussino. Dal 2022, Sanjin Zoretić ricopre la carica di Presidente della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo. Laureato in giurisprudenza presso l'Università di Fiume, Zoretić è noto anche come conduttore radiofonico presso Radio Lussinpiccolo.

Villa Perla (già Tarabocchia), sede della comunità degli italiani di Lussinpiccolo

Gli italiani dell'isola di Lussino

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Le prime rilevazioni sulla "lingua d'uso" della popolazione dei lussini vennero effettuate ai tempi dell'Impero austro-ungarico e - per quanto riguarda i tre comuni dell'isola di Lussino - registrarono la seguente situazione[2]:

Ossero Italiani % Croati % Altri % Totale
1880 1.025 62,20 615 37,32 8 0,49 1.648
1890 716 37,68 1.143 60,16 41 2,16 1.900
1900 1.588 77,20 462 22,46 7 0,34 2.057
1910 1.692 75,37 541 24,10 12 0,53 2.245


Lussingrande Italiani % Croati % Altri % Totale
1880 737 31,52 1.518 64,93 83 3,55 2.338
1890 897 38,93 1.270 55,12 137 5,95 2.304
1900 437 19,83 1.627 68,22 285 11,95 2.385
1910 873 35,44 1.169 47,46 421 17,09 2.463


Lussinpiccolo Italiani % Croati % Altri % Totale
1880 2.746 34,60 4.947 62,33 244 3,07 7.937
1890 3.308 43,33 4.124 54,02 202 2,65 7.634
1900 5.725 77,91 1.347 18,33 276 3,76 7.348
1910 5.023 59,87 2.579 30,74 788 9,39 8.390


La forte oscillazione dei dati rende evidente come per molti lussignani la scelta di dichiarare l'uso di una lingua o di un'altra fosse indifferenziata[3].

L'esodo giuliano dalmata modificò radicalmente tali percentuali, anche se i dati dei censimenti jugoslavi continuarono a rilevare ancora per qualche anno una forte percentuale di italiani nel comune di Cherso-Lussino[4]:

Cherso-Lussino Italiani % Croati % Altri % Totale
1945 5.502 31,44 11.924 68,14 24 0,14 17.499
1948 6.434 43,12 8.358 56,01 8 0,05 14.922
1953 626 5,00 11.430 91,38 40 0,32 12.508
1961 213 1,78 11.089 92,76 43 0,36 11.954
1971 184 1,84 8.790 88,00 1.015 10,16 9.989
1981 93 0,90 7.948 76,71 2.320 22,39 10.361
1991 256 2,17 8.917 75,59 2.623 22,24 11.796
2001 290 2,09 12.944 93,32 637 4,59 13.871
2011 340 2,45 11.964 86,23 1.570 11,31 13.874

NB Nella tabella sono riportati i dati di chi si autodefinisce «di nazionalità italiana». I numeri relativi agli italofoni sono sempre maggiori, in ogni rilevazione.

Gli italiani esodati dal comune di Lussinpiccolo[5] fondarono in Italia la Comunità di Lussinpiccolo: una delle varie associazioni degli esuli giuliano-dalmati[6].

La prima associazione degli italiani: il Circolo italiano di cultura

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Evidenziata in rosso, l'isola di Lussino

Nell'ultimo periodo della seconda guerra mondiale, le costituende nuove autorità jugoslave si preoccuparono di creare un'associazione (chiamata "Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume" - UIIF) con lo scopo iniziale di appoggiare la richiesta di annessione della Venezia Giulia e di Zara alla Jugoslavia e successivamente di controllare politicamente la minoranza nazionale italiana[7].

Esclusa qualsiasi autonomia politica, venne lasciata agli italiani la possibilità di fondare nelle varie località di insediamento dei "circoli di cultura", all'interno dei quali sviluppare una serie di attività associative in gran parte legate al folclore: fu così che nel 1948 nacque il "Circolo italiano di cultura" di Lussinpiccolo come articolazione dell'UIIF: nel periodo a ridosso del crollo della Jugoslavia federale e della dichiarazione di indipendenza della Slovenia e della Croazia, il nome dell'UIIF verrà cambiato in Unione Italiana, così come le sue articolazioni locali diverranno "Comunità degli Italiani".

Il cambiamento del nome sottintese anche una profonda cesura con la storia precedente, ed una modifica dello scopo complessivo dell'associazione, che fra l'altro intendeva assumere la rappresentanza "politica" degli italiani della Jugoslavia[8] (e successivamente dei suoi stati successori) nei confronti delle istituzioni pubbliche locali e nazionali e della maggioranza slovena o croata[9].

La situazione delle contigue isole di Cherso e Lussino era però del tutto particolare. La stessa creazione di un'associazione che riunisse gli italiani della Jugoslavia, mentre era prevista per le zone dell'Istria e di Fiume, a Cherso e a Lussino era solamente "tollerata"[10], essendo ondivaga l'idea dell'esistenza di una minoranza italiana in quelle isole: a causa dell'elevato numero di abitanti che portavano un cognome di ascendenza slava o conoscevano sia l'italiano che il croato, questi venivano considerati "etnicamente croati", sia pure "incidentalmente italiani", di conseguenza le autorità croate svilupparono una fortissima pressione assimilatrice.

Oltre a ciò, proprio in quegli anni oltre il 90% degli italiani scelse di andarsene. All'interno di questo quadro, nel 1952 l'allora ispettore generale del ministero dell'istruzione croato - Anton Peruško - emanò un decreto che impose l'immediato trasferimento nelle scuole croate di tutti gli scolari considerati di famiglia originaria croata. La storia plurisecolare delle scuole italiane di Lussino venne perciò troncata: vennero via via chiuse le tre scuole elementari "Martinolich" di Lussino (137 alunni nell'anno scolastico 1951/1952), la sezione periferica di Neresine (20 alunni) e quella di Ossero (18 alunni), e licenziati gli insegnanti[11]. Negli stessi anni venne chiuso lo storico Liceo Nautico di Lussinpiccolo, che aveva dato per secoli lustro alla marineria locale e nel quale avevano fra l'altro studiato Agostino Straulino e Niccolò Rode.

Alla fine degli anni cinquanta anche il Circolo di cultura - che più che altro aveva svolto delle modeste attività ricreativo/culturali - venne chiuso e per oltre trent'anni non si sentì più parlare di un'organizzazione degli "italiani di Lussino".

Dal Circolo di Cultura alla Comunità degli italiani

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Uno degli effetti secondari del disfacimento della Jugoslavia socialista fu il riaffioramento di molti italiani precedentemente "sommersi"[12]. Molti appartenenti alla minoranza che precedentemente non osavano nemmeno dichiararsi "di madrelingua italiana" al censimento presero nuovo coraggio: il loro numero fra il 1981 e il 1991 quasi raddoppiò, allo stesso modo di coloro i quali si dichiararono "di nazionalità italiana"[13]. Vennero anche create delle nuove comunità degli italiani in varie località croate.

A partire dal 1990 ripresero alcune attività della locale minoranza, e grazie all'impegno di un gruppo di italiani, guidato da Edoardo Cavedoni e Stelio Cappelli - ultimo presidente del Circolo italiano di cultura[14] - anche a Lussinpiccolo venne rifondata un'associazione degli italiani. Essendo stata cambiata negli anni settanta la denominazione di questo tipo di associazioni in Jugoslavia da "Circoli italiani di cultura" a "Comunità degli italiani", quest'ultimo fu quindi il nome che assunse il nuovo gruppo di Lussinpiccolo, che rinacque come articolazione locale dell'Unione Italiana. Al censimento del 1991, considerando i comuni di Cherso e Lussino gli italiani quasi triplicarono.

Le attività della Comunità furono da sempre condotte fra mille difficoltà[15]: mancando una sede sociale, i soci si riunirono per anni vuoi nei locali di un'agenzia turistica[16], vuoi presso le abitazioni o le sedi di lavoro di diversi lussignani, fino a quando nel 1995 si ricevette in usufrutto un ambiente di 36 metri quadrati all'interno della locale Casa della Cultura; per avere una piccola biblioteca in lingua italiana[17] si dovette aspettare una donazione degli esuli lussignani di Trieste e dei Rotary Club di Pordenone e di Milano.

 
Veduta del porto della località di Lussinpiccolo

Fin dai primi anni si cercò di recuperare un certo interesse per l'italiano, che da un uso plurisecolare come lingua comune per il commercio (anche nella forma del dialetto veneto-dalmata locale, che tradizionalmente era considerato "lingua italiana" anche dai rilevatori dei censimenti austroungarici) era praticamente sparito[18]: vennero quindi organizzati dei corsi di lingua, che si ripeterono negli anni anche grazie agli aiuti dell'Università Popolare di Trieste. Le lezioni riscossero un tale successo da esser ripetute più e più volte, sia a Lussinpiccolo che nella località di Neresine.

Ai corsi di lingua si accompagnarono per un certo periodo delle lezioni di vela tenute da un lussignano di lingua italiana. All'interno della Comunità si riuscì a creare un coro di piccoli cantori, che fra l'altro ripropose alcune tradizionali canzoni dialettali lussignane, presentate al Festival per la canzone per l'infanzia organizzato annualmente dall'Unione Italiana. A partire dalla metà degli anni novanta, la stazione radiofonica locale di Lussinpiccolo dedicò un'ora settimanale ad una trasmissione in lingua italiana, animata dai locali attivisti della Comunità.

A seguito dello sviluppo delle diverse attività, ben presto la Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo ha dovuto misurarsi con diverse difficoltà logistiche: gli spazi troppo angusti impedivano l'accesso alla sede e lo svolgimento di più attività in contemporanea. Nel frattempo prese forma l'idea di creare un asilo in lingua italiana, concreto momento di rinascita del secolare insegnamento in tale lingua, bruscamente interrotto dalle autorità jugoslave.

Dopo una lunga ricerca e notevoli difficoltà di ordine economico e burocratico, il 18 giugno 2011 - alla presenza del ministro per i beni culturali Giancarlo Galan, dell'ambasciatore italiano in Croazia Alessandro Pignatti Morano di Custoza e del sindaco di Lussinpiccolo Gari Cappelli[19] - la comunità degli italiani di Lussinpiccolo ha quindi inaugurato la propria nuova sede di Villa Perla[20], acquistata grazie ai contributi della Repubblica Italiana ed intestata all'Unione Italiana[21].

All'interno di Villa Perla, il 1º settembre 2011 - oltre cinquant'anni dopo la chiusura delle scuole italiane - è stata inaugurata la sezione italiana dell'asilo croato "Cvrčak" (Cicala), che occupa l'intero primo piano dell'edificio[22]. Le iscrizioni all'asilo italiano si sono mantenute negli anni fra le 10 e le 15: mancando però di educatrici madrelingua, le classi sono state affidate a maestre croate opportunamente formate a parlare italiano.

Grazie agli spazi finalmente adeguati[23], all'interno della sede della Comunità sono state organizzate varie attività: fra queste - grazie al materiale proveniente dalla famiglia Luzzatto Fegiz - una mostra sulla storia di Villa Perla e gli armatori Tarabocchia (2012)[24] e la mostra del pittore Adam Marušić Zara e il paesaggio dalmata (2012)[25].

Le attribuzioni della minoranza italiana di Lussinpiccolo

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Dopo un lungo periodo in cui legislativamente non esistette alcuna forma di riconoscimento ufficiale a Lussinpiccolo per la minoranza italiana, il 13 luglio 2009 il consiglio comunale cittadino ha promulgato il nuovo statuto. In base ad esso, recependo precedenti statuizioni di carattere statale e regionale[26], la minoranza italiana ha il diritto di partecipare alla vita pubblica e alla gestione degli affari locali per il tramite del Consiglio delle minoranze nazionali (Vijeća nacionalnih manjina) attraverso un proprio specifico rappresentante, eletto dagli appartenenti alla minoranza iscritti nelle apposite liste elettorali[27].

Gli eletti fino al 2014 sono sempre appartenuti alle liste approntate dall'Unione Italiana, in collaborazione con le Comunità degli Italiani interessate[28]. Il Consiglio delle minoranze di Lussinpiccolo e i rappresentanti delle stesse possono proporre al consiglio comunale dei provvedimenti per migliorare la propria condizione e possono nominare i propri delegati negli organi comunali o dal comune dipendenti, ove sia prevista la presenza di un rappresentante della minoranza. Oltre a ciò, hanno il diritto di essere informati su qualsiasi discussione del consiglio comunale in tema di minoranze. Il sindaco è tenuto - a norma di statuto - ad adire i rappresentanti delle minoranze per ogni atto riguardante le stesse[29].

Cariche sociali e soci

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I presidenti della comunità degli italiani dalla sua rifondazione sono stati:

  • Stelio Cappelli (1990-1994)
  • Noyes Piccini Abramić (1994-2006)
  • Anna Maria Saganić (2006-2022)
  • Sanjin Zoretić (dal 2022)

I soci con diritto di voto sono 496 (dati CIL 2023), significativamente maggiori rispetto al numero degli italiani risultanti dai censimenti più recenti.

  1. ^ L'Unione Italiana si autodefinisce nel proprio Statuto (art. 1) Archiviato il 30 luglio 2014 in Internet Archive. come «organizzazione unitaria, autonoma, democratica e pluralista degli Italiani delle repubbliche di Croazia e Slovenia, di cui esprime l'articolazione complessiva dei bisogni e degli interessi generali e specifici».
  2. ^ I dati dei censimenti austriaci sono tratti da G.Perselli, I censimenti della popolazione dell‘Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936, Unione Italiana Fiume-Università Popolare di Trieste, Trieste-Rovigno 1993
  3. ^ Lo studioso Olinto Mileta Mattiuz nei suoi vari studi relativi agli andamenti demografici istriano-dalmati ha cercato di quantificare statisticamente il fenomeno, coniando i termini di "croati (o sloveni) mobili" e rispettivamente "italiani mobili". Si veda in merito O.Mileta Mattiuz, Popolazioni dell'Istria, Fiume, Zara e Dalmazia (1850-2002): ipotesi di quantificazione demografica, ADES, Trieste 2005; O.Mileta Mattiuz, Albona e i suoi abitanti dal 1850 al 2001, in La Ricerca, n° 37, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Rovigno 2003.
  4. ^ I quattro comuni delle isole di Cherso e Lussino vennero unificati in uno solo dal 1967 fino agli anni novanta del XX secolo, successivamente vennero creati i comuni di Cherso e Lussinpiccolo: si riportano i dati di quest'unica unità amministrativa, sommando i dati dei vecchi comuni per gli anni precedenti al 1967 e per i censimenti del 2001 e del 2011. I dati sono tratti da La Comunità Nazionale Italiana nei censimenti jugoslavi 1945-1991, CRS di Rovigno, Trieste-Rovigno 2001 e - per i dati del 2001 e del 2011 - dal sito ufficiale dell'Ufficio Centrale di Statistica della repubblica di Croazia [1].
  5. ^ Appartenente all'allora Provincia di Pola, era costituito dalle frazioni di Neresine, Ossero, Sansego, Canidole Grande, Canidole Piccola, Unie, Chiusi Lussignano, San Giacomo, Puntacroce, Bellei e Ustrine
  6. ^ Maggiori informazioni all'interno del sito dell'associazione.
  7. ^ Per una storia complessiva della comunità nazionale italiana dal 1944 alla fine della Jugoslavia socialista, si veda L. Giuricin, L'Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume - Unione Italiana, in F. Radin-G. Radossi (a cura di), La Comunità rimasta, CIPO di Pola, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Unione Italiana di Fiume, Università Popolare di Trieste, Garmond, Zagabria 2001, ISBN 953-6170-21-3. Il testo è la fonte principale di gran parte delle notizie relative alla storia della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo, della quale è presentata una scheda riassuntiva alle pp. 293-294.
  8. ^ Sul trapasso dall'UIIF all'UI, si veda in prima battuta il capitolo La Comunità Nazionale Italiana (1945-1992), in E.Ivetic, Istria nel tempo, Unione Italiana - Fiume, Università Popolare di Trieste, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Rovigno 2006, pp. 647-664, in particolare le pp. 655 e ss., che descrivono il lungo, contestato e complesso travaglio per il rinnovamento e l'ampliamento delle competenze e dei poteri politico/rappresentativi dell'organizzazione, che comportò pure epurazioni e reintegrazioni: la più nota fu l'espulsione dell'allora presidente Antonio Borme nel 1974, e la sua riabilitazione alla fine degli anni '80.
  9. ^ Nel 2005 verrà fondata anche la Comunità degli Italiani di Montenegro (Zajednica italijana Crne Gore) con sede a Cattaro, la quale sta ancora attendendo l'affiliazione all'Unione Italiana.
  10. ^ Si veda in merito G.Radossi (cur.), Documenti dell'Unione degli Italiani dell'Istria e di Fiume (gennaio 1947 - maggio 1948), Unione Italiana di Fiume, Università Popolare di Trieste, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Rovigno 2010, p. 9.
  11. ^ I dati sono tratti dal sito dell'Unione Italiana, nella parte Archiviato il 31 gennaio 2010 in Internet Archive. dedicata alla CI di Lussinpiccolo. La notizia sul licenziamento degli insegnanti è tratta da Lorena Pavlic, A colloquio con gli attivisti della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo. Senza sede si spegne tutto, in Panorama - Edit, 18 luglio 2001.
  12. ^ Si veda in merito l'analisi del censimento del 1991 in E.Giuricin, La comunità italiana nei censimenti jugoslavi, croati e sloveni (1945-2011) in AA.VV., I censimenti nell'Italia unita. Le fonti di stato della popolazione tra il XIX e il XXI secolo, ISTAT 2011, pp. 218 ss., in particolare le pp. 237-241, dedicate al censimento del 1991 e al notevolissimo incremento del numero degli autodichiaratisi italiani, precedentemente «sommersi» (p. 240).
  13. ^ I censimenti in Jugoslavia prima e in Croazia poi rilevavano separatamente la madrelingua e la nazionalità.
  14. ^ Stelio Cappelli è il padre del successivo sindaco di Lussinpiccolo, Gari.
  15. ^ Tutte le notizie relative ai primi anni della ricostituzione della Comunità degli Italiani sono tratte da Lorena Pavlic, A colloquio con gli attivisti (...), cit.
  16. ^ Di proprietà della famiglia Cappelli.
  17. ^ Nei primi tempi dell'occupazione militare jugoslava delle isole, parecchie centinaia di libri e documenti del locale comune vennero dati alle fiamme
  18. ^ Nel 1994 solo in sei famiglie lussignane si usava l'italiano.
  19. ^ V.B., Lussinpiccolo, Galan alla nuova sede comunità italiana, in Il Piccolo, 19 giugno 2011.
  20. ^ Già villa della famiglia di armatori lussignani Tarabocchia e poi degli imprenditori Luzzatto Fegiz (una Tarabocchia aveva sposato il triestino Pierpaolo Luzzatto Fegiz, in seguito fondatore della società Doxa, il primo istituto italiano di sondaggi di opinione), venne nazionalizzata al termine della seconda guerra mondiale, dopo che i Tarabocchia e i Luzzatto Fegiz erano esodati.
  21. ^ L'acquisto della villa generò diverse polemiche: il valore dell'immobile era stato indennizzato alla famiglia Luzzatto Fegiz con trenta milioni di lire, ma poi il Ministero degli Esteri italiano aveva riacquistato la villa per 675.000 Euro, senza renderla né interamente né parzialmente ai vecchi proprietari, nonostante un accordo in tal senso. Sul fatto M.Rebecca, Esuli, la beffa della villa a Lussinpiccolo, in Il Piccolo, 25 gennaio 2010, e M.Cherubini, Villa Perla a Lussino, luogo del dialogo ritrovato, in La Voce del Popolo, 11 luglio 2012.
  22. ^ Alberto Laggia, E ora l'Istria parla italiano, in Famiglia Cristiana, 18 marzo 2012.
  23. ^ Gli interni di Villa Perla contano circa 470 metri quadrati di superficie.
  24. ^ Villa Perla, la famiglia Tarabocchia e il passato di Lussinpiccolo Archiviato il 28 luglio 2014 in Internet Archive., in La Voce del Popolo, 9 luglio 2012.
  25. ^ Il catalogo Archiviato il 12 agosto 2014 in Internet Archive. è disponibile all'interno del sito della Comunità degli Italiani di Zara.
  26. ^ La Croazia è divisa in venti regioni: il nome della regione in croato è županija, più correttamente traducibile in italiano con la parola contea. Gli italiani sono concentrati maggiormente nelle contee dell'Istria e in quella Litoraneo-montana. Lussinpiccolo appartiene a quest'ultima.
  27. ^ Questo tipo di elezioni ha prodotto nel 2007 una forte polemica da parte dell'UI, secondo la quale sarebbe stata impedita l'elezione di una serie di rappresentanti, violando con ciò la Legge costituzionale sui diritti delle Minoranze Nazionali nella Repubblica di Croazia. Copia archiviata (PDF), su unione-italiana.hr. URL consultato il 25 luglio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).. Secondo il presidente dell'UI - Furio Radin - fra l'altro proprio a Lussinpiccolo sarebbe stata impedita l'elezione del Consiglio della Comunità Nazionale Italiana - obbligatorio per tutte le località nelle quali il numero degli appartenenti ad una minoranza sia superiore all'1,5% del totale degli abitanti - limitandosi invece all'elezione di un singolo rappresentante nel Consiglio delle minoranze (comprendente tutte le minoranze nazionali riconosciute esistenti nel comune). Si veda in merito A. Marsanich, Rinnovo dei consigli della Comunità italiana: domenica niente voto in alcune municipalità, in Il Piccolo, 13 giugno 2007.
  28. ^ Per la città di Lussinpiccolo si segnala a titolo d'esempio l'elenco degli eletti nel 2003 Archiviato il 24 maggio 2010 in Internet Archive.. I risultati delle altre elezioni sono presenti all'interno del sito dell'Unione Italiana Archiviato l'11 agosto 2014 in Internet Archive.. In un caso Archiviato l'8 agosto 2014 in Internet Archive. - nel 2011, limitatamente all'elezione del Consiglio per la Comunità Nazionale Italiana della Regione Litoraneo-Montana - si presentò una lista alternativa.
  29. ^ Tutti i riferimenti sono tratti direttamente da diversi articoli dello Statuto della Città di Lussinpiccolo.

Bibliografia

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  • B. Benussi, L'Istria nei suoi due millenni di storia, Unione Italiana di Fiume - Università Popolare di Trieste - Consiglio Regionale del Veneto, Venezia-Rovigno 1997.
  • La Comunità Nazionale Italiana nei censimenti jugoslavi 1945-1991, CRS di Rovigno, Trieste-Rovigno 2001.
  • T. Dabović, CI di Lussinpiccolo: corsi di italiano per tutte le età, in La Voce del Popolo - La Voce in Più, 10 giugno 2008.
  • L. Pavlić, A colloquio con gli attivisti della Comunità degli Italiani di Lussinpiccolo. Senza sede si spegne tutto, in Panorama - Edit, 18 luglio 2001.
  • G. Perselli, I censimenti della popolazione dell‘Istria, con Fiume e Trieste, e di alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936, Unione Italiana Fiume-Università Popolare di Trieste, Trieste-Rovigno 1993.
  • G. Praga, Storia di Dalmazia, Padova, Cedam 1954.
  • F. Radin-G.Radossi (a cura di), La Comunità rimasta, CIPO di Pola, Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Unione Italiana di Fiume, Università Popolare di Trieste, Garmond, Zagabria 2001, ISBN 953-6170-21-3.
  • B. Rosi, Cherso e Lussino: in primo piano i giovani. Fondi dal Consiglio per la minoranza italiana della Regione Litoraneo-montana, in La Voce del Popolo, 15 dicembre 2008.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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