Corpo sanitario dell'Esercito Italiano

Il Corpo sanitario dell'Esercito Italiano è l'organismo che costituisce la sanità militare e la veterinaria dell'Esercito Italiano. Nato nel 1833 sotto il Regno di Sardegna, nel 1998 ha inglobato anche il disciolto Corpo di Veterinaria, con cui peraltro aveva già avuto vita in comune nel passato.

Corpo sanitario dell'Esercito Italiano
Stemma araldico del Corpo sanitario dell'Esercito
Descrizione generale
Attivo4 giugno 1833 – oggi (Corpo di sanità)
27 giugno 1861 – 20 aprile 1997 (Corpo di veterinaria)
NazioneBandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Regno d'Italia
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana
Bandiera dell'Italia Italia
ServizioArmata sarda
Regio Esercito
Esercito Nazionale Repubblicano
Esercito italiano
TipoSanità militare
RuoloGarantire il servizio sanitario per i militari dell'esercito
ComandoRoma
SoprannomeSaniVet
MottoFratribus ut vitam servares
ColoriAmaranto
Anniversari4 giugno (fondazione del Corpo sanitario, 1833)
Decorazionivedi qui
Sito internet[1]
Parte di
Ispettorato generale della sanità militare, Comando logistico dell'Esercito
Comandanti
Comandante attualeMaggior Generale Massimo Barozzi
Fonti citate nel corpo del testo
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Storia modifica

Corpo di sanità modifica

Il Corpo della Sanità militare si costituisce il 4 giugno 1833 quando il re del Regno di Sardegna Carlo Alberto riordinò il preesistente Servizio sanitario militare dell'Armata Sarda. Tuttavia, la denominazione Corpo di Sanità militare arrivò soltanto nel 1845, quando la struttura si ordinò su di un ruolo medici ed un ruolo farmacisti.

Il Corpo di Sanità nel regno d'Italia seguì quindi tutte le vicende belliche in cui fu coinvolto il Regio esercito, fino a quando il 4 maggio 1940 fu rinominato Servizio di Sanità militare. Vent'anni prima, il 17 ottobre 1920, aveva ricevuto il labaro come insegna simbolo del Corpo.

Nel 1981 il Servizio di Sanità militare dell'Esercito italiano cambiò nuovamente nome in Corpo di Sanità militare. Nel 1997, in seguito al riordino della struttura logistica dell'Esercito Italiano, venne sciolto il Comando del Corpo di Sanità (20 aprile), con il personale del Corpo che passò alle dipendenze del capo del Dipartimento di sanità e veterinaria, successivamente diviso in Dipartimento di sanità e Dipartimento di veterinaria, entrambi alle dipendenze dirette del comandante logistico dell'Esercito.

Il 1º gennaio 1998 il personale dei due dipartimenti costituì il nuovo Corpo sanitario dell'Esercito in attuazione del decreto legislativo 30 dicembre 1997, n. 490.[1][2].

Il Corpo veterinario modifica

Il Corpo veterinario venne istituito il 27 giugno 1861, dopo che tutti i veterinari militari degli eserciti preunitari italiani vennero riuniti in un unico corpo, inizialmente posto alle dipendenze del Corpo di Sanità, con cui condivise tutte le esperienze di guerra dell'esercito italiano, anche in tempi in cui la trazione animale era molto diffusa.

Il 9 maggio 1940 venne rinominato Servizio veterinario militare del Regio Esercito, che nel tempo, con la riduzione della componente animale all'interno dell'Esercito, diminuisce d'importanza, senza che tuttavia gli venne preclusa la consegna della Bandiera di guerra, ricevuta nel 1969.

 
Il presidente Pertini passa in rassegna un reparto di sanità militare in Libano nel 1983

Come accadde per il Corpo sanitario, anche il Comando del Corpo veterinario (tornato a questo nome verso il 1980) venne sciolto il 20 aprile 1997 e posto agli ordini del capo del Dipartimento di sanità e veterinaria.

Il corpo oggi modifica

Il 1º gennaio 1998 il personale dei due dipartimenti costituì il nuovo Corpo sanitario dell'Esercito.[3]

Nel 2006 con l'istituzione del Comando logistico dell'Esercito il Corpo è passato al Dipartimento di Sanità e Veterinaria. Nel 2014 si è costituito il Comando Sanità e Veterinaria, con alle dipendenze il Reparto sanità e il Reparto Veterinaria. Nel 2016 con la riorganizzazione del COMFOTER e la costituzione del COMFOTER Supporto, quattro reparti di sanità sono passati alle dipendenze del Comando Supporti Logistici.

Le unità modifica

 
Logo del policlinico militare del Celio

Le Unità del Comando sanitario del Comando logistico dell'Esercito sono inserite nella catena operativa e distribuite sul territorio. Esse vanno dal policlinico militare "S.Ten. MOVM Attilio Friggeri" meglio noto come "Celio" di Roma (attualmente alle dirette dipendenze del COMLOG), agli ospedali militari distribuiti lungo la Penisola, fino ai 4 Dipartimenti Militari di Medicina Legale (Roma, Padova, Messina e Cagliari) e la Commissione Medica Interforze di II Istanza.

Infine i quattro Reparti di Sanità (Torino, Milano, Bolzano, Napoli) alle dipendenze però del Comando supporti logistici, hanno il compito di erogare il supporto sanitario in operazioni, con l’enucleazione di complessi sanitari campali schierabili in diverse articolazioni.[4]

Comando modifica

Dall'11 marzo 2021 il comandante del corpo è il Maggior Generale Massimo Barozzi.

Capo dipartimento sanità

Il capo del dipartimento di sanità, e vice comandante del Corpo, fornisce al comandante del Comando logistico dell'Esercito consulenza sui problemi di carattere sanitario ed inoltre aggiorna la situazione dei materiali in servizio.

Capo dipartimento veterinaria

Il capo del dipartimento di veterinaria fornisce al Comandante del Comando logistico dell'Esercito consulenza sui problemi di carattere veterinario ed inoltre aggiorna la situazione

Comandanti modifica

  • Maggior Generale Francesco Tontoli (ottobre 2010 - dicembre 2015)
  • Maggior Generale Mario Alberto Germani (dicembre 2015 - marzo 2018)
  • Tenente Generale Antonio Battistini (marzo 2018 - marzo 2021)
  • Maggior Generale Massimo Barozzi (marzo 2021 - in carica)

Distintivi di specialità modifica

Dal 2010 vengono introdotti i distintivi omerali di specialità, ritraenti uno scudetto bianco bordato di colore rosso, sovrastato da un tricolore ricamato a mezzaluna riportante la scritta in colore nero ITALIA; al centro, leggermente tendente verso il basso, una croce rossa ricamata in campo bianco, è posta subito sotto la dicitura della specialità, con ricamo di colore rosso.

Il personale sanitario non laureato del Corpo sanitario dell'Esercito, rivestente l'incarico di operatore logistico della sanità, operatore socio-sanitario o di soccorritore militare, si fregia di un analogo stemma sul quale non viene riportata alcuna specialità medica.

Tali distintivi vengono applicati esclusivamente sull'Uniforme da Combattimento e Servizio, sul braccio sinistro, in sostituzione del Distintivo di Nazionalità; non ne è previsto pertanto altro uso su altre tipologie di uniforme.

Mostreggiature modifica

In uso modifica

Gli appartenenti al Corpo sanitario dell'Esercito indossano fiamme ad una punta amaranto per la sanità, celeste per i veterinari.

Le mostreggiature sono sottopannate con i colori tipici delle unità presso cui il personale del Corpo presta servizio (verde per gli Alpini, bianco e rosso per la Brigata meccanizzata "Sassari" ecc.). Dal 2009 le insegne del personale medico sono state differenziate fra medici, odontoiatri, farmacisti e psicologi, con l'aggiunta sulle pipe di piccole insegne d'oro costituite dal bastone di Esculapio, dal simbolo dei farmacisti e da una lettera "psi" greca (Ψ).[5]

Le mostreggiature non riportanti alcun simbolo, identificano il personale di truppa ed i sottufficiali appartenenti alla Sanità militare ed al Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana. Delle stesse si devono fregiare anche i sottufficiali infermieri in possesso di laurea di I e II livello in infermieristica.

Analoga versione anche per l'uniforme da combattimento vegetata, per la quale viene annesso alle stellette, il simbolo che identifica il personale medico. Tali mostreggiature vengono indossate per identificare il personale medico anche laddove non sia possibile l'utilizzo di emblemi sanitari internazionali come la croce rossa su sfondo bianco o la mezzaluna rossa su sfondo bianco. In taluni teatri operativi, l'uso di questi segnali distintivi sanitari è tuttora vietato, pertanto il personale medico può essere facilmente identificato ugualmente attraverso le mostreggiature, senza mostrare alcun emblema non riconosciuto a livello internazionale. Gli Ufficiali veterinari non si possono fregiare delle mostreggiature da Ufficiale medico, le quali identificano esclusivamente l'assistenza sanitaria umana.

È previsto fregiarsi dei distintivi di merito sull'uniforme da combattimento di forma rettangolare, alti cm 4;e larghi cm 2, in velcro verde scuro, solo per il personale medico. Al loro interno, centrato, è raffigurato il bastone di esculapio, con serpente avvolto e testa rivolta verso l'esterno, per gli ufficiali medici; Si applicano sulle uniformi di servizio e combattimento, centrato al di sopra delle stellette del bavero della giubba, e con la parte inferiore a circa 5 mm dal bordo superiore della stelletta. Su di essi, non possono essere riportati altri simboli. Attualmente per il personale sanitario delle categorie appartenenti a Chimico-Farmacisti, Odontoiatri e Psicologi, non è previsto il fregiarsi di tali distintivi sull'uniforme da combattimento, eccezion fatta per gli Ufficiali Odontoiatri, laureati in medicina e chirurgia e specializzati in odontostomatologia, per questi è possibile utilizzare i distintivi da Ufficiale Medico.

Non più in uso modifica

Altre mostreggiature sono apparse nel tempo sulle uniformi del Corpo sanitario e veterinario dell'Esercito Italiano. La prima versione è la pipa rosso amaranto, prima mostreggiatura del Corpo di Sanità dell'Esercito Italiano, affiancata dalla fiamma ad una punta su rettangolo di panno e dalla fiamma ad una punta con mostrina divisionale. A queste si affiancò, dal 1923, la fiamma nera a due punte sottopannata di color amaranto, sostituita in seguito dalla doppia fiamma nera su rettangolo di panno amaranto, per gli appartenenti al Corpo medico della MVSN, in uso durante la seconda guerra mondiale, i cui reparti furono inseriti nelle grandi unità regolari del Regio Esercito; questi ultimi modelli presentano entrambi una piccola differenza che li contraddistingue dagli altri tipi di mostreggiature: la presenza del Fascio littorio, al posto della classica stella a cinque punte, simbolo delle Forze Armate. Le mostreggiature del bavero per ufficiali, sottufficiali e truppa, hanno dimensioni quali 60 mm di lunghezza, e 32 mm di larghezza.

I fregi modifica

I fregi del Corpo sanitario dell'Esercito, diversi per Ufficiali medici chirurghi, veterinari, farmacisti, odontoiatri e psicologi, hanno come insegne caratteristiche la Stella d'Italia a cinque punte, il tondino bianco con la croce, i bastoni caducei, la corona turrita, l'Omicron (Ο) e lo Psi (Ψ) dell'alfabeto greco. Per il personale di truppa ed i non laureati in medicina, invece, l'insegna base è una stella a cinque punte sormontata dalla corona turrita; al centro della stella, in un disco bianco è riportata una croce rossa oppure celeste (per i veterinari); per i medici la stella è più piccola e poggia su due bastoni, mentre i farmacisti non hanno la stella e i bastoni sono incrociati sotto il tondino.

Il personale sanitario in servizio nelle unità paracadutiste indossano il fregio unico delle aviotruppe composto da paracadute, gladio e ali spiegate.

Le insegne per basco sono fatte in metallo argentato opaco poggianti su di un cerchio lucido, mentre per il berretto rigido sono in metallo o tessuto dorato.[6]

Fregi per basco

Fregi per berretto rigido

Distintivi di merito per il personale modifica

I distintivi di merito sono dei particolari distintivi conseguiti in seguito alla frequentazione di determinati corsi o mediante la partecipazione ad alcune attività organizzate. Essi sono posti tutti sul taschino destro o, se a nastro, in fondo al medagliere:

  Ufficiali medici chirurghi
  Ufficiali medici veterinari
  Ufficiali chimico farmacisti
  Ufficiali odontoiatri
  Ufficiali psicologi
  Infermieri
  Infermieri veterinari
  Tecnici radiologi
  Odontotecnici

Onorificenze concesse alla Bandiera di guerra modifica

La Bandiera di guerra del Corpo sanitario dell'Esercito (e predecessori) è custodita presso la Scuola militare di sanità e veterinaria, alla Cecchignola[7], ed è decorata delle seguenti onorificenze[8]:

  1 Medaglia d'oro al valor militare
  2 Medaglie d'argento al valor militare
  1 Medaglia di bronzo al valor militare
  1 Medaglia d'argento al valore dell'Esercito
  2 Medaglie d'i bronzo al valore dell'Esercito
  1 Croce d'oro al merito dell'Esercito
  1 Croce di bronzo al merito dell'Esercito [Nota: con corona turrita di bronzo!]
  2 Medaglie d'oro al merito della sanità pubblica
  1 Medaglia d'oro di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908)
  1 Medaglia d'argento di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908)

Motivazioni modifica

All'ex Corpo di Sanità militare modifica

«Erede e custode della secolare tradizione di dovere, di eroismo e di sacrificio, divideva sempre con i combattenti la buona e l'avversa fortuna nelle guerre dell'Indipendenza, d'Africa, e contro l'Austria Ungheria. Durante l'ultimo conflitto, su sette fronti, nella lotta partigiana e nella guerra di liberazione, confermava - rinnovandole - le sue altissime virtù militari di coraggio, di amor di Patria e di olocausto, aggiungendo alla schiera dei suoi Eroi, innumeri schiere di caduti immolatisi con alto spirito di sacrificio e nobile sentimento umanitario, per la salvezza dei fratelli colpiti ed a maggior gloria della Patria. Africa Settentrionale ed Orientale, Albania, Fronte Russo, Guerra di Liberazione, 10 giugno 1940 - 9 maggio 1945 (al Servizio di Sanità militare)»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 12 luglio 1950
«Per gli importanti servizi resi nella campagna di guerra in Libia 1911-12 (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 19 gennaio 1913
«Instancabile, modesto, sereno, confortando di cure e di amore i sanguinanti fratelli negli stessi cimenti della battaglia o sotto le implacabili lontane offese nemiche, dette costante, mirabile esempio di ardore e di valore, di sprezzo del pericolo e di devozione al dovere. Guerra 1915-1918 (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 5 giugno 1920
«Con grande perizia e fraterno amore si è dovunque ed in ogni tempo prodigato per svolgere la sua altissima missione. Sul campo di battaglia non ha posto limiti al suo valore, versando sangue generoso pur di recare le cure, fin sulle primissime linee, o impugnando la vanga per concorrere al duro lavoro del fronte. Guerra Italo-etiopica, 3 ottobre 1935-5 maggio 1936 (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 1º febbraio 1937
«In occasione del terremoto che il 23 novembre 1980 ha colpito le regioni Campania e Basilicata, la Sanità Militare interveniva in massa, con tempestività ed efficacia, nelle zone sinistrate spiegando sin dal giorno 24 novembre, quasi simultaneamente, una Unità sanitaria eliportata a Sant'Angelo dei Lombardi, un ospedale da campo di intendenza a Lioni ed un ospedale da campo a Pescopagano, e nella notte fra il 25 e 26 novembre, un altro ospedale da campo di intendenza ad Eboli. A partire dal 30 novembre, avvalendosi anche del generoso ed infaticabile contributo fornito da un complesso di oltre trecento infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana affluite da tutta l'Italia, organizzava inoltre una rete di ben centotredici nuclei sanitari a presidio di tutti i comuni danneggiati con compiti di assistenza medico-chirurgica e di medicina preventiva, completando così la copertura sanitaria del territorio terremotato. Nell'opera di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite, si prodigava oltre ogni limite con grande spirito di abnegazione, in condizioni ambientali rese proibitive da fattori atmosferici particolarmente avversi e dal susseguirsi delle scosse telluriche. La sua opera contribuiva in maniera determinata a salvare numerosissime vite umane attraverso 41.000 prestazioni medico-chirurgiche, 150.000 vaccinazioni e circa 3.000 interventi igienico-sanitari per controllo della potabilità delle acque e la bonifica a tappeto di tutto il territorio colpito dal sisma. Il rapido coordinamento delle operazioni, lo spirito di sacrificio e l'elevato livello di preparazione degli ufficiali, dei sottufficiali e dei soldati consentivano di scongiurare il paventato pericolo di epidemie. I numerosi atti di valore spesso recensiti dalla stampa, compiuti dal personale sanitario e parasanitario, anche in operazioni di salvataggio dalle macerie, di recupero e di ricovero dei feriti hanno conferito prestigio ed ammirazione per l'istituzione ed unanime riconoscimento al Corpo di Sanità da parte delle Autorità locali e delle popolazioni soccorse. Province della Campania e della Basilicata, 23 novembre 1980 - 30 giugno 1981»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 1981
«L'ospedale da campo inviato a Beirut nell'ambito del Contingente italiano della forza multinazionale di Pace in Libano ha provveduto, nelle drammatiche vicende dell'aspra guerriglia, all'assistenza e alla cura dei feriti e dei malati, militari e civili, prescindendo nello svolgimento della generosa opera umanitaria da ogni credo politico e religioso e da ogni distinzione di razza. Il personale medico, sempre adoperatosi con slancio, generosità, umanità, ha riscosso stima, affetto e gratitudine non solo dalla popolazione libanese, ma anche dai Contingenti militari alleati e dalle autorità civili locali. Il Corpo di Sanità dell'Esercito ha così riaffermato anche nella particolare circostanza la sua secolare tradizione di dedizione e di disciplina nonché di grande perizia tecnica, ottenendo dentro e fuori dai confini della Patria, incondizionato riconoscimento. Beirut, 14 ottobre 1982 - 26 febbraio 1984»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 7 maggio 1987
«La Sanità dell'Esercito impegnata in Albania, Somalia e Mozambico nell'ambito delle operazioni Pellicano, Ibis e Albatros, ha assolto con grande perizia e profonda abnegazione, pur nelle difficili condizioni ambientali, il delicato ed oneroso compito di cura e assistenza di militari e civili riproponendosi, quale unico credo, il sollievo delle umane sofferenze. In questo quadro, tutti gli operatori sanitari, per lo slancio posto in essere, per la disponibilità ed il generoso spirito di partecipazione hanno riscosso l'unanime stima e gratitudine dei Contingenti militari alleati e di tutta la popolazione locale. Il Corpo di Sanità dell'Esercito, erede della gloriosa tradizione di sacrificio e di dedizione al servizio, ha riaffermato, anche in queste circostanze, efficienza elevatissima e intramontabili sentimenti di solidarietà umana. Albania - Somalia - Mozambico, 1991 - 1994»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1995
«(al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 11 giugno 1922
«Per l'opera del Corpo Sanitario Militare, in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e in Sicilia (al Corpo di Sanità militare del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 27 giugno 1911
«Per l'opera da essa data in occasione del terremoto del 28 dicembre 1908 in Calabria e in Sicilia (alla Scuola di Applicazione di Sanità Militare del Regio Esercito)»
— Roma, regio decreto 5 giugno 1910

All'ex Corpo veterinario modifica

«Interveniva tempestivamente con propri ufficiali veterinari in tutta l'estesa area investita dal sisma del 23 novembre 1980 superando con eccezionale spirito di sacrificio, altissimo senso del dovere ed estrema abnegazione, difficoltà di ogni genere, organizzative ed ambientali, rese spesso proibitive e pericolose da condizioni climatiche particolarmente avverse e da frequenti scosse sismiche di assestamento. In condizioni di oggettivo pericolo per le estese distruzioni e le incombenti difficoltà di crolli, di frane e di contagio, bonificava il terreno, partecipava attivamente alla lotta al randagismo, ispezionava alimenti, recuperava animali convogliandoli in predisposti centri di raccolta, riforniva di foraggi anche i più lontani casolari rimasti isolati nel territorio impervio e compartimentato dell'Alta Irpinia, della Valle del Sele e della Basilicata, attraverso itinerari difficili resi pericolosi dal dissesto geologico, da abbondanti nevicate e dal gelo. Si distingueva nella riorganizzazione sociale ed economica delle zone sinistrate, dove per l'alta capacità tecnica e per l'elevato spirito di iniziativa evitava l'insorgere di malattie contagiose per uomini ed animali e riduceva al minimo le perdite del rilevante e prezioso patrimonio zootecnico. Nella drammatica ed instancabile opera di soccorso il Corpo Veterinario dell'Esercito con il suo intervento creava le premesse per il ritorno alla vita normale, riscuoteva l'ammirazione e la gratitudine delle popolazioni locali e contribuiva a tenere alto il prestigio della Istituzione. Provincie di Avellino, Salerno e Potenza, 24 novembre 1980 - 15 gennaio 1981»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 15 dicembre 1981
«Il Corpo Veterinario ha concorso, nell'ambito dell'operazione "Ibis" al soccorso della popolazione somala intervenendo, con propri ufficiali, a favore del patrimonio zootecnico locale. In tale circostanza, tutto il personale del Corpo ha contribuito al migliore svolgimento della missione, operando con elevata professionalità, alto senso del dovere e spiccata iniziativa, eccelse qualità che hanno consentito di ottenere risultati estremamente positivi. L'attività tecnica degli ufficiali veterinari, svolta in situazioni di oggettivo pericolo, è valsa a salvare migliaia di capi di bestiame, quasi unica fonte di sostentamento per le popolazioni indigene. Tale proficuo impegno ha consentito a tutto il contingente di mantenere ottimi rapporti con le popolazioni locali ed ha contribuito ad accrescere il prestigio della Forza Armata all'interno del Paese ed in ambito internazionale. Somalia - Balad, Johar, Bulo Burti, 13 dicembre 1992 - 14 marzo 1994»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 28 luglio 1995
«Il Servizio Veterinario Militare ha costantemente offerto agli Organi Sanitari l'opera di insigni clinici, batteriologi, virologi, igienisti e ricercatori che, con elevate capacità organizzative ed interventi collettivi ed individuali non facilmente realizzabili, hanno altamente bene meritato della salute pubblica. Particolarmente notevole è stato il contributo dagli ufficiali Veterinari, qualche volta anche in veste di pionieri, alla diagnostica, profilassi e terapia del tetano e delle malattie trasmissibili dagli animali all'uomo. Gli apprezzatissimi sieri, vaccini e sostanze allergiche prodotte dagli Stabilimenti del Servizio sono stati ed ancora oggi vengono sistematicamente, e con pieno successo, utilizzati anche per uso civile. In numerose circostanze di pace e di guerra gli Ufficiali Veterinari hanno generosamente concorso al mantenimento della salute pubblica, assicurando "servizi sostitutivi" di alto interesse specie per l'igiene alimentare delle popolazioni. Preziose le iniziative e gli interventi organizzati e condotti dal Servizio Veterinario Militare, in piena intesa con le Autorità Sanitarie Civili, per la risoluzione di problemi, senza precedenti e di estrema gravità per la salute pubblica, determinati dalle calamità ed alluvioni succedutesi in epoca recente in toscana ed altrove»
— Roma, decreto del Presidente della Repubblica 8 novembre 1974

Alla Scuola militare di sanità e veterinaria modifica

La Scuola militare di sanità e veterinaria ha in temporanea consegna la Croce d'argento al merito dell'Esercito concessa dal Ministro della Difesa nel 1977 all'Ospedale militare di Udine:

«Nella circostanza del terremoto avvenuto nel Friuli il 6 maggio 1976 interveniva con tempestività per portare soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite. Prodigandosi oltre ogni limite e mettendo in evidenza quello spirito di abnegazione che è vanto del Servizio di Sanità dell'Esercito, operava senza sosta contribuendo in maniera determinante al ricovero, alla cura ed all'assistenza dei feriti e a tenere sotto controllo la situazione igienico-sanitaria della zona. Per tale attività riscuoteva l'unanime riconoscimento delle popolazioni friulane. Friuli, 6 maggio 1976 - 30 aprile 1977»
— Roma, decreto del Ministro della Difesa 13 dicembre 1977

Note modifica

  1. ^ "Riordino del reclutamento, dello stato giuridico e dell'avanzamento degli ufficiali, a norma dell'articolo 1, comma 97, della legge 23 dicembre 1996, n. 662", in parlamento.it. URL consultato il 18 aprile 2013.
  2. ^ Storia del Corpo di Sanità, in esercito.difesa.it. URL consultato il 18 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2013).
  3. ^ Storia del Corpo Veterinario, in esercito.difesa.it. URL consultato il 18 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 12 luglio 2013).
  4. ^ Esercito.difesa.it
  5. ^ Il Corpo Sanitario dell'Esercito, in esercito.difesa.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2013).
  6. ^ Il Corpo Sanitario dell'Esercito, in esercito.difesa.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 3 aprile 2013).
  7. ^ Scuola di Sanità e Veterinaria, in esercito.difesa.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2013).
  8. ^ Il Medagliere - Esercito Italiano, su esercito.difesa.it. URL consultato il 6 gennaio 2019.

Bibliografia modifica

  • Considerazioni sul corpo sanitario militare, 1863, Firenze
  • Michele Giordano, Il corpo farmaceutico e il corpo sanitario militare in Italia, 1871, Torino
  • Attilio Teruzzi, La Milizia delle Camicie Nere, Mondadori, Milano, 1939.
  • Domenico De Napoli, La sanità militare in Italia durante la prima guerra mondiale, Ates, 1989

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica