Dimostrazione della trascendenza di e

La prima dimostrazione della trascendenza di e sul campo dei numeri razionali fu completata nel 1873 ad opera di Charles Hermite. Successivamente David Hilbert (1862–1943) ne fornì una versione semplificata.

La dimostrazione di Hilbert

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Supponiamo per assurdo che   sia un numero algebrico e cioè che esista un insieme finito di coefficienti razionali non nulli   che soddisfano l'equazione

 

A meno di moltiplicare per il denominatore comune dei coefficienti, non è restrittivo supporre che tali coefficienti siano interi. Si può inoltre supporre che   sia il minimo intero per cui esistano dei tali coefficienti.

Per ogni coppia di interi   e  , siano   e   le funzioni definite da

 
 

Per ogni   consideriamo l'equazione ottenuta moltiplicando per   ambo i membri dell'equazione

 

in modo da ottenere

 

Dalla definizione di   e   discende che   per ogni coppia di interi  ,   e dunque l'equazione precedente può anche essere scritta nella forma

 

dove

 
 

Per completare la dimostrazione basta dunque mostrare che per   sufficientemente grande

 

è un intero non-nullo mentre

 

non è intero, in quanto tali fatti sono in contraddizione con l'equazione

 

Il fatto che il primo numero sia un intero risulta dall'identità

 

che è valida per ogni intero positivo   e può essere dimostrata per induzione usando l'integrazione per parti.

Per mostrare che per   sufficientemente grande il secondo numero non è intero, è sufficiente provare che   si ha

 

A questo scopo, notiamo dapprima che

 

è il prodotto delle funzioni

 e 

Osserviamo poi che, se denotiamo rispettivamente con   e   i massimi di

 

sull'intervallo  , si ha

 

per un'opportuna costante  . Di conseguenza

 

e dunque

 

Quindi, per la definizione di limite,   risulta

 

Per concludere la dimostrazione basta quindi mostrare che questo numero è diverso da zero, e ciò segue dalla minimalità di   in quanto   risulta  .

Una strategia simile, differente dall'approccio originale di Lindemann, può essere usata per mostrare che π è trascendente.

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