Discussione:Sant'Agata de' Goti

Ultimo commento: 2 anni fa, lasciato da 3knolls in merito all'argomento Tradizioni, dialetto e proverbi
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Comuni italiani
ncNessuna informazione sull'accuratezza dei contenuti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla scrittura. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di fonti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di immagini o altri supporti grafici. (che significa?)

che senso ha lincare tutte le date,allora likiamo tuttte le parole e tutti i numeri.

Origini del nome modifica

Metto questo commento a proposito della costruenda Voce di Sant' Agata de' Goti. Qualcuno, al Progetto: Origini del nome ha scritto delle cose strabilianti. Ha cominciato a sproloquiare di teorie, e c' è da chiedersi cosa c' entrino le "teorie" con una ricostruzione di carattere storico; poi ha contrapposto un' ipotesi all' altra (la sua), sostenendo che la prima non sia suffragata da alcuna testimonianza scritta (come se si fosse potuto fare una fotografia all' atto di fondazione della città); poi ha avanzato la sua "teoria", sostenendo che Sant' Agata debba la sua denominazione "de' Goti" ad una famiglia provenzale De Goth, che ne era venuta in possesso, senza che da parte sua venga fornita la più vaga informazione di detta famiglia. A questo punto io vorrei aggiungere che le città, soprattutto quelle antiche, non si fondano e non si danno il nome da un giorno all' altro, ma che dietro c' è un lungo processo. La mia domanda è: potevano i De Goth dare il proprio nome a Sant' Agata per averla tenuta presumibilmente solo pochi decenni? Se sì, venga fornito qualche documento. Utente:ULISSE

Devi riconoscere che tra De Goth e de' Goti c'è una somiglianza impressionante, però. Comunque, non è mia intenzione appoggiare o confutare la teoria. Piuttosto faccio presente che non sono state riportate fonti che testimoniano che questa teoria è stata avanzata, così come non sono riportate fonti a riprova della storia che tu hai scritto di Sant'Agata. Insomma, allo stato attuale, l'affidabilità delle informazioni dell'intera pagina è teoricamente pari a zero. È per questo che ho aggiunto il template che segnala l'assenza di fonti, qui e nella pagina su Saticula che si trova nella stessa situazione. Se poi la teoria che tu critichi risultasse non essere una semplice invenzione di chi ha scritto quel paragrafo, ma fosse reperibile su altre fonti, è giusto che venga menzionata.

A proposito della voce Saticula, vedo che molte informazioni su Saticula sono riportate nella pagina su Sant'Agata, forse più di quelle presenti nella pagina Saticula stessa. Non sarebbe meglio ampliare la pagina Saticula inserendo tutte le informazioni che la riguardano, e inserire nella pagina su Sant'Agata un sunto di queste, accompagnato da un template {{Vedi anche|Saticula}}? --Gaucho/Decanif you wanna talk 10:58, 14 set 2008 (CEST)Rispondi

Per quanto riguarda l' appunto sul fatto che nella voce Sant' Agata de' Goti compaiano più informazioni su Saticula di quante non ne appaiano nella stessa voce Saticula, concordo e io stesso me ne ero reso conto. Solo che della voce Sant' Agata de' Goti avevo già trovato l' abbozzo, per cui mi sono messo ad arricchirla utilizzando fonti più o meno ufficiali, ed altre delle mie ricerche per la tesi. Di fare una voce su Saticola mi è venuta l' idea dopo. A proposito di fonti vorrei aggiungere che ovviamente ci sto pensando, ma io sono solo a cercare di rendere sia la voce Saticula che Sant' Agata de' Goti il più complete e documentate possibile. Però io penso questo: Wikipedia non è e non può essere ritenuta o trattata come una Enciclopedia classica, come quelle per intenderci cartacee della Treccani o altre, e il bello è proprio questo: per il fatto che può essere modificata ad libitum dagli utenti registrati, Wikipedia dovrebbe essere ritenuta una Enciclopedia "militante", ovviamente senza che con il termine si debba equivocare in senso politico. Per cui, una voce che sia ritenuta sufficientemente corretta, dovrebbe essere resa "pubblica", magari con delle avvertenze. Sulla faccenda De Goth, io so e conosco la persona che l' ha avanzata come spiegazione del toponimo di Sant' Agata de' Goti, però francamente continuo a preferire la più ovvia e più evidente: in genere, le spiegazioni semplici sono più veritiere di quelle lambiccate. Aggiungo comunque che la discussione l'ho iniziata come provocazione, per cercare di tirare fuori l' autore dal suo anonimato wikipediano. Cordiali saluti, Utente:ULISSE

Propongo di modificare, anzi di cancellare e rifare qualche dato chiaramente non conforme alla realtà dei fatti ultimamente introdotto in questa voce. Senza offesa per chi l' ha introdotto evidentemente in buona fede. Io conosco meglio la situazione e credo di poterlo fare con più cognizione. Utente:ULISSE

Bè, non so cosa intendi di preciso per "chiaramente non conforme alla realtà dei fatti". L'importante è che, quando più opinioni sono possibili, lasci spazio anche a quelle che non condividi (insomma, ti ho già linkato un paio di pagine sulle linee guida di Wikipedia, spero che ti atterrai a quelle. Per il resto, spero proprio che questa pagina diventi un bel lavoro, perché una cittadina come Sant'Agata necessita di una buona trattazione. --Gaucho/Decanif you wanna talk 19:30, 15 set 2008 (CEST)Rispondi

In riferimento alle cose introdotte non conformi alla realtà intendevo il dato sulle chiese in cattivo stato, perché ciò non è vero: tutte le chiese cittadine e mi risulta delle frazioni sono in buono stato, tranne forse qualche cappella (quella dell' ex-Seminario). Questo, non altro. Il centro storico di Sant' Agata già da qualche decennio è stato munito di strade lastricate adeguatamente. Utente:ULISSE

Penso che ti potrà essere di risposta questa pagina: Wikipedia:Niente ricerche originali, e forse anche Wikipedia:Punto di vista neutrale. Come fonti bibliografiche non puoi riportare quelle che hai dovuto consultare per scrivere la tua tesi, scusa? --Gaucho/Decanif you wanna talk 14:05, 14 set 2008 (CEST)Rispondi

Salve a tutti, sono Angola e sono ben felice di partecipare alla vostra discussione. Innanzitutto alcune precisazioni. Sono di Sant'Agata de' Goti, ci vivo tutti i fiorni e faccio il giornalista, e sono felicissimo di trovare tante persone che apportano il loro contributo alla pagina della mia città. Sono inoltre nuovo di wikipedia, l'esperienza mi entusiasma anche se pecco di forte inesperienza, quindi perdonatemi eventuali errori di "impaginazione". D'altra parte ben diverso è il ragionamento riguardante i contenuti da me introdotti. Le notizie che ho inserito hanno una validità storica e sono documentate, non con una "fotografia", ma con le documentazioni possibili che la storia nelle diverse età ci offre. I Goti sono stati a Sant'Agata? Impossibile dirlo. I Goti diedero il loro nome alla città? No. O per lo meno la dicitura "De' Goti" non compare in nessuna scruttura ufficiale fino al 1500. Normanni, Svevi, Angioini e Vaticano governarono la città dopo la discesa in Italia dei Goti, ma mai nessun si sognò di riportare la dicitura "De Goti". Poi nel 1500, dopo la presenza dei De Goth, compare per la prima volta l'appellavico "de Gotis". A riportarlo è lo storico Maruotti, che nel 1981 pubblica "Sant'Agata di Puglia nella storia medioevale" ed a proposito di Sant'Agata de' Goti scrive "...se Sant'Agata fosse stata fondata dai Goti certamente in quelle cancellerie l'avrebbero chiamata Sant'Agata Gotorum". Tutte queste nozioni sono riportate in "Da Saticula a Sant'Agata de' Goti" del professore Antonio Buonomo, storico esperto della storia di Sant'Agata de'Goti. Ovviamente non vi è certezza centifica, non vi potrebbe essere, ma a Sant'Agata tra gli studiosi è ormai condivisa la teoria dei "De Goth". Così quando ho visto riportata la teoria dei Goti come univa ipotesi, ho voluto correggere quello che pensavo fosse un errore. Nel farlo ho postato la notizia più accreditata nel primo paragrafo. Ed ho voluto poi ricordare la teoria dei "Goti" nella pagina sulla storia in "onore" di chi aveva apportato il contributo precedente. Chiedo scusa per non aver riportato prima i riferimenti e le prove, ma semplicemente non sapevo coma fare, e per questo vi chiedo scusa ed aiuto. PS: nei link di fine pagina ho visto un collegamento ad un sito commerciale, come si fa a segnalarlo? Grazie! Angola

Se intendevi il sito della "Perla" l'ho eliminato io.. ma come tu vivi a Sant'Agata e mi hai fatto fare una sfacchinata da Cerreto per fare due foto?? Scherzo eh.. poi quando inizierai a prendere abitudine con Wiki migliora la sezione sui monumenti che c'è scritto veramente pochissimo.. ciao --Adam91 19:54, 30 ago 2009 (CEST)Rispondi

Edit war modifica

La voce è bloccata per una settimana. Cercare una versione condivisa e sblocco la pagina. Hellis (msg) 19:26, 14 mar 2009 (CET)Rispondi

Compromesso? L'utente:ULISSE deve imparare che questa voce non é di sua proprietà e deve accettare i pareri e le modifiche dettate dagli altri utenti. E innanzitutto NON deve cancellare i template per la richiesta di fonti. Si é stati fin troppo clementi, meriterebbe un blocco. Questi sono vandalismi. --Adam91 19:32, 14 mar 2009 (CET)Rispondi
Questa settimana di blocco spero sia utilizzata proficuamente da tutti per leggere le pagine di servizio. Se dopo lo sblocco vedrò protrarsi comportamenti non consono al progetto dovrò agire mio malgrado di conseguenza. Hellis (msg) 09:59, 15 mar 2009 (CET)Rispondi

Indecenza modifica

Invito l'utente Ulisse a inserire al più presto le opportune fonti dove sono presenti i diversi template di citazione necessaria, a correggere i toni enfatici della voce ed a formattarla secondo gli standard altrimenti provvederò ad eliminare quei testi contestati perché credo sia indecente avere una pagina in questo stato. --Adam91 19:26, 22 apr 2009 (CEST)Rispondi

Stanno editando una voce a loro uso e consumo Utente:ULISSE

"Assisio venies Franciscus ad urbe hac qua Gotor reliquie ex dive Agathe nomine costruxerut etc, etc" AD 12LXXXII Utente:ULISSE

Ulisse non riesco a capire i tuoi edit in questa pagina; se vuoi collaborare fallo ma cercando di rispettare le regole come tutti noi facciamo. --Adam91 12:39, 2 set 2009 (CEST)Rispondi

Non volevo mettere un edit per la voce. Volevo solo riportare quanto è scritto su una lapide dell' androne del Municipio di Sant' Agata in cui si fa menzione di vestigie lasciate dai Goti in questa città (la lapide porta la data del 1282, ben anteriore alla data in cui Sant' Agata sarebbe andata in possesso del fantomatico De Goth). Laddove, nel corpo della voce viene avanzato il dubbio che i Goti abbiano veramente frequentato questi posti, e che le abbiano trasmesso il nome. Vorrei anche segnalare quella che a me sembra un piccola inesattezza riferita a Saticula: che non era un villaggio, e che non era "caudina", nel senso che aveva il suo territorio ben distinto e indipendente (la valle dell' Isclero fino al Volturno) da quello di Caudium, che diede il nome alla Valle Caudina. Utente:ULISSE

Allora correggi cosa ha scritto Angola.. quando hai le fonti dalla tua parte puoi fare di tutto ;-) --Adam91 01:18, 3 set 2009 (CEST)Rispondi

Accolgo i suggerimenti di Ulisse, anche se resto fermo sulle mie teorie. Ulisse saprà benissimo che la costruzione della frase latina è diversa da come noi oggi costruiamo la frase in italiano. Nè penso che lui abbia l'ardire di ipotizzare che ci siano reliquie della santa catanese qui a Sant'Agata! D'altra parte l'eventuale presenza/passaggio dei Goti nel territorio santagatese non proverebbe nulla sul toponimo "De' Goti". Sono ancora un po' restìo a conferire alle due ipotesi pari dignità. Penso però che in questo caso Adam91 possa essere se non giudice, almeno salomonico consigliere. Rigetto invece la segnalazione sull'inesattezza del "caudina". Il "caudina è infatti riferito a Caudini come tribù sannita. Il ceppo dei Sanniti giunti nel sud Italia, diede vita a quattro tribù: Caraceni, Pentri, Irpini e Caudini. Questi Caudini, quasi un sottogruppo dei Sanniti, fondarono le città di Caudium (oggi Bonea e Montesarchio), Telesia (San Salvaotre) e Saticula. Angola 3:47, 3 set 2009

A questa discussione vorrei premettere una riflessione di G. Occam: che non si debba avanzare ipotesi esplicatica aggiuntiva quando di un insieme di fenomeni si ha già una spiegazione adeguata (a meno che-aggiungo io-un' ipotesi aggiuntiva sia più fondatamente esplicativa della precedente). Ora, il latino ecclesiastico dell' Altomedioevo è già una forma di latino volgare, e in più è già in fase di evoluzione verso l' idioma che sarà l' italiano, per cui comincia a perdere le desinenze e a far cadere la mirabile costruzione sintattica del latino classico e letterario. Il latino della lapide del Municipio di Sant' Agata appartiene a tale fase, e quindi presenta qualche difficoltà di traduzione, ma non di interpretazione. Intanto, in riferimento a questo luogo, viene usato il termine "urbe", che tanto significa città tanto rocca, e comunque fa intendere che già si trattasse di un' acropoli ben definita. E su questa acropoli i Goti avevano lasciato (costruito) delle vestigie che traevano il nome di sante (dive) agate: e qui il pensiero va alle due chiese di Sant' Agata Sopraporta e Sant' Agata de Marenis (qui il dito della santa catanese effettivamente non c' entra). Quindi, a data del 1282, i Goti ancora venivano menzionati per le vestigie lasciate nel corso del secolo che durò il regno dei Goti; e avevano avuto il modo e il tempo e le forze di fondare una sia pur piccola città. E' fuori luogo pensare che qui precedentemente vi avesse preso dimora la colonia dei Romani. Da un punto di vista storico, nel 1282 si era già in fase di avanzata riorganizzazione sociale(basata sulla signoria fondiaria) e riorganizzazione amministrativa della Chiesa (diocesi e parrocchie). Difatti, già prima del 1000, questa città veniva ritenuta degna di essere elevata a centro di diocesi, denominata fin dal principio "Diocesis Sanctae Agathae Gothorum" (tale definizione si trova in quasi tutti i dizionari, ecclesiastici e non). Dove ha preso la Chiesa tale denominazione? l' ha mutuata con tutta evidenza, e legittimata giuridicamente, dalla parlata locale. In quanto al De Goth, egli ebbe il possesso (se ciò è vero) del feudo di Sant' Agata solo per una trentina d' anni, troppo pochi per lasciare di sé un documento o una traccia. Si può solo pensare che poiché i termini si possono pari pari sovrapporre, in qualche modo potrebbe essere avvenuta una fusione. In sèguito, persa la memoria dell' origine del nome, il toponimo della città è stato portato al più consono singolare. A me sembra che ciò sia sufficiente, storiograficamente, per stabilire che il toponimo di Sant' Agata si sia formato su questa traccia. Certo, non c' è un atto fondativo, ma nemmeno potrebbe esserci. Per quello che riguarda poi il rilievo che il toponimo di Sant' Agata si sia perfezionato in de' Goti dopo l' esperienza feudale del De Goth, per l' appunto non mi pare che sia di tanto rilievo: si sarebbe dovuto riportare tale e quale, giusto per distinguerlo dai Goti. In latino il termine goto_goti si traduce=gothus_gothi (sulla lapide già declina verso l' italiano gotor). Si poteva tradurre De Goth col genitivo Gothorum? Penso di no: in latino non c' è traccia di genitivo plurale riferito ai cognomi, almeno così mi risulta. Per quello che riguarda l' attribuzione di caudina a Saticula riconosco di essere incorso in un malinteso. In realtà, però, erano stati gli Oschi che nel VI_V sec. a. C. nella loro migrazione nel centro e nel meridione d' Italia erano venuti a colonizzare queste terre, e dalla storiografia sono stati distinti a seconda dei posti in Sanniti, Lucani, Bruzi. I Sanniti a loro volta in sottogruppi, fra cui i Caudini. Utente:ULISSE

Vorrei eliminare la manifestazione "Papa N'Sisto" dall'elenco di questo paragrafo. Questo perchè tra quelle citate è l'unica che non ha ricorrenza annuale: è infatti una manifestazione che si è tenuta solo quest'anno e non verrà ripogrammata. Cosa ne pensate? Utente:Angola

Ancora sul nome modifica

L'utente Piscitelli3 ha inserito questa modifica: "A suffragare la seconda tesi è la presenza di una chiesetta intitolata a Sant'Agata ai confini del centro storico: Sant'Agata era venerata dagli Ostrogoti appunto per l'assonanza del nome della santa col nome del popolo di origine germanica." Vorrei conoscerne le fonti, in quanto la notizia non mi risulta.--Angola (msg) 10:23, 23 ago 2012 (CEST)Rispondi

Mi sono appena reso conto che Piscitelli3 non è un utente. A questo punto, mancando la fonte, cancello il suo contributo relativo al nome relativo ad una notizia che a me risulta falsa.--Angola (msg) 10:28, 23 ago 2012 (CEST)Rispondi

contributo alla voce Sant'Agata de Goti modifica

Buon giorno a tutti, come ho già fatto presente a un tale che si firma Bradipo e che pur essendo esperto di informatica ha stranamente le competenze per criticare un testo di storia dell'architettura, sulla base di segnalazioni fatte a casaccio da altri individui nascosti da pseudonimi improbabili, ritengo che i miei contributi sulla pagina dedicata alla voce "Sant'Agata de Goti" siano inutili e chiedo pertanto che siano cancellati completamente. Questo perché da un primo sguardo ai partecipanti alla discussione ho ravvisato ignoranza e superficialità e dunque i miei studi e le mie ricerche ampiamente documentate da pubblicazioni mie e di altri ben piu' importanti di me sono qui solo oggetto di discorsi da Bar Sport, senza neanche la decenza di mascherare la totale assenza di informazione. Faccio un esempio: al "genio" che ha mortificato lo storico archeologo Fileno Rainone, vissuto nel Regno di Napoli nel Settecento all'interno di una famiglia patrizia locale, noto agli storici (quelli veri) per aver pubblicato nel 1788 gli scritti piu' famosi su Sant'Agata de Goti, utilizzati da tutti gli studiosi che si sono succeduti fino a oggi, il cui testo è stato riprodotto in copia anastatica (accidenti che parola difficile! La capirete?) alla fine degli anni Novanta per una maggiore diffusione al pubblico, custodito in originale anche nella biblioteca Nazionale di Napoli, affermando che "non conosce il testo" quindi non esistono le notizie da esso tratte, suggerisco di occuparsi di quello che sa fare e di documentarsi prima di influenzare negativamente i cosiddetti "amministratori". Chi invece si sofferma sugli eventi o polemizza sulla storia di Saticola direi: esibite le motivazioni documentarie di cio' che dite, grazie. Che piaccia o no la storia di Saticola è quella di Sant'Agata ed è la prima volta che mi imbatto in limitazioni del sapere per motivi di "estetica" della pagina. Un ringraziamento alla gentilezza e fattività dell'utente Decan che con gentilezza ma anche fermezza mi ha indicato le mancanze ponendosi degli interrogativi piuttosto che sparando a zero sciocchezze. Per l'ultima volta, onde evitare blocchi stupidi e coercitivi, cancellate il mio contributo riportando la voce allo stato brado in cui si trovava prima. Grazie a tutti per l'attenzione.

Gentile sig.ra [@ Rosanna Biscardi], onorato dai suoi ringraziamenti. Non so bene cosa le ha detto in privato l'utente [@ Bradipo Lento], mi attengo a quello che ho potuto leggere io: e quindi confermo che il testo da lei inserito non verrà cancellato se non con valida motivazione. Ora, è bene chiarire subito che le competenze non le ho neppure io, ma mi preoccupo nel leggere che Adelchi di Benevento fu sconfitto a Verona da Carlo Magno, confondendolo con il più noto Adelchi (principe) che visse un secolo prima. Mi preoccupo perché una delle poche cose che sono sicuro di sapere è che il ducato di Benevento non finì insieme al regno longobardo nel Nord Italia: i longobardi continuarono ad essere presenti in zona, e il ducato beneficiò di tale evento, diventando principato. La storia di tale principato, che finisce ufficialmente nel 1077, non può esser ridotta a un gruppetto di gastaldi ribelli all'imperatore, tant'è che nell'851 fu proprio l'imperatore Ludovico II a ufficializzare la scissione di Benevento da Salerno. In questo frangente non sono a conoscenza di che strada abbia preso Sant'Agata nello specifico, ma è evidente che il contesto era scritto in una maniera sbagliata.
Altrettanto sospette sono alcune date e collocazioni temporali sbagliate, che in parte ho rimosso, grazie anche all'opera di Erasmo Ricca che riassume le vicende dei feudi del Regno di Napoli, e nella quale la storia feudale di Sant'Agata nel XVI secolo appare completamente diversa, e molto più pacifica, di come l'ha posta lei. Poi la storia antica di Saticula è un altro brutto affare, perché non sono riuscito a trovare traccia, in letteratura scientifica recente, né della distruzione di Saticula in seguito alla guerra sociale, né della fondazione della colonia romana nell'anno 42 come dice Viparelli (ho trovato in compenso che esiste una lapide databile pressappoco a quell'anno, ma non mi pare che parli di fondazione), né del fatto che tale colonia coincida con l'attuale borgo di Sant'Agata. Sono ovviamente disposto a credere che tutti questi dubbi siano dovuto a mia ignoranza: ed è proprio per questo che le chiedo, in qualità anche solo di lettore di Wikipedia, le fonti di tutto quello che scrive, che devono essere indicate con grande pignoleria. Non è accettabile che lei rimuova gli avvisi come se niente fosse.
P.S. Già che mi trovo a parlare, mi dispiace che il mio post sarcastico su Facebook successivo all'elezione di Donald Trump mi sia costato la sua amicizia, che le avevo chiesto pochi giorni prima proprio perché volevo discutere di questo. Mi sto ancora chiedendo se era il sarcasmo a non esser chiaro o ha considerato proprio offensiva la mia trovata.--Decan (discutimi!) 16:02, 16 nov 2016 (CET)Rispondi
[@ Decan] Le mie risposte alla signora [@ Rosanna Biscardi] sono pubbliche e si trovano nella sua pagina di discussione, lei mi aveva contattato tramite mail perché l'avevo bloccata. Ricordo a tutti che i miei interventi che tanto hanno fatto arrabbiare la signora Rosanna Biscardi (alla quale rivolgo un caldo invito ad abbassare i toni) sono questo e questo dove mi sono limitato a ripristinare una cospicua parte di testo (65.000 caratteri nel primo caso, 72.000 nel secondo) rimossi senza alcuna spiegazione (aspetto che rientra in pieno nel secondo punto di "Cos'è vandalismo" dalle linee guida. --Bradipo Lento (msg) 17:37, 16 nov 2016 (CET)Rispondi

spiegazioni modifica

Gentile Decan, non ricordo quale sia il post su Trump che ho rimosso: se l'ho fatto potrebbe essere per due motivi: volgarità o politica. Ma non importa tanto facebook non ha nessuna importanza per me nei rapporti con le persone e questa conversazione ne è una dimostrazione. Parliamo di cose belle e serie: Quando parlo del seguente periodo: "Nel 774, con la sconfitta di Adelchi, Principe di Benevento a Verona, da parte di Carlo Magno re dei Franchi, la dominazione longobarda si concluse nelle nostre terre ma gli ultimi gastaldi che avevano coltivato prudentemente buoni rapporti con i Bizantini, alleandosi con questi, riuscirono a mantenere il potere e l’autonomia… Sant'Agata risulta alleata ai Bizantini nell’866 quando fu assediata da Ludovico II, erede di Carlo Magno, ansioso di annettere le terre “ribelli”. Tra l’871 e l’877, unita ad altre città del Sannio della Campania e della Lucania, Sant'Agata, città dei gastaldi ribelli, si rivoltò nuovamente contro l’imperatore Ludovico II, preferendo schierarsi ancora dalla parte dei Bizantini. (F. Rainone, op. cit., pagg. XXXV - XXXVI) Intendo che: 1)non finì il Ducato di Benevento ma "la dominazione longobarda nelle nostre terre": per nostre terre non intendo Benevento ma Sant'Agata de Goti Gastaldia ribelle (vedi Rainone). Questa definizione indica una città che si è distaccata per politica, culto e schieramento da qualsiasi ducato. Cio' successe perché i Gastaldi ribelli santagatesi erano in accordo con i Bizantini rimasti in loco e le due etnie colluse contrastavano persino l'Imperatore. Sarei piu' cauto a dire " è evidente che il contesto era scritto in una maniera sbagliata". E se fosse lei a non capire perché le mancano sufficienti nozioni di storia? Le dico che il testo da me utilizzato è Rosario Villari, Storia medievale, Bari, Laterza, 1982. Ma non possiamo mettere una nota ogni dieci parole: cio' è contrario ad ogni norma di trattazione storica. Chi è poi Erasmo Ricca? Mai sentito di questo autore. Occorrono citazioni di testi e pagine in nota anche per lei! Che significa la frase "Molto piu' pacifica"???? Stiamo scrivendo un romanzo o la Storia? Per quanto concerne Saticola le consiglio di leggere bene Viparelli e Rainone e di provare a contestare loro innanzitutto; poi di venire a Sant'Agata per vedere la lapide dell'atrio del Duomo. Infine di recarsi in contrada Paolini dove dal 1970 si succedono ritrovamenti archeologici presso la necropoli di Saticola, (si informi presso la Soprintendenza dottoressa Adele Campanelli), tra cui i meravigliosi vasi di Asteass protagonisti di mostre internazionali nel 2014 e 2016 custoditi nel museo di Montesarchio e di Napoli. Insomma la cultura è fatta di ricerca e di scoperte non di verifiche su cose già assolutamente verificate da altri (la prego di notare la bibliografia che non ho pubblicato completamente). Grazie comunque per l'attenzione P.S. E comunque non desidero piu' dare contributi a questa pagina. Non ne vale la pena.

Oh senta [@ Rosanna Biscardi], ma sta arrivando veramente al punto di alterare le sue auto-citazioni? Lei ha scritto "la dominazione longobarda si concluse nelle terre del Sannio", e non "nelle nostre terre", sin dalla prima apparizione della frase. Lei voleva proprio dire che nel 774 finì il principato di Benevento, non c'è possibilità di interpretazione. Quanto alla ribellione dei gastaldi di Sant'Agata, seguo il suo consiglio e leggerò Villari (come le dicevo, non ho difficoltà ad ammettere quel che non so), ma non considero in alcun modo invalidata la mia lamentela sul contesto.
Erasmo Ricca lo avevo già aggiunto io in bibliografia, ma eccolo qui: [1]. Ricca pubblicò molti libri sulla nobiltà napoletana. Sant'Agata la trova da pag. 283 in poi. Bene, ora provi a leggere le righe sulle successioni feudali nel Cinquecento, le confronti con le acerrime lotte al feudo di cui parlava lei, e vedrà cosa volevo dire con l'aggettivo "pacifica".
Infine, sull'antica Saticula: grazie, lo conosco il vaso di Assteas tenuto a Montesarchio, come conosco la necropoli sul tracciato della Fondo Valle Isclero e forse altro. E mi pare palese che le mie contestazioni riguardavano solo una fase molto successiva della storia di Saticula, diciamo il I secolo a.C. Lei mi continua a citare Viparelli, ma Viparelli non reca alcuna giustificazione all'asserzione che la colonia sia stata fondata nel 42 a.C. E questo mi lascia perplesso, perché non si dice nulla del genere nel compendio su Sant'Agata in Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, vol. 18, Pisa, Scuola Normale Superiore, 2010, il quale pur si occupa della fase romana della città di Saticula (è da lì che so della lapide che dicevo). E anche il fatto che il borgo attuale di Sant'Agata sia costellato di lapidi romane: perché mai dovrebbe significare con certezza che esso si trova sul luogo esatto del castrum romano? Leggevo un breve estratto della Fariello, in un volumetto fatto uscire in occasione dell'apertura del museo di Montesarchio, e lì si dice pressappoco che non si sa sostanzialmente nulla dell'urbanistica della Saticula romana, a meno di non volerla identificare con il paese medievale: insomma non è che escluda questa possibilità, ma allo stesso tempo mi fa anche capire che non ha nulla da dire in sua difesa. Certo il libro di Rainone non posso leggerlo, non ce l'ho e purtroppo nessuno lo ha mai digitalizzato, a differenza di quello di Viparelli. Ma il dubbio che anche lui abbia esibito l'ipotesi di identificare il costone tufaceo della Sant'Agata attuale con il luogo del castrum romano senza esporre troppe prove mi viene, perché penso ai tanti che fra il XVIII e il XIX secolo mettevano, categoricamente, Caudium sul luogo dell'attuale Arpaia o Airola, cosa che oggi sarebbe inammissibile (sbaglio?).
Non accettare alcun tipo di dialogo non aiuta su Wikipedia, mai. D'altra parte, se lei ha già deciso più di non contribuire, questo è un consiglio inutile.--Decan (discutimi!) 17:52, 16 nov 2016 (CET)Rispondi

Gentile Decan, studiare architettura significa imparare a individuare gli schemi urbanistici all'interno del tessuto della citta' epoca per epoca per esempio dalla posizione delle porte, ampiamente documentata da Rainone; s e di cui restano tracce evidenti oggi. Se lei si aspetta che ci sia sempre qualcuno che avalli una ricefca allora non e' uno studioso ma un pedante alquanto insicuro dei suoi studi che deve cercare senpre conferme elementari. La polemica con Viparelli vissuto nell'Ottocento la faccia direttamente con lui. Per conto mio fanno fede i libri e gli scavi archeologici scritti e attuati dai funzionari della soprintendenza archeologica di Caserta e Benevento che ne sanno piu' di me e lei messi insieme. Ognuno deve fare le cose per cui ha studiato. Lei non e' neanche un investigatore quindi perche' insiste? Il Sannio e' una regione territoriale molto diversa da Benevento. Le nostre terre del Sannio non sono Benevento lo ripeto. Mai Sant'Agata ha orbitato nell'area beneventana essendo una citta' indipendente. Infine non ho alcuna voglia o intenzione di sprecare i miei studi per Wikipedia: ci sono i libri da leggere. Per inciso il libro di Rainone esiste le basterebbe cercarlo: come crede che lo abbia letto io? Non vorrei ripetere ancora quanto segue: cancellate il mio contributo. PS se ha delle perplessita' deve studiare non demolire. Solo dopo potra' rettificare.

per gli ignoranti modifica

Buon giorno, spero di dover spiegare per l'ultima volta quanto segue agli ignoranti che leggono(!) le notizie sulla voce: 1) A chi contesta il Castrum di Sant'Agata e il successivo Kastron: ma voi lo sapete cosa sono? Sapete come sono fatti? Avete fatto studi di urbanistica per dire che Sant'Agata si sia formata sul nulla? Innanzittuto un conto è Saticola che sorgeva (come tutte le città sannite) in una valle presso un fiume e un conto è Sant'Agata costruita sulla rocca. Saticola città sannita fu distrutta e oggi resta la necropoli (se esiste la necropoli di una città caro Decan credo che vicino esista anche la città stessa non crede?) in contrada Paolini cioè a nord est della rocca. E' chiaro che distrutta la città sannita si rafforzo' la città romana colonia dell'Impero (e qui esistono fior di studiosi che lo affermano sulla scorta dei ritrovamenti archeologici come monete, colonne, scritte). La forma del Castrum e del Kastron (che è un Castrum del tardo Impero, ossia bizantino) ha caratteristiche molto precise: cinta muraria di difesa fatta da case cortina in aderenza e porte collegate da percorsi ortogonali (cardo e decumano). Tutti elementi esistenti a Sant'Agata. Che poi ci siano stati e ci sono storici e architetti che danno per accettata la fondazione romana di Sant'Agata a voi non importa immagino: e chi sarebbero mai costoro? L'ignoranza rende felici e sicuri di se stessi! Aggiungero' che Sant'Agata è una delle pochissime città medievali italiane ad avere planimetria a forma di fuso. Lo schema in genere è di tre tipi: a ventaglio, a fuso o caotico (cio' è un risultato degli studi della professoressa Maria Luisa Scalvini, mia insegnante alla facoltà di Architettura, esperta di urbanistica medievale). Quasi tutte le città medievali si sviluppano da un Castrum e questo è scritto nei piu' banali manuali di storia dell'architettura. Ma studiare no vero? Contestare autori del Settecento e dell'Ottocento va bene ma bisogna dimostrare con riferimenti precisi (testo e pagine)il punto in cui hanno torto con argomentazioni alternative, non distruggendo cio 'che è stato scritto ma aggiungendo versioni differenti. 2) La frase "che punto esattamente?" messa un po' ovunque sul testo rappresenta il massimo dell' ingenuita' dei nostri critici del web. Sempre nella storia dell'Urbanistica si trovano ampie trattazioni generali sullo sviluppo delle piazze nel passaggio tra l'epoca romana e l'avvento dei barbari. A questo studio si aggiunge la toponomastica e l'analisi sul posto degli spazi santagatesi. Ma voi ci siete mai stati? Il fatto di non trovare riscontri di queste ricerche su altri testi significa che nessuno ha avviato questa ricerca. preoccupatevi di chiedermi: ma dove posso leggere queste notizie? Sul mio libro dove le dimostro ampiamente. E se qualcuno ha dei dubbi AGGIUNGA NOTIZIE UGUALMENTE DIMOSTRABILI PIUTTOSTO CHE DISTRUGGERE QUELLE CHE NON GLI PIACCIONO. 3) Come è nato il culto di Sant'Agata nel borgo? Nell'archivio diocesano trovereste i documenti piu' antichi raccolti dal parroco del Duomo che testimoniano la costruzione della prima chiesa di Sant'Agata de Marenis, oggi distrutta ubicata in via dei Fiori, ad opera di una famiglia longobarda (i de Marenis appunto). Dunque, essendo i Longobardi il primo popolo barbaro convertito ufficialmente dall'arianesimo al cristianesimo ed essendo Sant'Agata tra le figure di santi da loro predilette (insieme alla Santa Croce e al Salvatore) come attestano vari studiosi del mondo religioso, direi che questi fatti attestano quanto affermo. 4) Circa lo schieramento con i Bizantini messo in dubbio da Decan perché non accetta la fonte: non so perché le stiano antipatici Viparelli e Rainone sta di fatto che sono i due storici piu' accreditati e utilizzati da tutti gli studiosi. Legga i loro testi (con un po' di sforzo li trova) e la pianti di contestare me che li ho citati. Ho fatto solo quello che hanno fatto altri migliori di me. Se poi vuole contestare loro liberissimo: allora citi fonte, pagina e ragionamento in maniera professionale AGGIUNGENDO NOTIZIE NON DISTRUGGENDO QUELLE ESISTENTI. 5) Lo stesso dicasi delle porte e in particolare della porta dei Ferrari: confermata l'esistenza da Rainone, esistono in Comune gli atti di abbattimento della porta (alla fine dell'Ottocento) con la descrizione di una inferriata in forma di saracinesca che la chiudeva. Cosa dobbiamo fare affinche' il dotto Decan si convinca? Lasci che le dica che indicare "in che punto esattamente" si trovavano cose che sono state distrutte non serve a molto. Nel caso la frase si riferisca invece a "in che punto del libro" ho ampiamente indicato le pagine dei testi ma non sono state inserite nella pagina. DOPO TUTTE QUESTE IMMERITATE SPIEGAZIONI AUSPICO CHE IL MIO CONTRIBUTO VENGA CANCELLATO IN QUANTO PERFETTAMENTE INUTILE A CHI LEGGE. Grazie per l'interesse.

Ah ma lei è ancora qui? Gentile sig.ra Biscardi, le sono già stati detti i principi con cui operare: specifichi bene la fonte da cui sta prendendo le informazioni. Se è lei a inserire un'informazione, sta a lei il compito di difenderla, non certo a me. Serve una nota ogni dieci parole? Non fa nulla: la metta. Peraltro, non capisco perché citare i numeri di pagina le dia così fastidio. Sì, con "che punto?" intendevo proprio in che pagina, perché ho trovato almeno 15 parentesi in cui era indicato il solo autore senza il numero di pagina. Se non crede a me, guardi la cronologia della pagina e riguardi cosa ha scritto lei prima che il poveraccio qui presente si permettesse di porre questioni sul suo lavoro. Questioni per cui lei all'inizio mi ha ringraziato, ma solo dopo aver provato ad eliminare completamente la pagina, e quindi dandomi prova di una coerenza un po' carente. Il discorso che lei è architetto e quindi sa bene di cosa sta parlando è sicuramente confortante, ma non è rilevante nel modo in cui lei vorrebbe, perché Wikipedia non è un luogo su cui inserire tesi inedite. Non facciamo ricerca, qui. Ha già una pubblicazione in cui lei ha parlato di queste tesi, per esempio del castrum di Sant'Agata che is evolve in kastron con tutti i dettagli del caso? Bene, inserisca riferimenti alla sua pubblicazione nei punti dove sono rilevanti. E di questo abbiamo già parlato, o meglio io glielo ho detto e lei ha preferito non rispondere. Se queste cose non le ha pubblicate e non sa dove reperirle farà meglio effettivamente a cancellarle; tuttavia sarò lieto di ascoltarle nella vita reale, se mai capiterà. Ah e sia chiaro: le fonti non devono esporre semplicemente il fenomeno generale, ma devono anche argomentare come Sant'Agata aderisce a tale fenomeno.
Quanto a Rainone e Viparelli: no, non mi stanno antipatici. Anzi, da Viparelli leggo che fu Leone Ostiense a riportare la notizia dell'assedio da parte di Ludovico II. Benissimo, ma questa è una cosa che io non ho negato. La parte insostenibile di quella frase la trova nelle nostre discussioni precedenti e non la ripeto perché offenderei la sua intelligenza. Di Viparelli vorrei sapere: come è possibile che lui parli di colonia fondata nel 42 a.C., ha la certezza che si trovasse sul costone tufaceo di Sant'Agata, e tali certezze non riesco a ritrovarle né nel testo della Fariello, né in quell'altro che le ho citato sopra, che sono ben più recenti e si basano su una tradizione archeologica e storiografica precedente ben più corposa? Si saranno dimenticati di leggere Viparelli e Rainone, loro insieme agli autori di tutti gli articoli che avranno consultato? O forse devo pensare che li hanno letti e si sono resi conto che le motivazioni riportatedai due furono insufficienti per gli standard moderni? Le cito testualmente Maria Fariello, prolifica archeologa locale che scrisse nel lontano 2007: "Per quanto attiene la Saticula romana non si riconosce al momento un insediamento urbano definito, a meno che non si voglia identificarlo con l'impianto dell'attuale centro storico di Sant'Agata de' Goti, come lascerebbe ipotizzare la presenza di numerosi materiali di spoglio di età romana, ma nel quale, tuttavia, non si sono individuate a tutt'oggi stratificazioni precedenti il periodo medievale." In particolare, non tutti gli esperti sono d'accordo con lei nel considerare ovvia la discendenza di Sant'Agata da un castrum poi divenuto kastron. Mentre il 42 a.C. di Viparelli sparisce, sostanzialmente, nel nulla. E per carità: su Wikipedia si può benissimo scrivere che c'è una possibilità di identificazione della Saticula romana con il borgo attuale, ma a patto sempre che l'uso delle fonti sia trasparente. Ora la prego: se i suoi interventi devono servire semplicemente ad esprimere il suo astio per me povero ignorante che mi sono permesso di fare domande, lasci stare. Se cambierà idea e vorrà finalmente discutere costruttivamente di come migliorare la pagina, è la benvenuta.--Decan (discutimi!) 11:02, 17 nov 2016 (CET)Rispondi
Ah, nel caso le dovesse interessare: legga [2]. Troverà Sant'Agata a partire da pag. 248, e a pag. 250-1 troverà un breve sunto del periodo altomedievale. Si dice giustamente dei gastaldi ribelli, dell'assedio da parte di Ludovico II nell'871, traendolo da Rainone che a sua volta lo leggeva da Leone Ostiense; ma l'immagine che traspare di Sant'Agata è tutt'altro che quella di una realtà permanentemente autonoma dal contesto dei principati di Benevento e Capua: questo perché Rainone non citò i passi di Leone Ostiense in cui si dice che Sant'Agata nel 990 fu data a Landolfo, figlio di Landolfo III di Benevento e poi a Pandolfo padre di Pandolfo IV di Capua, quindi tutti nella stirpe dei principi longobardi. Mi pare proprio falso dire che Sant'Agata non fu mai sotto la dominazione beneventana, o che si liberò dei longobardi nel 774, come appare dal testo da lei inserito nella voce. Ma al momento non ho fonti molto migliori di questi testi ottocenteschi, dai quali non traspare molto contesto attorno alle informazioni singole date. Non mancherò di approfondire la cosa.--Decan (discutimi!) 15:50, 17 nov 2016 (CET)Rispondi

Inutile insistere se non si sa studiare e ricercare modifica

Vedo che DECAN ha lasciato osservazioni e obiezioni stupide e inutili a quanto scritto, non solo da me ma anche da altri: è dura per chi non sa studiare né ricercare farsi passare per uno che capisce la Storia, l'Architettura e l'Archeologia. Soprattutto noto le osservazioni ridicole da maestro di scuola elementare (con tutto il rispetto per questo ruolo) apposte alla fine di ogni asserzione. Per esempio è ridicola la richiesta di una prova dell'esistenza di una parentela tra Fileno Rainone, archeologo e i Mustilli e di un museo di reperti nella loro casa. Ahahahaha! Centinaia di persone sono state nel loro agriturismo a Sant'Agata (dove si trova il museo familiare visitabile su richiesta) e da anni gli abitanti (e i libri di storia) sanno della parentela, raccontata dagli stessi Mustilli, personaggi pubblici di un certo spicco titolari di una delle aziende vinicole più note in Campania. Tutto questo è la Storia di una città e di una famiglia che DECAN contesta forse perché si sente inferiore a certe realtà urbane che vanno al di là dell'ambiente in cui vive e che per lui sono inimmaginabili. Insomma l'ignoranza deve farla da padrona in questa voce, che stranamente è "pasticciata" da gente incompetente preoccupata solo di sentirsi "qualcuno" in questo modo. Lei è un confuso come chi la difende in qualità di "amministratore".

Tradizioni, dialetto e proverbi modifica

Riporto qui alcune informazioni riguardanti le tradizioni, il dialetto e i proverbi di Sant'Agata dei Goti. Tali informazioni provengono dalla voce Dialetto beneventano (cui si rimanda per quanto attiene gli autori), ove erano chiaramente fuori argomento. Si tratterà ora di valutare se vi sia qualcosa di interessante da riportare in questa voce o se eventualmente sia il caso di creare voci specifiche, ma a condizione di trovare le fonti, al momento inesistenti.

Tradizioni modifica

Durante la settimana santa (a Sant'Agata) si svolgeva lungo il corso del paese la cavalcata dei mesi di probabile origine medievale. Sostava sugli slarghi davanti alle chiese e ogni cavaliere che indossava gli attributi del proprio mese ne declamava, per lo più in versi, i frutti e le virtù. Concludeva un personaggio rappresentante la morte (con la falce) che si portava via tutto il corteo.

Nell'ultimo giorno dell'anno nella tradizione saticolana (Sant'Agata de' Goti), fin dal mattino di S. Silvestro, piccoli gruppi di ragazzi, per lo più poveri, andavano di casa in casa, specie in quelle più prestigiose, cantando una specie di litania augurale aspettando in cambio dolcetti, fichi secchi, noci, castagne, 'nfrennule ecc. Questi doni venivano raccolti in sacchetti di tela e spartiti tra i ragazzi in parti uguali. Per lo più il gruppetto usava per accompagnare il coro, anche qualche rudimentale strumento musicale a percussione (triccaballacche, tammorre, campanacci ecc.). Il testo ha delle varianti; si preferisce quello trascritto dal prof. Claudio Lubrano, che ha raccolto la memoria di anziani cantori. Il testo:

SANTU SURIESTE (San Silvestro)
'A ca' a cient'anne po' padrone 'e casa- (coro) Ammenne
pe tutti i sui figli (coro) Ammenne
pa mugliera (coro) Ammenne
pi niputi (coro) Ammenne
pe tutta a famiglia (coro) Ammenne
'nzo comme songo (coro) Ammenne
Attacco:
Santo Surieste oggi è a festa santa
Racci aurienza che nuie cantamme bbuono
Oggi è calenne e dimane è l'anno nuovo
Oggi è a festa santa a santa signuria
Dio ce la cresce sta bella cumpagnia
Crisce criscenza e pe l'aria va vulenne
Va facenno chilli sciusci e tutti li cunusci
Cunusci a mme, cunusci a tutti li bonomme,
Chillu bonomme sta 'ncoppa a stu palazze
'Ncoppa a nu palazze ce stevano doie palumme,
Uno era 'e oro, l'ate era è argiente,
Uno e uno doie e pregammo a Santu Surieste,
Santa Maria che 'n paravise staie
Scanzace sta casa a'ro viene e a'ro vaie.
Ristammo o ci ne iamme?
Ristammo!
'a cà cient'anne po' padrone 'e casa ecc.(si ripete il ritornello)
Finché non si ottiene qualcosa.

Piccolo dizionario dialettale Sant'Agatese modifica

  • Acchiapparielli o chiapparielli, "capperi"
  • Acchiella, "occhiello, asola"
  • Accungiulillo, accungiulillo, "piano, piano dolcemente"
  • Accummuglià, "coprire qualcosa"
  • Affiettà, "criticare"; Affietto "difetto"
  • Affrunto, "discorso di chiarimento"
  • Àine, "agnello"
  • Ajne, "sì"
  • Allaccià, "tagliuzzare con coltello da cucina"
  • Alluccare, "gridare"
  • Amb(p)ressa, "in fretta"
  • Amfara, "anfora, contenitore per il vino"
  • Ammennula, "mandorla"
  • Ammuttà, "togliere la feccia dal vino"
  • Angella, "anfora per l'acqua"
  • Arciulo, "anfora per l'acqua" (Sannio)
  • Arigne o arigno, "acre, aspro"
  • Arteteche, "irrequietezza" ("tene arteteche" dicesi di colui che non sta mai fermo)(Sannio)
  • Aucertula, "lucertola" (Sannio)
  • Ausilià o ausulià, "ascoltare, dare retta"
  • Bancanicola, "gioco della cavallina"
  • Boffetta (o puffetta), "tavolo per pranzare" o "comò da arredamento"
  • Brebbede, "trottola che non ruota perfettamente"
  • Burdarola, "donna che fa confusione"
  • Cachisso, "caco" (Sannio)
  • Calicchia, "asta di legno, o di ferro, tonda per attaccare il timone del carro dietro i buoi"
  • Carafella, "bottiglia di 1/4 di vino"
  • Caruso, "Testa rapata a zero dei ragazzi"
  • Cascatura, "Setaccio per fagioli, fave ecc."
  • Cat(e), "secchio per il pozzo"
  • Catella, "ciotola di legno per il sale"
  • Cazzariello, "pasta corta come gnocchetti"
  • Cecatelle, "cicala"
  • Ceccaepecora, "erba, borsa del pastore"
  • Cecene, "contenitore di acqua potabile, con un collo molto stretto"
  • Celiento, "venire da lontano"
  • Centra, "cresta del gallo"
  • Cercula, "lucertola"
  • Chiaccone, "fico non maturo, foglia di fico"
  • Cchiù ncoppolillo, "un po' più su"
  • Chiù sottolillo, "un po' più giù"
  • Chiancarotta, "Donna del macellaio"
  • Chiantaturo, "arnese per piantare piantine da ortaggi"
  • Chiangula, "tavola"
  • Chiastillo, "bambino fastidioso"
  • Chiuvullechea, "pioviggina con nevischio"
  • Ciampa, "piede, zampa"
  • Cicalepre, "gioco del nascondino"
  • Ciciniello, "brocca di coccio con apertura stretta"
  • Cicule, "pezzetti fritti di grasso di maiale"
  • Cinquarend(e), "forcone di ferro a cinque denti"
  • Citrangulo, "arancio amaro" (Sannio)
  • Cod(e), "cuore" (zona di Laiano)
  • Connola, "culla"
  • Conte, metafora di "mestruazione"
  • Cor(e), "vertebre lombari"
  • Corie, "puzza per qualcosa andata a male"
  • Cornacopio, "uomo contento delle sue corna"
  • Crai(e), "domani"
  • C(g)ravune, "carbone"
  • Crivo, "staccio"
  • Crocco d' 'o pane, "l'orlo del pane"
  • Che sciumàra!, "che guaio!"
  • Cucce, "coniglio"
  • Cugliuto, "ernioso"
  • Cummatrella, "donnola, faina"
  • Cummatrine, "lucido per scarpe, cromatina"
  • Cunzuprino, "cugino di 2º grado"
  • Cuonzo, "pranzo che si offre in caso di lutto"
  • Cutulizzo, "brividi di freddo"
  • Ciuott(o), "persona grassa"
  • Curolo, "stelo di ginestra per legare ortaggi"
  • Currione, "laccio per le scarpe", "legaccio di sagina per legare ortaggi"
  • Cuzënett(e), "pentola di ferro per friggere"
  • Cuzzett(e), "cervice, zona posteriore del collo"
  • Faugno, "pioggia sottile solitamente "di marzo"
  • Ferrata, "gelata della campagna o delle strade"
  • Fescena, "paniere per ciliegie"
  • Fezzula, "cimice verde che emette puzzo"
  • Figliòla, "ragazza"
  • Franfellicche, "bimbo vivace, merce di scarso valore"
  • Fraulo, "flauto" (Sannio)
  • Fresella, "unità di peso di 2,500 gr"
  • Frisina, "misura di 2 kg"
  • Furcatiello, "bidente"
  • Furfulle, "pulviscolo, mosche volanti"
  • Furmalo, "postale o condotta d'acqua"
  • Furmella, "bottone"
  • Gaggia, "acacia"
  • Garofano, "morso utilizzato per portare alla fiera i tori"
  • Ghiorde, "malattia dei cavalli"; tenere 'e ghiorde, "essere iperattivo"
  • Gnelleto, "di persona rallentata, stordita, che vale poco"
  • Gnuro nap. "annuro", "nudo"
  • (G)rareca, "gettoni di pianta"
  • (G)uagliella, nap. "guagliona", "ragazza"
  • Gurgunne, "germoglio"
  • Hiore - sciore, "fiore". NB: sciore è vocabolo napoletano.
  • Iardersi/arde, "bruciarsi, bruciare"
  • Inguinaglie, "inguini"
  • Iulo, "gioco per attaccare i buoi al carro"
  • Jallizzo nap. "alizzo", "sbadiglio"
  • Jarde(re), "bruciare"
  • Jenca, "vitellino"
  • Joca. "pietra tonda e piatta per gioco"
  • Jull(e), "pappagorgia"
  • Jumente, "mulo"
  • Jummenta,"giovenca"
  • Lammia, "capanna in campagna per deposito attrezzi agricoli o animali"
  • Laina, "pasta distesa fatta in casa" (sannio)
  • Lanaturo o lainaturo, "mattarello"
  • Langella, "contenitore in creta per acqua potabile"
  • Libbergina, "albicocca" (Sannio)
  • Lignisanto, "cachi"
  • Lilongë, "orologio di torre"
  • Lisandro, "Alessandro"
  • Luschë, "brina"
  • Mac(i)n(a), unità di peso di 1 quintale per le olive"
  • Magliole, "stampelle per claudicanti"
  • Mallardo, mallardone, "caduta di sedere"
  • Mamillo, "lobo dell'orecchio"
  • Mannaro, "artigiano che fa i carri"
  • M(N) appata, "quantità in un involucro" vocabolo anche napoletano.
  • Mbreghera, "chi mette zizzania"
  • Mbecha, "inciucio"
  • Mbicciariellë, nap. "micciariello", "fiammifero"
  • Marangula, "ragno"
  • Marruca, "lumaca" (Sannio)
  • Matarca."madia"
  • Mazzamauriello, "folletto, gnomo o altra figura di fantasia" (Sannio)
  • Menule, "mandorle" (Sannio)
  • Metierë, "in mezzo"
  • Meuza, "pancia"
  • Merula, "merla" (Sannio)
  • Mierulo, "merlo" (Sannio)
  • Mischià, "contagiare"
  • Moggio o moja, "unità di misura per i campi, 3333 metri quadri"
  • Motommo, "ciclomotore o moto" (Sannio)
  • Mpanata, "matassa"
  • Mugne, "broccolo di rapa"
  • Munnato, "sbucciato" (Sannio)
  • Munzoglie, "immondizie"
  • Musera, "Stasera"
  • Naserchie, "narici", nap. "nasecchie".
  • Nghapparielli, "mollette per il bucato"
  • Nennella, "pupilla, anche per occhio"
  • Nfrennula, "specie di biscotto"
  • Ngallimato, "entusiasta"
  • Ngrifat(o), arrapato"
  • Ngugliare, "di pianta che germoglia fuori stagione"
  • Nguaglianuto, "pane o pasta non lievitata bene"
  • Nservaglia, "laccio per far girare la trottola"
  • Nzertare, "non adempiere a un impegno"
  • Nzierto, "innesto"
  • Ojie, "oggi"
  • Pacca. "pasta corta fatta in casa"
  • Pantesino nap. "mantesino", "grembiule"
  • Paranculo, "verricello" (Sannio)
  • Parmasole, "pala per infornare il pane"
  • Parrella, "donna aiutante di muratori"
  • Parsunare, "colono affittuario"
  • Pàst(e) n(a), "grande quantità di frutta sugli alberi"
  • Patino/a, "compare di Cresima"
  • Percatella, "scolapasta"
  • Perzeca, "pesca gialla" (Sannio)
  • Pescrillo, "domani innanzi l'altro"
  • Pezzatora, "sito per porre il pane tagliato"
  • Piattàre, venditore di stoviglie"
  • Pica còla, "gazza ladra"
  • Picuozzo, "monaco inserviente"
  • Pierzico, "percoca" (Sannio)
  • Pignata, "pentola di terracotta"
  • Pinciata, "tettoia"
  • Pinnele, "pillola"
  • Pinte, "tacchino"
  • Pircoche, "pesca"
  • Pisaturo, "pestello" vocabolo anche napoletano.
  • Pisciariello, "piccolo rivolo"
  • Piscrai, "domani l'altro"
  • Pisulillo, "sonnellino" vocabolo anche napoletano.
  • Piuzo, "pezzertto di legno cilindrico smussato alle estremità usato per il vecchio gioco della Mazza 'e piuzo (nap. "pevuzo")
  • Pizzuco, "cavicchio"
  • Pòcca, "dunque"
  • Preula, "pergola"
  • Prore, "prurito"
  • Puca, "spina di pesce"
  • Pugna, "pezzo di qualcosa"
  • Pullanghelle, "spigola di granoturco lessata"
  • Puparule, "peperoni", "puparuole" in napoletano
  • Pupittole, "pellicine intorno alle unghie"
  • Purale, "Bracciante agricolo a giornata"
  • Purcone, "misura di terreno"
  • Purtiello, "sportello per i bassi (abitazioni) per far luce".
  • Purtualle, "arancia"
  • Purtuso, nap, "pertuso", "buco", vocabolo anche napoletano.
  • Puzzucculo, "arnese per piantare i semi a mano".
  • Quadrana, "ragazza" (zona di Durazzano)
  • Quartara, "recipiente in rame, per contenere l'acqua potabile, adibito anche al trasporto"
  • (G) Ranato, "melograno"
  • Ranogna o Rarogna, "rana" (Sannio)
  • Rasier(e), "braciere"
  • Rasse, "abbondanza"
  • Rasti, "noccioli di cilige usati una volta per gioco"
  • Récane, "origano"
  • Rimpette, "di fronte"
  • Ruazze, "scottature della pelle"
  • Rucea, "pioggia molto sottile"
  • Rucenne,"perdere tempo"
  • Ruschillo, "la prima fetta di una pagnotta di pane"
  • Ruvuoto, "disordine nei cassetti"
  • Saccone, "materasso"
  • Sandella, "Alessandra"
  • Sarma, "basto per muli, asini"
  • Sarricchio, "falcetto"
  • Sbacare,nap. "sbacantà", "svuotare"
  • Sborro, "luogo dove una volta si adunavano i pubblici funzionari"
  • Scanaglià, "indagare, cercare di sapere"
  • Scannatùre, "coltello appuntito, usato per macellare"
  • Scapurrià, "far cenno di no col capo"
  • Scapulà, "finire una giornata di lavoro"
  • Scarcagnàte, "imperfetto, deforme"
  • Scarmanàte, "agitato e sudato"
  • Scaverachiuòve, "sfaticato"
  • Scazzuocchi, "caccole degli occhi"
  • Schaccurià, "sfoltire le foglie specie delle viti"
  • Schiattamuorti, "il becchino" (Sannio)
  • Sciarmato, "Persona nullatenente"
  • Scicchignachë, "scarabocchio illegibile"
  • Sciliaturo, "tavola per lavare i panni"
  • Sciord(a), "diarrea"
  • Scognere, "abbattere" (specie per le noci), "trebbiare".
  • Scurpiglione, "pipistrello".
  • Scurriatt(e), "frusta con fiocco per i cavalli"
  • Sc(u) rz(e) ttone, "manrovescio"
  • Semmenariste, "bottiglione di 2lt di vino"
  • Sgrignuso, "disgustato"
  • Sguasià, "parlare con tono alterato e volgare"
  • Sill(o), "fungo porcino"
  • Silluzzo o selluzzo, nap. "segliuzzo", "singhiozzo"
  • Sore sor', "piano piano, statte sore, stai calmo"
  • Spaccastrummulu, "gioco a spaccare la trottola del perdente"
  • Sponza, "pannocchia"
  • Spruvà, "raccogliere le olive dall'albero"
  • Stànd(e) re, "battenti di porta o balcone"
  • Stoiavucca, "tovagliolo"
  • Straulo, "oggetto che sta sempre tra i piedi"
  • Strizzichea, "piovoggina"
  • strummulu, "trottola in legno con punta in metallo"
  • Straula, "attrezzo trainato dai buoi senza le ruote"
  • Strungon(e), "piccola sega"
  • Suale-suale, "piano piano"
  • Suonn(e), "le tempie" "'na botta 'nde 'e suonne": simile a un ictus
  • Suppigno, "soffitta"
  • Surunto o serunto, "unto"
  • Tacchero, "ciocco di legno, uomo grossolano"
  • Ticche, técche, "piccoli, piccole"
  • Tiest(e), "coperchio di pentola su cui si mette il fuoco"
  • Tirafumo, "camino" (Sannio)
  • Tisciòla, "donna sciatta"
  • Treppete, "treppiedi" usato per appoggiare le pentole sul fuoco del camino (Sannio)
  • Truoccolo, "cercine per il capo"
  • Tummolo, "unità di capacità 40 kg"
  • Tufa, "suono fatto con le mani che imita la sirena delle navi"
  • Tunno, "tavolo tondo per lavorare la pasta fatta in casa" (Sannio)
  • Tuocco e tela, "rotolo di tela di 90 metri"
  • Turdione, "uomo che non parla"
  • Uii, vedi
  • Uc(e)llera, "persona che grida sempre"
  • Uccolo, "buco"
  • Uillo, "arnese usato per sgusciare i legumi secchi" (Sannio)
  • Uornimiento, "guarnizioni per cavalli, asini"
  • Uott(o), "rospo"
  • Us(e)m(e), "odore,fiuto"
  • V(b)allone, "castagne lesse"
  • Vammale, "pertica in legno sagomata usata per appendere il maiale dopo la macellazione" (Sannio)
  • Vavillo, "attrezzo che serve per battere i fagioli sull'aia"
  • Vazial(e), "piattaia"
  • V(e)v(e)rone, "cibo liquido per animali"
  • Vinazzaro, "strumento per pigiare l'uva nel torchio"
  • Vòria, "vento freddo (bora)"
  • Vrularola, "attrezzo per arrostire le castagne"
  • Vuccolo, "lucernaio di cantina"
  • Vucculara, "doppio mento"
  • Vuceller(a), "persona che grido in modo volgare"
  • Vuto, "gomito"
  • Vuzzecutolo, "persona che dice cose fastidiose, con malanimo"
  • Zampittaro, "montanaro"
  • Zanco, "terreno straripato, imbevuto d'acqua (fango)"
  • , equivalente a "Signore", es. Zì 'Ngiulillo, Sig. Angelo; Zì zia: Signora zia. È semplicemente una maniera di riferirsi rispettosamente o affettuosamente ad una persona più anziana. Quest'uso è presente anche a Napoli.
  • Ziccol(e), "zeppa di legno per chiudere un pollaio, o un ovile ecc."
  • Zicculi, "fichi secchi" (Sannio);
  • Zione, "prozìo"
  • Zì peppe, "orinale"
  • Zighitiare, "cigolare"
  • Zinzula, "gazza", "donna che civetta e vuole apparire"
  • Ziro, "orcio grande per l'olio"

Proverbi e modi di dire modifica

  • Ogne hiore c'u favugno ammoscia, per dire che ogni bellezza con le sofferenze avvizzisce.
  • Iè sciutë a gliommero 'a mpanata, si è imbrogliata la matassa, non se ne capisce più nulla.
  • Nun lo porta nesciuna statèra, detto di un uomo, vuol dire che è di grande esperienza, molto navigato.
  • Te pigli à rroba e fai mia fu, mia fo', modo di dire per esprimere la sicurezza del possesso di una cosa donata.
  • Cane de chiazza è trivolo de casa, uomo in ozio è la tribolazione della famiglia.
  • Chiano, mèrola, che la via è petrosa: adagio Biagio, che la via è sconnessa, piena di pietre.
  • Trasene l'anni, trasene 'i malanni, con gli anni sono più facili i malanni.
  • 'U cane mozzeca (morsica) sempe 'u strazzato, il cane morde sempre il pezzente (=persona con abiti lacerati).
  • Mort' 'a criatura nun simmo cchiù cumpari, cessato il benefizio, cessa l'amicizia.
  • Pa' pressa (per la fretta) 'a jatta (gatta) fece 'i figli cecati, non bisogna portar fretta in certe cose.
  • A' robba 'e nfrinfririnì e nfrinfririnfà (roba male acquistata) cumm vene, accussì se ne và (non dura niente).
  • Austë mittë 'a maneca 'u bustë, per dire che il tempo comincia a rinfrescarsi, dopo le prime piogge di agosto.
  • I ciucci fannë asciarrë e i varrilë se scassanë, gli asini litigano e i barili (che portano addosso) si rompono, per dire che quando si litiga, tutto il resto si rovina.
  • Si vuo' partë, partë felice e nun te scurda' 'a valice, se vuoi partire felice, non scordarti la valigia.
  • Chi puzza ne véne, ngulo la téne per dire "gallina che canta ha fatto l'uovo".
  • A mérula cecàta e notte fa u nido per dire di chi scambia la notte per il giorno ovvero di colui che fa di notte le cose che potrebbe fare più comodamente di giorno.

3knolls (msg) 09:44, 13 ago 2021 (CEST)Rispondi

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