Edward Young
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Edward Young (Upham, 3 luglio 1683 – Welwyn Garden City, 5 aprile 1765) è stato un poeta e prete anglicano britannico.

Fu cappellano di Giorgio II d'Inghilterra e rettore a Welwyn. È l'autore dell'elegia Pensieri notturni o Il lamento (The Complaint: or Night-Thoughts on Life, Death & Immortality), opera legata al movimento letterario della poesia cimiteriale.
L'opera a carattere autobiografico è uno sfogo, in cui l'autore espone in blank verse il suo pensiero sulla vita e sulla morte, unendo eleganza stilistica e intensità accorata. Il poema ebbe grandissimo successo in Europa e fu tradotto in francese, tedesco, italiano, spagnolo, portoghese, svedese e ungherese. Young è oggi poco ricordato nel mondo anglosassone, mentre è più noto in Francia.
Fortuna di YoungModifica
Oggi quasi del tutto dimenticato, nel corso del XVIII secolo e agli inizi del XIX, Edward Young ebbe il plauso unanime di pubblico e letterati di tutta Europa. I suoi Night-Thoughts furono tradotti in francese, tedesco, svedese, spagnolo, portoghese, italiano e in Russo.
Il successo di Young in Italia fu enorme e immediato, tanto che nel 1770, appena cinque anni dopo la morte dell'autore, sulla base delle versioni in francese di Le Tourneur, iniziarono a circolare traduzioni del poema col titolo di "Notti", ad opera di Giuseppe Bottoni, senese. Seguirono poco dopo le versioni dell'abate Alberti in prosa poetica e di Lodovico Antonio Loschi, sempre in prosa poetica. La stessa figura storica di Young suscitò impressione tra i poeti e gli artisti del tempo. Basti pensare alle invocazioni che Aurelio de' Giorgi Bertola indirizza al poeta inglese all'inizio delle sue Le notti Clementine (chiaro rimando alle Notti ben più celebri dello Young) perché lo assista nel mesto canto che va ad intraprendere, o alle evocazioni fantastiche che Ugo Foscolo realizza nelle sue elegie In morte di Amaritte e Le rimembranze, laddove Young è descritto nell'atto di piangere sul corpo esanime di Narcisa (nome fittizio con cui Young indica, nella terza notte del suo poema[1], sua figlia morta). In seguito risenti' però del giudizio di Carducci, che parlò di "gufaggine sepolcrale di Young".[2]
Nemmeno i pittori si risparmiano il soggetto: il Vafflard, pittore francese, realizza un quadro raffigurante Young nell'atto di trasportare alla tomba sua figlia morta (scena ancora una volta ripresa dalla terza[1] delle Notti, senz'altro una delle più famose ed impressionanti).
Anche Thomas Gray ne fu influenzato per la sua Elegia scritta in un cimitero campestre.
Edgar Allan Poe fa riferimento ai Night Thoughts nel racconto La sepoltura prematura.
Espressioni dell'incipit (il sonno come un balsamo di oblio concesso dalla notte agli uomini per curare la sofferenza) sono riprese nel Primo inno alla notte di Novalis ("delizioso balsamo stilla dalla tua mano, dal fascio di papaveri", scrive il poeta tedesco).
«Dolce sonno, o tu il cui balsamo ristora la natura spossata.... Oimè! esso pur m'abbandona. Simile al Mondo corrotto, egli fugge gl'infelici. Fedele a visitar que' luoghi, dove sorride la fortuna, sorvola con ali rapide le abitazioni, in cui ascolta gemiti e strida, e va a riposarsi sopra occhi non bagnati di lagrime. Dopo alcuni momenti d'un riposo agitato, giacché da gran tempo non so più cosa sia quiete placida e tranquilla, io mi risveglio...... Beati coloro che non si risvegliano più!..... purché nondimeno i sogni orribili non ispaventino i morti nel fondo de' loro sepolcri.» |
(E. Young, Pensieri notturni, "Prima Notte", traduzione di L. A. Loschi, 1819) |
Nel XX secolo, Mario Praz scrive di Young come un tipico esponente di un'epoca culturale inglese, post-barocca, commistione di illuministi e preromantici (in cui lo Young si ritrova), caratterizzato dal timore di un crollo improvviso della civiltà, come successo all'Impero romano o alle antiche Pompei ed Ercolano che stavano rivenendo alla luce, e sfiducia di alcuni intellettuali nel nuovo "mito del progresso":
«Il Tempo, scrive lo Young, simile a Sansone, sradica i pilastri che sostengono il mondo e giace seppellito nelle vaste rovine della natura, e la tenebra di mezzanotte, la tenebra universale regna sovrana. Ogni momento chiude la tomba di quello che l’ha preceduto, ogni momento è armato di falce. Per mantenersi in questo clima apocalittico Young copriva le finestre del suo studio e ammucchiava teschi intorno a sé quando meditava o componeva. Questi poeti 'sepolcrali', Young e Blair, caldeggiavano il ritiro e l’allontanamento dall’appetitivo mondo di Babilonia, e l'effettuavano sistemandosi in confortevoli parrocchie la cui pastorale economia, squisitamente ritualizzata e convenzionale, non mancava di un valore intrinseco. Il carattere conservativo della letteratura 'sepolcrale' deve molto a questo desiderio di essere lasciati in pace. Un carattere conservativo che fece scrivere a Young anche versi che potrebbero figurare in un’antologia dell’imperialismo inglese.» |
(M. Praz, La lezione delle rovine[3]) |
OpereModifica
- The Instalment (per Sir R. Walpole, 1726)
- Cynthio (1727)
- A Vindication of Providence... (1728), un sermone
- An Apology for Punch (1729), un sermone
- Imperium Pelagi,a naval lyrick... (1730)
- Two Epistles to Mr Pope concerning the Authors of the Age (1730)
- A Sea-Piece... (1733)
- The Foreign Address, or The Best Argument for Peace (1734)
- Pensieri notturni o Il lamento (Night Thoughts o The Complaint: or Night-Thoughts on Life, Death & Immortality) (1742-1745)
- The Centaur not Fabulous; in Five Letters to a Friend (1755)
- An Argument... for the Truth of His [Christ's] Religion (1758), un sermone recitato per il re
- Conjectures on Original Composition... (1759), indirizzato Samuel Richardson
- Resignation... (1762), una poesia.
NoteModifica
Altri progettiModifica
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Edward Young
- Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Edward Young
- Wikiquote contiene citazioni di o su Edward Young
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Edward Young
Collegamenti esterniModifica
- Young, Edward, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Ernest de Sélincourt, YOUNG, Edward, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1937.
- (EN) Edward Young, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (FR) Edward Young, su CÉSAR - Calendrier Électronique des Spectacles sous l'Ancien régime et sous la Révolution, Huma-Num.
- Opere di Edward Young / Edward Young (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
- (EN) Opere di Edward Young, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Edward Young, su Progetto Gutenberg.
- (EN) Audiolibri di Edward Young, su LibriVox.
- (EN) Edward Young, su Goodreads.
- Opere di Odoardo Young, tomo primo, tomo secondo, tomo terzo, tomo quarto, traduzione di Lodovico Antonio Loschi, per Valentino Crescini, Padova, 1819.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 49252592 · ISNI (EN) 0000 0001 1026 3849 · SBN RAVV078850 · BAV 495/259069 · CERL cnp01259394 · ULAN (EN) 500241674 · LCCN (EN) n50013617 · GND (DE) 118635964 · BNE (ES) XX1488675 (data) · BNF (FR) cb120928825 (data) · J9U (EN, HE) 987007270154605171 · CONOR.SI (SL) 148689507 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50013617 |
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