Emilio Alemagna
Emilio Alemagna (Milano, 2 aprile 1833 – Barasso, 9 ottobre 1910) è stato un architetto e ingegnere italiano[1].
Biografia
modificaSecondogenito di Giuseppe Alemagna (1807-1876), conte di Busnago e di Roncello, e di Giulia Luini (1805-1874), nato dopo il fratello Riccardo (1828-1923)[2], Emilio Alemagna si laurea in Matematica e Ingegneria all'Università degli Studi di Pavia e si perfeziona in Architettura presso l'Accademia di Belle Arti di Milano[1].
Il suo primo lavoro è la Stazione posta tra Porta Venezia e Porta Nuova a Milano (1857) della Società delle Strade Ferrate del Lombardo-Veneto, per cui lavora fino al 1862. Allievo e collaboratore di Giuseppe Balzaretto, da cui apprende soprattutto l'arte dei giardini, ne continua i lavori ai Giardini Pubblici di via Palestro, che porta a termine insieme con Enrico Combi in occasione dell'Esposizione industriale del 1881, per la quale realizza anche vari addobbi; dal 1887 al 1894 si dedica, su incarico della giunta municipale, alla sistemazione a giardino pubblico dell'area Castello Sforzesco-Arco della Pace. Ottiene grande successo, soprattutto per il decoro degli ornati e la comodità delle disposizioni, con palazzi e ville: Villino Borghi (1865) e Palazzo Castelbarco Albani (1867) a Milano, poi demoliti; Villa Andreani - Castelbarco Albani a Casciago (1867), iniziata da Pollack; Villa d'Adda ad Arcore (1880), iniziata da Balzaretto, revival neorococò con cappella sepolcrale neogotica; Villa Esengrini Montalbano a Varese (1895); Villa Visconti di Modrone a Macherio (1907), con accurata ripresa di schemi settecenteschi[1].
Con le opere dell'età matura, nel 1891 completa la facciata della chiesa di San Francesco di Paola di Milano[3]. Malgrado un certo eclettismo stilistico, predilige in molte sue opere lo stile neobarocco[4][1]. Oltre alla produzione di committenza aristocratica e borghese, si dedica a edifici sociali quali asili, scuole, case comunali. Dal 1860 è consigliere dell'Accademia di Belle Arti di Milano; nel 1883 fa parte della giuria del concorso per la facciata del Duomo di Milano. A lui è intitolato l'Asilo Infantile E. Alemagna di Barasso, il cui edificio ha progettato nel 1907[5]. Gli è intitolato il viale dove è ubicato il palazzo della Triennale di Milano al Parco Sempione.
Progetta il parco Sempione, in precedenza usato come area per l'esercitazione militare ed è spesso impegnato nel restauro di ville in Lombardia[6].
Archivio
modificaL'archivio di Emilio Alemagna[7] è articolato in due fondi distinti e conservati presso archivi privati. Una parte di documentazione non sistematica prodotta dall'architetto è codi complessivi circa 100 pezzi: schizzi ad acquerello di portinerie di ville in stile eclettico, disegni a matita di elementi architettonici e decorativi (cancelli, finestre, capitelli ecc.), disegni anche acquerellati di mobili, cartoni di ferri battuti; fotografie dell'appartamento privato, di disegni di vetture ferroviarie, di arredi, decorazioni e oggetti d'arte; documenti personali (diplomi, diploma di laurea, attestati), è conservata presso un archivio privato a Barasso (Varese). Altra documentazione[7], relativa a progetti di architettura, giardini e arredi, alle Esposizioni di Milano e al concorso per la facciata del Duomo di Milano (1860-1910): documentazione tecnica, disegni, planimetrie, acquerelli, spolveri per stucchi, fotografie anche di grande formato e in album, corrispondenza, stampati, per complessivi circa 1000 pezzi; l'archivio conserva anche la biblioteca personale di Emilio Alemagna, è conservata presso un archivio privato di Milano.
Note
modifica- ^ a b c d Alemagna Emilio, su siusa.archivi.beniculturali.it, SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 19 giugno 2018.
- ^ Giuseppe Alemagna, Conte di Busnago e di Roncello, su geni.com, su geni_family_tree. URL consultato il 6 giugno 2019.
- ^ Milano, Touring Editore, 1998, ISBN 9788836512492. URL consultato il 10 gennaio 2021.
- ^ Renata Cipriani, Emilio Alemagna, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 10 gennaio 2021.
- ^ Scuola dell'Infanzia "Asilo Infantile E. Alemagna", su asilobarasso.it. URL consultato il 15 febbraio 2016.
- ^ Agenda Milano, su agendamilano.com. URL consultato il 14 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2005).
- ^ a b Fondo Alemagna Emilio, su siusa.archivi.beniculturali.it, SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 19 giugno 2018.
Bibliografia
modifica- Renata Cipriani, ALEMAGNA, Emilio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1960. URL consultato il 10 gennaio 2021.
- Graziella Leyla Ciagà (a cura di), Gli archivi di architettura in Lombardia. Censimento delle fonti, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, con la collaborazione della Soprintendenza archivistica della Lombardia e del Politecnico di Milano, 2003.
- Alemagna Emilio, su siusa.archivi.beniculturali.it, Roma, SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche; Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. URL consultato il 10 gennaio 2021.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Emilio Alemagna
Collegamenti esterni
modifica- Alemagna, Emilio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Emilio Alemagna, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
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