Exsudoporus frostii

Exsudoporus frostii (J.L. Russell) Vizzini, Simonini & Gelardi è un fungo appartenente alla famiglia Boletaceae. È diffuso nell'est degli Stati Uniti, dal Maine a Georgia e Arizona, a sud fino al Messico e Costa Rica. È una specie micorrizica e i corpi fruttiferi possono essere trovati soprattutto in boschi di querce.

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Exsudoporus frostii
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Fungi
Divisione Basidiomycota
Ordine Boletales
Famiglia Boletaceae
Genere Exsudoporus
Specie E. frostii
Nomenclatura binomiale
Exsudoporus frostii
(J.L.Russell) Vizzini, Simonini & Gelardi, 2014
Exsudoporus frostii
Caratteristiche morfologiche
Cappello
convesso
Imenio
Lamelle
adnate
Sporata
oliva
Velo
nudo
Carne
virante
Ecologia
Commestibilità
commestibile

Questi funghi si riconoscono per il cappello scuro e appiccicoso, i pori rossi, il motivo reticolato sul gambo e per la carne che vira al blu quando danneggiata. Una caratteristica degli esemplari giovani sono le gocce color ambra che trasudano dalla superficie dei pori.

Anche se è considerato commestibile, il consumo ne è solitamente sconsigliato perché può essere confuso con altri boleti con i pori rossi e la carne che vira al blu.

Descrizione modifica

 
Vista dell'imenio

Nei giovani la forma del cappello varia da semisferico a convesso, diventando poi convesso appianato o lievemente depresso. Il diametro è di 5–15 cm[1]. Il margine è involuto nei giovani, ma negli adulti può distendersi o curvarsi verso l'esterno. Quando è umido, la superficie del cappello è appiccicosa. Il colore è inizialmente rosso acceso, ma tende a sbiadire con l'età. La colorazione della carne varia dal giallo pallido al giallo limone[1], ma tende a virare al blu se danneggiata. In alcuni esemplari questo avviene immediatamente, mentre in altri può avvenire più lentamente e con minore intensità[2].

 
I giovani corpi fruttiferi possono secernere un liquido ambrato.

I tubuli sono profondi 9–15 mm, gialli o gialli-olivacei, blu se danneggiati. I pori sono piccoli (2 o 3 mm), rotondi e rossi intensi negli esemplari non troppo vecchi; in questi ultimi la colorazione dei pori può essere più pallida. La superficie dei pori è spesso ricca di gocce giallastre quando il fungo è giovane e vira subito al blu. Il gambo ha un'altezza di 4–12 cm e uno spessore di 1–2,5 cm. Lo spessore rimane più o meno costante durante tutta la lunghezza del gambo, ma può essere lievemente più ristretto in cima; in alcuni esemplari appare ventricoso (rigonfio al centro)[1]. La superficie del gambo è rossa, giallastra vicino alla base ed è reticolata. Il reticolo è composto da creste[1]. Il micelio, visibile alla base del gambo, è giallastro o giallo chiaro[2]. La sporata di E. frostii è color oliva[1]. Le spore sono lisce e fusiformi, di dimensioni di 11–15 per 4–5 µm. Possono essere presenti spore di una lunghezza di 18 µm[1]. La pileipellis è ife di larghezza di 3–6 µm[3]. I basidi portano quattro spore e misurano 26–35 per 10,5–11,5 µm. I cistidi, cellule sterili intercalate tra i basidi dell'imenio, misurano 30–53 µm in lunghezza e 7,5–14 µm in larghezza[2].

Commestibilità modifica

Diversi autori hanno sconsigliato il consumo di questo fungo a causa della sua somiglianza con altri boleti dal cappello rosso, che sono tossici[1][4][5]. Nonostante questo, può essere trovato nei mercati in Messico[6]; uno studio del 1997 mostra che è consumato quasi solo in Querétaro[7]. Odore e sapore sono stati descritti come "piacevoli"[4] o "dolci"[8] anche se la cuticola del cappello può essere acidula[1].

Specie simili modifica

Altri boleti simili dal cappello rosso includono i tossici B. flammans e B. rubroflammeus; il primo cresce soprattutto sotto conifere[6]. Altre specie spesso confuse con E. frostii sono S. permagnificus e B. siculus, ma queste ultime due specie sono diffuse solo in Europa e crescono sempre associate alle querce[9]. I corpi fruttiferi dei giovani esemplari di B. kermesinus, specie descritta in Giappone nel 2011, sono simili a E. frostii, ma la loro carne non vira al blu se danneggiata e il reticolo sul gambo non è così profondo[10]. B. pseudofrostii, trovato in Belize, ha un cappello di 1,7-2,0 cm di diametro[11]. Boletus russelli, trovato nell'est del Nord America, ha un cappello rosso o bruno-rossastro e il gambo reticolato, ma i pori sono gialli e la carne non vira al blu[12].

Exsudoporus floridanus si distingue da E. frostii per il colore più chiaro del cappello e per la sua superficie, che è tomentosa, talvolta vellutata. E. floridanus cresce tra maggio e ottobre[2].

Distribuzione e habitat modifica

 
Esemplare giovane con il cappello ancora semisferico. Sul è evidente la carne virata al blu.

Exsudoporus frostii è una specie micorrizica[13], cioè cresce associato alle radici di varie specie di alberi, come Pinus virginiana[13] e Quercus laurina[14]. Cresce sia solitario che in gruppi in estate e all'inizio dell'autunno, spesso associato con le querce[15][16]. Negli Stati Uniti è diffuso dal Maine alla Georgia, a ovest fino a Tennessee, Michigan e sud fino all'Arizona[2][17]. In Messico si trova spesso sotto Arbutus[6]. È stato trovato anche in Costa Rica, dove cresce sotto Quercus copeyensis, Q. costaricensis, Q. rapurahuensis e Q. seemannii[18].

I corpi fruttiferi possono essere parassitati da Sepedonium ampullosporum[19], che causa necrosi del tessuto del fungo e una colorazione giallastra[20].

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h Thiers HD, Smith AH, The Boletes of Michigan, Ann Arbor, Michigan, University of Michigan Press, 1971, pp. 343-4, ISBN 0-472-85590-5.
  2. ^ a b c d e Singer R., The Boletoideae of Florida with notes on extralimital species III, in American Midland Naturalist, vol. 37, n. 1, 1947, pp. 77-8, DOI:10.2307/2421647, JSTOR 2421647.
  3. ^ Kuo M., Boletus frostii, su MushroomExpert.Com. URL consultato il 25 luglio 2015.
  4. ^ a b Phillips R, Boletus frostii, su rogersmushrooms.com, Rogers Plants. URL consultato il 25 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
  5. ^ Bessette A, Miller OK Jr, Bessette AR, Miller HR., Mushrooms of North America in Color: A Field Guide Companion to Seldom-Illustrated Fungi[collegamento interrotto], New York, Syracuse University Press, 1995, p. 385, ISBN 0-8156-2666-5.
  6. ^ a b c Arora D., Mushrooms Demystified: A Comprehensive Guide to the Fleshy Fungi, Berkeley, California, Ten Speed Press, 1986, p. 529, ISBN 0-89815-169-4.
  7. ^ León-Guzmán MF, Silva I, López MG., Proximate chemical composition, free amino acid contents, and free fatty acid contents of some wild edible mushrooms from Querétaro, México, in Journal of Agricultural and Food Chemistry, vol. 45, n. 11, 1997, pp. 4329-32, DOI:10.1021/jf970640u.
  8. ^ Miller HR, Miller OK., North American Mushrooms: A Field Guide to Edible and Inedible Fungi, Guilford, Connecticut, Falcon Guides, 2006, p. 385, ISBN 0-7627-3109-5.
  9. ^ Pöder R., Boletus permagnificus spec. nov. – ein auffallender Röhrling der Sektion Luridi Fr. assoziiert mit Eichen, in Sydowia, vol. 34, 1981, pp. 149-56, ISSN 0082-0598 (WC · ACNP).
  10. ^ Takahashi H, Taneyama Y, Koyama A., Boletus kermesinus, a new species of Boletus section Luridi from central Honshu, Japan, in Mycoscience, vol. 52, n. 6, 2011, pp. 419-24, DOI:10.1007/s10267-011-0119-2.
  11. ^ Ortiz-Santana B, Lodge DJ, Baroni TJ, Both EE., Boletes from Belize and the Dominican Republic (PDF), in Fungal Diversity, vol. 27, n. 2, 2007, pp. 247–416 (see p. 322).
  12. ^ Kuo M., 100 Edible Mushrooms, Ann Arbor, Michigan, The University of Michigan Press, 2007, pp. 121–2, ISBN 0-472-03126-0.
  13. ^ a b Vozzo JA, Hackskaylo E., Mycorrhizal fungi on Pinus virginiana, in Mycologia, vol. 53, n. 5, 1961, pp. 538-9, DOI:10.2307/3756310, JSTOR 3756310.
  14. ^ Morris MH, Pérez-Pérez MA, Smith ME, Bledsoe CS., Influence of host species on ectomycorrhizal communities associated with two co-occurring oaks (Quercus spp.) in a tropical cloud forest, in FEMS Microbiology Ecology, vol. 69, n. 2, 2009, pp. 274-87, DOI:10.1111/j.1574-6941.2009.00704.x, PMID 19508503.
  15. ^ Murrill WA., The Boletaceae of North America, in Mycologia, vol. 1, n. 1, 1909, pp. 4-18, DOI:10.2307/3753167, JSTOR 3753167.
  16. ^ Weber NS, Smith AH., The Mushroom Hunter's Field Guide, Ann Arbor, Michigan, University of Michigan Press, 1980, pp. 104-5, ISBN 0-472-85610-3.
  17. ^ Bessette AE, Roody WC, Bessette AR., Boletes of North America, New York, Syracuse University Press, 2000, p. 114, ISBN 978-0-8156-0588-1.
  18. ^ Halling RE, Muller GM, Boletus frostii, su Macrofungi of Costa Rica, New York Botanical Garden.
  19. ^ Sahr T, Ammer H, Besl H, Fischer M., Infrageneric classification of the boleticolous genus Sepedonium: species delimitation and phylogenetic relationships, in Mycologia, vol. 91, n. 6, 1999, pp. 935-43, DOI:10.2307/3761625, JSTOR 3761625.
  20. ^ Neuhof T, Berg A, Besl H, Schweche T, Dieckmann R, von Döhren H., Peptaibol production by Sepedonium strains parasitizing Boletales, in Chemistry & Biodiversity, vol. 4, n. 6, 2007, pp. 1103-15, DOI:10.1002/cbdv.200790099, PMID 17589879.

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