Gaio Calpurnio Pisone (pretore 211 a.C.)
Gaio Calpurnio Pisone (in latino: Gaius Calpurnius Piso; ... – ...; fl. ante 250 a.C.-post 208 a.C.) è stato un politico romano appartenente alla gens Calpurnia.
Gaio Calpurnio Pisone | |
---|---|
Pretore della Repubblica romana | |
Nome originale | Gaius Calpurnisu Piso |
Figli | Gaio Calpurnio Pisone console del 180 a.C. |
Gens | Calpurnia |
Pretura | 211 a.C.[1] |
Propretura | 210 a.C. in Etruria[2] e ancora nel 209 a.C.[3] |
BiografiaModifica
Fu fatto prigioniero da Annibale durante la battaglia di Canne e, insieme ad altri due, venne inviato a Roma per negoziare il rilascio dei suoi compagni di prigionia. Tuttavia, il Senato romano rifiutò tale proposta.[4]
Venne eletto praetor urbanus nel 211 a.C., nel pieno della seconda guerra punica, e gli vennero affidate due legioni a difesa della città di Roma.[1] Quando Annibale compì una marcia verso la città, a Pisone venne affidato il compito di difendere il Campidoglio e l'arx, mentre i senatori sarebbero rimasti presso il Foro romano, pronti ad essere consultati in caso di bisogno.[5] Contemporaneamente Quinto Fulvio Flacco entrava a Roma dalla porta Capena e conduceva l'esercito proveniente da Capua, dopo aver attraversato la città, al di fuori delle mura serviane, ponendo il proprio accampamento tra la porta Esquilina e la porta Collina, a nord-est della città.[6]
Alla fine del 211 a.C. gli venne prorogato il mandato e divenne propretore in Etruria con due legioni.[2] E durante questo mandato propose al senato che i Ludi Apollinares venissero ripetuti ogni anno.[7]
Sappiamo da Livio che, quando Fulvio Flacco divenne dittatore (fine del 210 a.C.), quest'ultimo, una volta rientrato a Roma, mandò presso l'esercito della provincia d'Etruria il suo legato Gaio Sempronio Bleso, per sostituirvi Gaio Calpurnio, al quale invece affidò il comando del suo esercito a Capua.[8]
Verso la fine del 210 a.C., gli fu ordinato dal dittatore Quinto Fulvio Flacco di comandare l'armata che si trovava a Capua.[9] L'anno successivo (209 a.C.) ricoprì ancora la propretura in Etruria.[3][10] Gli succedette in questa regione Gaio Ostilio Tubulo.[11]
NoteModifica
BibliografiaModifica
- Fonti primarie
- (GRC) Appiano di Alessandria, Historia Romana (Ῥωμαϊκά), VII e VIII. Versione in inglese qui Archiviato il 20 novembre 2015 in Internet Archive..
- (GRC) Polibio, Storie (Ἰστορίαι), VII. Versioni in inglese disponibili qui e qui.
- (GRC) Strabone, Geografia, V. Versione in inglese disponibile qui.
- (LA) Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI-XXX.
- Fonti storiografiche moderne
- Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997, ISBN 978-88-555-2419-3.
- André Piganiol, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Howard H.Scullard, Storia del mondo romano. Dalla fondazione di Roma alla distruzione di Cartagine, vol.I, Milano, BUR, 1992, ISBN 88-17-11574-6.