Disambiguazione – Se stai cercando il figlio omonimo, amante di Valeria Messalina, vedi Gaio Silio (console designato 49).

Gaio Silio (in latino Gaius Silius; ... – 24) è stato un politico e militare romano.

Gaio Silio
Console dell'Impero romano
Nome originaleGaius Silius
Morte24
ConiugeSosia Galla
FigliGaio Silio,
altri
GensSilia
PadrePublio Silio Nerva
Legatus legionis14
Consolato13

Origini familiari e nome

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Gens Silia.

Gaio Silio proveniva dalla gens Silia, era figlio di Publio Silio Nerva, console nel 20 a.C., e fratello di Publio Silio, console nel 3, e di Aulo Licinio Nerva Siliano, console nel 7 e adottato nella gens Licinia.[1]

Gaio Silio era in precedenza noto nella storiografia moderna e contemporanea come "Gaio Silio Aulo Cecina Largo": questa nomenclatura derivava dai Fasti Antiantes minores (che furono poi ripresi anche da Cassio Dione);[2] tuttavia, uno studio del 2014, grazie a nuove evidenze epigrafiche, ha appurato che Gaio Silio fu console ordinario, mentre Gaio Cecina Largo console suffectus (anche il praenomen Aulo dei Fasti Antiantes minores si è rivelato errato).[3]

Biografia

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Consolato (13)

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Gaio Silio fu eletto console nel 13, sotto il principato di Augusto, insieme a Lucio Munazio Planco; tuttavia, tra i mesi di agosto e settembre venne chiamato in Germania Magna da Germanico Giulio Cesare e il suo posto come console venne preso dal suffectus Gaio Cecina Largo.[4] Lasciando Roma probabilmente via mare, per evitare le Alpi nella stagione invernale, Silio raggiunse la Germania nel 14.[5]

In Germania (14-21)

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Spedizione di Germanico (14-16)

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Spedizione germanica di Germanico.

Silio prese quindi il comando, come legatus, dell'esercito superiore del Reno.[6] Nel 15 Silio ricevette le insegne trionfali insieme ad Aulo Cecina Severo e Lucio Apronio, per le loro imprese compiuto durante la spedizione germanica di Germanico.[7] Nel 16 Silio fu incaricato insieme a un certo Anteio e a Cecina Severo, di sovrintendere alla costruzione di 1.000 nuove navi della Classis Germanica.[8] Mentre la flotta finiva di raccogliersi presso l'isola dei Batavi, Germanico ordinò a Silio di attaccare i Catti con delle truppe ausiliarie; Silio riuscì a sconfiggere i nemici e a far prigioniere la moglie e la figlia di Arpo, un comandante dei Catti.[9] I Germani riuscirono a distruggere la flotta romana e, per evitare una nuova ondata di attacchi, Germanico mandò Silio nuovamente contro i Catti, questa volta con 30.000 fanti e 3.000 cavalieri.[10]

Rivolta di Floro e Sacroviro (21)

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Rivolta gallica di Floro e Sacroviro.

Nel 21 Silio era ancora in Germania e, insieme a Gaio Visellio Varrone, riuscì a fermare la marcia del capo gallico ribelle Giulio Floro, che aveva iniziato una rivolta insieme a Giulio Sacroviro.[11] Subito dopo Silio marciò con due legioni contro i Sequani, anche loro in rivolta, e si diresse verso Augustodunum;[12] a dodici miglia dalla città, Silio incontrò l'esercito guidato da Sacroviro stesso e lo sconfisse, facendo fuggire il capo ribelle, che si suicidò poco dopo.[13] Silio ricevette le insegne trionfali una seconda volta per la sconfitta del comandante gallico.[14]

Ritorno a Roma e morte (24)

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Silio tornò quindi a Roma e lì si ritrovò nel conflitto tra Agrippina maggiore, vedova dell'ormai defunto Germanico, e l'imperatore Tiberio; nel 24 Silio venne formalmente accusato insieme alla moglie, Sosia Galla, per la sua vicinanza alla fazione di Germanico e Agrippina, amica di Sosia.[15] Gli vennero imputati da Lucio Visellio Varrone, il console dell'anno, i reati di connivenza con i rivoltosi gallici e di aver nascosto gli intrighi di Sacroviro; prima del giudizio finale, però, Silio decise di suicidarsi, poiché ormai sapeva di non avere speranze di assoluzione.[16]

Matrimonio e discendenza

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Gaio Silio e Sosia Galla ebbero dei figli,[17] tra cui Gaio Silio, console designato del 49.[18]

  1. ^ Gorostidi Pi 2014, p. 273 n.36.
  2. ^ CIL X, 6639; Cassio Dione, LVI.
  3. ^ Gorostidi Pi 2014.
  4. ^ Gorostidi Pi 2014, p. 275.
  5. ^ Gorostidi Pi 2014, p. 275 n.44.
  6. ^ Tacito, Annales, I, 31.2.
  7. ^ Tacito, Annales, I, 72.1.
  8. ^ Tacito, Annales, II, 6.1-2.
  9. ^ Tacito, Annales, II, 7.1-2.
  10. ^ Tacito, Annales, II, 25.1.
  11. ^ Tacito, Annales, III, 42.2.
  12. ^ Tacito, Annales, III, 45.1.
  13. ^ Tacito, Annales, III, 45-46.
  14. ^ Tacito, Annales, IV, 18.1.
  15. ^ Tacito, Annales, IV, 18-19.
  16. ^ Tacito, Annales, IV, 19.
  17. ^ Tacito, Annales, IV, 20.
  18. ^ Cassio Dione, LX, 31.3; Tacito, Annales, XI, 35.

Bibliografia

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Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne