Giovanni Carlo Odino

partigiano italiano (1894-1944)
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Giovanni Carlo Odino, nomi di battaglia Italo, (Genova, 9 agosto 1894Passo del Turchino, 19 maggio 1944), è stato un militare e partigiano italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Giovanni Carlo Odino
NascitaGenova, 9 agosto 1894
MortePasso del Turchino, 19 maggio 1944
Cause della morteFucilazione
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoGranatieri
Reparto38º Reggimento fanteria "Ravenna"
Anni di servizio1914-1944
GradoCapitano di complemento
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959)[1]
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Biografia

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Nacque a Genova il 9 agosto 1894, figlio di Francesco e Rosa Calleri.[2] Lavorava come commerciante a Genova quando fu arruolato nel Regio Esercito nell'ottobre 1914 in forza al 1º Reggimento "Granatieri di Sardegna". Dal 24 maggio 1915 prese parte con il reggimento alla prima guerra mondiale raggiungendo il grado di sergente.[2] Posto in congedo nel settembre 1919, nel 1928 fu promosso sottotenente di complemento nel 3º Reggimento "Granatieri di Sardegna" dove prestò servizio di prima nomina.[2] Tenente nel marzo 1935 e capitano nel marzo 1941, due anni dopo, nel marzo 1943, fu richiamato in servizio attivo presso il deposito del 38º Reggimento fanteria "Ravenna" ed assegnato al campo di concentramento prigionieri di guerra di Gavi, provincia di Alessandria, dove si trovava alla dichiarazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943.[2] Datosi alla macchia, prese contatto con gli esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale di Genova e nel gennaio 1944, costituiva, assumendone il comando, la prima Brigata autonoma militare, cui successivamente fu dato il suo nome.[2] Catturato nella zona del Monte Tebbio assieme al suo unico figlio, durante il grande rastrellamento della Pasqua 1944, fu rinchiuso prima nelle carceri di Voltaggio, quindi in quelle di Marassi, a Genova ed infine nella Casa dello studente sede delle SS tedesche.[2] Venne fucilato sul Passo del Turchino il 19 maggio 1944, e venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Il suo nome è indicato fra i trenta maggiori eroi della Resistenza ligure.[2]

Onorificenze

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«Patriota di sicura fede, dopo l'armistizio fu ardente animatore e valente organizzatore della resistenza armata nella Liguria. La « Brigata autonoma militare » da lui creata e comandata, fu sempre di esempio per fede, per disciplina e per efficienza combattiva. Caduto, dopo strenua resistenza, in mani nemiche tentò generosamente di salvare i dipendenti rivendicando per sé ogni responsabilità. Costretto ad assistere all'eccidio di un centinaio dei suoi uomini, fu esemplare per fierezza di comportamento e per la dignità e il coraggio che seppe infondere nei martiri. Risparmiato, insieme al giovane suo figlio, allo scopo di strappargli rivelazioni e delazioni, fu sotto posto a lunghe torture fisiche e morali, ma nulla rivelò, imponendosi, anzi, all'ammirazione degli stessi barbari carnefici tedeschi. Fucilato per rappresaglia sul colle del Turchino, chiuse da forte la nobile vita nel pensiero e nel nome della libertà e della Patria. Colle del Turchino, 19 maggio 1944.[3]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 19 maggio 1950[4]
  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.446.
  2. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale – scheda
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti l'11 dicembre 1950, Presidenza registro 40, foglio 122.

Bibliografia

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  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 446.

Collegamenti esterni

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