Giglio delle Onde

prima nave con propulsione ad elica della penisola italiana

Nel 1847, nel Regno delle Due Sicilie, già primo stato al mondo a far navigare in mare aperto (27 settembre 1818) un battello a vapore, il Ferdinando I, fu sperimentata per la prima volta nella penisola italiana la propulsione a elica. Il vapore, in ferro, si chiamava Giglio delle Onde[1], di 143 tonnellate e con macchina della forza di 50 cavalli[2]. Entrò in servizio il 17 maggio 1847, collegando la capitale Napoli con i porti della Calabria, con Messina, Gallipoli e Taranto.

Giglio delle Onde
Descrizione generale
TipoNave da trasporto
ProprietàRegno delle Due Sicilie
Varo1847
Entrata in servizio17 maggio 1847
Caratteristiche generali
Dislocamento143
Propulsione1 motore a vapore da 50 CV con propulsione ad 1 elica
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Nel marzo del 1848, a seguito dell'insurrezione siciliana, dopo aver effettuato vari trasporti di truppe e materiali, fu catturata dagli insorti che la impiegarono anche loro come trasporto[3] portarono a Malta dove fu venduta alla marina austriaca che la ribattezzò Seemowe[4].

Note modifica

  1. ^ La Marina borbonica: altro che "facite ammuina"[collegamento interrotto]
  2. ^ Lamberto Radogna, Storia della marina mercantile delle Due Sicilie (1734-1860), Mursia, Milano 1978, 69
  3. ^ La rivoluzione di Napoli nel 1848: "Per assicurare l'esito, il Parlamento siciliano aveva levato un corpo di ottocento uomini che, sotto la condotta del colonnello piemontese Ribotti, il quale si era battuto in Ispagna nelle file di Don Carlos, doveva passare il Faro e recarsi in Calabria. Molti giovani, delle primarie famiglie, vaghi di fama, si erano arruolati in quel corpo. Un manipolo di artiglieri governava sei pezzi di campagna. La spedizione si raccolse in parte a Messina, col proposito di toccar Reggio o Scilla ed entrar presto in azione. Ma i vapori da guerra, che percorrevano la spiaggia, attraversarono tale disegno. Da un battello siciliano, il Giglio delle Onde, fummo condotti a Milazzo, e quivi, raggiunti quelli che venivano da Palermo, ci imbarcammo sul Vesuvio per cercare di approdare a Paola."
  4. ^ Lamberto Radogna, op. cit., 273

Bibliografia modifica

  • Lamberto Radogna, Storia della Marina Mercantile delle Due Sicilie, Ugo Mursia Editore, Milano, 1982
  • Arturo Fratta (a cura di), La fabbrica delle navi, Electa 1990