Giulio Tuci (Pistoia, 29 giugno 1908Himara, 14 aprile 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Giulio Tuci
NascitaPistoia, 29 giugno 1908
MorteHimara, 14 aprile 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
Reparto24ª Legione CC.NN.
Anni di servizio1929-1941
GradoCapomanipolo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia modifica

Nacque a Pistoia il 29 giugno 1908, figlio di Raffaele e Teresa Renghini.[2] Impiegato presso una ditta commerciale di Milano, nell'aprile 1929 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito, assegnato al 77º Reggimento fanteria.[1] Posto in congedo l'anno successivo con il grado di caporale maggiore, nel marzo 1938 fu nominato sottotenente di complemento dell'arma di fanteria ed assegnato all'8º Reggimento fanteria per il servizio di prima nomina.[1] All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, chiese ed ottenne, nel novembre 1940, di passare nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale con il grado di capomanipolo.[1] Assegnato alla 24ª Compagnia mitraglieri della 24ª Legione CC.NN. d'assalto partì per l'Albania il 12 gennaio 1941.[1] Cadde in combattimento a Quota 133-66 di Himara il 14 aprile 1941, venendo successivamente insignito con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze modifica

«Comandante di plotone mitraglieri, contribuiva decisamente coll’azione di fuoco delle sue armi, alla conquista di munitissima posizione. Avute inutilizzate le armi da violento fuoco di repressione e nemico e ferito, respingeva un contrattacco con estremo ardimento, inseguendo l’avversario alla testa dei suoi legionari e conquistando altra posizione avanzata. Contrattaccato ancora da forze preponderanti, si impossessava del fucile mitragliatore di un caduto e sbaragliava ed inseguiva il nemico in fuga, causandogli gravissime perdite. Colpito a morte, cadeva sulla propria arma, inneggiando al Re, al Duce ed alla Patria. Magnifica figura di comandante, nobile esempio di combattente. Quota 133 - 66 di Himara (Fronte greco), 14 aprile 1941.[3]»
— Regio Decreto 24 luglio 1942.

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

  1. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 650.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia modifica

  • Mario Cervi, Storia della guerra di Grecia, Milano, Rizzoli, 2005, ISBN 88-17-86640-7.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 650.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica