Hélie de Talleyrand-Périgord

arcivescovo cattolico e cardinale francese

Hélie de Talleyrand-Périgord (1301Avignone, 17 gennaio 1364) fu un vescovo e cardinale francese. Fu anche decano del Sacro Collegio dal 1361 alla morte.

Hélie de Talleyrand-Périgord
cardinale di Santa Romana Chiesa
Rien que Dieu!
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1301
Nominato vescovo10 ottobre 1324 da papa Giovanni XXII
Creato cardinale25 maggio 1331 da papa Giovanni XXII
Deceduto17 gennaio 1364 ad Avignone
 

Era figlio di Brunissende de Foix e di Hélie IX, conte di Périgord.

Biografia modifica

Ultimo dei tre figli del conte del Périgord, venne destinato alla carriera ecclesiastica.

Cariche in Inghilterra modifica

Grazie a papa Giovanni XXII egli ottenne, già all'età di diciannove anni, alcuni benefici in Inghilterra. Ebbe le prebende di Mapesbury (1320), di South Newbold (1325), di Laughton (1342) e di Stensall (1354).

Nello stesso periodo fu nominato arcidiacono di Londra (1320-1323), di Richmond, nella diocesi di York (1322-1328), di Suffolk (dal 28 novembre 1357 al 5 giugno 1359 ed infine decano del capitolo della cattedrale di York (1342-1364).[1]

 
La cattedrale di York della quale Hélie de Talleyrand-Périgord fu decano del capitolo

Nel 1360, per evitare il saccheggio dei suoi beni, il re Edoardo III li pose sotto la protezione di uno dei suoi castellani, Bertrand de Montferrand.[2]

Il cardinale del Périgord modifica

I suoi benefici in Francia si ridussero notevolmente, rimanendogli la commenda dell'abbazia di Santa Maria di Chancelade, nella diocesi di Périgueux. Il 10 ottobre 1324 papa Giovanni XXII lo nominò vescovo di Limoges e quattro anni dopo, il 4 gennaio vescovo di Auxerre.[1]

Su richiesta di Filippo VI di Francia, con il concistoro del 25 maggio 1331 fu creato dallo stesso Giovanni XXII cardinale presbitero con il titolo cardinalizio di San Pietro in Vincoli.

Il creatore di papi modifica

Allorché egli fu cardinale, divenne un personaggio centrale della Cattività avignonese. Egli partecipò ai conclavi che elessero Benedetto XII (1334), Clemente VI (1342), Innocenzo VI (1352) e Urbano V (1362). Sapendo infatti che avrebbe mai potuto essere eletto, egli cercò di trarre per sé il massimo vantaggio dalle elezioni papali.

Il suo primo tentativo ebbe luogo nel conclave del 1334. Il suo candidato era Jean-Raymond de Comminges che egli sostenne brillantemente. Tuttavia la scelta della residenza pontificia fra Avignone e Roma fu l'occasione di un violento alterco fra i due, essendosi il Comminges rifiutato di assumere l'impegno a non riportare la Sede pontificia a Roma e l'eletto fu Benedetto XII.

Alla morte di Clemente VI il conclave si orientò su Jean II Birelle, generale dei certosini ma questi rifiutò la carica rivolgendosi proprio al Talleyrand ed il sacro collegio optò per il cardinale Stefano Aubert.[3]

Dopo la sua nomina Innocenzo VI offrì un posto a Jean II Birelle nel Sacro collegio ma questi rifiutò dicendo che preferiva crescere in virtù piuttosto che in rango.

L'autorevolezza del Talleyrand crebbe ulteriormente allorché il 4 novembre 1348 fu nominato cardinale vescovo di Albano e ancor più nel settembre 1361, quando divenne decano del Sacro Collegio.[1]

Le sue ambascerie in Francia e in Europa modifica

 
La battaglia di Poitiers

Il cardinale del Périgord fu incaricato di importanti negoziati da parte della Santa Sede. Il suo primo incarico come legato pontificio non ebbe successo. Assistito da quattro cardinali, nel 1336 egli doveva assistere il re di Francia Filippo VI nel comando generale di una crociata, che su richiesta di Ugo IV di Lusingano, re di Cipro, il 26 marzo, giorno di Venerdì Santo, aveva bandito lanciando un appello generale a tutti i sovrani cristiani, ma l'inizio della guerra dei cent'anni fece abortire l'iniziativa.

Nel 1346 egli riuscì a far eleggere come imperatore Carlo IV del Lussemburgo in sostituzione di Luigi di Baviera, scomunicato.[1]

In vista di un prevedibile scontro fra gli eserciti Francia ed Inghilterra, una legazione pontificia condotta da Hélie de Talleyrand e Nicola Capucci lasciò Avignone il 21 giugno 1356 per incontrare il Principe Nero e il re di Francia Giovanni II.[1] Quest'ultimo non volle dar retta ai legati pontifici e subì quindi la sconfitta di Poitiers, nella quale fu catturato come prigioniero dagli inglesi. Il cardinale di Périgord si recò quindi a Londra per negoziare la liberazione del re francese riuscendo a far concludere una tregua di due anni fra i contendenti. Grazie al suo intervento il Principe Nero moderò i suoi saccheggi e distruzioni in Occitania.

Diplomazia ed intrighi modifica

Dopo la peste nera egli s'interesso particolarmente di un monaco di Aurillac, commentatore di Gioacchino da Fiore, Giovanni di Rupescissa ((FR) Jean de Roquetaillade), che dal suo ingresso nell'Ordine francescano nel 1332, aveva dichiarato di avere frequenti visioni. Egli aveva pubblicato le sue "rivelazioni" nel suo Liber Ostentor. Il cardinale del Périgord non esitò a consultarlo, nonostante i sospetti che pesavano su questo frate.[4]

Allorché nel 1363 il cardinale Guy de Boulogne, in legazione a Napoli, decise di far sposare a suo nipote Aimone di Ginevra a Giovanna di Durazzo, figlioccia della regina Giovanna I di Napoli, il cardinale, imparentato con questa famiglia,[5] chiese insistentemente ad Urbano V di porre il veto a questa unione voluta dal suo rivale nel Sacro Collegio.

Il Collegio di Périgord a Tolosa modifica

 
La cattedrale di Saint-Front de Périgueux (prima del restauro), ov'è inumato il cardinale Hélie de Talleyrand-Périgord

Il Collegio fu fondato dal cardinale nel 1360, ed aveva lo scopo dell'insegnamento del diritto.[1] Costruito vicino alla cattedrale di Tolosa, sul corpo dell'Hôtel Maurand, del quale conservò la torre, esso comprendeva quattro corpi di fabbricato delimitanti un cortile centrale ove so sviluppava una galleria a due piani. Il collegio possedeva più di un vigneto. Allievi ed insegnanti ricevevano ciascuno un barile per il loro consumo annuo.

Il cardinale fu anche un umanista: egli proteggeva le lettere e fu grande amico di Francesco Petrarca ma difendeva, al contrario dell'amico, il mantenimento della Sede pontificia ad Avignone.[1]

Il ritorno a Périgueux modifica

Alla sua morte fu subito inumato nella chiesa dei francescani ad Avignone, poi, secondo le sue volontà, nella cattedrale di Saint-Front di Périgueux, ove aveva fatto erigere una cappella.[1]

Genealogia episcopale modifica

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note modifica

  1. ^ a b c d e f g h Salvador Miranda, Cardinal Hélie de Talleyrand-Périgord, University Park, Miami, FL 33199, 2009
  2. ^ L'atto del 1360 per la protezione dei beni del cardinale di Périgord recita: Edwardus dei gracia rex Anglia et Francie et dominus Hibernie, senescallo suo Vasconie qui nune est, vel que pro tempore fuerit, salutem, supplicavit nobis venerabilis pater, Tailharandus episcopus Albanensis, Sancta Romane Ecclesie cardinalis, ut cum Johanna de Petrogovis, amita sua defuncta in testamento suo, in ultima volontate sua voluisset et precepisset quod, quandia guerra, inter nos et adversarium nostrum Francie duraret, loca et gentes de Lavardaco, de Feugaroliis et Caudaroue que fuerent predicte Johanne, sint et remaneant obediencia nostra… in manus dilecti et fidelis nostri, Bertrandi, domini de Monteferrandi liberentur, nomine dicti cardinalis regenda et custodienda, ita quod idem dominus de Monteferrandi, durante guerra predicta.
  3. ^ Il ruolo del cardinale di Périgord in questa vicenda è stato piuttosto discusso. La versione più verosimile resta quella di Boutrais Cyprien Marie, antico procuratore di Glandier. Jean Birelle, spaventato dalla responsabilità della carica che stava per ricevere avrebbe chiesto al Talleyrand:
    (LA)

    «Clementis sexti successor dictus, honorem. Exuo, dum pro me Tallaïrandus agit»

    (IT)

    «Clemente VI è morto: mi si chiama alla Cattedra, Talleyrand, agisci in mio nome, stronca questa faccenda»

    Il cardinale Talleyrand non venne mai meno al suo attaccamento all'Ordine Certosino e completò, arricchendola, la Certosa di Vauclaire, presso Montignac in Dordogna, così come la chiesa di Saint-Astier nel medesimo dipartimento.
  4. ^ Giovanni di Rupescissa (o Jean de Roquetaillade) era stato posto sotto sorveglianza a partire dal 1344 sia da parte del proprio Superiore generale che da parte di papa Clemente VI. Continuando il suo delirio profetico, nel 1349 fu interrogato a più riprese di fronte ad un concistoro. Allorché nel 1356 egli proclamò che un re «…figlio dell'Aquila soggiogherà i Mori di Spagna e recupererà la Terra Santa», papa Innocenzo VI lo fece rinchiudere sotto stretta sorveglianza nel Palazzo dei Papi in Avignone.
  5. ^ Una delle sue sorelle, Agnese di Périgord, aveva sposato Giovanni di Gravina, capostipite del ramo angioino dei Durazzo a Napoli

Bibliografia modifica

in lingua francese:

  • François du Chesne, Histoire de tous les cardinaux françois de naissance ou qui ont été promus au cardinalat par l'expresse recommandation de nos roys, Paris, 1660.
  • Étienne Baluze, Vitae paparum Avenionensium, sive collectio actorum veterum, Vol. I et II. Paris, 1693.
  • Anselme de Sainte-Marie, Histoire généalogique et chronologique de la maison royale de France, des pairs, grands officiers de la Couronne et de la maison du roi, des anciens barons du royaume avec les qualités, l'origine, le progrès et les armes de leurs famille, Paris, 1712.
  • Honoré Fisquet, La France pontificale, histoire chronologique et biographique des archevêques et évêques de tous les diocèses de France depuis l'établissement du christianisme jusqu'à nos jours, divisée en dix-sept provinces ecclésiastiques, 1864-1873.
  • M. Meusnier, Le Collège de Périgord à Toulouse, Annales du Midi, T. 63, 1951.
  • (FR) Guillaume Mollat, Contribution à l'histoire du Sacré Collège de Clément V à Eugène IV, Revue d'histoire ecclésiastique, T. XLVI, 1961.
  • J. de. Font-Réaulx, Les cardinaux d'Avignon, leurs armoiries et leurs sceaux, Annuaire de la Société des amis du palais des papes, XLVII – LII, nº 140 à 186, 1971 – 1975.
  • B. Tollon, Le grand degré du Collège de Périgord à Toulouse (1367), Bulletin de l'année académique 1999-2000, T. LX, 2000.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

In lingua francese:

Controllo di autoritàVIAF (EN5333646 · CERL cnp00340473 · GND (DE103105247