Voce principale: Bronzi rituali cinesi.

Uno hu (zh. T, S, P, Hu2W) è un antico vaso (spec. un giara) cinese munito di piedistallo e coperchio con due maniglie alla bocca. Si tratta d'una delle più importanti e diffuse tipologie di bronzi rituali cinesi. Simile al vaso T, YǒuP, ne differisce per la foggia più allungata di corpo e collo.

Originariamente manufatti ceramici per servire il vino di riso, vennero poi fusi in bronzo al tempo della dinastia Shang (1600–1045 a.C.) ed utilizzati per le libagioni in onore di dèi ed antenati.[1][2] Di solito gli hanno manici sulla parte superiore o anelli attaccati su ciascun lato del collo.[3] Molti degli attualmente esistenti sono privi di coperchio, mentre quelli scavati in tombe come quella di Fu Hao indicano che questo tipo di recipiente potrebbe esser stato originariamente realizzato con coperchi.[2] Sebbene sia più frequente vedere con un corpo circolare, appare anche in forma quadrata (zh. Fānghú) o schiacciata (zh. Bianhú). Inoltre, spesso si trovavano in coppia o in set insieme ad altri tipi di vasi.[4]

Funzione e utilizzo

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Giara cinese neolitica in ceramica dipinta, sito di Taosi (Museo dello Shanxi).

All'inizio dell'Età del bronzo cinese, l'uso di vasi per vino e cibo aveva uno scopo religioso.[5] Il consumo delle bevande alcoliche, spec. il huangjiu o altro tipo di vino di riso, era fondamentale in questi riti al tempo della protostorica dinastia Shang (1600–1045 a.C.): il vino era raccolto e veicolato tramite le giare [5] e consumato tramite le ciotole T, GuǐP mentre altri vasi, i T, dǐngP, lett. "Calderone" erano preposti alla parte più alimentare del rituale. Il tutto trova il suo sostrato nelle credenze Shang legate allo sciamanesimo ed al culto degli antenati[6] ove i sacrifici avevano lo scopo di placare gli antenati, il cui spirito se inquieto poteva tormentare i viventi, tramite delle libagioni che avrebbe garantito benessere e buona sorte anzitutto a Re-Sciamano Shang ed al suo popolo.[7]

Durante la prima dinastia Zhou occidentale (1046–771 a.C.), si verificò un cambiamento politico e culturale molto importante. Il re Zhou Wu (r. 1046–1043 a.C.), fondatore della nuova dinastia, credeva che i sovrani Shang fossero divenuti degli autocrati viziosi ed indegni il cui smodato consumo d'alcol aveva finito con il giocare loro il c.d. "Mandato del cielo", i.e. il loro diritto divino di regnare, portando così alla caduta della dinastia.[8] A causa di questa convinzione, i vasi per il cibo (e il dǐng in particolare) sostituirono per importanza, nelle funzioni cerimoniali, i guǐ. Le giare restarono comunque una delle tipologie di vasi maggiormente utilizzate[9] probabilmente perché la loro forma ne faceva dei contenitori "generici", utilizzabili non solo per il vino ma anche per cibo (fond. i Cinque Grani) e quant'altro: es. il vaso trovato nella tomba di Chengdu, era usato per conservare il vino di grano mentre in una tomba limitrofa lo era deposto ai piedi del defunto e riempito con armi e strumenti di lavoro.[10]

Nel medesimo periodo, si verificò una vera e propria "Rivoluzione rituale": invece di sacrificare il cibo per compiacere gli antenati, gli Zhou usarono i vasi rituali (anzitutto i dǐng e i guǐ ma non solo) per mostrare lo status del defunto sia ai vivi sia agli spiriti,[7] facendone dei potentissimi status symbol. Le iscrizioni su alcuni vasi indicano che già durante la dinastia Shang, il re donava vasi di bronzo ai vassalli meritevoli. Già entro il 900 a.C., nobili e funzionari del regno Zhou avevano mediato quest'usanza dal re e bronzi di tutti i tipi, compresi gli , venivano donati per una varietà di occasioni: regali di nozze (come vale per lo noto come "Zhong Bo Hu", le cui iscrizioni rivelano ch'era ad uso dei figli e dei nipoti della sposa), corredi funebri, doni/tributi di viaggio, persino come memento celebrativo per operazioni immobiliari/feudali.[11] Fu in questo periodo che i grandi vasi divennero più popolari come oggetti di lusso da regalare e ostentare che come vasi rituali,[12] seppur mantennero il loro uso rituale/funerario anche sotto la dinastia Zhou orientale (770–256 a.C.)

In generale, i bronzi servirono come simboli di autorità per l'élite cinese fino a tutto il Periodo degli Stati Combattenti (453–221 a.C.).[13]

Come altri bronzi rituali cinesi, lo era originariamente un normale recipiente in ceramica per conservare, trasportare e servire (non per consumare) il vino, in uso presso le Culture neolitiche cinesi:[14] non una forma prototipale quindi, bensì il prodotto ceramico di una società già urbana e socialmente stratificata,[15] che continuò oltretutto ad essere realizzato ed utilizzato a livello domestico/quotidiano mentre versioni in bronzo venivano realizzate per scopi rituali.

Dall'epoca della dinastia Shang (c. 1600–1046 a.C.), gli fusi in bronzo nacquero già come oggetti rituali di alto valore per l'élite e venivano spesso sepolti nei tomba dei loro proprietari per l'uso nell'aldilà:[7] una giara riccamente decorata figura nel corredo della celebre Tomba di Fu Hao.[16] Le giare erano allora di due tipologie: (i) una giara a bocca piccola e collo lungo; (ii) un'altra a bocca larga e sezione ovoidale piatta.[17] La decorazione ricorrente era il motivo taotie, eventualmente accompagnato dal motivo leiwen (i.e. tuono). La giara quadrata, il fānghú, apparve alla fine della dinastia Shang e nei corredi funebri dei membri più ricchi della società.[18]

 
sontuosamente decorato ma realizzato in ceramica, Periodo degli Stati Combattenti (Museo nazionale della Cina).

Passato in uso dagli Shang agli Zhou, lo subì diversi cambiamenti. Anzitutto, divenne più comune intorno al IX secolo a.C., forse per cambiamenti nel rituale,[19] rimanendo comunque un contenitore di alcolici ad uso cerimoniale. Oltre al cambiamento di dimensioni, si assiste anche al passaggio delle decorazioni dal taotie a decorazioni animalistiche/geometriche. I rinvenimenti archeologici per il periodo non sono solo di corredi funebri ma anche di tesori occultati in periodo di guerra, con il risultato però che la stratigrafia fornisce meno indizi su funzioni e significati di questi reperti.

 
Fānghú in malachite, tarda dinastia Qing (Collezione Passas - Grecia)

Gli Zhou orientali (770–256 a.C.) furono testimoni del declino del governo centrale e dell'ascesa degli stati feudali nella parentesi di caos note come Periodo delle primavere e degli autunni (770–476 a.C.) e Periodo degli Stati Combattenti (475–221 a.C.) In questo contesto di disunità politica, i potenti signori feudali prestarono a malapena fedeltà ai re Zhou, il cui dominio diminuì drasticamente. Tale situazione politica si riflette nello sviluppo dei bronzi rituali, poiché la lavorazione del bronzo, prima appannaggio del monarca, fiorì su larga scala a livello regionale, giocando un ruolo importante nella formazione di nuovi stili (v.si Descrizione).[20]

Nelle Primavere e Autunni, la decorazione dei vasi in alcune regioni rifletté l'influenza dell'arte animalistica cara ai nomadi dell'Asia centrale,[21] mentre i bronzi provenienti da Xinzheng (Henan), Liyu (Shanxi) e Houma (Shanxi) presentano la stilema ricorrente, negli , del drago intrecciato che rivelerebbe lo sviluppo ivi di un'arte regionale precipua.[22] Negli Stati Combattenti, i vasi , pur mantenendo l'uso rituale, divennero oggetti d'uso sempre più secolare e personale,[23] con conseguente arricchimento dell'impianto decorativo: fantasiose rappresentazioni pittoriche; massiccia diffusione delle tarsie in rame;[21] ampio ricorso all'inserimento di elementi zoomorfi anche tridimensionali; ecc. Il nuovo ricco apparato decorativo non si limitò alle sole giare bronzee ma venne specularmente ripreso anche da quelle realizzate in ceramica, medium plastico mai del tutto abbandonato ed i cui reperti, dagli Stati Combattenti in avanti, si fanno più frequenti.

Gli restarono in uso sotto la dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.), al principio dell'Impero cinese propriamente detto, e ancora riccamente decorati con tarsie dorate e decori zoomorfi/geometrici.[24] Tuttavia, dopo gli Han, scomparvero come bronzi rituali tornando ad essere oggetti ceramici d'uso comune, destinazione d'uso che hanno mantenuto a tutt'oggi.

L'apprezzamento, la creazione e la raccolta di bronzi cinesi come opere d'arte e non come oggetti rituali iniziò durante la dinastia Song (960–1279), sotto il cui regno l'élite dominante cinese fu interessata da un forte intento archeologico di riscoperta dei bronzi rituali Shang e Zhou,[25][26] e raggiunse il suo apice durante la dinastia Qing (1636–1912), al tempo dell'imperatore Qing Qianlong (r. 1735–1796), la cui massiccia collezione è registrata nei cataloghi conosciuti come 西清古鑑T, 西清古鉴S, Xīqīng GǔjiànP, Hsi ch'ing ku chienW (1749–1755) e 西清繼鑑T, Xiqing jijianP che ancora oggi costituiscono la principale linea guida per la classificazione delle varie tipologie.[27] Dall'epoca Song in avanti, le dinastie al comando dell'Impero cinese, fossero esse di effettiva etnia Han (Song o Ming) o mongolo-tungusa (Yuan e Qing), promossero un revival degli antichi bronzi rituali tramite altri medium plastici, es. giada, e quali meri gingilli decorativi.

Descrizione

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Lo è una giara piriforme munita di piedistallo e coperchio con due maniglie alla bocca, prodotta in Cina sia in forma rotonda che quadrata, c.d. 方壺T, FānghuP, lett. "Giara quadrata", già presente in epoca Shang[18] ma diffusasi capillarmente durante gli Stati Combattenti. Altra variante dello era lo T, P, una bacinella con maniglie alla bocca, anche quattro, senza bordo. Le giare primitive, come anticipato, erano di due tipologie: (i) a bocca piccola e collo lungo; e (ii) a bocca larga e sezione ovoidale piatta.[17]

Impianto decorativo

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Taotie e Stile animalistico.

Premesso che stilemi decorativi comuni si rintracciano in tutta la bronzistica rituale cinese e nelle fattispecie nel vasellame,[28] anzitutto perché i decori sui bronzi erano simboli apotropaici la cui eventuale imprecisione sarebbe stata cagione di sventura,[29] l'evoluzione dell'impianto decorativo delle giare principiò con il tradizionale stilema sinico del taotie (zh. 饕餮T, Tāo TièP, T'ao T'iehW), la c.d. "Maschera d'Orco".[30] Nel maturo periodo Shang, al taotie s'affiancarono anche raffigurazioni zoomorfe di draghi e bovidi,[31] unitamente al motivo spiraleggiante 雷文T, LéiwénP, lett. "Tuono/Fulmine/Spirale", altro stilema sinico diffusissimo, realizzato con un rilievo più fitto ma meno marcato e profondo che riempie lo spazio e crea una trama di fondo più leggera, meno opprimente.[32] Il sopracitato rinvenuto del corredo funebre di Fu Hao presenta appunto taotie su fondo di leiwen.[16] Sotto gli Zhou, il taotie fu sostituito da figure in rilievo pesanti e arrotondate su un fondo piatto, con almeno il caso di una giara tardo-Zhou, il c.d. "Baihuatan ", interamente ricoperta da figure umane richiamanti il vivere quotidiano dell'epoca: l'allevamento del baco da seta, la caccia, il tiro con l'arco e la guerra.[10][29] Anche i motivi dei draghi intrecciati erano popolari durante il periodo Zhou,[33] così come i disegni a "onda".[34]

Come anticipato, il caos politico degli Zhou orientali favorì lo sviluppo di varianti regionali, sia nella foggia sia nella decorazione, dei bronzi in generale e degli in particolare. Intorno al 550 a.C., il c.d. "Stile animalistico" dei nomadi scito-siberiani, sempre più presenti sul territorio cinese, iniziò ad influenzarne i bronzisti, e nuovi soggetti ricorrenti s'affiancarono ai draghi ed ai buoi: leoni, leopardi e uccelli.[35] Alcuni soggetti zoomorfi avevano una funzione puramente decorativa, mentre altri erano realizzati tridimensionalmente ed avevano anche uno scopo funzionale:[36] es. nei c.d. " di Huixian" (oggi al British Museum) le maniglie delle giare sono due tigri. Per lasciare spazio al soggetto zoomorfo, il motivo taotie viene semplificato in un decoro geometrico, mentre si diffonde il massiccio ricorso alla tarsia in rame (uno stilema già presente in epoca Shang ma capillarmente diffusosi solo in questo periodo) che proprio negli del tempo arriva ad una spettacolare fioritura tale da farne una caratteristica tipica delle giare di allora.

Esemplari rimarchevoli

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Baihuatan Hu
  Lo stesso argomento in dettaglio: Baihuatan Hu.
di Huixian
  Lo stesso argomento in dettaglio: Hu di Huixian.

Coppia di di 48,3 centimetri (19,0 in), sontuosamente decorati con la tecnica della cera persa e con la bocca coronata di grandi petali,[N 1] rinvenuti in una tomba a Huixian (Henan), oggi al British Museum. Furono forgiati nel 482 a.C. per volontà del ministro Zhao Meng dello stato di Jin quale dono per il re dello stato di Wu in occasione di un incontro diplomatico.

Esplicative

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  1. ^ Il motivo della corona di petali alla bocca del vaso ricorre già in alcuni esemplari di bronzei della dinastia Zhou occidentale: v.si l'esemplare al Museo di Luoyang.

Bibliografiche

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  1. ^ Kwang-chih Chang, Food in Chinese Culture: Anthropological and Historical Perspectives, Yale University Press, 1977, pp. 30.
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  4. ^ Asian Art Museum, Bronze Vessels of Ancient China in the Avery Brundage Collection, Asian Art Museum, 1977, pp. 94, 100, 102, 122, 128.
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  7. ^ a b c Fong 1980, p. 14.
  8. ^ Fong 1980, p. 12.
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Bibliografia

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