Kaatedocus siberi

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Kaatedocus (il cui nome è l'unione del suffisso diminutivo crow Kaate e il nome del genere affine Diplodocus) è un genere estinto di dinosauro sauropode diplodocide vissuto nel Giurassico superiore, circa 155 milioni di anni fa (Kimmeridgiano), in quella che è oggi la Formazione Morrison (Nordamerica). La specie tipo è Kaatedocus siberi, descritta da Tschopp e Mateus nel 2012 sulla base di un cranio ben conservato e alcune vertebre cervicali.[1]

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Kaatedocus
Scheletro di Kaatedocus esposto al MUSE di Trento (2016/2017)
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Sauropsida
Superordine Dinosauria
Ordine Saurischia
Sottordine † Sauropodomorpha
Clade † Neosauropoda
Famiglia † Diplodocidae
Sottofamiglia † Diplodocinae
Genere Kaatedocus
Tschopp & Mateus, 2012
Specie K. siberi
Nomenclatura binomiale
† Kaatedocus siberi
Tschopp & Mateus, 2012

Descrizione modifica

Questo animale era molto simile ad altri dinosauri ben più noti, come Diplodocus. Come i suoi simili, Kaatedocus possedeva un corpo compatto sostenuto da arti colonnari, un lungo collo che sorreggeva una piccola testa e una coda lunghissima terminante in una sorta di frusta. I denti, posti solo nella parte anteriore delle fauci, erano piccoli, proiettati verso l'avanti e a forma di matita. Tuttavia, al contrario di Diplodocus e di Apatosaurus, Kaatedocus non raggiungeva dimensioni colossali: l'esemplare tipo, costituito da un cranio e gran parte delle vertebre cervicali (la lunghezza di cranio e collo era di circa 3,8 metri), appartiene a un individuo di circa 14 metri di lunghezza; tuttavia si suppone che questo esemplare fosse un subadulto a causa di alcune caratteristiche, come le orbite grandi (Tschopp e Mateus, 2012).

Diagnosi del genere modifica

Inizialmente Kaatedocus è stato riconosciuto un genere a sé stante a causa di alcune caratteristiche non riscontrabili in altri sauropodi: la presenza di una tacca a forma di U che separava anteriormente le ossa frontali; una rugosità nell'angolo anteriore della superficie laterale delle vertebre cervicali posteriori; un profondo solco trasversale confinante con il margine posteriore dell'articolazione della prezigapofisi nelle vertebre cervicali posteriori, che andava a separare l'articolazione dal processo della prezigapofisi (Tschopp e Mateus, 2013).

 
Cranio di Kaatedocus siberi

Una revisione dei diplodocidi operata nel 2015 ha messo in luce alcune caratteristiche (autapomorfie) di Kaatedocus, tra cui una premascella con una profondità identica per tutta la sua lunghezza (o al massimo leggermente ampia posteriormente), un forame mascellare anteriore staccato dal margine mascella-premascella, un osso frontale lungo circa 1,4 volte la sua ampiezza minima, epipofisi cervicali posteriori compresse lateralmente e spine neurali cervicali posteriori parallele o convergenti (Tschopp et al., 2015).

Storia dei reperti modifica

Nel 1934 un team del Museo Americano di Storia Naturale (AMNH), capitanato da Barnum Brown e finanziato dalla Sinclair Oil Corporation, scoprì circa tremila ossa di sauropodi in un terreno dell'allevatore Barker Howe vicino a Shell, nella Contea di Big Horn nel Wyoming. I piani per ulteriori scavi nel 1935 dovettero essere annullati dopo che Howe chiese un prezzo più alto, convinto che i resti fossero molto preziosi a causa della grande pubblicità riguardante la scoperta. Le ossa non vennero mai descritte e la maggior parte di esse andò distrutta in un incendio all'AMNH negli anni '40; altre ossa vennero gettate via negli anni '60, poiché erano semidistrutte dopo essere state lasciate in un pollaio a Shell. Solo il 10% dei fossili venne conservato, tra i quali un cranio. Questi fossili furono generalmente interpretati come appartenenti al genere Barosaurus. Nel 1989 il sito venne riaperto da Hans-Jakob Siber, il fondatore del Museo dei Dinosauri di Aathal in Svizzera. La sua squadra scoprì altre 450 ossa in una cava immediatamente adiacente alla vecchia Howe Quarry, divenute parte della collezione del museo svizzero.

 
Collo e cranio di Kaatedocus siberi

I reperti includevano una serie di vertebre cervicali eccezionalmente complete. In Svizzera, questo esemplare è diventato oggetto di diverse linee di ricerca scientifica. Nel 2005 venne studiata la pneumatizzazione delle vertebre mediante tomografia, scansionandole con neutroni e raggi-X (Schwarz et al., 2005). Nel 2011 le vertebre ben conservate furono utilizzate per sostenere l'ipotesi che il collo dei sauropodi potesse rimanere in una posizione piuttosto eretta (Christian e Dzemski, 2011). Nel 2012 si utilizzò una scansione per creare una replica delle ossa del collo per mezzo di una stampante 3D (Tschopp e Dzemski, 2012).

Durante lo studio dei fossili è apparso chiaro che essi non rappresentavano il genere Barosaurus ma un genere e una specie nuovi per la scienza. Nel 2012 il fossile (noto con il numero di catalogo SMA 0004) è stato descritto come l'olotipo della specie Kaatedocus siberi dal paleontologo svizzero Emanuel Tschopp (che da ragazzo aveva visitato gli scavi) e dal suo collega portoghese Octávio Mateus. Il nome generico combina un riferimento al suo stretto parente Diplodocus e il suffisso diminutivo in lingua indiana Crow ~ kaate. L'epiteto specifico è invece in onore di Siber (Tschopp e Mateus, 2012).

 
Confronto tra le dimensioni di Kaatedocus siberi e un essere umano

Altri fossili sono stati in seguito attribuiti a Kaatedocus, tra cui un cranio (SMA D16-3) e l'esemplare giovane esposto al Museo di Storia Naturale di New York sotto il nome di Barosaurus (AMNH7530); a Kaatedocus appartengono altri esemplari più completi ma non ancora descritti formalmente, come lo scheletro esposto al Museo di Scienze Naturali di Bruxelles o quello esposto al MUSE di Trento durante la mostra "Estinzioni" tenutasi nel 2016/2017.

Classificazione modifica

Inizialmente Kaatedocus venne descritto come un diplodocide relativamente basale, appartenente alla sottofamiglia Diplodocinae e ancestrale al gruppo formato da Tornieria, Diplodocus e Barosaurus (Tschopp e Mateus, 2012). In quest'ottica, Kaatedocus veniva visto come un perfetto esempio della regola di Cope, secondo la quale animali più antichi tendono ad essere più piccoli dei loro discendenti; Kaatedocus è infatti stato ritrovato in terreni leggermente più antichi (Kimmeridgiano) dei suoi presunti "discendenti" Barosaurus e Diplodocus (Kimmeridgiano/Titoniano).

 
Cranio di Kaatedocus esposto al MUSE di Trento (2016/2017)

Tuttavia, una rivalutazione del materiale attribuito a Kaatedocus ha indicato che questo sauropode era probabilmente una forma derivata all'interno del gruppo, e il suo parente più prossimo potrebbe essere stato il gigantesco Barosaurus (Tschopp et al., 2015). Di seguito è mostrato un cladogramma tratto dal lavoro di Tschopp e colleghi:


 Diplodocidae 

Amphicoelias altus

 Apatosaurinae 

Specie non descritta

Apatosaurus ajax

Apatosaurus louisae

Brontosaurus excelsus

Brontosaurus yahnahpin

Brontosaurus parvus

 Diplodocinae 

Unnamed species

Tornieria africana

Dinheirosaurus lourinhanensis

Supersaurus vivianae

Leinkupal laticauda

Galeamopus hayi

Diplodocus carnegii

Diplodocus hallorum

Kaatedocus siberi

Barosaurus lentus

Note modifica

Bibliografia modifica

  • Schwarz, D.; Meyer, C. A.; Lehmann, E. H.; Vontobel, P.; Bongartz, G. (2005). "Testing Neutron tomography in comparison with X-ray computed tomography as a technique for the investigation of the internal structure of sauropod vertebrae and ribs". Palaeontologia Electronica. 8 (2): 1–11.
  • Christian, A. & Dzemski, G., 2011, "Neck posture in sauropods", pp: 251–260 in: Klein, N., Remes, K., Gee, C. G. & Sander, P. M. (eds.). Biology of the sauropod dinosaurs: Understanding the life of giants. Indiana University Press, Bloomington, 2011
  • Tschopp, E.; Mateus, O. V. (2012). "The skull and neck of a new flagellicaudatan sauropod from the Morrison Formation and its implication for the evolution and ontogeny of diplodocid dinosaurs". Journal of Systematic Palaeontology. 11: 1. doi:10.1080/14772019.2012.746589.
  • Emanuel Tschopp & Gordon Dzemski, 2012, "3-Dimensional Reproduction Techniques to Preserve and Spread Paleontological Material – a Case Study with a Diplodocid Sauropod Neck", Journal of Paleontological Techniques 10
  • Tschopp, E.; Mateus, O. V.; Benson, R. B. J. (2015). "A specimen-level phylogenetic analysis and taxonomic revision of Diplodocidae (Dinosauria, Sauropoda)". PeerJ. 3: e857. doi:10.7717/peerj.857. PMC 4393826free to read. PMID 25870766.

Collegamenti esterni modifica