Klaus Schwab

Ingegnere ed economista tedesco

Klaus Schwab (Ravensburg, 30 marzo 1938) è un economista tedesco, fondatore e presidente del Forum economico mondiale (WEF).

Schwab nel 2008

Biografia modifica

Figlio di Erika Epprecht e Eugen Wilhelm Schwab. Durante la seconda guerra mondiale la famiglia fu tenuta sotto osservazione dalla Gestapo.[1] Schwab ha frequentato la prima e la seconda elementare in Svizzera, nel villaggio di Au, nel Canton Zurigo, dove la famiglia si era trasferita essendo il padre direttore dell'azienda Escher Wyss. In Germania ha poi frequentato lo Spohn-Gymnasium di Ravensburg fino alla maturità nel 1957.[2]

Nel 1961 si è laureato in ingegneria meccanica presso il Politecnico federale di Zurigo.[3] Ha inoltre conseguito un dottorato in economia presso l'Università di Friburgo,[3][4] e un Master in Pubblica Amministrazione presso la John F. Kennedy School of Government presso l'Università di Harvard.[5]

Klaus Schwab è professore di economia politica all'Università di Ginevra, nonché fondatore e direttore esecutivo del Forum economico mondiale (o forum di Davos).

Forum economico mondiale (Davos) modifica

 
Schwab (a destra) apre a Davos nel 1971 il Simposio europeo di management





Segnato dalla lettura e dal successo dell'American Challenge di Jean-Jacques Servan-Schreiber, Klaus Schwab organizzò con sede a Ginevra l'European Management Symposium nel 1971, ribattezzato WEF nel 1987.[6] Inizialmente si rivolgeva a un pubblico europeo. Il Forum (in inglese: "World Economic Forum") è famoso per il suo incontro annuale a Davos, in Svizzera, che attira imprenditori, capi di Stato e politici di tutto il mondo, oltre a intellettuali e giornalisti, per discutere le questioni più importanti e urgenti del pianeta, anche nei settori della salute e dell'ambiente. Nonostante la fondazione non abbia fini di lucro, Jacques Attali in un'intervista al quotidiano La Liberté crede che "Davos sia un'operazione commerciale molto efficiente in cui bisogna pagare molti soldi per partecipare".

Nel 2015 il WEF è stato formalmente riconosciuto dal governo svizzero come "organismo internazionale".[7]

Riconoscimenti modifica

Tra gli altri premi, Schwab è stato insignito del Premio Dan David[8] È membro onorario dell'FC Bayern Monaco.

Onorificenze modifica

«promotore degli scambi economici internazionali e della cooperazione cinese»
— 19 dicembre 2018[9]

Schwab ha ricevuto numerosi dottorati ad honorem da istituzioni tra cui la London School of Economics,[10] la National University of Singapore,[11] il Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST).[12]

Vita privata modifica

Schwab è sposato dal 1971 con Hilde Schwab, una sua ex assistente.[13] Il matrimonio ebbe luogo nella valle del Sertig in una chiesa riformata.[14] La coppia vive a Cologny in Svizzera.[15] Gli Schwab hanno due figli, Nicole e Olivier. Nicole Schwab ha co-fondato il Gender Equality Project.[16]

Pubblicazioni modifica

in tedesco modifica

  • Der längerfristige Exportkredit als betriebswirtschaftliches Problem des Maschinenbaues (untersucht am Beispiel der Bundesrepublik Deutschland), Offenbach 1965 (anche tesi al Politecnico federale di Zurigo)
  • Der Exportkredit. Esportatore Hinweise für den deutschen, Francoforte sul Meno, 1966
  • Öffentliche Investitionen und wirtschaftliches Wachstum, Ravensburg, 1966 (anche tesi all'Università di Friburgo)
  • Modern Unternehmensführung im Maschinenbau (con Hein Kroos), Francoforte sul Meno, 1971
  • Chancemanagement, Düsseldorf, 1976
  • COVID-19. Der große Umbruch (con Thierry Malleret). Forum Publishing, Ginevra, 2020 ISBN 978-2940631193

In inglese modifica

  • Superare l'indifferenza. Dieci sfide chiave nel mondo in evoluzione di oggi. Una rassegna di idee e proposte di azione alle soglie del XXI secolo (Herausgeberschaft), New York, 1995
  • The Fourth Industrial Revolution, World Economic Forum, 201 trad. La quarta rivoluzione industriale, Franco Angeli, 2016
  • COVID-19: The Great Reset, con Thierry Malleret. Forum Publishing (2020). ISBN 978-2940631124

in italiano modifica

  • La quarta rivoluzione industriale, Franco Angeli, 2016

Note modifica

  1. ^ (DE) Patrik Müller, Andreas Maurer, Ein unmögliches Geschenk: Weshalb die Einbürgerung von WEF-Gründer Klaus Schwab scheitern wird, in Aargauer Zeitung, 20 agosto 2019.
  2. ^ Jürgen Dunsch, Host of the Mighty: Klaus Schwab and the World Economic Forum in Davos, FinanzBuch Verlag, 2016, p. 26f.
  3. ^ a b (EN) Professor Klaus Schwab (PDF), su World Economic Forum.
  4. ^ (EN) Some of our Graduates, in Faculty of Management, Economics and Social Sciences, University of Fribourg. URL consultato il 26 novembre 2020.
  5. ^ (EN) Improving the State of the World: a Conversation with Klaus Schwab, su The Institute of Politics at Harvard University. URL consultato il 26 novembre 2020.
  6. ^ (EN) Geoffrey Allen Pigman, The World Economic Forum: a multi-stakeholder approach to global governance, Londra, Routledge, 2007, pp. 6–22, ISBN 978-0-415-70204-1.
  7. ^ Agreement signed with the WEF, su The portal of the Swiss government. URL consultato il 5 giugno 2020.
  8. ^ (EN) Klaus Schwab, su Dan David Prize, 25 novembre 2021. URL consultato il 25 novembre 2021.
  9. ^ (EN) 10 foreigners given medals for roles in reform, opening-up, su english.scio.gov.cn, 19 dicembre 2018.
  10. ^ (EN) Honorary Graduates (PDF), su info.lse.ac.uk. URL consultato il 26 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2020).
  11. ^ (EN) NUS confers highest honour on World Economic Forum Founder and Executive Chairman Prof Klaus Schwab and social service champion Gerard Ee, su news.nus.edu.sg. URL consultato il 26 novembre 2020.
  12. ^ Klaus Schwab to Receive Doctorate from KAIST University, su kaist.ac.kr. URL consultato il 26 novembre 2020.
  13. ^ (EN) Craig Whitney, Political and Corporate Elite Soak Up Big Ideas at Davos, in The New York Times, 28 gennaio 1997.
  14. ^ (DE) SI_2010_05 by Schweizer Illustrierte – Issuu, su issuu.com.
  15. ^ (EN) Haley Edwards, The Optimist's Playbook, in Time, vol. 193, 4 febbraio 2019, pp. 62–65.
  16. ^ (FR) Sylvie Bernaudon, Les 20 femmes qui font la Suisse, in Tamedia Publications, 31 maggio 2012. URL consultato il 28 novembre 2021.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN115153457 · ISNI (EN0000 0001 2033 0224 · LCCN (ENn94083693 · GND (DE1012385361 · BNF (FRcb14519807k (data) · J9U (ENHE987007267729305171 · NDL (ENJA001246269 · CONOR.SI (SL19965539 · WorldCat Identities (ENlccn-n94083693