Lamentanza

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«I canti, in generale, assumono nel contesto popolare una connotazione di cordoglio nei confronti del Cristo morto.»

La lamentanza o lamintanza o ladata o anche lamienti o larati,[2] a seconda delle zone, è una antica forma di canto religioso polifonico, cantato durante i riti della Settimana Santa in Sicilia.

Giotto Cappella Scrovegni - Lamentazioni per la morte di Cristo

Questi cori sono cantati dai lamentatori delle confraternite (detti in siciliano lamentatura), che sono rigorosamente voci maschili; sono eseguiti durante i riti del giovedì e la processione del Venerdì Santo ed anche altre manifestazioni liturgiche, a seconda delle zone.

Storia modifica

Questi canti fanno parte ogge dei repertori della devozione e tradizione extra-liturgica popolare; ma nello stesso tempo i lamenti sono anche una delle più antiche forme di scrittura e gli esempi sono presenti nelle culture umane.[3]

La ladata o lamentanza è una composizione letteraria in versi che esprime un lamento o sofferenza, essa che ha origine nei compianti medievali[4] e prima ancora nella letteratura latina[5] e nei lamenti funebri di origine omerica e pre-omerica.[6][7] Infatti, il termine ha origine dalla parola treno o trenodia (in greco antico: θρῆνος o θρηνῳδία?, thrênos o thrēnōdía) e ᾠδή (oide, ode),[8][9] quest'ultima in ultima analisi deriverebbe dalla radice proto-indoeuropea * h₂weyd - (cantare) che è anche il precursore di parole come ode, tragedia, commedia, parodia, melodia e rapsodia.

Tra i sinonimi vi sono nenia, coronach, lamento e l'elegia. L'Epitaphios Threnos è il lamento cantato nella Chiesa ortodossa orientale il Sabato Santo; nel Cristianesimo, viene chiamato dormizione: o dormizione di Maria (dal latino dormitio) il trapasso di Maria, madre di Gesù.

Funzione antropologica modifica

Studiosi delle religioni, etnografi, antropologi ed etnomusicologi sostengono che il canto funebre (di cui la lamentanza o ladata ne è una forma) svolge la finalità di superare il cordoglio, l’angoscia della fine, la perdita del caro e il distacco dai trapassati, diventando un espediente elaborato da gruppi di persone per superare questi stati d'animo. Infatti in passato, in assenza di psicologi e psicoterapeuti, era questa una pratica ritualizzata che permetteva di superare i periodi dolorosi e traumatici conseguenti alla perdita del congiunto, scongiurando l'insorgenza di un disturbo depressivo patologico. Secondo la psicanalisi il canto funebre rivestirebbe la funzione di un meccanismo di difesa per la gestione nell'immediato del dolore del lutto, anche in forma stereotipata.[10]

Essendo tipicamente di origine rurale e contadina, i canti funebri sono ormai vestigia antropologiche in via di cancellazione che si ritrovano solo nella memoria rievocativa delle rappresentazioni pasquali sotto forma di ladate o lamentanze.[11]

Repertorio musicale modifica

Caratteristica peculiare di questi brani è quella di avere una struttura "ad accordo", avendo il coro una linea melodica di accompagnamento con una successione di accordi. Il repertorio possiede due tipi di "accordo":

  • canto solistico, con accompagnamento ad “accordo” (tra questi vanno compresi anche i canti in cui due o tre voci solistiche si alternano tra loro nell’esecuzione);
  • canto a due voci, con accompagnamento ad “accordo”, in cui le voci soliste svolgono parallelamente la linea melodica.

Questi canti hanno tutti in comune il fatto di seguire modelli settecenteschi con una vistosa professionalizzazione dei coristi, anche se possono differire tra loro per repertorio, stile, esecuzione e modalità di fruizione da parte degli spettatori.

Esempi del genere nel mondo modifica

I lamenti, cui le lamentanza sono assimilabili, sono presenti in molte parti del mondo, con forme e significati simili.[12] Le lamentazioni sono anche contenute sia nell'Iliade che nell'Odissea di Omero, ma anche nel Veda Indù ed in alcuni testi antichi della Mesopotamia come i Lamento per Ur o gli ebraici Tanakh.

Esempi del genere celtici modifica

Nella musica tradizionale scozzese, una lamentazione è anche un pezzo musicale suonato dalle cornamuse. Essa ha la forma di un tema con variazioni; inizia con un'aria lenta che viene suonata con abbellimenti e quindi la melodia ritorna in forma semplice nel finale. Tradizionalmente erano composte per onorare un guerriero morto in battaglia e portavano il suo nome.

Esempi del genere in Spagna modifica

 
Pepe Barranco Gutiérrez canta la saeta durante il Nazareno de Cabra nel 1940 foto di F. Molina. Biblioteca di capra

In Spagna vi sono dei canti religiosi spagnoli di venerazione: la saeta che è generalmente improvvisata e senza accompagnamento, viene nelle processioni della Settimana Santa e ha origine nel folclore andaluso in particolare nel comune di Cabra. Si tratta di una melodia di esecuzione libera, piena di lirismo, di influenza araba. Attinge allo stile del cante jondo proprio della tradizione musicale del flamenco. La Saeta è solitamente cantata da un solo cantante, che solitamente si trova su un balcone lungo il percorso processionale, senza accompagnamento strumentale e spesso spontaneamente. La maggior parte dei Saetas sono dedicati alle Virgenes, cioè le statue di Maria, ma ci sono anche Saetas in onore di alcune delle figure di Cristo più popolari.

La Saeta è meglio conosciuta per il suo risvolto doloroso e luttuoso durante la Settimana Santa,[13] quando dalla tradizione cattolica il canto è eseguito durante le processioni da religiosi confraternite che vanno per le strade di città e villaggi nel sud della Spagna.[14][15] Possedendo una intensità emozionale nei lamenti, e pregnanza drammatica, la Saeta è cantata dal saetero, spesso da un balcone, e può essere indirizzata alla statua di Gesù sottostante, nella sua agonia lungo la via Via Dolorosa, o a quella della sofferente madre Maria.[16]

Esempi del genere in Sicilia modifica

La tradizione delle ladate polifoniche in Sicilia è molto diffusa, infatti, esse sono eseguite in vari comuni dell'isola. fino al 1963, anno del Concilio Vaticano II, l’accompagnamento musicale della liturgia era affidata esclusivamente al celebrante e ai chierici, o al massimo a cantori specializzati, sempre e comunque maschi, questo spiega perché secondo tradizione sono solo maschi i cantori delle lamentanze.[1]

 
Il Cristo nero in processione il venerdì santo a Caltanissetta
  • Caltanissetta
    Caltanissetta costituisce, come è noto, una delle province più attive nell'esecuzione del pianto funebre e dove sono state documentate le ladate dei fogliamari, al seguito del Cristo nero, Signore della città.[17] Il giovedì e venerdì santo vengono eseguite dai Fogliamari (raccoglitori di erbe amare), i cori della lamintanza o ladate secondo antiche melodie. I fogliamari sono i discendenti storici e spirituali dei primi scopritori del Crocifisso nero o Cristo nero di Caltanissetta co-patrono della città.
I lamentatura (coloro che cantano) sono costituiti: dal solista che è alternativamente uno dei tre coristi (primavuci o primavoce) e dagli accompagnatori (controvuci o controvoci) che sono in numero indefinito, potendovi partecipare chiunque, essi ricalcano cantando la parte finale della strofa. Una esaustiva e storica descrizione è data dallo scrittore nisseno Michele Alesso nel libro Il giovedì santo in Caltanissetta: usi, costumi, tradizioni e leggende; Ed. Castaldi 1903.[18]
Tra le più note ladate eseguite il venerdì santo: Cristu era ligatu e camminava, a due voci più il coro.[19] Le ladate o lamintanze di Caltanissetta sono iscritte dal 22 maggio 2014 nel (REIS) Libro delle Pratiche Espressive e dei Repertori Orali.[20]

Note modifica

  1. ^ a b c La Settimana Santa in Sicilia – Prima parte – MondoBande.it, su MondoBande.it – La banda musicale fa notizia, 8 aprile 2009. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  2. ^ Sicilia terra di passione (PDF), su mimep.it.
  3. ^ Piotr Michalowski, trans., Lamentation over the Destruction of Sumer and Ur (Winona Lake, Ind.: Eisenbrauns, 1989), 39–62; cited in Nancy Lee, Lyrics of Lament: From Tragedy to Transformation (Minneapolis: Augsburg Fortress, 2009)
  4. ^ L'Osservatore Romano, su Vatican. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  5. ^ Ricerca, su Garzanti Linguistica, 31 luglio 2019. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  6. ^ Pubblicato da ninivepz, Lamenti funebri per la morte di Ettore, su vociantiche, 13 gennaio 2018. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  7. ^ (FR) II tema del cadavere nei lamenti funebri omerici, su Persée. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  8. ^ The Oxford Companion to Music (2010)
  9. ^ Threnody, in Online Etymology Dictionary. URL consultato il 13 ottobre 2017.
  10. ^ Lutto in "Universo del Corpo", su Treccani, il portale del sapere. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  11. ^ Cultura -I canti funebri, su Angelo Siciliano. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  12. ^ M. Alexiou, The Ritual Lament in Greek Tradition, Cambridge University Press, 1974, p. 184, ISBN 978-0-521-20226-8. URL consultato il 24 ottobre 2020.
  13. ^ La settimana nel calendario della Chiesa dell'Entrata in Gerusalemme, l'Ultima cena, la Crocifissione, e la Resurrezione.
    "Saetas vary greatly in form and style, ranging from simple syllabic melodies to highly ornamented ones." - Willi Apel, Harvard Dictionary of Music (Cambridge: The Belknap Press 1944, 1969) at 748.
  14. ^ Ángel Álvarez Caballero at 127.
  15. ^ Domingo Manfredi Cano at 183-184.
  16. ^ José Carlos de Luna at 51-52.
  17. ^ Bollettino della Nastroteca 2008, su fdocumenti.com, 25 dicembre 2019, p. 7. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  18. ^ M. Alesso, Il giovedì santo in Caltanissetta: usi, costumi, tradizioni e leggende ..., Castaldi, 1903. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  19. ^ Rome (Italy), Catalogo sommario delle registrazioni, 1948-1962: Il Centro internazionale per la musica tradizionale liturgica: costituzione, scopi, fonoteca, éditeur inconnu, 1963. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  20. ^ Heritageimmateriale [collegamento interrotto], su La Sicilia in Rete, 30 luglio 2016. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  21. ^ a b c d Redazione, A Caltanissetta un corso per nuovi “fogliamari”, riconoscere le erbe e verdure selvatiche commestibili, su caltanissettalive.it, 11 marzo 2019. URL consultato il 24 ottobre 2020.
  22. ^ Catalogo Sommario delle Registrazioni, 1963. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  23. ^ Milena al centro di una ricerca sui canti religiosi, su Milocca - Milena Libera, 29 marzo 2013. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  24. ^ Alimena: Le lamentanze della Settimana Santa, su vivienna - vivisicilia, 21 marzo 2016. URL consultato il 23 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2020).
  25. ^ di Mirella Mascellino, Alimena, il ricordo di Antonio Russo, su Madonie Press, 17 gennaio 2016. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  26. ^ La Settimana Santa Aragonese - "Vere Filius" ed "Ah Si Versate Lacrime", su TV SICILIA 24, 31 marzo 2015. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  27. ^ a b c d Ignazio E. Buttitta e Piercarlo Grimaldi, Introduzione, in Archivio antropologico mediterraneo, Anno XXI, n. 20 (1), 30 giugno 2018, ISSN 2038-3215 (WC · ACNP). URL consultato il 23 ottobre 2020.
  28. ^ a b Giorgio Mancinelli, LaRecherche.it: Raccolta proposta_saggio, su larecherche.it.
  29. ^ Redazione Il Solidale, Raddusa, “Coro dei Ladanti”, intoneranno le "Ladate" nel giorno del Venerdì Santo / CULTURA, su Il Solidale, buone nuove di Sicilia - Periodico di Informazione Online, 16 aprile 2019. URL consultato il 24 ottobre 2020.

Bibliografia modifica

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