Luigi Manusardi

medaglia d'oro della prima guerra mondiale

Luigi Manusardi (Colombier, 1891Ponte Tisisat Dildil, 27 novembre 1937) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Luigi Manusardi
NascitaColombier, 1891
MortePonte Tisisat Dildil, 27 novembre 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaCavalleria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Cirenaica
Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea
RepartoV Gruppo squadroni cavalleria coloniale
Anni di servizio1910-1937
GradoMaggiore in s.p.e.
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Biografia modifica

Nacque a Colombier, in Svizzera, nel 1891, all'interno di una nobile famiglia lombarda.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito compì l'anno di volontariato nel Reggimento "Nizza Cavalleria" (1º), venendo posto in congedo con il grado di sergente il 30 novembre 1911.[1] Nel gennaio 1913 fu nominato sottotenente di complemento e allo scoppio della prima guerra mondiale, transitato in servizio permanente effettivo, fu trasferito in servizio al Reggimento "Cavalleggeri di Roma" (20º) con il quale, appiedato, si distinse in combattimento a Monfalcone rimanendo gravemente ferito.[1] Promosso tenente, nell’ottobre 1917 transitò, a domanda, nel corpo dei bombardieri, assumendo il comando della 258ª Batteria bombarde.[1] Dopo la fine del conflitto, decorato di medaglia d'argento e di bronzo al valor militare,[3] fece parte di varie missioni alleate di controllo, a Berlino, Vienna, Budapest e nei Paesi Baltici.[1] Successivamente prestò servizio nei reggimenti "Lancieri di Firenze", "Lancieri di Milano", e "Lancieri di Aosta" e, divenuto capitano nel 1926, al Reggimento "Piemonte Cavalleria" (2º).[1] Dal 1929 al 1934, quando fu promosso al grado di maggiore, ricoprì le funzioni di ufficiale addetto al capo di stato maggiore.[1] Destinato poi, a domanda, al Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica, vi rimase tre anni come comandante del II Gruppo squadroni cavalleria coloniale.[1] Rientrato in Patria nell'aprile 1937, presentò domanda per essere trasferito in servizio in Africa Orientale e, assegnato al Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea partì da Napoli nell'ottobre successivo per assumere il 20 dello stesso mese, a Gondar, il comando del V Gruppo squadroni di cavalleria coloniale.[1] Cadde in combattimento al ponte Tisisat Dildil il 27 novembre 1937, nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una via di Milano porta il suo nome.

Onorificenze modifica

«Comandante di alta capacità professionale e di sereno coraggio, rinnovò superbamente le nobili tradizioni di slancio e di sacrificio proprie dell’arma alla quale apparteneva. Incaricato col suo gruppo di squadroni di ampliare e consolidare una testa di ponte di grande importanza da poco occupata dalle nostre truppe, assolveva brillantemente il suo compito. Raggiunto, travolto e annientato, in aspra e sanguinosa carica, un primo gruppo di nemici, con fulminea decisione, si slanciava arditamente su notevoli rinforzi sopraggiunti, disperdendoli. Mentre era intento a raccogliere e riordinare i propri squadroni, che avevano gareggiato di bravura nella cruenta lotta, cadeva colpito a morte, chiudendo la nobile esistenza tutta ispirata ad alti sentimenti di Patria e di dovere. Ponte Tisisat Dildil, 27 novembre 1937 .[4]»
— Regio Decreto 20 gennaio 1939.
«In aspro combattimento, benché gravemente ferito, visto cadere il proprio capitano, rifiutava d'essere condotto al posto di medicazione, e di propria iniziativa, con mirabile slancio, assumeva il comando di uno squadrone, mantenendolo saldamente in una situazione assai critica, finché per il molto sangue perduto, cadeva stremato di forze. Monfalcone (quota 77), 14-15 settembre 1916
«Durante l'azione quale comandante di un gruppo di pattuglie, benché fatto segno al fuoco di mitragliatrici, fucileria e artiglieria nemiche, riuscì, in pieno giorno, in un terreno completamente scoperto, a condurre i suoi cavalleggeri fin sotto i reticolati avversari ancora intatti. Rimase fuori circa sei ore, e mandò notizie dettagliate e precise sul terreno e sulla consistenza ed estensione dei reticolati stessi. Prescelto per altri consimili difficili incarichi, col suo contegno coraggioso e calmo, dette sempre bell'esempio ai suoi dipendenti. Monfalcone, 3 agosto 1916

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

  1. ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 270.
  3. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficial, 1922, p. 2764. URL consultato il 5 marzo 2022.
  4. ^ Manusardi, Luigi Medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia modifica

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 270.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

  • Manusardi, Luigi, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.