Lupinus luteus

specie di pianta della famiglia Fabaceae

Il lupino giallo (Lupinus luteus L.) è una pianta della famiglia Leguminosae[1].

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Lupinus luteus
Lupinus luteus
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Fabidi
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Sottofamiglia Faboideae
Tribù Genisteae
Genere Lupinus
Specie L. luteus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Fabales
Famiglia Leguminosae
Genere Lupinus
Specie L. luteus
Nomenclatura binomiale
Lupinus luteus
L.

Descrizione modifica

 
Frutti e semi

Sono piante erbacee annuali, con fusti eretti, pubescenti, alti sino a 60 cm.[2]

L'infiorescenza è un racemo con fiori dalla corolla gialla.[2]

Il frutto, commestibile, è un baccello ricoperto di peluria[3] e contenente fino a sei semi di colore e grandezza variabile.

Distribuzione e habitat modifica

Questa specie è nativa dell'area mediterranea (Portogallo, Spagna, Corsica e Italia, comprese Sardegna e Sicilia)[1].

È stata introdotta in diversi paesi dell'Africa e dell'Asia[1]. In Australia è considerata una specie invasiva[4].

Cresce in presenza di climi caldi-temperati o tropicali, laddove la coltivazione si trovi in alta quota, e non sopporta il freddo e in particolar modo le nevicate.

Viene seminato in autunno nelle regioni con clima temperato e in primavera in montagna.

Usi modifica

La specie è utilizzata nella floricoltura e nell'alimentazione del bestiame.

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Lupinus luteus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 5 maggio 2023.
  2. ^ a b Pignatti S., Lupinus luteus, in Flora d'Italia Vol. II, Milano, Edagricole, 2017, p. 466, ISBN 9788850652433.
  3. ^ Lupinus luteus, su vegetox.envt.fr. URL consultato il 15 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2011).
  4. ^ Piante invasive, su invasive.org. URL consultato il 15 gennaio 2014.

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