Madeleine Ozeray

attrice francese

Madeleine Ozeray nome completo Magdeleine Marie Catherine Élisabeth Ozeray (Bouillon, 13 settembre 1908Parigi, 28 marzo 1989) è stata un'attrice belga.

Madeleine Ozeray

Biografia modifica

 
Ozeray Harcourt
 
Dal film Le Père Chopin, Madeleine Ozeray è la seconda da sinistra

Madeleine Ozeray nacque a Bouillon, il 13 settembre 1908, secondogenita di Jules Ozeray, proprietario forestale, deputato e anticlericale, e di Catherine Heinen detta «Ketty»[1][2][3].

Attraente, con occhi blu e capelli biondi fluenti sulle spalle, la Ozeray fu l'attrice belga di maggior successo in Francia prima della seconda guerra mondiale[4].

Dopo aver ottenuto il diploma nella città natale, studiò recitazione al Conservatoire di Bruxelles. Subito dopo lavorò con Raymond Rouleau, direttore della giovane Compagnie du Théâtre du Marais, e nel 1933 esordì a Parigi[5].

Diventò la compagna del grande attore e regista Louis Jouvet, di vent'anni più anziano di lei. Al suo fianco, ottenne successi nelle opere di Jean Giraudoux al Teatro Athénée: La guerra di Troia non si farà (La guerre de Troie n'aura pas lieu, 1935), Elettra nel 1937 e soprattutto Ondine (1939)[4][6] Divenne la musa dell'autore.[4][6][7].

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Jouvet e la sua troupe si trasferirono nella neutrale Svizzera per una tournée. Madeleine incontrò Max Ophüls, il regista ebreo che stava aspettando di partire per gli Stati Uniti d'America. La giovane attrice si innamorò del grande regista[4]. Malgrado il disappunto, Jouvet partì con lei e la sua compagnia per un tour in America meridionale, finanziato dal governo di Vichy, preferendo portare la cultura francese nei paesi dell'America Latina piuttosto che dirigere e recitare di fronte ai tedeschi nei teatri parigini[4]. Tra le opere messe in scena si ricordano La scuola delle mogli di Molière e L'Annuncio a Maria di Paul Claudel[5][7].

Il rapporto tra Madeleine e Jouvet giunse alla rottura definitiva nel 1943[4][6].

Quando tornò in Francia nel 1947, l'attrice ebbe qualche problema a lavorare nei teatri e riapparve raramente sui palcoscenici parigini[5][6], ma ricomincerà con Giovanna d'Arco (Jeanne d'Arc, 1947) di Charles Péguy, La Folle de Chaillot (1965) del suo amico Giraudoux, diretto da Georges Wilson, e soprattutto con Cher Antoine ou l'Amour raté (1969), che portò in scena per cinquecento repliche[4].

Per quanto riguarda il cinema, il pubblico la apprezzò in La leggenda di Liliom (1934), tratto dall'opera teatrale Liliom di Ferenc Molnár, per la regia di Fritz Lang[1], L'arrivista (1974) di Pierre Granier-Deferre con Alain Delon, oltre che in Frau Marlene (1975), in cui interpretò la madre di Philippe Noiret[4][7][8].

Malata di Alzheimer, Madeleine Ozeray morì a Parigi il 28 marzo 1989, all'età di ottant'anni[1][4].

Considerata la più rappresentativa delle attrici belghe, è stata oggetto di un'eccellente biografia scritta dal giornalista belga Dominique Zachary e di un fumetto di Herbert e Palex[4].

Filmografia modifica

Teatro modifica

  • La guerra di Troia non si farà (La guerre de Troie n'aura pas lieu), di Jean Giraudoux, regia di Louis Jouvet (1935)
  • L'Annuncio a Maria (L'Annonce faite à Marie), di Paul Claudel, regia di Louis Jouvet (1942)
  • La scuola delle mogli (L'École des femmes), di Molière, regia di Louis Jouvet (1936)
  • Elettra (Electre), di Jean Giraudoux, regia di Louis Jouvet (1937)
  • L'Impromptu de Paris, di Jean Giraudoux, regia di Louis Jouvet (1937)
  • Ondine, di Jean Giraudoux, regia di Louis Jouvet (1939)
  • On ne badine pas avec l'amour, di Alfred de Musset, regia di Louis Jouvet (1942)
  • La Folle de Chaillot, di Jean Giraudoux, regia di Georges Wilson (1965)
  • Cher Antoine ou l'Amour raté, di Jean Anouilh, regia di Jean Anouilh (1969)

Doppiatrici italiane modifica

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, è stata doppiata da:

Note modifica

  1. ^ a b c (EN) Madeleine Ozeray, su imdb.com. URL consultato il 2 maggio 2019.
  2. ^ (FR) Madeleine Ozeray et Louis Jouvet, su Louis Jouvet, 14 luglio 2018. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  3. ^ (FR) Généalogie de Magdeleine Marie Catherine Elisabeth OZERAY, su Geneanet. URL consultato il 21 febbraio 2021.
  4. ^ a b c d e f g h i j (FR) «On m'appelle Ondine». Ainsi se présentait l'héroïne de Giraudoux au chevalier Hans von Wittenstein zu Wittenstein sur la scène de l'Athénée le 27 avril 1939, su franceinter.fr. URL consultato il 2 maggio 2019.
  5. ^ a b c Madeleine Ozeray, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p. 456.
  6. ^ a b c d (EN) Madeleine Ozeray. L'ombre de Louis Jouvet, su weyrich-edition.be. URL consultato il 2 maggio 2019.
  7. ^ a b c (FR) Madeleine Ozeray et Louis Jouvet, su louisjouvet.fr. URL consultato il 2 maggio 2019.
  8. ^ Filmografia di Madeleine Ozeray, su mymovies.it. URL consultato il 2 maggio 2019.

Bibliografia modifica

  • (FR) Christophe Barbier, Dictionnaire amoureux du théâtre, Plon, 2015.
  • (FR) Marc Beigbeder, Le Théâtre depuis la Libération, éditions Bordas, 1959.
  • (FR) Yvan Foucart, Dictionnaire des comédiens français disparus, Éditions Cinéma, Mormoiron, 2008.
  • (EN) Edward Forman, Historical Dictionary of French Theatre, Lanham, Scarecrow Press, 2010.
  • (FR) Jacqueline de Jomaron, Le Théâtre en France, Parigi, Armand Colin, 1992.
  • (FR) Paul-Louis Mignon, Le Théâtre d'aujourd'hui de A jusqu'à Z, édition de L'Avant-scène, 1966.
  • (FR) Madeleine Ozeray e René Lacôte, Le Rêve et la Vie de Gérard de Nerval, Pierre Seghers éditeur, 1958.
  • (FR) Madeleine Ozeray, À toujours, M. Jouvet, préface de Marcel Aymé, Buchet-Chastel, 1966.
  • (FR) Dany Porché, Ego-dictionnaire des mots du théâtre, Pietraserena, Dumane, 2017.
  • (FR) Dominique Zachary, Madeleine Ozeray, ondine de la Semois, Bruxelles, Éditions Racine, 2008.
  • (DE) Kay Weniger, Die Schauspieler, Regisseure, Kameraleute, Produzenten, Komponisten, Drehbuchautoren, Filmarchitekten, Ausstatter, Kostümbildner, Cutter, Tontechniker, Maskenbildner und Special Effects Designer des 20. Jahrhunderts, in Das große Personenlexikon des Films, VI, Berlino, Schwarzkopf & Schwarzkopf, 2001.

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Controllo di autoritàVIAF (EN51876262 · ISNI (EN0000 0001 1930 3923 · LCCN (ENno2004060096 · GND (DE133229858 · BNE (ESXX5074223 (data) · BNF (FRcb13898156n (data) · J9U (ENHE987007461581705171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004060096