Nazionalismo di prima generazione

I nazionalismi di prima generazione, chiamati anche nazionalismi centripeti, sono i nazionalismi emersi all'inizio del XIX secolo a seguito dell'invasione napoleonica di gran parte dell'Europa.

La rivoluzione tedesca del marzo 1848. Il nazionalismo tedesco rappresenta un nazionalismo di prima generazione

In questi paesi il nazionalismo emerse con un carattere conservatore e borghese[1] influenzato dal romanticismo, attraverso il quale si guardava nostalgicamente al passato che, ad avviso del movimento, era più "romantico" della realtà del tempo. Si preoccupava di recuperare la storia nazionale, nella maggior parte dei casi nel Medioevo.[2] Questi aspetti furono il seme del sentimento nazionale unito all'odio contro l'Impero napoleonico che aveva occupato quasi tutta l'Europa.

In seguito il nazionalismo di prima generazione si sarebbe concluso nei suoi casi più estremi nel colonialismo (principalmente in Africa) o nel nazionalsocialismo o nel fascismo in Europa.

Storia modifica

Il nazionalismo nasce dal filosofo tedesco Fichte,[3] che incitò i tedeschi a combattere per la liberazione nei suoi Discorsi alla nazione tedesca (1808). Fichte credeva nella leadership della cultura tedesca e della lingua come il legame più forte tra i membri di una comunità nazionale.

I nazionalismi non ebbero uno sviluppo omogeneo in tutti i paesi. In Germania, ad esempio, si esaltò la razza teutonica; nozione ideologica che un secolo dopo raggiungerà il suo estremo con il nazionalsocialismo. In alcuni paesi questo sentimento fu una forza trainante nel processo di espansione coloniale. In altri invece ebbe un segno completamente diverso.

Lo scopo di questi nazionalismi era recuperare la cultura della Patria e le sue caratteristiche al fine di recuperare l'identità nazionale contro il nemico invasore durante l'occupazione napoleonica.[4] Dopo la caduta di Napoleone era già stato dato l'impulso a raggiungere questo obiettivo.

Le conseguenze di questo nazionalismo produssero la creazione della Svizzera nel 1815, le unificazioni della Germania e dell'Italia,[5] l'indipendenza della Grecia dall'Impero ottomano e l'indipendenza del Belgio dai Paesi Bassi.[6]

Note modifica

  1. ^ J. P. T. Bury, La nuova storia moderna a Cambridge: L'apice della potenza europea 1830-1870. Londra-New York, Cambridge University Press, 1964, p. 226.
  2. ^ AA.VV., Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna, a cura di G. Chittolini, A. Molho e P. Schiera, Il Mulino, Bologna 1994.
  3. ^ L'opposizione tedesca a Hitler, Michael C. Thomsett (1997) p7.
  4. ^ Matteo Di Gesù, Dante e l'identità italiana, su doppiozero.com. URL consultato l'8 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2021).
  5. ^ «Com'è ovvio, l'idea di nazione sarà particolarmente cara ai popoli non ancora politicamente uniti...quindi sarà soprattutto in Italia e Germania che l'idea nazionale troverà assertori entusiasti e continui...», Federico Chabod, L'idea di nazione, Roma-Bari, Laterza Ed., 1961 (citato in: Stuart Woolf, Il nazionalismo in Europa, Milano, Edizioni Unicopli, 1994, p. 114)
  6. ^ (ES) Santi Duñaiturria Zumarraga, El contravirus de la razón tecnológica-hegemónica: La soberanía de las naciones sin Estado. Hacia una confederación mundial de Estados. (PDF), su lajiribilla.cu, www.lajiribilla.cu. URL consultato il 10 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2007).

Voci correlate modifica