L'olio di emù è un olio ottenuto dal grasso di diverse sottospecie di emù, Dromaius novaehollandiae, il più grande uccello endemico dell'Australia, in grado di raggiungere gli 1,9 metri di altezza.[1]

Un emù: dal suo dorso si estrae il tessuto adiposo da cui viene ricavato l'olio

L'allevamento commerciale di questo animale, che dimostra una forte adattabilità alle diverse condizioni climatiche e può essere allevato in quasi tutti i continenti, tanto che negli Stati Uniti si è arrivati a contare più di un milione di emù, mentre in India il totale dei capi ha raggiunto i 2,5 milioni di esemplari, allevati in più di 3 000 fattorie presenti in oltre 15 Stati, è finalizzato alla produzione di pelli, carni rosse alternative alle bovine e oli con presunte attività terapeutiche e si è diffuso dal 1970,[2][3] tuttavia gli usi da parte di popolazioni aborigene dell'olio di emù, e quindi dell'allevamento dello stesso, sono menzionati anche in testi storici.[4][5][6] A partire dagli anni 2010 l'interesse commerciale per la carne e l'olio di emù è tuttavia calato, rendendo l'allevamento degli emù difficilmente profittevole.[7][8]

Al 2023 non esiste uno standard internazionale che definisca caratteristiche e specifiche delle attuali produzioni di olio di emù, che invece sono classificate da alcune associazioni nazionali di produttori, specie in base al grado di raffinazione, per il potenziale utilizzo: alimentare, cosmetico, terapeutico.[9]

Produzione modifica

L'olio di emù viene ricavato in particolare dal dorso e dall'addome dell'animale, dalla cui carcassa viene prelevato uno strato di tessuto adiposo spesso dai 7 ai 10 cm. Una volta separato dalla carne e dalla pelle, il tessuto prelevato viene lavato, così da eliminare ogni traccia di contaminanti, quali sangue, piume o escrementi.

I tessuti adiposi lavati e sminuzzati vengono quindi processati in modo tale da estrarre da essi i lipidi. Esistono molte diverse procedure per condurre tale processo, molte delle quali peraltro analoghe a quelle sviluppate per l'estrazione dei grassi vegetali: estrazione con solvente, estrazione a caldo per fusione, estrazione con anidride carbonica o altri fluidi supercritici, ognuna delle quali viene scelta in funzione della qualità desiderata e del mercato di destinazione[10] poiché le procedure che comportano una maggiore esposizione dei tessuti adiposi al calore, all'acqua e all'aria comportano una maggior produzione di perossidi e acidi grassi liberi e quindi una più bassa qualità finale. Le tecniche di estrazione più comuni per la produzione dell'olio di emù sono a caldo per fusione, con processi bagnati o asciutti (wet rendering o dry rendering): bollitura, forno, autoclave/digestore[11], e in vari casi facilitati da ultrasuoni o microonde.[12]

Una volta estratti e separati con tecniche di centrifugazione, filtrazione o decantazione, i grassi devono essere nuovamente liberati da potenziali contaminanti. Anche in questo caso possono essere utilizzati procedimenti diversi, dal frazionamento alla centrifugazione. Dopo la filtrazione si può avere un ulteriore lavaggio del grasso, volto a realizzare una coagulazione acida dei componenti proteici residui per poterli poi separare, che viene condotto con acido citrico, fosfato di sodio o una combinazione di questi.[10] Si ha quindi la fase di eliminazione dell'umidità attraverso un'asciugatura rapida, con il grasso lavato che viene velocemente scaldato fino a circa 115 °C.[13]

Una volta terminata una prima fase di estrazione e filtrazione, l'olio così generato può essere raffinato in modo da eliminare acidi grassi liberi, ossia non esterificati, e perossidi. Generalmente il grado di raffinazione a cui sottoporre l'olio dipende dalla sua qualità iniziale e dal suo utilizzo finale, che può essere ad esempio cosmetico, farmaceutico o alimentare. La prima operazione di raffinazione cui viene sottoposto il prodotto è la neutralizzazione caustica, volta ad eliminare, salificandoli e rendendoli solubili in acqua, gli acidi grassi liberi, che viene condotta con l'utilizzo di una soluzione alcalina debole e a cui viene fatta seguire una separazione dei composti polari, dissolti in acqua con la centrifugazione. La fase di raffinazione successiva può essere lo sbiancamento, praticato per rimuovere carotenoidi e altri composti colorati indesiderati, ma anche altri possibili contaminanti, come metalli e perossidi, che viene effettuato tramite l'utilizzo di particolari sostanze adsorbenti, come l'argilla attivata con acido. Dopo questa fase, l'olio sbiancato può essere sottoposto alla fase di deodorazione, eseguita al fine di rimuoverne odori, perossidi, acidi grassi a catena corta e steroli, strippando vapor acqueo nell'olio riscaldato a una temperatura compresa tra 180 e 230 °C, in un regime di vuoto spinto. In genere questa è l'ultima fase di lavorazione di un olio di emù col maggior grado di qualità, cui viene poi solamente aggiunto un agente antiossidante, così da allungarne la conservazione.[13] Da notare che l'insieme dei processi descritti, partendo dalla fase dell'estrazione, deve comportare la sterilizzazione dell'olio di emù.

L'olio così ottenuto è sostanzialmente (>99%) una miscela di trigliceridi. Questi, a seconda degli acidi grassi che li compongono, possono avere un alto punto di fusione, stearine, o uno più basso, oleine. Nel caso in cui si voglia ottenere un prodotto finale più fluido e con una minor percentuale di acidi grassi saturi, la componente ad alto punto di fusione può essere separata con un processo chiamato demargarinazione, refrigerando il tutto a circa 4 °C di temperatura e rimuovendo la fase solida tramite filtrazione. Se si vuole modificare la viscosità, preservando la stessa composizione di acidi grassi, evitando comunque una separazione in due fasi, si può eseguire un procedimento di intraesterificazione utilizzando un catalizzatore come il metossido di sodio, dove in modo casuale (per questo in inglese il processo è chiamato anche randomization) gli acidi grassi saturi si possono spostare dalle abituali posizioni 1 e 3 alla posizione 2.

Caratteristiche chimico fisiche modifica

Le proprietà chimico fisiche dell'olio di emù variano leggermente in funzione della sua composizione. Quest'ultima dipende a sua volta da diversi fattori, quali i processi di estrazione e raffinazione, il distretto corporeo da cui vengono prelevati i tessuti adiposi, il fenotipo e l'età degli animali, nonché la loro alimentazione abituale.

Le differenze più significative sono state rilevate tra oli ricavati da animali d'allevamento o da esemplari liberi nelle foreste.

Caratteristiche dell'olio di emù grezzo e raffinato[13][14][15]
Umidità e impurità < (0,05% - 0,5%)
Acidi grassi liberi < (0,05% - 1,5%)
Colore Bianco perlato/giallo tenue
Odore Inodore
Densità relativa 0,897 - 0,921 (20 °C)
Indice di rifrazione 1,456 - 1,467
Numero di saponificazione 189 - 200 (mg KOH/g olio)
Numero di iodio 65-80
Frazione insaponificabile 0,4% - 0,54%

Composizione modifica

L'olio di emù è composto prevalentemente da trigliceridi con la seguente distribuzione tipica di acidi grassi.

Composizione tipica dell'olio di semi di emù[16][14][17][18][19][20]
acido grasso Notazione Delta concentrazione/(min-max)% media [19]
acido miristico 14:0 0,17 - 0,80 0,4
acido palmitico[n 1] 16:0 8,7 - 30,7 22,0
acido palmitoleico 16:1Δ9c 0,1 - 6,2 3,5
acido margarico 17:0 0 - 0,2
acido stearico 18:0 7,2 - 12,1 9,6
acido oleico[n 2] 18:1Δ9c 29,9 - 62,4 47,4
acido eladinico 18:1Δ9t 1,2 - 3,0 0,4
acido linoleico 18:2Δ9c,12c 6,2 - 24,2 15,2
acido α-linolenico[n 3] 18:3Δ9c,12c,15c 0,1 - 1,8 0,9
acido gadoleico 20:1Δ11c 0,4 - 0,5
  1. ^ La concentrazione di acido palmitico tende a calare con l'età dell'emù[21] e negli animali non da allevamento risulta normalmente inferiore a quella negli animali d'allevamento.[16]
  2. ^ Una ricerca ha individuato anche concentrazioni di acido cis-vaccenico ( 18:1Δ11c ) dell'ordine del 2,3%.[18] Il rapporto acido oleico/acido palmitico tipicamente pari a 2 negli oli di alcuni esemplari, specie non di allevamento può essere pari a 6,6.[16]
  3. ^ In alcune analisi vengono riportati oli di emù con tenore di acido linolenico dell'ordine del 30%.[16][19]

La frazione insaponificabile è composta prevalentemente da colesterolo, la cui concentrazione nei tessuti adiposi dell'emù è dell'ordine di 41,2 mg/100 g di tessuto adiposo,[22][23] mentre quella rilevabile nell'olio dipende dal processo di raffinazione.

Utilizzi modifica

L'olio di emù esercita un'efficace azione emolliente, idratante e dermoprotettiva ed è utilizzato tal quale o ad alte concentrazioni come olio da massaggio o per i capelli, come ingrediente emolliente nelle creme viso o corpo e nei prodotti solari.[24]

Alcuni studi effettuati sui topi hanno evidenziato significative proprietà anti-infiammatorie dell'olio di emù e suggeriscono quindi che esso possa essere utilizzato per via topica e orale per trattare condizioni come la mucosite, la sindrome infiammatoria intestinale, l'infiammazione auricolare e per prevenire l'osteoporosi indotta dalla chemioterapia.[25][26] Tuttavia, a causa dei pochi studi condotti sugli esseri umani, la FDA, ossia l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, non ha mai approvato prodotti a base di olio di emù puro per uso medicinale e non ha mai confermato le affermazioni secondo cui l'olio di emù è un trattamento sicuro o efficace.[27][28]

Note modifica

  1. ^ Alecia T. Devantier e Carol Turkington, Extraordinary Jobs in Agriculture and Nature, Infobase Publishing, 2006, ISBN 978-0-8160-5854-9.
  2. ^ James Sales, The emu (Dromaius novaehollandiae): a review of its biology and commercial products, in Avian and Poultry Biology Reviews, vol. 18, n. 1, 1º luglio 2007, pp. 1–20, DOI:10.3184/147020607x245048. URL consultato il 1º settembre 2023.
  3. ^ (EN) Commercial emu rearing, su AgriFutures Australia. URL consultato il 1º settembre 2023.
  4. ^ (EN) Marion E. Butler New York Public Library, The Aborigines of Tasmania, F. King & Sons, 1899. URL consultato il 1º settembre 2023.
  5. ^ Colliver, Frederick Stanley. "The aboriginal and his medicine chest." Archaeology papers 3 (1972): 1-18., su espace.library.uq.edu.au. URL consultato il 1º settembre 2023.
  6. ^ (EN) Roderick J. Flanagan, The Aborigines of Australia, Boolarong Publications for the Aboriginal and Torres Strait Islander Committee of the Queensland Bicentennial Council, 1888, ISBN 978-0-7316-3924-3. URL consultato il 1º settembre 2023.
  7. ^ (EN) What Ever Happened to Emu, the Next Red Meat?, su Culture, 30 dicembre 2015. URL consultato il 1º settembre 2023.
  8. ^ Don’t invest in Emu farms, say Salem authorities, in The Times of India, 21 aprile 2012. URL consultato il 1º settembre 2023.
  9. ^ Emu Oil Trade Rules – American Emu Association, su aea-emu.org. URL consultato il 1º settembre 2023.
  10. ^ a b (EN) Bailey's Industrial Oil and Fat Products, 7 Volume Set, 7th Edition | Wiley, su Wiley.com. URL consultato il 1º settembre 2023.
  11. ^ Jordi Folch, M. Lees e G.H. Sloane Stanley, A SIMPLE METHOD FOR THE ISOLATION AND PURIFICATION OF TOTAL LIPIDES FROM ANIMAL TISSUES, in Journal of Biological Chemistry, vol. 226, n. 1, 1957-05, pp. 497–509, DOI:10.1016/s0021-9258(18)64849-5. URL consultato il 1º settembre 2023.
  12. ^ Lilia L. Méndez‐Lagunas, Ana María Pineda Reyes e León Raúl Hernández Ochoa, Evaluation of emu oil extraction methods and their effects on physical and rheological behavior, in European Journal of Lipid Science and Technology, vol. 113, n. 6, 16 marzo 2011, pp. 780–785, DOI:10.1002/ejlt.201000498. URL consultato il 1º settembre 2023.
  13. ^ a b c Ernesto Hernandez, Emu Oil Processing and Properties, AEA News, 1995. URL consultato il 29 agosto 2023.
  14. ^ a b Elaine Fein, John Caputo e Ann K. Nagal, Therapeutic uses of emu oil, US5472713A, 5 dicembre 1995. URL consultato il 4 settembre 2023.
  15. ^ Meijuan Lan, Lin Li e Shengkai Luo, Chemical Characterization and In Vivo Toxicological Safety Evaluation of Emu Oil, in Nutrients, vol. 14, n. 11, 27 maggio 2022, pp. 2238, DOI:10.3390/nu14112238. URL consultato il 6 settembre 2023.
  16. ^ a b c d Emu Oil -Its Anti-Inflammatory Properties - A report for the Rural Industries Research and Development Corporation by J M Snowden, P J O’Malley and T M Ellis - Agriculture Western Australia (PDF), su agrifutures.com.au.
  17. ^ Kaki, Shiva Shanker & Ravinder, Thumu & Rao, B & Chakrabarti, Pradosh & Prasad, r b n. (2013). Isolation and Characterization of Oil from Fatty Tissues of Emu Birds Farmed in India. J Lipid Sci Technol (JLST).. 45. 13-19., su researchgate.net.
  18. ^ a b Wang, Yanwen & Sunwoo, Hoon & Sim, Jeonga & CHERIAN, G.. (2007). Lipid characteristics of emu meat and tissues. Journal of Food Lipids. 7. 71 - 82. 10.1111/j.1745-4522.2000.tb00162.x., su researchgate.net.
  19. ^ a b c Emu Oil Document: International Emu Oil Standards, su www.uniquelyemu.com. URL consultato il 4 settembre 2023.
  20. ^ Brown, M. A., Craig-Schmidt, M. C., & Smith, P. C. (1995). Fatty acid composition of emu. Inform, 6, 470.
  21. ^ Mateusz Bucław, Danuta Majewska e Danuta Szczerbińska, The influence of age and gender on emu (Dromaius novaehollandiae) fat, in Scientific Reports, vol. 10, 6 luglio 2020, pp. 11082, DOI:10.1038/s41598-020-68103-1. URL consultato il 4 settembre 2023.
  22. ^ L. M. Beckerbauer, R. Thiel-Cooper e D. U. Ahn, Influence of Two Dietary Fats on the Composition of Emu Oil and Meat1, in Poultry Science, vol. 80, n. 2, 1º febbraio 2001, pp. 187–194, DOI:10.1093/ps/80.2.187. URL consultato il 6 settembre 2023.
  23. ^ (EN) Michihiro Fukushima, Tetsu Ohashi e Mitsuo Sekikawa, Comparative Hypocholesterolemic Effects of Five Animal Oils in Cholesterol-fed Rats, in Bioscience, Biotechnology, and Biochemistry, vol. 63, n. 1, 1999-01, pp. 202–205, DOI:10.1271/bbb.63.202. URL consultato il 6 settembre 2023.
  24. ^ Andrea Fratter, Bufale Cosmetiche (PDF), Aracne, Aprile 2016, pp. 50, ISBN 978-88-548-9275-0. URL consultato il 29 agosto 2023.
  25. ^ Manish Kumar Jeengar et al., Review on emu products for use as complementary and alternative medicine, in Nutrition, vol. 31, n. 1, Gennaio 2015, pp. 21-27, DOI:10.1016/j.nut.2014.04.004. URL consultato il 29 agosto 2023.
  26. ^ A. Lopez et al., Effect of emu oil on auricular inflammation induced with croton oil in mice, in American Journal of Veterinary Research, vol. 60, n. 12, Dicembre 1999, pp. 1558-1561. URL consultato il 29 agosto 2023.
  27. ^ Pallavi Suyog Uttekar et al., Da cosa è fatto l'olio di emù?, su orthopaedie-innsbruck.at, vol. 31. URL consultato il 29 agosto 2023.
  28. ^ Paula Kurtzweil, How to Spot Health Fraud, vol. 33, n. 6, U.S. Food and Drug Administration, 30 aprile 2009, pp. 22-26, PMID 10628313. URL consultato il 29 agosto 2023.